Nel 1951 ,
l’anno dopo il celebre “Maracanaço”, fu organizzato ufficialmente dalla
federazione brasiliana, e in particolare dalla prefettura di Rio de Janeiro, un
torneo in Brasile che possiamo definire come prima edizione della Coppa del
Mondo per club. Parteciparono otto squadre
suddivise in due gironi : il Palmeiras, l’Olympique di Nizza, la Stella Rossa
di Belgrado e la Juventus formavano il girone A e disputarono i propri incontri
a San Paolo, mentre l’Austria di Vienna, lo Sporting di Lisbona, il Vasco De
Gama ed il Nacional di Montevideo formavano il girone B e si affrontarono a Rio
De Janeiro.
Inizialmente, per quanto riguarda l’Italia, era stato invitato il Milan che aveva conquistato la Serie A nel 1950-51. La squadra rossonera rifiutò e la scelta cadde sull’ Inter seconda classificata, ma anche il club nero blu declinò l’offerta. Si pensò quindi alla Juventus giunta terza che invece accettò e partì a giugno per il Brasile. Diversi membri della FIGC mostrarono molta preoccupazione per la brutta figura che la squadra torinese avrebbe fatto fare al calcio italiano perché andava ad affrontare alcune delle migliori squadre europee e sudamericane.
La Juventus affrontò nel primo incontro la Stella Rossa di Belgrado. La partita fu emozionante, segnarono prima gli avversari con Tomasevich, poi i bianconeri riuscirono a pareggiare e passare in vantaggio con una doppietta di Boniperti chiudendo 2-1 il primo tempo. Dopo circa un quarto d’ora dall’avvio del secondo furono riagguantati dalla rete di Mitici per poi sbagliare pochi minuti dopo un calcio di rigore con K. Hansen che calciò a lato. Ma subito dopo sarà proprio lui a siglare la rete del definitivo 3-2.
Nell’incontro successivo giocato contro l’Olympique di Nizza, in cui militavano calciatori di caratura mondiale, fu John Hansen a portare la Juve in vantaggio, ma pochi minuti dopo Courteaux pareggiò per il Nizza. Poco prima dell’intervallo Præst riportò avanti i bianconeri sfruttando un assist di Vivolo che aveva sostituito Boniperti, infortunato dopo la gara di apertura. A metà ripresa ancora Courteaux permette ai suoi di pareggiare ma a dieci minuti dalla fine Muccinelli risolse una furiosa mischia in area portando le reti juventine a 3 e fissando il risultato sul 3-2.
Il Palmeiras intanto aveva sconfitto l’Olympique di Nizza 3-1 e la Stella Rossa 2-1. Così l’attesa per l’incontro tra la Juventus ed i beniamini del pubblico locale era spasmodica. La speranza dei tifosi brasiliani era quella di vedere una finale tra il Palmeiras ed il Vasco De Gama, l’altra squadra nazionale che dopo aver sconfitto 5-1 l’Austria di Vienna aveva chiuso in testa il girone B.
Fu quindi grande la delusione, perché la Juventus con una partita fantastica umiliò il Palmeiras 4-0. Segnarono Præst, Karl Hansen su rigore e Boniperti due volte. I bianconeri, grazie alla vittoria nel loro girone, avrebbero incontrato, come prescriveva il regolamento, la squadra seconda classificata del girone B, l’Austria di Vienna, mentre il Palmeiras, terminato al secondo posto dopo la Juventus, se la sarebbe vista con il Vasco De Gama, trionfatore del girone B.
Senza rivali nel girone di San Paulo - La Juventus trionfa in Brasile
Magnifico gioco juventino contro il Palmeiras: 4-0
San Paulo, lunedì mattina.
Quattro a zero al novantesimo minuto. Due a zero a metà gara. Il successo dei bianconeri è di quelli che non si discutono,
nè come quantità ne come qualità di azioni. La Juventus va migliorando di
partita in partita ed il suo rendimento, ieri a San Paulo è stato nettamente
superiore al grado raggiunto nelle due precedenti esibizioni. La compagine
torinese ha giocato un incontro stupendo, suscitando l'entusiasmo degli
spettatori. Raramente si sono visti quattro goals così belli in una partita.
L'undici bianconero ha giocato con il tipico stile juventino, quello che ha
valso tante affermazioni nel campionato 1949-50. La difesa è stata insuperabile
e soltanto una volta viola è parso battuto nel secondo tempo, ma Bertuccelli ha
salvato sulla linea della porta. Tutta la squadra ha giocato con autorità e
brio, mentre il Palmeiras, innervosito dai fischi del proprio pubblico, ha reso
meno del previsto (tra il primo ed il secondo tempo i calciatori brasiliani
piangevano negli spogliatoi). Il Palmeiras, che si era impegnato sèriamente
mercoledì scorso contro la Stélla Rossa, lamentava alcuni uomini in non
perfette condizioni fisiche cosicché è stato costretto a sostituire Villa ed a
spostare l’ala Canhotìnho a mezzo sinistro, a causa dell'indisposizione di Zàir
contusosi precedentemente ad un omero. Col n. 11 è sceso in campo Rodriguez.
Nella ripresa Zair ha fatto la sua apparizione e — vedi combinazione — ha avuto
un lieve battibecco proprio con un « sostituto » bianconero, con Vivolo, che
non figurava nella formazione iniziale della Juventus. Lo stadio di Pacaembù
era completo in ogni ordine di posti, quando l'arbitro inglese Green ha dato il
fischio di inizio. Il Palmeiras, sostenuto a gran voce dal suo pubblico, parte
all'attacco e la difesa bianconera, in cui Parola emerge per la sicurezza degli
interventi, e costretto a sbrigare alcune situazioni pericolose. Viola effettua
due difficili parate e viene lungamente applaudito. Mentre i sud-americani
premono i bianconeri possono effettuare le loro tipiche azioni di contropiede e
vanno in vantaggio. Praest fugge da solo, infoiando la sua corsa da metà campo.
Giunto in area lira forte di destro nell'angolo alto lontano, (11'). Alcuni
giocatori del Palmeiras ricorrono a scorrettezze e John Hansen, toccato duro da
Canhotinho, deve uscire temporaneamente dal campo. Gli avanti brasiliani si
fanno più pericolosi, ma vengono ancora presi in contropiede dai torinesi.
Praest avanza in area e supera Juvenal, che perso per perso tiene l'avversario
per la maglia. Su rigore calciato da Karl Hansen il portiere Oberdan riesce a
parare ma non a trattenere la palla. Lo stesso Karl Hansen riprende e mette in
porta. Due a zero. Dopo il riposo le squadre si presentano con alcune variazioni.
Aquiles e Canhotinho, del Palmeiras, sono rimasti negli spogliatoi ed al loro
posto entrano Ponce de Leon e Jair. La Juventus sostituisce con Vivolo John
Hansen che lamenta una distorsione atta caviglia. Il quintetto bianconero non
ne risente; anzi è proprio questo il reparto ad assumere il ruolo più vistoso
con una serie precisa di triangolazioni. I bianconeri segnano altre due volte. Al 4' Mari
traversa a sinistra e Boniperti, appostato presso il palo, colpisce con
violenza il pallone. Oberdan tocca la sfera ma non riesce a trattenerla. Il
quarto goal è ancora realizzato da Boniperti con una «parabola» perfetta. Alla
fine i Juventini si accontentano di dare spettacolo. La Juventus si è
dimostrata più precisa nei passaggi e più accurata nel controllo degli
avversari. La difesa, nel primo tempo, e l'attacco, nel secondo, hanno svolto
un gioco superiore. Nel Palmeiras molte buone individualità ma poco insieme.
L'undici non era in una delle sue giornate migliori. […] I commenti della radio
di San Paulo sono pienamente favorevoli ai bianconeri. E' sottolineata in modo
particolare la prova di Parola. I dirigenti del Palmeiras hanno espresso le
felicitazioni ai torinesi riconoscendone la superiorità. I nostri connazionali
del Brasile sono gongolanti e dichiarano che questo successo ha ristabilito il
buon nome dello sport italiano compromesso dalla nazionale l'anno scorso. E' stata quella di ieri una magnifica giornata
per il calcio italiano. Vittorio Pozzo
Da Il Pallone Racconta :
https://ilpalloneracconta.blogspot.com/2008/01/viola-e-muccinelli-arrestati.html
Il dramma accadde nella prima gara di semifinale tra la Juventus e l’Austria, disputata a San Paolo. E che si sia trattato di un episodio davvero burrascoso, lo dimostra il fatto che due giocatori juventini, il portiere Viola e l’ala destra Muccinelli, finirono, addirittura, per essere arrestati e tradotti in prigione, dove rimasero per circa cinque ore, prima di essere rimessi in libertà. La Juventus scese in campo nella solita formazione tipo, con l’unica variante di Vivolo interno sinistro al posto di John Hansen, il quale si era infortunato ad una caviglia nel precedente incontro con il Palmeiras. Questo lo schieramento bianconero: Viola; Bertuccelli E Manente; Mari, Parola E Piccinini; Muccinelli, Karl Hansen, Boniperti, Vivolo e Præst. L’Austria presentava, a quei tempi, un autentico squadrone, forte dei vari Ocwirk, Stojaspal, Schleger ed i fratelli Melchior ii (terzino) e Melchior i (ala destra). A dirigere la partita fu chiamato il brasiliano Malcher e fu, indubbiamente, un errore piuttosto grave, anche perché i tifosi brasiliani, dopo la cocente sconfitta patita dal Palmeiras, erano tutti schierati con i bianchi dell’Austria.
Per circa mezzora la Juventus attaccò in forze, ma la difesa austriaca respinse ogni assalto. Poi, al 30’, l’Austria mise a segno la prima rete con la mezzala Kominek; sette minuti dopo, la Juventus pareggiò con Muccinelli, su ottimo passaggio di Boniperti. Palla al centro, veloce discesa di Stojaspal che superò Manente e saettò un pallone imparabile nell’angolo basso; nulla da fare per Viola. Nella ripresa Carver ordinò a Karl Hansen di occuparsi di Ocwirk ed, immediatamente, gli austriaci videro inaridirsi la sorgente del loro gioco. Al 5’, uno splendido goal di Præst portò il risultato sul 2-2 e fu ancora l’entusiasmante ala sinistra danese, in giornata di vena eccezionale, a realizzare il terzo goal bianconero. Questo accadde esattamente al 26’ della ripresa e, per i restanti diciannove minuti, la difesa juventina riuscì a controllare agevolmente le azioni offensive degli austriaci. A trenta secondi dalla fine ci fu il clamoroso colpo di scena. Manente intercettò, con un intervento acrobatico, un pallone alto e, di piede, lo passò indietro al portiere Viola. Nell’istante in cui Viola si apprestò a rinviare verso il centro del campo, si udì il fischio dell’arbitro ed i bianconeri levarono le braccia in alto in segno di giubilo, per la vittoria conquistata. Ma l’arbitro non fischiò la fine dell’incontro, bensì un calcio di rigore a favore dell’Austria, fra lo stupore e lo sgomento dei giocatori juventini.
Il signor Malcher sostenne che Manente aveva fermato il pallone con una mano ed, inutilmente, il terzino tentò di proclamarsi innocente. Viola si precipitò incontro al direttore di gara e protestò vivacemente. L’arbitro fu attorniato dai bianconeri ed in quel momento un certo numero di persone entrò sul rettangolo di gioco; erano di poliziotti in borghese, ma i giocatori juventini non li riconobbero e, scambiandoli per tifosi, reagirono. Violentissimi scontri avvennero tra poliziotti, giocatori bianconeri (anche quelli che si trovavano in panchina, come Ferrario, Boniforti, Scaramuzzi) ed un gruppo di tifosi. Finalmente, ritornò la calma, ma mentre Stojaspal si apprestava a battere il rigore, alle spalle di Viola tifosi e poliziotti brasiliani inscenarono un’indecorosa gazzarra. Nell’istante in cui il portiere juventino si volse indietro per rispondere ad uno dei mille insulti, l’attaccante austriaco saettò in rete e l’arbitro fischiò la fine della partita. Ancora una volta, si riaccesero le mischie e volarono pugni a dritta ed a manca.
Tre giorni più tardi Viola e Muccinelli erano in campo per la seconda partita con l’Austria e questa volta, nell’immenso catino del Maracanà, a Rio De Janeiro, i bianconeri imposero i diritti della loro classe superiore, vincendo la gara per 3-1 e convincendo anche i più raffinati competenti del calcio brasiliano, della grande efficienza degli atleti in maglia bianconera. Meraviglioso artefice di quel successo fu Muccinelli, che realizzò la prima e la terza rete della Juventus, propiziando anche la seconda segnatura bianconera, con un perfetto passaggio a Boniperti. Solo allo scadere del tempo gli austriaci salvarono l’onore con Melchior.
l torneo dei campioni terminò con le due gare finali, tra la Juventus ed il Palmeiras. Nella prima, i bianconeri furono sconfitti per 0-1; realizzò la rete decisiva l’ala sinistra Rodriguez. Nella seconda partita il risultato fu di 2-2; due volte la Juventus si portò in vantaggio e due volte venne raggiunta. Segnò Præst e pareggiò Rodriguez, segnò Boniperti e pareggiò ancora Liminha. La grande avventura brasiliana della Juventus terminò in questo modo. Se si tiene conto dell’arbitraggio davvero parziale con il quale i carioca del Palmeiras vennero sfacciatamente favoriti nelle due ultime partite, non è esagerato affermare che la Juventus, sul piano morale, fu la vera trionfatrice.
Girone Rio de Janeiro
Squadre |
VT |
PA |
SC |
GF |
GS |
PT |
Vasco
da Gama |
3 |
0 |
0 |
12 |
3 |
6 |
Austria
Vienna |
2 |
0 |
1 |
7 |
6 |
4 |
Nacional
Montevideo |
1 |
0 |
2 |
4 |
8 |
2 |
Sporting
CP |
0 |
0 |
3 |
4 |
10 |
0 |
Girone San Paolo
Squadre |
VT |
PA |
SC |
GF |
GS |
PT |
Juventus |
3 |
0 |
0 |
10 |
4 |
6 |
Palmeiras |
2 |
0 |
1 |
5 |
5 |
4 |
OGC
Nice |
1 |
0 |
2 |
4 |
7 |
2 |
Stella
Rossa Belgrado |
0 |
0 |
3 |
4 |
7 |
0 |
01.07.1951 |
Juventus-Stella
Rossa |
3-2 |
03.07.1951 |
Juventus-Olympique
Nizza |
3-2 |
08.07.1951 |
Palmeiras-Juventus |
0-4 |
11.07.1951 |
Austria
Vienna-Juventus |
3-3 |
14.07.1951 |
Juventus-Austria
Vienna |
3-1 |
18.07.1951 |
Palmeiras-Juventus |
1-0 |
22.07.1951 |
Juventus-Palmeiras |
2-2 |
Marcature:
Boniperti,
Praest (Juventus) 6
Friaça
(Vasco) 5
Stojaspal
(Áustria) 5
Mucinelli
(Juventus) 4
Ipojucan
(Vasco) 3
Aurednick
(Áustria) 3
Liminha
(Palmeiras) 3
Tesourinha
e Dejair (Vasco) 2
Aquiles,
Richard, Rodrigues (Palmeiras) 2
Patalino
(Sporting) 2
Courteaux
(Olimpic) 2
Mitic
(Estrela Vermelha) 2
Joctez
(Áustria) 2
Ponce
de Leon (Pameiras) 1
Maneca
(Vasco) 1
Hubber
(Áustria) 1
Tomasevic
e Ognkanow (Estrela Vermelha) 1
Bermudez,
Fidel, Ramirez (Nacional) 1
Jesus
Correia e Albano (Sporting) 1
Bentifour
e Bergtsson (Olimpic) 1
Vivolo
e Karl Hansen (Juventus) 1
Martedì 24 Luglio 1951 NUOVA STAMPA SERA Anno M - Num. 173
A Rio: due volte in vantaggio e due volte
raggiunti i bianconeri
La Juventus pareggia 2-2 e il
Palmeiras vince la Coppa Rio de
Janeiro, lunedi matt.
Quando il presidente della Federazione
calcistica brasiliana è entrato in campo per consegnare la « Copa de Rio » e
undici medaglie d'oro al Palmeiras, un solo grandissimo applauso si è levato
dalle centomila persone che gremivano gli spalti. Applauso che si è rinnovato
con uguale intensità quando alla Juventus è stata consegnata un'altra coppa e
undici medaglie d'argento. Tutti amici, adesso. Di fronte al successo della
loro squadra, pubblico e critici brasiliani hanno dimenticato l'ostilità, le
ingiurie, la calunniosa campagna giornalistica all'ordine del giorno fino a
sabato ed ora trovano che la Juventus è una grande squadra, che i suoi
giocatori sono tutti gentiluomini, che la sua partita è stata un capolavoro.
Potere taumaturgico di una vittoria, che muta di punto in bianco gli umori di
quella stessa folla che con il suo astioso atteggiamento aveva contribuito
mercoledì scorso a porre la prima pietra del successo finale del Palmeiras nel
« Torneo dei campioni ». La Juventus, comunque, pur avendo mancato sul palo d
arrivo una vittoria che aveva a portata di mano (si noti tra l'altro che nelle
tre partite giocate col Palmeiras la squadra torinese ha segnato sei reti
subendone solo tre) la Juventus, dicevamo, si è comportata in modo superiore ad
ogni speranza in questa dura, lunga, faticosa, snervante avventura brasiliana.
Questi quattro aggettivi ci sembrano sufficienti a sottolineare la difficoltà
del compito che la Juventus ha affrontato; poco considerata al principio, la
squadra bianconera si è portata gradatamente in primo piano, lottando in campo
contro le avversarie e contro un pubblico che non aveva occhi e voce che per i
giocatori locali e fuori- campo contro una campagna giornalistica ben lontana
dalla necessaria obiettività, La Juventus ha retto a queste due battaglie,
quella dei muscoli e quella dei nervi, e se non ha potuto dare agli sportivi
italiani la massima soddisfazione del trionfo finale, ha pur sempre ottenuto un
magnifico risultato. In Brasile, dopo i campionati mondiali dello scorso anno,
si aveva scarsa considerazione per il calcio italiano; ora questa
considerazione si è sensibilmente accresciuta, per merito esclusivo della
Juventus. Per questo i bianconeri, pur con una nota di rammarico per
l'occasione svanita, si dichiarano contenti del loro secondo posto. Vedremo ora
dalla cronaca di questa grande partita tra due grandi squadre, come gli
italiani avrebbero potuto anche vincere. Le squadre scendono in campo nelle
formazioni annunciate, il Palmeiras nello schieramento di mercoledì scorso, la
Juventus con Parola e John Hansen, ma senza Piccinini sostituito da Bizzotto.
La « Copa de Rio », esposta presso la linea di gioco, è un incitamento ai giocatori.
La solita cerimonia inaugurale con scambio di bandiere, con applausi assordanti
al Palmeiras e battimani di cortesia ai bianconeri, poi il « via », fischiato
dall'arbitro francese Tordjman, alle 15,30 locali (le 19,30 circa italiane).
Subito al primo minuto Viola deve parare un violento tiro basso di Fair, ma poi
la Juventus si distende progressivamente all'attacco e al 17’ passa in
vantaggio. Autore della rete è l'ala sinistra Praest, che raccoglie un dosato
centro di Karl Hansen e batte imparabilmente Fabio. La
Juventus ha poco dopo l'occasione buona per aumentare il bottino e dare così
un'impronta decisiva alla partita, ma Boniperti fallisce la mira da pochi
passi. Il gioco comincia a farsi duro: Praest compie un fallo sul rude
mediano sinistro Dema, il quale risponde con un brutto intervento su Karl
Hansen. L'arbitro francese Tordjman, deciso e severo, non lascia che l’incontro
degeneri. Sul finire, l'attacco del Palmeiras si fa minaccioso e Viola si
produce in parate di classe. Il vantaggio della Juventus dopo i primi 45' di
gioco è legittimo: i brasiliani giocano meno bene che mercoledì . Nella
ripresa, però, il Palmeiras, che sostituisce Ponce de Leon con Canhotinho, ha
un' inizio vivacissimo. Al 8' uno scivolone di Parola apre la via al pareggio
brasiliano: Canhotinho, smarcato, tira in porta ma Viola riesce a deviare il
pallone sulla traversa, Rodriguez tuttavia è pronto a intervenire e a mettere
in rete, mentre il portiere è ancora a terra. Sullo slancio del pareggio, i
brasiliani insistono nell'offensiva, ma la difesa bianconera resiste e lancia
in contrattacco gli attaccanti. Su un rovesciamento di fronte, prodotto da
un'avanzata di Bertuccelli, la Juventus va nuovamente in vantaggio: Boniperti
riceve il lungo traversone del terzino e tira prontamente a rete. Fabio para
senza trattenere e il centravanti italiano riprende e segna a porta vuota. Il
bilancio della Juventus rimane attivo per 24 minuti, ma al 82' il Palmeiras
ristabilisce la situazione su centro corto di Rodriguez e tocco finale di Liminha.
Raggiunto il 2-2, l'undici brasiliano, a cui basta il pareggio per conquistare
la coppa, bada esclusivamente a difendersi e gli attacchi rabbiosi della
Juventus non riescono a modificare il risultato. Un sospirone di sollievo dal
pubblico per una occasione mancata da Praest e poi la fine, il giro d'onore e
la premiazione sul campo, tra un uragano di applausi dei centomila spettatori
che hanno dato un incasso di 2.78S.190 cruzeiros, pari a circa 70 milioni di
lire. Tutto considerato, bisogna obiettivamente ammettere che anche se la
Juventus ha fallito facili occasioni, -il Palmeiras non ha rubato niente.
L'attacco bianconero non è stato, specie per quanto riguarda la precisione del
tiro, all'altezza delle precedenti partite, senza contare che John Hansen,
assente mercoledì scorso, è apparso lento e stanco. Bene invece la difesa
tutta, nella quale Mari ha letteralmente immobilizzato Jair, Parola ha giocato
da par suo e Viola ha strabiliato con tutta una serie di spettacolose parate
che hanno strappato più volte applausi a scena aperta. Del Palmeiras l'uomo
migliore è apparso il centrosostegno Villa, argentino di nascita. . La vittoria
della squadra di 'San Paolo è considerata, nei primi commenti radiofonici e
giornalistici come un successo nazionale. Senza toccare tali vertici di
entusiasmo, dal canto nostro, non possiamo tuttavia esimerci, constatando
l'unanimità dei complimenti e dei riconoscimenti (magari all'ultima ora) alla
squadra bianconera, dal considerare con legittima soddisfazione la riabilitazione
del calcio italiano in Brasile ad opera della Juventus. Vittorio
Pozzo