martedì 24 novembre 2020

Roberto Baggio, come persona una vera delusione

Insultato per la passione della caccia, Roberto Baggio vince in tribunale - Il Mattino.it

Fosse stato realmente un discepolo della Via del Buddha (ancora più corretto dei Buddha), non avrebbe neanche pensato di denunciare una persona per bene come Paolo Mocavero per una sciocchezza del genere. Roberto  Baggio e coloro che hanno giudicato sono in errore e dimostrano soltanto che le lobby, come quella potentissima dei cacciatori, se ne infischiano dell’etica e seguono una morale falsa e ipocrita. Dopo Platini che fece spallucce in occasione degli europei insanguinati che causarono uno straziante olocausto canino, ecco un altro ex 10 bianconero che la fa fuori dal vaso come un qualsiasi faziosissimo livoroso anti Juve. Che delusione di persona Roberto …. Bandiera non lo era mai stato, ma così è ancora peggio …..Chi uccide ed è ripreso da una telecamera o chi violenta un bambino per poi ucciderlo è libero e non si è fatto neanche un giorno di carcere, anzi, al posto dei criminali fu abbattuto il cane che cercò di difendere il bambino. Invece se definisci ignorante un ignorante finisci in prigione .... 

PS : Bandiera è Barbara Bonansea che ha detto no al Lione, la squadra più forte della storia del calcio femminile, nel momento di massimo splendore della formazione francese, per restare fedele alla Juventus Women. C'è una grandissima differenza rispetto al no di Di Natale alla Juventus in anni di magra per noi bianconeri o ai "professionisti" (mercenari) colleghi maschi ... Meglio Padoin, Birindelli, Marchisio, Caligaris, Parola, dei vari Conte, Vidal, Cr7, Ibrahimovic ... parere strettamente personale, questo è come la penso io, niente di più. Se Barbara dovesse andare in Francia in una fase discendente del gloriosissimo club lionese, le augurerei buona fortuna ringraziandola per le meraviglie che ci ha regalato in questi anni meravigliosi per i nostri colori.


PPS : Gli unici peccati reali della Juventus, entrambi di Boniperti 

72-73 : ricorso contro il posticipo dell'ultima giornata di A (il Milan stremato incappò nella sconfitta a Verona)

84-85 : aver portato la Coppa Campioni a casa e averla festeggiata anche quando non c’era più la scusante del dover dare il tempo alle forze dell’ordine di organizzarsi (disputando una partita che sarebbe comunque stata vinta a tavolino a causa della squalifica delle inglesi)


giovedì 20 agosto 2020

26 aprile 1998

Quale dei due interventi è maggiormente falloso ?

Il celebre "Iuliano - Luis Nazario da Lima" ...


... oppure West che affossa Inzaghi nella gara di andata, dominata in lungo e in largo ma persa dalla Juve a Milano (mentre negli highlights neroazzurri sono mostrate soprattutto le poche azioni dei loro beniamini, perché la lezione di gioco era stata troppo umiliante al punto che qualcuno domandò a Moriero se provasse imbarazzo per il "furto" della vittoria assolutamente demeritata. Lo ricordo bene .... a differenza dei "cinemeneghinesi" dalla memoria selettiva) ?


La risposta è semplicissima, miei cari bauscia mistificatori ....

Anche CR7 ha subito un intervento simile in area avversaria e il gioco è proseguito. Sempre contro l'Inter sia Mandzukic sia Tevez sono stati protagonisti in stagioni diverse di un'azione con dinamica simile e sempre il gioco è proseguito. Idem nei campionati esteri .... 

Mentre moltissimi calci di rigore solari in favore della Juventus non sono stati assegnati (ben due nel solo incontro Inter - Juventus 2-3 passato alla storia per il mancato secondo giallo a Pjanic, che poi il primo neanche c'era ..., una ventina nel solo Campionato 2007-08, 17 nel 2017-18 dei quali 11 evidenti, ecc) ma a nessuno importa. Anzi, se un rigore netto viene invece tramutato in espulsione di un calciatore bianconero sono tutti contenti ..... peccato per voi che vinciamo ugualmente  !





Infine, per chi sostiene che quello fra Iuliano e Ronaldo sia sempre rigore :


Astori - Sturaro


Blind - Sterling


Castan - Lichsteiner


Anche lo scontro fra Hoedt e Barreca durante Torino - Lazio del 23 ottobre 2016 rientra in questa casistica :
https://twitter.com/i/status/790189785902116865

Eppure per quel contatto fummo massacrati ... espulsioni a raffica dal 98-99, defraudati nel 2000 e nel 2001, uccisi nel 2006 con distruzione di uno squadrone e scippo di due Scudetti e dell'immediato futuro, gambizzati nel 2008 nel Campionato più falso della storia della Serie A e uno dei più sporchi del calcio italiano, come se già non bastassero i furti subiti dagli albori al 54 ... E il trucchetto di sintetizzare un intero Campionato con un episodio (Turone 81, CZ e Fiore Cagliari 82, Rivera 71, Muntari 12, Pjanic 18 ad esempio) è utilissimo agli anti Juve a far dimenticare le sviste gravi e numerose che danneggiano la Juventus rimarcando invece quelle poche che l'avvantaggerebbero (condizionale d'obbligo, perchè non tutte le sviste a favore hanno arrecato reali vantaggi). Per concludere : anti Juve, voi che v'indignate per fatti calcistici ma non v'importa se nel mondo le bestiole subiscono atrocità inimmaginabili o se le vostre amate religioni e i vostri adorati partiti causano sofferenze abominevoli, voi che affermate che i media siano schiavi degli Agnelli e altre cavolate simili : se su 100 giornali e televisioni e siti web (e politici e magistrati e giornalisti ...) ecc ecc, almeno 80 ci chiamano ladri e dopati mafiosi e via discorrendo, mentre nessuno può permettersi di muovere critica alcuna verso le vostre squadre, chi è che detiene veramente il potere ? Chi se lo prende in saccoccia e va in B o chi in B guarda un pò il caso non è mai stato (nonostante ALMENO 3 retrocessioni "guadagnate" sul campo e schivate) ?

Solo per restare agli ultimi incontri contro l’Inter, gemella di piagnistei del Napoli : altro rigore mancante su Bentancur (in questa stagione) oltre al contatto su CR7 citato invece sopra e simile a quello Iuliano – Nazario Da Lima




PS : Durante l’Incontro Juventus Women – Empoli Ladies (finito 4-3), al 43° del primo tempo, sull’1-1, anche la grande numero 10 bianconera Cristiana Girelli ha subito un intervento del genere in area avversaria, ma il direttore di gara ha lasciato giocare.

PPS : 02.02.2023, Coppa Italia, incontro in corso fra Juventus e Lazio
Episodio da moviola in Juventus-Lazio per il contatto tra Patric e Chiesa in area di rigore. Chiesto il penalty da parte dei bianconeri, ma l’arbitro Maresca correttamente lascia continuare. Si tratta di un’ostruzione regolare, che di certo non può portare ad assegnare il tiro dagli undici metri. La curiosità di questo episodio è che ricorda molto da vicino il celebre contatto tra Iuliano e Ronaldo in un Juventus-Inter, anche in quel caso non arrivò il fischio e le polemiche per quella decisione si sono susseguite fino ai giorni nostri.

lunedì 10 agosto 2020

TACA DE RIO 1951

Nel 1951 , l’anno dopo il celebre “Maracanaço”, fu organizzato ufficialmente dalla federazione brasiliana, e in particolare dalla prefettura di Rio de Janeiro, un torneo in Brasile che possiamo definire come prima edizione della Coppa del Mondo per club.  Parteciparono otto squadre suddivise in due gironi : il Palmeiras, l’Olympique di Nizza, la Stella Rossa di Belgrado e la Juventus formavano il girone A e disputarono i propri incontri a San Paolo, mentre l’Austria di Vienna, lo Sporting di Lisbona, il Vasco De Gama ed il Nacional di Montevideo formavano il girone B e si affrontarono a Rio De Janeiro.

Inizialmente, per quanto riguarda l’Italia, era  stato invitato il Milan che aveva conquistato la Serie A nel 1950-51. La squadra rossonera rifiutò e la scelta cadde sull’ Inter seconda classificata, ma anche il club nero blu declinò l’offerta. Si pensò quindi alla Juventus giunta terza che invece accettò e partì a giugno per il Brasile. Diversi membri della FIGC mostrarono molta preoccupazione per la brutta figura che la squadra torinese avrebbe fatto fare al calcio italiano perché andava ad affrontare alcune delle migliori squadre europee e sudamericane. 



La Juventus affrontò nel primo incontro la Stella Rossa di Belgrado. La partita fu emozionante, segnarono prima gli avversari con Tomasevich, poi i bianconeri riuscirono a pareggiare e passare in vantaggio con una doppietta di Boniperti chiudendo 2-1 il primo tempo. Dopo circa un quarto d’ora dall’avvio del secondo furono riagguantati dalla rete di Mitici per poi sbagliare pochi minuti dopo un calcio di rigore con K. Hansen che calciò a lato. Ma subito dopo sarà proprio lui a siglare la rete del definitivo 3-2.

Nell’incontro successivo giocato contro l’Olympique di Nizza, in cui militavano calciatori di caratura mondiale, fu John Hansen a portare la Juve in vantaggio, ma pochi minuti dopo Courteaux pareggiò per il Nizza. Poco prima dell’intervallo Præst riportò avanti i bianconeri sfruttando un assist di Vivolo che aveva sostituito Boniperti, infortunato dopo la gara di apertura. A metà ripresa ancora Courteaux permette ai suoi di pareggiare ma a dieci minuti dalla fine Muccinelli risolse una furiosa mischia in area portando le reti juventine a 3 e fissando il risultato sul 3-2.

Il Palmeiras intanto aveva sconfitto l’Olympique di Nizza 3-1 e la Stella Rossa 2-1. Così l’attesa per l’incontro tra la Juventus ed i beniamini del pubblico locale era spasmodica. La speranza dei tifosi brasiliani era quella di vedere una finale tra il Palmeiras ed il Vasco De Gama, l’altra squadra nazionale che dopo aver sconfitto 5-1 l’Austria di Vienna aveva chiuso in testa il girone B.

Fu quindi grande la delusione, perché la Juventus con una partita fantastica umiliò il Palmeiras 4-0. Segnarono Præst, Karl Hansen su rigore e Boniperti due volte. I bianconeri, grazie alla vittoria nel loro girone, avrebbero incontrato, come prescriveva il regolamento, la squadra seconda classificata del girone B, l’Austria di Vienna, mentre il Palmeiras, terminato al secondo posto dopo la Juventus, se la sarebbe vista con il Vasco De Gama, trionfatore del girone B.

 NUOVA STAMPA SERA Lunedì 9 luglio 1951

Senza rivali nel girone di San Paulo   - La Juventus trionfa in Brasile

Magnifico gioco juventino contro il Palmeiras: 4-0

San Paulo, lunedì mattina.

Quattro a zero al novantesimo minuto. Due a zero a metà gara. Il successo dei bianconeri è di quelli che non si discutono, nè come quantità ne come qualità di azioni. La Juventus va migliorando di partita in partita ed il suo rendimento, ieri a San Paulo è stato nettamente superiore al grado raggiunto nelle due precedenti esibizioni. La compagine torinese ha giocato un incontro stupendo, suscitando l'entusiasmo degli spettatori. Raramente si sono visti quattro goals così belli in una partita. L'undici bianconero ha giocato con il tipico stile juventino, quello che ha valso tante affermazioni nel campionato 1949-50. La difesa è stata insuperabile e soltanto una volta viola è parso battuto nel secondo tempo, ma Bertuccelli ha salvato sulla linea della porta. Tutta la squadra ha giocato con autorità e brio, mentre il Palmeiras, innervosito dai fischi del proprio pubblico, ha reso meno del previsto (tra il primo ed il secondo tempo i calciatori brasiliani piangevano negli spogliatoi). Il Palmeiras, che si era impegnato sèriamente mercoledì scorso contro la Stélla Rossa, lamentava alcuni uomini in non perfette condizioni fisiche cosicché è stato costretto a sostituire Villa ed a spostare l’ala Canhotìnho a mezzo sinistro, a causa dell'indisposizione di Zàir contusosi precedentemente ad un omero. Col n. 11 è sceso in campo Rodriguez. Nella ripresa Zair ha fatto la sua apparizione e — vedi combinazione — ha avuto un lieve battibecco proprio con un « sostituto » bianconero, con Vivolo, che non figurava nella formazione iniziale della Juventus. Lo stadio di Pacaembù era completo in ogni ordine di posti, quando l'arbitro inglese Green ha dato il fischio di inizio. Il Palmeiras, sostenuto a gran voce dal suo pubblico, parte all'attacco e la difesa bianconera, in cui Parola emerge per la sicurezza degli interventi, e costretto a sbrigare alcune situazioni pericolose. Viola effettua due difficili parate e viene lungamente applaudito. Mentre i sud-americani premono i bianconeri possono effettuare le loro tipiche azioni di contropiede e vanno in vantaggio. Praest fugge da solo, infoiando la sua corsa da metà campo. Giunto in area lira forte di destro nell'angolo alto lontano, (11'). Alcuni giocatori del Palmeiras ricorrono a scorrettezze e John Hansen, toccato duro da Canhotinho, deve uscire temporaneamente dal campo. Gli avanti brasiliani si fanno più pericolosi, ma vengono ancora presi in contropiede dai torinesi. Praest avanza in area e supera Juvenal, che perso per perso tiene l'avversario per la maglia. Su rigore calciato da Karl Hansen il portiere Oberdan riesce a parare ma non a trattenere la palla. Lo stesso Karl Hansen riprende e mette in porta. Due a zero. Dopo il riposo le squadre si presentano con alcune variazioni. Aquiles e Canhotinho, del Palmeiras, sono rimasti negli spogliatoi ed al loro posto entrano Ponce de Leon e Jair. La Juventus sostituisce con Vivolo John Hansen che lamenta una distorsione atta caviglia. Il quintetto bianconero non ne risente; anzi è proprio questo il reparto ad assumere il ruolo più vistoso con una serie precisa di triangolazioni. I bianconeri segnano altre due volte. Al 4' Mari traversa a sinistra e Boniperti, appostato presso il palo, colpisce con violenza il pallone. Oberdan tocca la sfera ma non riesce a trattenerla. Il quarto goal è ancora realizzato da Boniperti con una «parabola» perfetta. Alla fine i Juventini si accontentano di dare spettacolo. La Juventus si è dimostrata più precisa nei passaggi e più accurata nel controllo degli avversari. La difesa, nel primo tempo, e l'attacco, nel secondo, hanno svolto un gioco superiore. Nel Palmeiras molte buone individualità ma poco insieme. L'undici non era in una delle sue giornate migliori. […] I commenti della radio di San Paulo sono pienamente favorevoli ai bianconeri. E' sottolineata in modo particolare la prova di Parola. I dirigenti del Palmeiras hanno espresso le felicitazioni ai torinesi riconoscendone la superiorità. I nostri connazionali del Brasile sono gongolanti e dichiarano che questo successo ha ristabilito il buon nome dello sport italiano compromesso dalla nazionale l'anno scorso.  E' stata quella di ieri una magnifica giornata per il calcio italiano. Vittorio Pozzo

 

Da Il Pallone Racconta :

https://ilpalloneracconta.blogspot.com/2008/01/viola-e-muccinelli-arrestati.html

Il dramma accadde nella prima gara di semifinale tra la Juventus e l’Austria, disputata a San Paolo. E che si sia trattato di un episodio davvero burrascoso, lo dimostra il fatto che due giocatori juventini, il portiere Viola e l’ala destra Muccinelli, finirono, addirittura, per essere arrestati e tradotti in prigione, dove rimasero per circa cinque ore, prima di essere rimessi in libertà. La Juventus scese in campo nella solita formazione tipo, con l’unica variante di Vivolo interno sinistro al posto di John Hansen, il quale si era infortunato ad una caviglia nel precedente incontro con il Palmeiras. Questo lo schieramento bianconero: Viola; Bertuccelli E Manente; Mari, Parola E Piccinini; Muccinelli, Karl Hansen, Boniperti, Vivolo e Præst. L’Austria presentava, a quei tempi, un autentico squadrone, forte dei vari Ocwirk, Stojaspal, Schleger ed i fratelli Melchior ii (terzino) e Melchior i (ala destra). A dirigere la partita fu chiamato il brasiliano Malcher e fu, indubbiamente, un errore piuttosto grave, anche perché i tifosi brasiliani, dopo la cocente sconfitta patita dal Palmeiras, erano tutti schierati con i bianchi dell’Austria.

Per circa mezzora la Juventus attaccò in forze, ma la difesa austriaca respinse ogni assalto. Poi, al 30’, l’Austria mise a segno la prima rete con la mezzala Kominek; sette minuti dopo, la Juventus pareggiò con Muccinelli, su ottimo passaggio di Boniperti. Palla al centro, veloce discesa di Stojaspal che superò Manente e saettò un pallone imparabile nell’angolo basso; nulla da fare per Viola. Nella ripresa Carver ordinò a Karl Hansen di occuparsi di Ocwirk ed, immediatamente, gli austriaci videro inaridirsi la sorgente del loro gioco. Al 5’, uno splendido goal di Præst portò il risultato sul 2-2 e fu ancora l’entusiasmante ala sinistra danese, in giornata di vena eccezionale, a realizzare il terzo goal bianconero. Questo accadde esattamente al 26’ della ripresa e, per i restanti diciannove minuti, la difesa juventina riuscì a controllare agevolmente le azioni offensive degli austriaci. A trenta secondi dalla fine ci fu il clamoroso colpo di scena. Manente intercettò, con un intervento acrobatico, un pallone alto e, di piede, lo passò indietro al portiere Viola. Nell’istante in cui Viola si apprestò a rinviare verso il centro del campo, si udì il fischio dell’arbitro ed i bianconeri levarono le braccia in alto in segno di giubilo, per la vittoria conquistata. Ma l’arbitro non fischiò la fine dell’incontro, bensì un calcio di rigore a favore dell’Austria, fra lo stupore e lo sgomento dei giocatori juventini.

Il signor Malcher sostenne che Manente aveva fermato il pallone con una mano ed, inutilmente, il terzino tentò di proclamarsi innocente. Viola si precipitò incontro al direttore di gara e protestò vivacemente. L’arbitro fu attorniato dai bianconeri ed in quel momento un certo numero di persone entrò sul rettangolo di gioco; erano di poliziotti in borghese, ma i giocatori juventini non li riconobbero e, scambiandoli per tifosi, reagirono. Violentissimi scontri avvennero tra poliziotti, giocatori bianconeri (anche quelli che si trovavano in panchina, come Ferrario, Boniforti, Scaramuzzi) ed un gruppo di tifosi. Finalmente, ritornò la calma, ma mentre Stojaspal si apprestava a battere il rigore, alle spalle di Viola tifosi e poliziotti brasiliani inscenarono un’indecorosa gazzarra. Nell’istante in cui il portiere juventino si volse indietro per rispondere ad uno dei mille insulti, l’attaccante austriaco saettò in rete e l’arbitro fischiò la fine della partita. Ancora una volta, si riaccesero le mischie e volarono pugni a dritta ed a manca.

Alcuni agenti di polizia, che in precedenza erano stati insultati, circondarono Viola e Muccinelli, fecero loro indossare la tuta, li caricarono su un furgone e li trasportarono in prigione; l’accusa fu di violenza e resistenza alla forza pubblica. I due giocatori ricordarono, per lungo tempo e con vero terrore, le ore trascorse nel carcere di San Paolo; dapprima in una grossa cella insieme ad ubriachi e prostitute, poi da soli in un’altra camera le cui piastrelle di ceramica bianca erano tutte chiazzate di sangue. Viola e Muccinelli erano in preda ad autentica paura; pensarono di dover subire l’ira di qualche poliziotto esagitato, l’immediato futuro si presentava a tinte fosche. Inutilmente, intanto, il console italiano a San Paolo e l’accompagnatore della squadra, il commendatore Giovanni Rotta, fecero pressioni sulle autorità brasiliane per ottenere la revoca della denuncia ed il rilascio dei due atleti; poi, dopo cinque lunghe ore, i due furono rimessi in libertà.

Tre giorni più tardi Viola e Muccinelli erano in campo per la seconda partita con l’Austria e questa volta, nell’immenso catino del Maracanà, a Rio De Janeiro, i bianconeri imposero i diritti della loro classe superiore, vincendo la gara per 3-1 e convincendo anche i più raffinati competenti del calcio brasiliano, della grande efficienza degli atleti in maglia bianconera. Meraviglioso artefice di quel successo fu Muccinelli, che realizzò la prima e la terza rete della Juventus, propiziando anche la seconda segnatura bianconera, con un perfetto passaggio a Boniperti. Solo allo scadere del tempo gli austriaci salvarono l’onore con Melchior.

l torneo dei campioni terminò con le due gare finali, tra la Juventus ed il Palmeiras. Nella prima, i bianconeri furono sconfitti per 0-1; realizzò la rete decisiva l’ala sinistra Rodriguez. Nella seconda partita il risultato fu di 2-2; due volte la Juventus si portò in vantaggio e due volte venne raggiunta. Segnò Præst e pareggiò Rodriguez, segnò Boniperti e pareggiò ancora Liminha. La grande avventura brasiliana della Juventus terminò in questo modo. Se si tiene conto dell’arbitraggio davvero parziale con il quale i carioca del Palmeiras vennero sfacciatamente favoriti nelle due ultime partite, non è esagerato affermare che la Juventus, sul piano morale, fu la vera trionfatrice.


Girone Rio de Janeiro

Squadre

VT

PA

SC

GF

GS

PT

 Vasco da Gama

3

0

0

12

3

6

 Austria Vienna

2

0

1

7

6

4

 Nacional Montevideo

1

0

2

4

8

2

 Sporting CP

0

0

3

4

10

0

 

Girone San Paolo

Squadre

VT

PA

SC

GF

GS

PT

 Juventus

3

0

0

10

4

6

 Palmeiras

2

0

1

5

5

4

 OGC Nice

1

0

2

4

7

2

 Stella Rossa Belgrado

0

0

3

4

7

0


01.07.1951

Juventus-Stella Rossa

3-2

03.07.1951

Juventus-Olympique Nizza

3-2

08.07.1951

Palmeiras-Juventus

0-4

11.07.1951

Austria Vienna-Juventus

3-3

14.07.1951

Juventus-Austria Vienna

3-1

18.07.1951

Palmeiras-Juventus

1-0

22.07.1951

Juventus-Palmeiras

2-2


Marcature:

Boniperti, Praest (Juventus) 6

Friaça (Vasco) 5

Stojaspal (Áustria) 5

Mucinelli (Juventus) 4

Ipojucan (Vasco) 3

Aurednick (Áustria) 3

Liminha (Palmeiras) 3

Tesourinha e Dejair (Vasco) 2

Aquiles, Richard, Rodrigues (Palmeiras) 2

Patalino (Sporting) 2

Courteaux (Olimpic) 2

Mitic (Estrela Vermelha) 2

Joctez (Áustria) 2

Ponce de Leon (Pameiras) 1

Maneca (Vasco) 1

Hubber (Áustria) 1

Tomasevic e Ognkanow (Estrela Vermelha) 1

Bermudez, Fidel, Ramirez (Nacional) 1

Jesus Correia e Albano (Sporting) 1

Bentifour e Bergtsson (Olimpic) 1

Vivolo e Karl Hansen (Juventus) 1


Martedì 24 Luglio 1951 NUOVA STAMPA SERA Anno M - Num. 173

A Rio: due volte in vantaggio e due volte raggiunti i bianconeri

La Juventus pareggia 2-2 e il Palmeiras vince la Coppa Rio de Janeiro, lunedi matt.

Quando il presidente della Federazione calcistica brasiliana è entrato in campo per consegnare la « Copa de Rio » e undici medaglie d'oro al Palmeiras, un solo grandissimo applauso si è levato dalle centomila persone che gremivano gli spalti. Applauso che si è rinnovato con uguale intensità quando alla Juventus è stata consegnata un'altra coppa e undici medaglie d'argento. Tutti amici, adesso. Di fronte al successo della loro squadra, pubblico e critici brasiliani hanno dimenticato l'ostilità, le ingiurie, la calunniosa campagna giornalistica all'ordine del giorno fino a sabato ed ora trovano che la Juventus è una grande squadra, che i suoi giocatori sono tutti gentiluomini, che la sua partita è stata un capolavoro. Potere taumaturgico di una vittoria, che muta di punto in bianco gli umori di quella stessa folla che con il suo astioso atteggiamento aveva contribuito mercoledì scorso a porre la prima pietra del successo finale del Palmeiras nel « Torneo dei campioni ». La Juventus, comunque, pur avendo mancato sul palo d arrivo una vittoria che aveva a portata di mano (si noti tra l'altro che nelle tre partite giocate col Palmeiras la squadra torinese ha segnato sei reti subendone solo tre) la Juventus, dicevamo, si è comportata in modo superiore ad ogni speranza in questa dura, lunga, faticosa, snervante avventura brasiliana. Questi quattro aggettivi ci sembrano sufficienti a sottolineare la difficoltà del compito che la Juventus ha affrontato; poco considerata al principio, la squadra bianconera si è portata gradatamente in primo piano, lottando in campo contro le avversarie e contro un pubblico che non aveva occhi e voce che per i giocatori locali e fuori- campo contro una campagna giornalistica ben lontana dalla necessaria obiettività, La Juventus ha retto a queste due battaglie, quella dei muscoli e quella dei nervi, e se non ha potuto dare agli sportivi italiani la massima soddisfazione del trionfo finale, ha pur sempre ottenuto un magnifico risultato. In Brasile, dopo i campionati mondiali dello scorso anno, si aveva scarsa considerazione per il calcio italiano; ora questa considerazione si è sensibilmente accresciuta, per merito esclusivo della Juventus. Per questo i bianconeri, pur con una nota di rammarico per l'occasione svanita, si dichiarano contenti del loro secondo posto. Vedremo ora dalla cronaca di questa grande partita tra due grandi squadre, come gli italiani avrebbero potuto anche vincere. Le squadre scendono in campo nelle formazioni annunciate, il Palmeiras nello schieramento di mercoledì scorso, la Juventus con Parola e John Hansen, ma senza Piccinini sostituito da Bizzotto. La « Copa de Rio », esposta presso la linea di gioco, è un incitamento ai giocatori. La solita cerimonia inaugurale con scambio di bandiere, con applausi assordanti al Palmeiras e battimani di cortesia ai bianconeri, poi il « via », fischiato dall'arbitro francese Tordjman, alle 15,30 locali (le 19,30 circa italiane). Subito al primo minuto Viola deve parare un violento tiro basso di Fair, ma poi la Juventus si distende progressivamente all'attacco e al 17’ passa in vantaggio. Autore della rete è l'ala sinistra Praest, che raccoglie un dosato centro di Karl Hansen e batte imparabilmente Fabio. La Juventus ha poco dopo l'occasione buona per aumentare il bottino e dare così un'impronta decisiva alla partita, ma Boniperti fallisce la mira da pochi passi. Il gioco comincia a farsi duro: Praest compie un fallo sul rude mediano sinistro Dema, il quale risponde con un brutto intervento su Karl Hansen. L'arbitro francese Tordjman, deciso e severo, non lascia che l’incontro degeneri. Sul finire, l'attacco del Palmeiras si fa minaccioso e Viola si produce in parate di classe. Il vantaggio della Juventus dopo i primi 45' di gioco è legittimo: i brasiliani giocano meno bene che mercoledì . Nella ripresa, però, il Palmeiras, che sostituisce Ponce de Leon con Canhotinho, ha un' inizio vivacissimo. Al 8' uno scivolone di Parola apre la via al pareggio brasiliano: Canhotinho, smarcato, tira in porta ma Viola riesce a deviare il pallone sulla traversa, Rodriguez tuttavia è pronto a intervenire e a mettere in rete, mentre il portiere è ancora a terra. Sullo slancio del pareggio, i brasiliani insistono nell'offensiva, ma la difesa bianconera resiste e lancia in contrattacco gli attaccanti. Su un rovesciamento di fronte, prodotto da un'avanzata di Bertuccelli, la Juventus va nuovamente in vantaggio: Boniperti riceve il lungo traversone del terzino e tira prontamente a rete. Fabio para senza trattenere e il centravanti italiano riprende e segna a porta vuota. Il bilancio della Juventus rimane attivo per 24 minuti, ma al 82' il Palmeiras ristabilisce la situazione su centro corto di Rodriguez e tocco finale di Liminha. Raggiunto il 2-2, l'undici brasiliano, a cui basta il pareggio per conquistare la coppa, bada esclusivamente a difendersi e gli attacchi rabbiosi della Juventus non riescono a modificare il risultato. Un sospirone di sollievo dal pubblico per una occasione mancata da Praest e poi la fine, il giro d'onore e la premiazione sul campo, tra un uragano di applausi dei centomila spettatori che hanno dato un incasso di 2.78S.190 cruzeiros, pari a circa 70 milioni di lire. Tutto considerato, bisogna obiettivamente ammettere che anche se la Juventus ha fallito facili occasioni, -il Palmeiras non ha rubato niente. L'attacco bianconero non è stato, specie per quanto riguarda la precisione del tiro, all'altezza delle precedenti partite, senza contare che John Hansen, assente mercoledì scorso, è apparso lento e stanco. Bene invece la difesa tutta, nella quale Mari ha letteralmente immobilizzato Jair, Parola ha giocato da par suo e Viola ha strabiliato con tutta una serie di spettacolose parate che hanno strappato più volte applausi a scena aperta. Del Palmeiras l'uomo migliore è apparso il centrosostegno Villa, argentino di nascita. . La vittoria della squadra di 'San Paolo è considerata, nei primi commenti radiofonici e giornalistici come un successo nazionale. Senza toccare tali vertici di entusiasmo, dal canto nostro, non possiamo tuttavia esimerci, constatando l'unanimità dei complimenti e dei riconoscimenti (magari all'ultima ora) alla squadra bianconera, dal considerare con legittima soddisfazione la riabilitazione del calcio italiano in Brasile ad opera della Juventus. Vittorio Pozzo



domenica 26 luglio 2020

QUARTA STELLA D'ORO


Considerando esclusivamente i campionati italiani di massima categoria vinti e festeggiati sul campo e lasciando perdere quelli che ci hanno portato via cambiando regole in corso (2001) o schierando calciatori che non avrebbero potuto giocare (2000), [1] o a tavolino (1906 e 2006) o a causa di decisioni sbagliate prese (1920) anche da chi non ne aveva nemmeno facoltà (1924), [2] quelli del 38 e del 54 quando l’Inter fu molto aiutata e noi penalizzati e gli anni post 2006 completamente falsati a favore della squadra dei Moratti, della Saras e della Telecom, prima escludendo la Juventus (2007) senza che avesse reali colpe [3] (al contrario invece delle due milanesi e non solo, che ne avevano eccome se ne avevano) e poi defraudandola pesantemente con continue sviste clamorose a sfavore (2008 e 2009) :

1905, 1908, 1909, 1926, 1931, 1932, 1933, 1934, 1935, 1950

1952, 1958, 1960, 1961, 1967, 1972, 1973, 1975, 1977, 1978

1981, 1982, 1984, 1986, 1995, 1997, 1998, 2002, 2003, 2005

2006, 2012, 2013, 2014, 2015, 2016, 2017, 2018, 2019, 2020

40 per me e pochi altri che abbiamo documentato il valore dei titoli vinti nel 1908 e 1909, che sono superiori ad alcuni di quelli vinti in quegli anni da Genoa e Pro Vercelli (che invece risultano ufficiali contrariamente ai nostri),  38 per gran parte del popolo juventino, 36 per la FIGC, 0 per chi desidera che cada l’aereo o scoppi il pullman della Juventus, che gode delle nostre sconfitte e disgrazie familiari e sogna la nostra radiazione. Di quello che risulta alla FIGC fotte niente, perché è come i testi “sacri” in cui sta scritto che Gesù abbia camminato sull’acqua e Mosè invece aperto il Mar Rosso e altre idiozie simili. La realtà è ben diversa e mostra chiaramente come le bestiole siano torturate dagli umani, che non esistono divinità benevoli onnipotenti che fermano le persone crudeli e che la Juventus pur calunniata e punita senza avere colpe continua a vincere.

Riguardo le stagioni di cui sopra accennato ho pubblicato diversi post nel blog, mi limiterò quindi qui nelle note per non rendere troppo pesante il testo. E, ovviamente, conosco quasi a memoria i libri scritti da anti Juventini cronici, quindi è inutile che qualcuno si affatichi a sputare veleno, che con me non attacca. E’ un po’ come la recentissima storia sui rigori concessi a favore e a sfavore : si contraddicono da soli e nemmeno se ne rendono conto, ipocriti e faziosi, falsi e livorosi fino alla nausea. Ma poi sono proprio le loro squadre a “scansarsi” contro di noi, soprattutto l’Inter schiantata ben oltre il punteggio finale sia all’andata sia al ritorno , e poi quell’autorete del totem vesuviano che ci regalò il 4-3 … e proprio grazie a loro siamo sempre lassù, a guardare tutti dall’alto del nostro trono, schiaffando un nono Scudetto consecutivo che è una roba che nemmeno nei videogiochi pare possibile.

Quanto sei grande cara Juve … che la sorte ti sia benevola in CL aiutandoti a portare a casa la SECONDA coppa dalle grandi orecchie della tua storia ineguagliabile. In ogni caso sarò sempre con te e con chi siede sulla tua panchina e con chi indossa la tua Maglia, sempre e comunque, anche non dovessimo mai più vedere una finale o perderne altre dieci di fila.
Ma se vincessi …. sarebbe  meglio !

Juve 40
Milan 18
Inter 17
Buffon 12
Chiellini 10
Genoa 9
Ferrari e Furino, Bonucci e Marchisio, Barzagli e Del Piero 8

Più 1908 e 1909 sono 40. A questi si aggiungono i 3 consecutivi in 3 anni di vita della Juventus Women

Note :

[1]: Si trattava di Veron che giocava nella Lazio di Cragnotti. Ma anche nel 1998 la rivale Scudetto dei bianconeri schierò chi non aveva diritto a disputare nessun incontro e lo fece per un numero tale di volte da guadagnare la matematica retrocessione. Invece da allora continui piagnistei e lamentele infinite da parte dei sostenitori dell’Inter, che paradossalmente accusano noi di avergli rubato il titolo. E pensare che se non retrocessero per la seconda volta sul campo, nel 1994, fu soprattutto grazie alla Juventus.

[2] : Nel 1924 il Genoa in contrasto con la FIGC e in collaborazione con la Lega Nord fece perdere tre gare a tavolino alla Juve che le aveva vinte tutte consecutivamente sul campo, tra le quali lo scontro diretto, falsando così la classifica finale e rubandole il primo posto che garantiva l’accesso alla finale nord contro il Bologna.

[3] : Aggiungo che la Juventus nel biennio di Capello ebbe una media punti decisamente superiore con gli arbitri ritenuti “onesti” dagli anti Juve, mentre con quelli definiti “servi di Moggi” fu più bassa e addirittura con i maggiori indagati subimmo quasi solo sconfitte, le pochissime sconfitte di quel periodo, fra le quali persino la Supercoppa contro l’Inter, la maggiore accusatrice, che vinse grazie a due errori arbitrali decisivi e clamorosi.



giovedì 2 luglio 2020

Tre rossi per la Juve contro la Roma


Questa breve pubblicazione è una promessa fatta oggi a un amico giallorosso.

Avendo affermato che mai alla Juventus avessero espulso più di un giocatore in una partita di Serie A  gli ho elencato diversi incontri in cui è invece accaduto, tra i quali il famoso Juventus – Inter del girone di andata della stagione 1998-99 (successivo al più celebre derby d’Italia di pochi mesi prima mistificato dai tifosi dell’Inter), durante il quale la squadra bianconera impartì una lezione memorabile agli avversari che andava ben oltre il risultato pur segnata dalle espulsioni di Davids e Zidane e finita in 9 contro 11. Lezione simile a quella della stagione precedente che aveva però visto ingiustamente perdere i ragazzi di Lippi a Milano.

E siccome ha tirato in ballo il doping per giustificare la supremazia juventina, mi è venuta naturale questa domanda : come mai se Del Piero ventenne surclassava difensori quasi quarantenni veniva definito dopato, mentre se il quarantenne Zanetti faceva altrettanto contro avversari ventenni anziché suscitare dubbi veniva osannato ? Eppure il doping storicamente è legato ai successi dell’Inter di Herrera e Moratti, concretamente e non come calunnia, non come illazione.

Non scriverò ovviamente tutto quello che ci siamo detti, ma il prologo era doveroso per chi capitasse sul blog, adesso veniamo al piatto forte, all’incontro che ti ho descritto riguardante una sfida fra noi e la tua Roma. E’ da sottolineare che alcuni dei protagonisti coinvolti sono addirittura i leggendari campioni che avevano dato vita al Quinquennio d’Oro della Juventus, quindi non giocatori quasi sconosciuti ma colonne sia della Juve (i fratelli Varglien sono fra i miei preferiti in assoluto della nostra storia, mille volte più di quanto potrebbe mai esserlo un Platini ad esempio, come ti ho detto stamattina) sia della nazionale italiana come nel caso di Monti.

Ecco l’articolo :

La Stampa, lunedì 3 ottobre 1938


Qui invece l’intera pagina : ("Torino Ambrosiana e Liguria al comando")