2007-08
0 - 11/08/2007 Amichevole Juventus – Roma
5 - 2
1 - 23/09/2007 Campionato Serie A Roma – Juventus 2 - 2
2 - 16/02/2008 Campionato Serie A Juventus
– Roma 1 - 0
2008-09
3 - 01/11/2008 Campionato Serie A Juventus – Roma 2 - 0
4 - 21/03/2009 Campionato Serie A Roma – Juventus 1 - 4
2009-10
5 - 30/08/2009 Campionato Serie A Roma – Juventus 1 - 3
6 - 23/01/2010 Campionato Serie A Juventus
– Roma 1 - 2
2010-11
7 - 13/11/2010 Campionato Serie A Juventus – Roma 1 - 1
8 - 27/01/2011 Coppa Italia Juventus – Roma 0 - 2
9 - 03/04/2011 Campionato Serie A Roma – Juventus 0 - 2
2011-12
10 - 12/12/2011 Campionato Serie A Roma – Juventus 1 - 1
11 - 24/01/2012 Coppa Italia Juventus –
Roma 3 - 0
12 - 22/04/2012 Campionato Serie A
Juventus – Roma 4 - 0
2012-13
13 - 29/09/2012 Campionato Serie A Juventus – Roma 4 - 1
14 - 16/02/2013 Campionato Serie A Roma – Juventus 1 - 0
2013-14
15 - 05/01/2014 Campionato Serie A Juventus – Roma 3 - 0
16 - 21/01/2014 Coppa Italia Roma – Juventus 1 - 0
17 - 11/05/2014 Campionato Serie A Roma – Juventus 0 - 1
2014-15
18 - 05.10.2014 Campionato Serie A Juventus – Roma 3 - 2
19 - 02.03.2015 Campionato Serie A Roma – Juventus 1 – 1
Mi sono divertito a raccogliere e riadattare testi di siti web a me cari e di giornali più o meno noti, con tanto di episodi da moviola e un pò di cronaca dei vari incontri disputati :
1 23/09/2007 Campionato Serie A Roma – Juventus 2 - 2
Roma - Juventus è stata uno
spettacolo. La prima grande occasione è per la Roma. Totti inventa per
Cassetti, che incrocia il destro, Buffon strepitoso devia in angolo. Ma è la
Juve a passare: al termine di un'azione corale bianconera. Del Piero imposta,
Iaquinta crossa da destra, Trezeguet brucia Mexes e di testa sul primo palo
castiga Doni. È il 100° gol in serie A per l'attaccante francese, tutti con la
maglia della Juventus. Sempre più capocannoniere, a quota 5 reti in 4 giornate.
E la Roma è trafitta per la prima volta in stagione, coppe incluse. La Juve,
positiva, insiste. Del Piero sfiora il 2-0 su punizione: palla alta di un
soffio. Poi Totti si prende la scena : si libera con le cattive (ma in maniera
regolare dopo essere però partito da posizione di fuorigioco) del promettente
Criscito, poi trafigge Buffon per l'1-1. La Roma prende coraggio e trova la
rete del raddoppio : Mancini punta l'uomo sulla sinistra e centra per
l'inserimento centrale di Aquilani, Buffon miracoloso sul centrocampista, Totti
ribadisce in rete sfruttando una dormita generale dei difensori bianconeri. La
Juve reagisce e va vicina al pari: Del Piero spara potente da distanza
ravvicinata, Doni si supera e chiude in angolo. All'intervallo, al termine di
46' divertenti, è 2-1 Roma. In 7' minuti, a inizio ripresa, la Juve prima
fallisce l'occasione per pareggiare, poi la Roma vanifica quella per chiudere i
conti. Andiamo con ordine : Cicinho, subentrato all'infortunato Cassetti, commette
un fallo ingenuo ma che evidente su Nedved in area. Rigore. Del Piero dal
dischetto calcia alto. La Roma replica subito. Perrotta si mangia un gol quasi
fatto a porta vuota, su assist di Taddei. Palla alta colpita in acrobazia, con
Buffon battuto. La Juve perde Andrade, che esce in barella per la sospetta
rottura del tendine rotuleo del ginocchio. Dentro Birindelli. Ranieri, che
aveva sostituito Criscito con Legrottaglie per aggiungere chili e centrimetri
alla retroguardia, è ora costretto a ridisegnare la sua linea difensiva. Buffon
è miracoloso, non tanto a respingere una punizione di Totti, quanto il
successivo tap in di Mancini. La gara, vibrante, cala di ritmo dopo il 20',
inevitabilmente. La Roma fa possesso palla, per mascherare la stanchezza dopo
le fatiche di Champions. Quando sembra che per la Juve non ci sia più nulla da
fare arriva il pari bianconero. Rimessa laterale di Cicinho irregolare. Rimessa
invertita. Batte Chiellini direttamente al centro e Iaquinta realizza di testa
il 2-2, sul primo palo in torsione.
MOLTO
VALIDA LA DIREZIONE DI GARA DI MORGANTI CHE TIENE IN PUGNO IL MATCH, ANCHE
AIUTATO DALL’OTTIMO COMPORTAMENTO DEI 22 IN CAMPO. L’ERRORE SULLA CONVALIDA DEL
GOL DI TOTTI È’ DEL SUO ASSISTENTE, MA ERA UNA SITUAZIONE DIFFICILE DA VALUTARE.
5 I GIOCATORI AMMONITI, 3 BIANCONERI: CHIELLINI, IAQUINTA E CRISCITO.
2 16/02/2008 Campionato Serie A Juventus – Roma 1 - 0
PIÙ
CHE BUONA LA DIREZIONE DEI GIUDICI DI GARA, AGEVOLATI DALL'OTTIMO COMPORTAMENTO
DEI 22 IN CAMPO. METRO DI GIUDIZIO EQUO ANCHE CON LE SANZIONI DISCIPLINARI,
UNICO NEO, CHE POTEVA GRAVARE SUL CORSO DEL MATCH, LA MANCATA ESTRAZIONE DEL
SECONDO GIALLO NEI CONFRONTI DI MEXES, SIA AL 43° DEL 1° TEMPO PER FALLO
AL LIMITE DELL’AREA SU NEDVED, SIA DURANTE
LA RIPRESA, QUANDO IL DIFENSORE FRANCESE COMMETTE UN NUMERO INDEFINITO DI
FALLI. AMMONITI 4 GIOCATORI, CHIELLINI E NOCERINO NELLE FILE BIANCONERE.
Nella gara successiva, la Juventus sarà
sconfitta dalla Reggina 2 – 1
Dondarini ferma la Juventus che perde
a Reggio Calabria (dove 3 anni prima
Luciano Moggi si arrabbiò con Paparesta millantando
nel post partita di averlo chiuso negli spogliatoi) vittima di una conduzione
di gara incredibile. Due calci di rigore apparsi nettissimi negati, altrettanti
tocchi di mano in area calabrese più che sospetti e al 91esimo massima
punizione in favore dei padroni di casa per presunto fallo di Sissoko che in vantaggio
sul pallone tenta la rovesciata a liberare, non guarda l’avversario, ma lo
colpisce. Dondarini vede il danno procurato. Amoruso realizza dagli
11 metri dopo le vibranti proteste bianconere. Dondarini ancora protagonista : prima
concede 2 ulteriori minuti di recupero, poi fischia al 49esimo e 20 secondi. La
ciliegina sulla torta è l’espulsione del bianconero Zanetti sull’ultima
azione. Nel primo tempo la Juventus aveva sofferto la mancanza di una prima
punta di ruolo, troppo pesanti le assenze di Iaquinta e Trezeguet, andando in
svantaggio al 32esimo. Brienza intercetta un
tiro sbilenco di Cirillo, stop e palla piazzata con Belardi che reclama
inutilmente una posizione di fuorigioco che non c’è. La reazione dei bianconeri è affidata a Nedved e Camoranesi, autori di
un’ottima gara, e proprio sul ceco c’è il primo episodio contestato: Valdez lo
abbraccia in area e gli impedisce di raggiungere il pallone, Dondarini lascia
correre. La ripresa è un monologo bianconero, la Reggina si chiude con 11 uomini
nella sua metà campo cercando di chiudere tutti gli spazi di fronte all’assedio
bianconero. Anche qui si rivedono la difficoltà della Juventus nello sfruttare
i tanti cross che Camoranesi, Salihamidzic e Molinaro cercano ripetutamente:
Del Piero e Palladino possono fare poco sui palloni alti. L’arma migliore dei
bianconeri diventano così le percussioni centrali con la possibilità di andare
al tiro di fuori, ci provano in tanti, specialmente Nedved, ma è Del Piero a trovare la rete grazie ad
una papera di Campagnolo che si lascia sfuggire un pallone già fra le sue braccia. Prima
del pareggio altro episodio arbitrale, quello con il rigore più evidente negato
da Dondarini: su un inserimento in area Sissoko viene steso nettamente
proprio sotto gli occhi del direttore di gara di Finale Emilia. Niente da fare
per la Juventus. Prima del finale thrilling Campagnolo si riscatta su un bel
tiro di Cristiano Zanetti e Aronica devia con il
braccio un colpo di testa a colpo sicuro di Camoranesi. L’episodio che decide il
risultato finale completa l’arbitraggio paradossale di Dondarini. Ai bianconeri
non resta che l’amarezza, sfogata comunque con proteste misurate, la Reggina può esultare per 3 punti giunti in maniera insperata che danno
respiro alla classifica dopo 4 sconfitte consecutive. Ancora
una volta la Juventus è stata letteralmente massacrata da un arbitraggio
scandaloso, che ha completamente falsato il risultato del match, non solo per i
calci di rigori non concessi , ma per come ha condotto tutta la gara, con
ammonizioni date solo alla Juve, mentre alla Reggina è stato concesso tutto e
di più. Per l’ intero girone di andata, la Juve è stata danneggiata, mentre
l’Inter ha avuto una serie inquietante di aiuti, tali da danneggiare la stessa Roma.
3 01/11/2008 Campionato Serie A Juventus
– Roma 2 – 0
Questa gara con la Roma viene disputata dopo
le vittorie sul Real Madrid, Torino e Bologna e prima di quella indimenticabile
al Bernabeu per 2-0 con doppietta di Del Piero nel girone di ritorno di
Champions League.
CRONACA:
La
Juventus è tornata, con prepotenza, nonostante sia ancora orfana di molti
campioni, ricompattata attorno a quel che rimane, capace di mettere insieme
quattro vittorie una di fila all’altra. L’ultima, ieri sera contro la Roma di
Luciano Spalletti, ha probabilmente chiuso il capitolo della crisi e aperto
una fase nuova, nella speranza che l’infermeria si svuoti definitivamente e la
storia compia il suo percorso. Il 2-0 non dà il senso di quanto sia stato
netto il divario in campo. Ancora una volta la via di fuga da una realtà troppo
stonata per sembrare verosimile sono stati i “vecchi”, che qualcuno avrebbe
voluto accantonare e che invece si è visto costretto a riciclare: a Bologna
era stato Nedved a spianare la strada del successo, contro i giallorossi
l’onore è toccato a Del Piero. Ranieri, allenatore di Testaccio, ha potuto
contare sull’aiuto dei nonnetti terribili, mentre la crisi della Roma è senza
fine e senza fondo, per certi versi inspiegabile. Sette punti in dieci giornate
sono una miseria e un motivo di inquietudine per Spalletti che adesso vacilla
dinanzi alla quarta sconfitta consecutiva. Aggrappandosi alla classe dei
singoli più che al gioco collettivo, qualche azione pericolosa è riuscita a
costruirla dalle parti di Manninger, o per la cocciutaggine di Baptista o per
una congiuntura di situazioni favorevoli che, ad esempio, ha portato Chiellini
a ciccare un intervento e a centrare un palo clamoroso, però la sensazione è
stata di una formazione sbandata se non allo sbando. I sussulti romanisti sono
stati circoscritti alla fase centrale del primo tempo, allorché si era fiaccata
la partenza sprint della Juventus e non era ancora scattata la “ripartenza”,
avvenuta intorno alla mezz’ora, quando l’esercito bianconero ha cominciato a
marciare con decisione verso la porta di Doni. Il portiere si è salvato sulla
testata di Chiellini - un gol sbagliato, tenuto conto dalla posizione da cui ha
impattato di testa - ed è stato graziato poco dopo su una combinazione
Molinaro-Amauri-Marchionni. Ma di fronte alla punizione di Del Piero, minuto
38, un autentico capolavoro, nulla ha potuto se non piegarsi a una traiettoria
pazzesca. Il capitano aveva già castigato su punizione contro lo Zenit,
all’esordio in Champions League, però l’esecuzione di ieri sera è stata ancora
più bella e letale. Le percussioni di Molinaro sulla sinistra e la spinta di
Grygera a destra hanno dato l’impressione di essere state destabilizzanti per
la Roma. Uno doveva vedersela con Taddei, l’altro ha potuto quasi dimenticarsi
di Vucinic, tanto alle spalle c’era un sontuoso Legrottaglie, più attento
rispetto al “gemello” Chiellini che ha faticato a dare ordine alla sua
straripante esuberanza. Nella notte dei miracoli a Torino, la resurrezione di
Tiago ha lasciato stupefatti. Il portoghese ha fatto coppia con Sissoko e ha
confezionato una prestazione completa. Anche Marchionni in capo a una prova
esemplare ha segnato la sua prima rete in campionato, quella del raddoppio, al
minuto 3 della ripresa, rete che ha trasformato la partita da una pugna a un
festoso allenamento in vista del Real Madrid. Amauri ha sfiorato a ripetizione
il terzo gol, in una occasione tra l’altro con una rovesciata da brividi che,
se fosse andata dentro, avrebbe messo a dura prova le fondamenta dell’Olimpico,
fresco di ristrutturazione.
4 21/03/2009 Campionato
Serie A Roma – Juventus 1 – 4
La Juve non molla e come
sempre mi fa un bel regalo di compleanno, poco importa se si tratta del 21,
giorno precedente, del 22 o del 23, giorno successivo. Non bastano gli
infortuni a catena, l'Inter che non perde un colpo, i limiti di una squadra
comunque molto competitiva. Il 4-1 con cui i bianconeri passano all'Olimpico è
un chiaro messaggio, insieme ai 19 punti conquistati nelle ultime 7 giornate e
ai 5 successi consecutivi. Una vittoria limpida, frutto di una prestazione
brillante solo a tratti, ma solida e incisiva. Giovinco, dopo aver chiuso
l'uno-due con Poulsen, trova il mobilissimo Iaquinta, che controlla e libera un
destro incrociato che non dà possibilità a Doni. In tuttoil
1° tempo la Roma non riesce ad impensierire Buffon, ma nel secondo parte
aggressiva e ottiene il pareggio su palla inattiva. Ma la Roma non fa in tempo
a gioire che una deviazione di Riise su cross dalla destra di Grygera consente
a Iaquinta di bruciare Mexes e
di superare di testa Doni. Con la prima doppietta stagionale fanno sei in
campionato. L'ex centravanti dell'Udinese è in serata di grazia: al 17'
gestisce bene un tre contro tre in contropiede e serve a Del Piero la palla del
3-1. Sembra fatta con Doni a terra, ma Riise evita un gol fatto. La Roma resta
a galla e prova a pareggiare di nuovo lanciandosi in avanti. Ma Mellberg di
testa (complimenti a chi l'ha strappato all'Aston Villa a parametro zero) su
corner di Del Piero, e Nedved che trafigge Doni con un sinistro al volo da
fuori area da antologia, chiudono il discorso. Mellberg aveva segnato l'altro
suo gol in campionato proprio all'Olimpico, nell'1-1 contro la Lazio.
5 30/08/2009 Campionato Serie A Roma – Juventus 1 - 3
Dopo il derby
di Milano, la seconda giornata di campionato ha regalato una strepitosa Roma -
Juve. Parte molto aggressiva la Roma ma è di Diego il primo tiro pericoloso della
gara. Mexes prende l’iniziativa, si fa quasi tutto il campo poi prova dalla
distanza, ma il suo tiro viene ribattuto. Al 9’ Iaquinta si allarga sul filo
del fuorigioco, vede Amauri che arriva sul secondo palo, lo serve con
precisione ma il brasiliano non ci arriva per un soffio. Clamoroso errore di
Cassetti che perde palla a metà campo, Diego ne approfitta, si fa tutta la
fascia sinistra, Riise lo contrasta e lo costringe alla conclusione non con il
suo piede preferito, ma il brasiliano sfodera un esterno micidiale che porta la
Juve in vantaggio. Incolpevole Bertagnoli. Bruttissimo intervento di Totti su
Tiago che però rientra subito in campo. Dieci minuti dopo Felipe Melo perde
tempo a brontolare con l’arbitro, Pizarro serve in velocità De Rossi che dalla
distanza lascia partire un missile di destro che sorprende Buffon fuori dai
pali. La Roma riporta così il punteggio in parità. I giocatori sono nervosi e
Diego e Perrotta vengono sanzionati con il giallo dopo un acceso alterco. Al
38’ colpo di testa di Amauri e solo un agile colpo di reni di Julio Sergio
Bertagnoli evita il goal, alzando la palla sopra la traversa. Sul finire del
tempo regolamentare sempre Amauri colpisce un palo con un bell’interno destro.
Clamorosa palla goal per la Roma nel minuto di recupero: Ménez libera Totti a
tu per tu con Buffon, che con un’uscita strepitosa evita il raddoppio al
capitano giallorosso. Nel
secondo tempo la Juve parte con il piede
sull’acceleratore: Tiago ci prova subito con un destro un po’ sbilenco e poi è
Diego ad impegnare ancora una volta un fin qui encomiabile Bertagnoli.
Marchisio si fa male e il gioco resta fermo per un paio di minuti. La porta è
proprio stregata per Amauri che al 54’ sfrutta un disimpegno un po’ azzardato
di Perrotta, ma gli si oppone ancora una volta l’estremo difensore romanista.
Al 56’ grandissima chiusura di Burdisso su Iaquinta lanciato a rete che
arrivava in velocità dalla fascia dopo aver resistito ad un tackle di De Rossi,
la palla va alta sopra la traversa. Marchisio non ce la fa, al suo posto entra
Camoranesi. La Juve continua a cercare il goal del vantaggio. Diego tenta una
specie di tiro-cross che però non ha molta fortuna. Deve aspettare solo due
minuti però per gioire di nuovo: Iaquinta passa la palla al fuoriclasse brasiliano
che beffa Mexes e batte così Julio Sergio. Prima doppietta per Diego in Serie
A. Spalletti corre ai ripari e inserisce una punta in più: entra Vucinic esce
Riise. Al 78’ Totti lasciato da solo da Felipe Melo, lascia partire un destro
insidioso che colpisce il palo alla destra di Buffon. Partita intensissima e
molto divertente. Spalletti opta per la trazione anteriore e inserisce anche
Cerci. Bertagnoli respinge su Diego, Amauri non ci arriva per il tap in. Ritmo
ancora altissimo nonostante si sia verso il finale. Cerci ci prova con il
sinistro, pasticcio in area bianconera, nulla di fatto. In pieno tempo di
recupero Felipe Melo irrompe nella difesa romanista e sigilla il risultato sul
3-1.
6 23/01/2010 Campionato Serie A Juventus – Roma 1 – 2
Un primo tempo a tinte più
bianconere che giallorosse. La Juventus è più propositiva rispetto agli ospiti,
che sembrano giocare con il freno a mano tirato. La voglia di riscatto di Del
Piero e compagni si fa intravedere già dopo meno di quaranta secondi, quando il
capitano prova una conclusione dal limite senza grandi risultati. L’infortunio
immediato di Toni fa perdere centimetri all’attacco romanista, che però
guadagna in qualità con l’ingresso di Totti, il quale entrato senza riscaldarsi
è costretto a giocare per una buona mezz’ora a mezzo servizio. Nonostante ciò
il capitano giallorosso ha piedi sopraffini e a beneficiarne è Vucinic, ma il
montenegrino è in versione leziosa e prova un pallonetto improbabile su Buffon
al 29’ da posizione troppo defilata. Nella Juventus il ritorno di Sissoko si fa
sentire in mezzo al campo e la squadra appare molto più compatta rispetto alle
ultime uscite. I bianconeri non riescono a tirare in porta, ma complessivamente
giocano meglio degli avversari e si rendono pericolosi con vari traversoni
interessanti di Diego, Grygera e Marchisio spizzicati a lato da Amauri o
salvati in extremis dalla retroguardia romanista. Del Piero va vicinissimo al
vantaggio 38’ deviando di testa una punizione tagliata di Diego, ma il pallone
attraversa tutta l’area piccola per poi spegnersi a lato. Al 44’ il numero 10
bianconero va in rete su assist di Marchiso, ma il tutto viene annullato per
fuorigioco millimetrico. Prima del fischio finale Vucinic si libera bene in
area di rigore ma spreca tutto sparando un destro potentissimo alto sopra la
traversa. Si riparte e quando la Roma sembrava provare a svegliarsi dal proprio
torpore è il solito Del Piero a ridare ossigeno alla Juventus con un goal da
cineteca. Favorito da un rimpallo il capitano bianconero scocca un sinistro al
volo, trovando un angolo impensabile, che non lascia scampo a Julio Sergio ed
entra in rete dopo aver colpito il palo. La reazione della Roma non è certo
delle più veementi, dato che Buffon non viene mai impegnato. Ci pensa quindi la
difesa della Juventus a farsi male da sola al 67’ quando Chiellini invece di
spazzare lontano un pallone vagante sbaglia il controllo e consente a Pizarro
di smarcare Taddei in area di rigore, quest’ultimo si beve Grosso che lo
stende. Dal dischetto va Totti che non sbaglia. La partita si accende con
ambedue le squadre alla ricerca dei tre punti. Se la Roma viene fermata da due
offside millimetrici, la Juventus ancora una volta sembra essere più pericolosa
ed un colpo di testa di Amauri spaventa Ranieri. All’82’ altra ingenuità della
difesa bianconera che sugli sviluppi di un corner a proprio vantaggio si fa
trovare completamente scoperta su un lungo lancio, Buffon deve stendere Riise
da ultimo uomo e Tagliavento non può far altro che espellerlo. La Roma preme, ma
senza creare affanni a Manninger, ma Pizarro non ci sta ed in pieno recupero
trova un assist coi fiocchi che Riise insacca di testa alle spalle di un
incolpevole Manninger e l’incubo per la Juventus non finisce più.
7 13/11/2010 Campionato Serie A Juventus – Roma 1 – 1
Pari di rabbia
tra Juventus e Roma. A lamentarsi potrebbe essere la classifica delle due
squadre, ma non certo la qualità e il gioco espressi: per quanto si è visto
stasera, entrambe hanno le carte in regola per lottare fino in fondo per le
posizioni di vertice. La Juve recrimina nel finale, quando ha avuto due grosse
occasioni con Aquilani e Quagliarella, ma deve recitare il mea culpa perchè in
avvio si è mangiata un gol fatto con Iaquinta. La Roma, dal canto suo, ha avuto
all'inizio una grande opportunità con Menez, il cui tiro a giro però è stato
respinto in tuffo da Storari. Inoltre, sul pari, la stessa Roma si è resa
pericolosissima con una grande palla (su rimessa laterale) di Totti che ha
innescato Menez, il cui cross non è stato intercettato a porta vuota da Riise.
Più in generale, la Juventus ha dimostrato che per le grandi sarà difficile
batterla. La partita è stata molto bella e piena di occasioni da entrambe le
parti. A sbloccarla un favoloso gol di Iaquinta su suggerimento di Aquilani. Il
pareggio romanista è arrivato a tempo scaduto a causa di una ingenuità
bianconera, un gomito di Pepe in area su punizione calciata da Totti: l'arbitro
Rizzoli è stato bravissimo a individuarlo e punirlo, così come lo era stato in
precedenza negando un rigore chiesto da Mexes, che quando Chiellini è
intervenuto era già in caduta. Non altrettanto bravo Rizzoli si è dimostrato
nella conduzione della partita, sorvolando troppo spesso su falli evidenti da
entrambe le parti e rischiando di vedersi scivolare di mano il match. In casa
bianconera le novità più belle, oltre al solito spirito di squadra, sono una
difesa finalmente registrata, la stupenda prova di Aquilani, quelle confortanti
di Pepe e del giovane Sorensen, che non finisce di stupire per la maturità
dimostrata, e la buona prestazione di Traore che, gettato nella mischia dopo
due mesi di stop, è diventato da oggetto misterioso un promettente esterno
sinistro. In casa giallorossa buon ritorno di Totti, a sprazzi devastanti (ma
solo a sprazzi) Menez e Vucinic, mentre la difesa non sempre è sembrata in
palla. Ma in generale la squadra di Ranieri è tornata a giocare a memoria e ha
infinite soluzioni nelle sue proposte offensive. Correttissima anche sul piano
del fair play una partita che poteva essere invelenita dal rigore difficile da
cogliere: al termine, gli abbracci giallorosso-bianconeri hanno suggellato una
sfida dai contorni nobili per tecnica, agonismo e blasone. È chiaro che il
pareggio è un risultato più favorevole alla Roma, ma nella giornata in cui si
incontrano le prime sei potrebbe rivelarsi più prezioso di quanto non dica la
matematica. Nella Juve che deve ancora crescere e ancora zeppa di infortuni, il
punto è sicuramente il bicchiere mezzo pieno.
8 27/01/2011 Coppa Italia Juventus – Roma 0 – 2
La
Roma vince 2-0 a Torino contro la Juve e si qualifica per la semifinale di
Coppa Italia, dove troverà l'Inter. Sblocca il risultato un gran gol di Vucinic
al primo vero tiro in porta giallorosso: Motta gli lascia spazio sulla sinistra
e il montenegrino beffa Storari con un grandissimo destro a giro. Nella
ripresa una Juve confusa prova a pareggiare, ma i giallorossi chiudono il match
con un'acrobazia di Taddei in pieno recupero. Sull'1-0, all’86’, la Juve ha
protestato molto per un calcio di rigore netto non concesso da Damato per fallo
di Mexes su Del Piero, che spalle alla porta in piena area viene tirato giù dal
difensore francese.
9 03/04/2011 Campionato Serie A Roma
– Juventus 0 – 2
Primo tempo spettacolare
all’Olimpico di Roma. I ritmi di gara sono subito molto alti. In avvio
un’occasione per parte. Ci prova la Roma con una galoppata di Riise che pesca
in area Perrotta, che è troppo in avanti e colpisce male. Risponde la Juventus
con Pepe che, dall’altra parte, punta e salta Burdisso e col sinistro ad
incrociare manca di poco il bersaglio. Poco dopo parte lo Storari-show. Grande
azione di Vucinic che salta un paio di avversari e lascia partire un gran
destro. Il portiere è reattivo ed abile a mettere in corner. Poco dopo Totti
non sfrutta una bella palla di De Rossi, ed Aquilani lo imita tentando un
improbabile cucchiaio dai 20 metri. I ritmi di gioco sembrano abbassarsi, ma
alla mezz’ora è Totti a dare la scossa. Vucinic si invola sulla corsia di
sinistra e serve Totti, lasciato solo sul secondo palo. Totti colpisce al volo
col destro, ma Storari effettua una grande parata. Altre occasioni arrivano nel
finale: prima ci prova Vucinic che, sempre dalla sinistra, salta un uomo, si
accentra e prova un destro che si spegne al lato. Poi è De Rossi, che con un
gran destro da fuori su appoggio di Totti, chiama Storari al grande intervento
sulla sua sinistra. Infine, su azione di contropiede, la Juve tenta di
sbloccare il risultato con Matri, che, servito bene da Pepe dopo una lunga
sfida con Burdisso, aggancia male e tira debolmente favorendo l’intervento di
Doni. Nella ripresa si invertono le parti, con gli ospiti molto più pericolosi.
Motta deve restare fuori per infortunio, ma i bianconeri sembrano comunque
scendere in campo con un piglio decisamente diverso rispetto alla prima
frazione di gara. Krasic spreca un buon contropiede incaponendosi in una
giocata egoistica invece di servire Pepe meglio piazzato. Poco dopo esce Mexes
infortunato. La sua uscita si rivelerà fondamentale per gli esiti della
partita. Poco dopo infatti i bianconeri si portano in vantaggio. Uno due
Grosso-Matri. Il terzino va fino in fondo e mette a sedere De Rossi. Il cross
in mezzo trova Krasic libero di scaricare un sinistro al volo imprendibile per
Doni, che aveva pure intuito la traiettoria del pallone. Poco dopo un’altra
grande occasione per gli ospiti: Matri riceve palla con Doni fuori dai pali.
L’attaccante serve Pepe, che spara sul portiere giallorosso. Verso la mezz’ora la
Roma ha l’occasione per il pareggio. Totti da una bella palla a Menez che
scarica una bomba che finisce sulla traversa. Il tentativo successivo di
Vucinic è facile preda per Storari. Poi Krasic si divora un’occasione clamorosa
sparando su Doni, subito dopo Grosso libera Matri, tenuto in gioco da un errore
di posizione monumentale di Juan. Il bomber da un’occhiata al guardalinee,
quando si accorge di essere in posizione regolare punta la porta giallorossa e
trafigge Doni facendogli passare il pallone tra le gambe. Da qui in poi qualche
tentativo sterile da parte dei padroni di casa e poco altro. Nel primo tempo i
ragazzi di Montella hanno avuto più occasioni per portarsi in vantaggio, senza
riuscirci, anche a causa di un fantastico Storari. Più cinica la Juventus, che
spinge molto ad inizio ripresa trovando il gol del vantaggio utile ad aprire
spazi importanti nella difesa giallorossa. Il crollo difensivo giallorosso è
dovuto, probabilmente, anche alla prematura uscita di Mexes. La coppia
Juan-Burdisso è meno affidabile, con il brasiliano che perde di sicurezza
causando il secondo gol dei bianconeri. Per Rocchi di Firenze, assistito da
Coppelli e Faverani, il primo tempo è tutto sommato tranquillo, con due gialli
somministrati giustamente, uno a Pizarro, l’altro a Grosso. Nella ripresa
giusto il giallo a Marchisio. Errore per l’assistente Faverani che ferma Totti
per fuorigioco inesistente. L’azione viene comunque vanificata dall’errore di
De Rossi da un metro dalla porta.
10
12/12/2011 Campionato Serie A Roma – Juventus 1 – 1
La
Juventus continua a mantenere la propria imbattibilità e la vetta
della classifica, anche se in coabitazione con l’Udinese, conquistando un
pareggio all’Olimpico contro una Roma alla ricerca del riscatto e del risultato
di prestigio. Gara vivace e combattuta, subito in salita per i bianconeri, e
rimediata nella ripresa da una perfetta inzuccata di Chiellini. Juventus a fare
la gara e Roma a giocare di rimessa, molti rovesciamenti di fronte ed azioni
insidiose, ma poche vere conclusioni a rete. Conte deve fare a meno dello
squalificato Vucinic, e alla fine schiera Estigarribia punta esterna sulla
sinistra, confermando il resto della squadra "titolare", con il
centrocampo che si ricompone per il rientro di Pirlo, dopo il turno di
squalifica scontato; Roma con modulo sostanzialmente speculare, ma con De Rossi
arretrato in difesa, l’esordio di Viviani centrale di centrocampo, tra Pjanic e
Greco, ed il ritorno di Totti a sostegno di Osvaldo e Lamela. Partita subito in
salita per i bianconeri, a seguito di una rete davvero frutto di errori in
serie, dalla mancata chiusura su Totti, liberissimo di crossare a centro area,
sugli sviluppi di un angolo, a proseguire nel tiro ciabattato di De Rossi (più
un appoggio per qualche compagno che vero tiro in porta), lisciato
clamorosamente da Vidal, con deviazione che corregge la traiettoria in rete.
Per la Juve solita intensità di gioco e
pressing asfissiante, ma parecchia imprecisione nei fraseggi e nelle
verticalizzazioni, e dunque poche occasioni da rete, la più ghiotta, nel primo
tempo, sui piedi di Estigarribia, e Stekelenburg riesce a parare
fortunosamente; dal canto loro, i padroni di casa, in sofferenza quando
attaccati, si mostrano molto pericolosi nelle ripartenze, anche se vere occasioni
non ne costruiscono. Nella ripresa, la Juventus appare meno frenetica e più
concreta almeno nella manovra, ma sempre evanescente in fase di conclusione a
rete; il pareggio comunque è nell’aria ed arriva al termine di una azione ben
manovrata, quanto fortunosa nella fase finale : ottimo traversone in area di
Vidal per Estigarribia, che prova la conclusione a volo, ma lisciando serve un
assist perfetto a Chiellini che di testa anticipa l’uscita di Stekelenburg. La
Roma ha immediatamente l’occasione per tornare in vantaggio, rigore per fallo
di Vidal su Lamela, dal dischetto Totti stavolta si fa parare il tiro da
Buffon. Il finale di gara vede ancora i bianconeri vicinissimi al gol del
vantaggio, dapprima con Giaccherini, e soprattutto con Quagliarella, ma in
entrambi i casi il portiere giallorosso para; mentre la Roma si affaccia
pericolosamente in area bianconera con Totti, che dopo una azione personale,
entrato in area si fa respingere da un difensore la sua conclusione a rete.
Due
paroline sulla direzione di gara. Lo sapevamo già che Orsato fosse uno dei
"migliori" esponenti del nuovo corso arbitrale, ossia quel corso che
nel dubbio deve sempre fischiare contro i bianconeri e chi ha buona memoria non
ha dimenticato di certo la sua performance di Genova, stagione 2009 - 2010, ed
invero il commentatore di Sky, Compagnoni (altra voce dell’antijuventinismo
militante, basti pensare come ha esultato al gol giallorosso e la voce
cadaverica in occasione del pareggio di Chiellini e del rigore parato da
Buffon), ci ha pure informati del dato statistico, che la Juve con lui arbitro
non ha mai vinto fuori casa. Ieri sera abbiamo capito bene perché: non mi
riferisco al rigore, generoso visto al replay, e che ci poteva stare visto a
velocità normale, ma alla valutazione dei contrasti a centrocampo, e alla
durezza di gioco di qualche giallorosso (Lamela neppure ammonito nonostante
entrate assassine), e questa diversità di valutazione spiega con maggiore
chiarezza la serata no del nostro centrocampo. Qualcuno ha avuto l’onore ed il
piacere di rivedere al replay un fallo abbastanza vistoso su Vidal, in area
giallorossa, nel primo tempo? Come dire, la faziosità ormai contagia pure le
regie televisive, di emittenti che vivono grazie al 40% di abbonati di fede
bianconera !
11
24/01/2012 Coppa Italia Juventus – Roma
3 – 0
La
Juventus è in semifinale di Coppa Italia, grazie alla netta vittoria contro la
Roma, squadra che da alcune stagioni puntualmente ci eliminava. Juventus
che come al solito parte forte, passa in vantaggio, poi controlla la partita,
lasciando anche campo agli avversari, senza rischiare molto, colpendo ancora,
con notevole cinismo, appena avuta l’occasione, ed un secondo tempo di gestione del risultato. Come dire, squadra
che ha prodotto meno azioni da rete, ma ha concretizzato meglio quelle avute
nel primo tempo, che per una volta non ha avuto superiorità in fase di possesso
palla, ma non per questo ha rischiato in fase difensiva. La "perla" è
stata la prima rete stagionale nel nuovo stadio di Alex Del Piero, e non poteva
che essere un gol alla Del Piero : l’abbiamo atteso tutti, adesso finalmente è
arrivato, coronamento di una serata magica. Prestazione di rilievo anche quella
di Giaccherini, che sembra più a suo agio nel ruolo di centrocampista centrale,
da mezzala classica, e non a caso siamo alla sua terza marcatura giocando in
questo ruolo. Nota a margine: in attesa di conoscere chi sarà la nostra
avversaria, l’altra semifinale, inedita e in un certo senso imprevista, sarà
tra Napoli e Siena. I partenopei hanno eliminato l’Inter, e nel dopo partita
Ranieri si è lamentato della direzione di gara, a conferma di essere ormai
entrato nell’ambiente. Caso strano, il suo predecessore specialone, ancora una
volta bastonato dal Barcellona, ed eliminato in Coppa del Re, si è lamentato
dell’arbitro, attendendolo addirittura a fine gara, nella zona posteggi, per
insultarlo. Come dire, Ranieri e Mourinho, due che si detestavano, oggi uniti
nella stessa sorte e negli stessi comportamenti.
12
22/04/2012 Campionato Serie A Juventus –
Roma 4 – 0
Più
facile del previsto. Così si può commentare la larga vittoria della Juventus
contro la Roma, maturata già nel giro di mezzora del primo tempo, con una
ripresa diventata poco più che una sgambatura di allenamento. E non poteva esserci
migliore risposta, sul campo, alle solite ormai stucchevoli insinuazioni di
giornali e notiziari sportivi che, nel maldestro tentativo di destabilizzare
l’ambiente, creano "ad orologeria" scoop giornalistici di basso
livello, buoni per confondere le idee ai gonzi, e, visti gli effetti, buoni a
caricare ancora di più, in positivo, l’ambiente bianconero. Poco da dire
sull’andamento della gara, praticamente chiusa nel giro di 8 minuti, con la
micidiale doppietta di Vidal, su cross rasoterra di De Ceglie il primo, e su
assist di Vucinic il secondo. Le altre due reti sono state procurate da
Marchisio, che ben lanciato in area da Vucinic, ha costretto al fallo da rigore
Stekelenburg (per la cronaca, dopo 19 giornate, finalmente un rigore, e visto
che i nostri sono disabituati, Pirlo lo ha sbagliato in prima battuta), e
successivamente ha sfruttato un intelligente suggerimento sempre del
montenegrino. Quindi gara già chiusa dopo mezzora,
ripresa più che altro di allenamento, quarta rete direi arrivata per forza di
inerzia, e Juventus che porta a + 3 il suo vantaggio nei confronti dei
rossoneri. Pensate, agli inizi di marzo, dopo il pareggio di Genova, la
Juventus era a - 4 dal Milan, squadra che ormai sembrava avviata ad una
passeggiata trionfale per lo scudetto, con i bianconeri reduci da una serie di
pareggi di fila. Proprio nel momento di maggiore vantaggio dei rossoneri, è
iniziata quella sorta di campagna mediatica strisciante, a danno dei
bianconeri, dalla enfatizzazione del famigerato gol di Muntari, a reti
unificate, alle dichiarazioni martellanti del duo Galliani - Allegri, alla
ricerca della rissa contro la società bianconera, specie Marotta e Conte, alla
insinuazione del coinvolgimento di giocatori juventini nella vicenda calcio
scommesse, quando vestivano altre maglie (Bonucci a Bari, Pepe ad Udine), fino
al tentativo di coinvolgere pure Conte, dapprima con la storia dell’sms
fantasma, e da ultimo con le dichiarazioni attribuite a tal Carobbio, rese il
29 febbraio e secretate per tutte, tranne che per i redattori del fogliaccio
rosa milanese, e della Repubblica delle banane mediatiche romane. Da quel
momento è iniziata la riscossa bianconera, con sei vittorie di fila, contro
avversarie non certo abbordabili, nell’ordine, Fiorentina (umiliata 5-= a Firenze),
Inter, Napoli, Palermo, Lazio e Roma, diciotto reti segnate, una sola subita;
mentre per il Milan sono iniziati i momenti difficili, anche quando ha vinto,
non ha brillato, poi di seguito pareggio a Catania, sconfitta interna contro la
Fiorentina e, dopo una stentata vittoria a Verona, nuovo passo falso interno
contro il Bologna, e così i bianconeri si trovano adesso a + 3, con
un calendario che effettivamente consente di essere fiduciosi per il
futuro. Indubbiamente le due prossime gare, contro squadre ormai in B, sono
alla portata della Juventus, anzi, dirò di più, una squadra che vuole vincere
lo scudetto, non può certo perdere punti su campi di squadre ormai retrocesse,
ma non per questo debbono ritenersi già vinte, per tante ragioni, pensandosi a
come in passato squadre già retrocesse abbiano fatto brutti scherzi a chi
lottava per vincere lo scudetto, (Roma – Lecce 1986 … il sindaco di Roma e i
calciatori con tanto di fanfara già brindavano al titolo, poi i pugliesi li
riportarono alla realtà) e, con riferimento a quest’anno, a come la Juventus ha
spesso avuto maggiori difficoltà con le squadre medio - piccole, rispetto a
quando ha giocato con le grandi. Il Milan è a corto di fiato già da tempo, le
vittorie contro Roma e Chievo sono state molto fortunose, ed anche ieri contro
il Bologna, con un arbitraggio diverso (anche se le
cronache ufficiali di regime vorrebbero sostenere il contrario), e un
rigore sacrosanto per gli emiliani nel primo tempo, con conseguente espulsione
di Bonera, probabilmente il finale sarebbe stato più mortificante per la
squadra rossonera. Intanto, il primo risultato importante è stato
matematicamente conseguito, l’accesso diretto alla CL, e non è poco, per una
squadra che ne era uscita nel dicembre 2009. Quella
volta uscimmo dalla competizione, per colpe certamente nostre, ma molto pesò un
gol ... irregolare, il pareggio del Bordeaux a Torino. Arbitro era Ovrebo, che
poi sarebbe stato massacrato per le sue decisioni in occasione di Fiorentina -
Bayern, ma che nessuno, in Italia, accusò per avere convalidato un gol ai
francesi con un fuorigioco di oltre un metro contro la Juventus. E
quell’eliminazione, di fatto fece fallire la stagione di Ferrara, che fino a
quel momento, nonostante qualche scivolone inopinato, ci vedeva secondi in
classifica e in corsa in Europa.
13 29/09/2012 Campionato Serie A Juventus
– Roma 4 – 1
Più facile del previsto e ben oltre il risultato
finale: questo si può dire a commento di quella che doveva essere la “gara
dell’ordalia”, ossia il riscontro supremo definitivo alle teorie zemaniane
circa la grandezza (incompresa) del suo calcio e il suo essere vittima del
“male” a strisce bianconere, che gli aveva impedito di raggiungere i
grandissimi traguardi che avrebbe meritato. Invece, come “profetizzato” in
precampionato da Conte, le risposte le ha dato nuovamente il campo, in maniera
chiara, così chiara che è impossibile anche per uno come il boemo provare ad
aggrapparsi a qualcosa di apparentemente losco, per giustificare la figuraccia
di sabato sera. Quattro reti, due traverse, un gol annullato, almeno due parate
provvidenziali di Stekelenburg, contro una rete su rigore e qualche velleitaria
conclusione per i giallorossi, ma soprattutto una superiorità tecnico - tattica
mortificante dei bianconeri sulla squadra di Zeman, e partita praticamente
chiusa dopo 20’ del primo tempo, e tre gol in sei minuti. Juventus sempre con
il 3 – 5 – 2, e tre innesti significativi, Caceres e De Ceglie esterni di
centrocampo, ma soprattutto il rispolvero di Matri in attacco, in coppia con
Vucinic. Praticamente non c’è stata partita, bianconeri padroni del
centrocampo, Pirlo di fatto libero da controlli stretti, ed è stato davvero un
gioco scavalcare un centrocampo (si fa per dire) avversario, che aveva il solo De
Rossi predisposto all’interdizione, con i due compagni di reparto, Florenzi e
Tachtsidis, tecnicamente discreti ma inadatti a coprire, e con i tre in attacco
che non scalavano in alcun modo.
Ed anche se le prime due reti sono arrivate da calci piazzati (punizione dal limite la prima e rigore la seconda), entrambe erano state prodotte da azioni che avevano sempre trovato la retroguardia ospite sguarnita; quindi la rete di Matri, imbeccato liberissimo in area di rigore, e tenuto abbondantemente in gioco da Burdisso, praticamente a chiudere di fatto la gara. Poco da dire nella ripresa, se non che tirando un po’ il fiato, la Juventus ha consentito agli avversari di provare a rientrare in partita, ed invero qualcosa da parte dei giallorossi si è vista con l’ingresso di Destro e Perrotta, almeno un centrocampista di maggiore ordine a tamponare le falle. Semmai da dire che è apparso interessante l’esperimento finale con Pogba in funzione di mezzala, pochi minuti ma il francese ancora una volta ha confermato quanto di buono mostrato finora. In campo ritengo si sia visto un gigante, che ormai può davvero ritenersi il vero erede di Del Piero, come leader della squadra, e mi riferisco a Claudio Marchisio, probabilmente, in questo momento, uno dei migliori al mondo nel suo ruolo. Bene Pirlo, che ormai sta prendendo gusto a beffare le barriere tirando rasoterra e ritengo importante il ritorno al gol di Matri. E, come detto sopra, mi è piaciuto l’impatto di Pogba sulla partita, nei minuti finali, nell’inedito ruolo di mezzala, si è subito posizionato in maniera corretta in campo, alcune buone combinazioni con i compagni e un tiro da fuori, che forse meritava miglior sorte. L’andamento e il risultato finale, a mio giudizio, spiegano meglio di ogni altra cosa la ragione per cui la Roma non diventerà mai una grande del nostro calcio, in maniera stabile. Lo è stata in periodi limitati, quando hanno magari prevalso le ragioni tecniche e di progetto, a quelle congenite della polemica fine a sé stessa e del vittimismo ingiustificato; purtroppo il vero limite per loro è l’inseguire ossessivamente il gol di Turone, i guanti di Aldair, il rigore su Gautieri, il controfallo di Cicinho, dimenticandosi magari il rigore su Kovacevic (Roma – Juve 0 – 0, stagione 2000 – 01) o il gol di Trezeguet, l’anno successivo, il gol di Totti con posizione irregolare e fallo su Criscito nel 2007 e via di seguito. Come dire, vivono sulla polemica quotidiana a senso unico, ben alimentata dalla stampa locale e dalle radio private, e dunque le scelte vengono fatte non per costruire una squadra forte, su un progetto magari a medio tempo, ma solo per caricare la piazza: e cosa meglio di Zeman, così bravo ad accusare sempre qualcuno o qualcosa (leggasi, la Juventus e i presunti complotti juventini) per coprire i suoi limiti di allenatore monocorde dalle idee statiche e ormai superate?
I risultati non possono che essere questi, per cui la squadra considerata “regina del mercato estivo”, già ritenuta scudettata o quasi, sul campo finora ha vinto una sola volta, e mai in casa.
E visto che non hanno infierito troppo i nostri giocatori in campo, mi sento invece di infierire io (il grande Antonio La Rosa, JUWORLD.NET - NDA), su questa Roma costruita sul vittimismo antijuventino che su un vero progetto tecnico. Ai tempi della vituperata triade, Lippi non vinse mai all’Olimpico, ci riuscirono Ancelotti e Capello, la Roma per ben due volte vinse al Delle Alpi, e complessivamente cinque volte in tutto, come cinque furono le vittorie dei bianconeri dal 1994 al 2004; Zeman stesso ebbe un bilancio pari, una vittoria, due pareggi e una sconfitta. Tralasciando il biennio delle quattro sconfitte di fila per i giallorossi, contro la Juve di Capello, nel dopo “farsopoli”, su undici gare totali, la Roma ne ha perdute sette, non ha più battuto i bianconeri in casa, rimediando anzi tre sconfitte abbastanza nette (1 – 4, 1 – 3, 0 – 2), e l’unica vittoria maturò nei minuti di recupero a Torino, contro una Juve allo sbando, gara che fu da preludio all’esonero di Ciro Ferrara.
Vuoi vedere che la triade era un po’ romanista?
Ed anche se le prime due reti sono arrivate da calci piazzati (punizione dal limite la prima e rigore la seconda), entrambe erano state prodotte da azioni che avevano sempre trovato la retroguardia ospite sguarnita; quindi la rete di Matri, imbeccato liberissimo in area di rigore, e tenuto abbondantemente in gioco da Burdisso, praticamente a chiudere di fatto la gara. Poco da dire nella ripresa, se non che tirando un po’ il fiato, la Juventus ha consentito agli avversari di provare a rientrare in partita, ed invero qualcosa da parte dei giallorossi si è vista con l’ingresso di Destro e Perrotta, almeno un centrocampista di maggiore ordine a tamponare le falle. Semmai da dire che è apparso interessante l’esperimento finale con Pogba in funzione di mezzala, pochi minuti ma il francese ancora una volta ha confermato quanto di buono mostrato finora. In campo ritengo si sia visto un gigante, che ormai può davvero ritenersi il vero erede di Del Piero, come leader della squadra, e mi riferisco a Claudio Marchisio, probabilmente, in questo momento, uno dei migliori al mondo nel suo ruolo. Bene Pirlo, che ormai sta prendendo gusto a beffare le barriere tirando rasoterra e ritengo importante il ritorno al gol di Matri. E, come detto sopra, mi è piaciuto l’impatto di Pogba sulla partita, nei minuti finali, nell’inedito ruolo di mezzala, si è subito posizionato in maniera corretta in campo, alcune buone combinazioni con i compagni e un tiro da fuori, che forse meritava miglior sorte. L’andamento e il risultato finale, a mio giudizio, spiegano meglio di ogni altra cosa la ragione per cui la Roma non diventerà mai una grande del nostro calcio, in maniera stabile. Lo è stata in periodi limitati, quando hanno magari prevalso le ragioni tecniche e di progetto, a quelle congenite della polemica fine a sé stessa e del vittimismo ingiustificato; purtroppo il vero limite per loro è l’inseguire ossessivamente il gol di Turone, i guanti di Aldair, il rigore su Gautieri, il controfallo di Cicinho, dimenticandosi magari il rigore su Kovacevic (Roma – Juve 0 – 0, stagione 2000 – 01) o il gol di Trezeguet, l’anno successivo, il gol di Totti con posizione irregolare e fallo su Criscito nel 2007 e via di seguito. Come dire, vivono sulla polemica quotidiana a senso unico, ben alimentata dalla stampa locale e dalle radio private, e dunque le scelte vengono fatte non per costruire una squadra forte, su un progetto magari a medio tempo, ma solo per caricare la piazza: e cosa meglio di Zeman, così bravo ad accusare sempre qualcuno o qualcosa (leggasi, la Juventus e i presunti complotti juventini) per coprire i suoi limiti di allenatore monocorde dalle idee statiche e ormai superate?
I risultati non possono che essere questi, per cui la squadra considerata “regina del mercato estivo”, già ritenuta scudettata o quasi, sul campo finora ha vinto una sola volta, e mai in casa.
E visto che non hanno infierito troppo i nostri giocatori in campo, mi sento invece di infierire io (il grande Antonio La Rosa, JUWORLD.NET - NDA), su questa Roma costruita sul vittimismo antijuventino che su un vero progetto tecnico. Ai tempi della vituperata triade, Lippi non vinse mai all’Olimpico, ci riuscirono Ancelotti e Capello, la Roma per ben due volte vinse al Delle Alpi, e complessivamente cinque volte in tutto, come cinque furono le vittorie dei bianconeri dal 1994 al 2004; Zeman stesso ebbe un bilancio pari, una vittoria, due pareggi e una sconfitta. Tralasciando il biennio delle quattro sconfitte di fila per i giallorossi, contro la Juve di Capello, nel dopo “farsopoli”, su undici gare totali, la Roma ne ha perdute sette, non ha più battuto i bianconeri in casa, rimediando anzi tre sconfitte abbastanza nette (1 – 4, 1 – 3, 0 – 2), e l’unica vittoria maturò nei minuti di recupero a Torino, contro una Juve allo sbando, gara che fu da preludio all’esonero di Ciro Ferrara.
Vuoi vedere che la triade era un po’ romanista?
Qualcuno ricorda l’episodio di Catania – Napoli, che ha visto l’espulsione di Alvarez per fallo da “ultimo uomo” su Cavani? Cosa c’è stato di diverso rispetto all’atterramento di Marchisio, dal quale è scaturita la punizione trasformata da Pirlo? Nessuno, anzi, ragionando in stile Gazzetta - Corriere ecc, essendo Marchisio caduto abbondantemente dentro l’area di rigore, doveva pure essere rigore, con espulsione di Castan per chiara occasione da rete. Invece un semplice “giallo”. Direte, due pesi e due misure. Invece credo che si sia trattato dell’ennesimo aiuto alla Juventus, dato che come sapete, secondo il teorema “Mazzarri”, non è facile per nessuno giocare in 11 contro 10, per cui Rizzoli, pur di aiutare la Juventus, non ha espulso il difensore romanista, dato che in 10 la Roma avrebbe certamente vinto o quantomeno avrebbe pareggiato ... ! Gli anti Juve fanno davvero così !
Stavolta, non potendo appigliarsi a complotti, farmaci, arbitri, assistenti di linea, raccattapalle e quant’altro, Zeman ha spiegato a suo modo la disfatta di sabato sera, sostenendo che la colpa della sconfitta va addebitata alla squadra che non gioca come vorrebbe lui. Come dire, lui ha sempre ragione, le sue idee sul calcio sono le migliori, ma i suoi giocatori non le capiscono … Che poi questa sia la migliore ammissione di inettitudine (non sapere spiegare ai propri giocatori come disporsi e giocare), poco importa, non è lui a non farsi capire, sono gli altri a non seguirlo …
Poteva
andare peggio. Cioè, poteva finire 7-0 o
8-0. Ci stava, eccome. Il Vate tornava a Torino dopo qualche
anno, ci tornava dopo un'estate di consueti sproloqui ed episodi sgradevoli (la
firma sulla maglietta “odio la Juve” vale per tutti), ma lo Juventus Stadium ha
dato anche in questo caso una lezione all'Italia intera, riservando al boemo
solo qualche coretto che, visti gli animi, potremmo ricondurre alla categoria
“minimo sindacale”. Mi auguro sinceramente che al ritorno i viali adiacenti
l'Olimpico e la tribuna Monte Mario ricambino con la stessa moneta, anche se ci
credo poco: dopo una notte dimessa, passata a leccarsi le ferite, l'ambiente
romanista sarà prontissimo a ripartire con le solite balle che quella tifoseria
si costruisce - con inesauribile fantasia, va riconosciuto - per giustificare gli
insuccessi del proprio club. Fra le
cose imbarazzanti della serata il ridicolo rigore concesso da Rizzoli con
tanta magnanimità, un rigore che permette alla Roma di uscire per la prima
volta dalla nuova casa della Juventus con un gol a referto: in tre
partite, lo score parla di 11 gol subìti e 1 fatto. Dovere imporrebbe di
parlare della partita: ma quale partita? 18 minuti, 3-0 e pratica già
archiviata, il primo tempo è stato un semplice allenamento che poteva finire -
come già scritto in apertura 7-0 o 8-0, fra pali, traverse, errori di misura,
e persino un pochino di accademia. Roma
triturata con facilità impressionante, come e più dello scorso anno, il trio
delle meraviglie in mezzo al campo ha dettato legge, e attorno a questo terzetto
ruota una squadra perfetta: i tre difensori impostano e chiudono con grande
attenzione senza avere grossi grattacapi. Le punte
scelte per l'occasione sono l'imprescindibile Vucinic e il riproposto Matri,
tornato al gol (a proposito: il lodigiano è il marcatore numero 9 in 6 partite
di serie A), e gli esterni cosiddetti “di rincalzo” (De Ceglie e Caceres) si
dimostrano pienamente all'altezza dell'occasione. La Juve sta cambiando pelle,
dalla squadra furente e generosa per tutta la partita che ha caratterizzato lo
scorso anno, si sta trasformando in una vera, grande squadra, che gestisce le
proprie forze e lascia l'iniziativa all'avversario controllando la gara. Ma
appena l'avversario alza la cresta, vedi rigorino di cui sopra, ecco il segnale
juventino ai rivali, sotto forma di due/tre occasioni immediatamente successive
alla trasformazione di Osvaldo, tanto per far capire come stanno le cose. “Se
ci provate, servirà il pallottoliere...”, questo più o meno il messaggio
indirizzato e, a giudicare dalla titubanza mostrata dalla Roma nel finale,
puntualmente arrivato alle menti dei giallorossi. Il sigillo sulla gara da
parte di Giovinco, mandato in gol da una prodezza assoluta di Barzagli -
sombrero su Taddei, sessanta metri palla al piede con l'avversario che arranca
alle spalle e assist al piccolo numero 12 - certifica la differenza abissale
fra le due contendenti. "Una
grande squadra piena di campioni, che conosce gli avversari meglio di quanto
gli avversari conoscano loro stessi" (parole e musica di Daniele De
Rossi), contro un'altra che vive l'ennesima rivoluzione inseguendo vecchie
utopie.
Troppa Juventus per la Roma di
Zeman che dopo 19 minuti è già sotto 3-0
Continua il tabù Juventus
Stadium per la Roma che dopo il 4-0 della passata stagione, esce con le ossa
rotte – e non solo – anche in questo caso subendo un 4-1 che lascia poco spazio
alle discussioni e riporta i bianconeri ad un momentaneo +3 sul Napoli.
La superiorità della Juventus
è totale e dopo 19 minuti del primo tempo la gara è già di fatto decisa. All’ 8’
Caceres scappa sulla destra e mette al centro: Matri non ci arriva di
pochissimo e Marchisio, sul secondo palo, non trova lo specchio. Passano 3 minuti
e la Juve va avanti. Su un lancio dalle retrovie la difesa della Roma è in
vacanza e Taddei deve stendere Marchisio lanciato a rete; (il direttore di gara
risparmia la sacrosanta espulsione al giallorosso) dagli sviluppi della
punizione Pirlo trova il buco nella barriera e punisce Stekelenburg sul suo
palo. E’ solo l’inizio di un incubo per il portiere giallorosso. Al 16’ infatti
l’olandese è costretto all’uscita disperata su Marchisio capace ancora di
infilarsi nel burro della difesa giallorossa; il portiere della Roma riesce sì
nell’anticipo ma il pallone resta in zona pericolosa e sulla conclusione a
botta sicura di Vidal, Castan deve immolarsi allargando un braccio: giallo e
calcio di rigore che lo stesso cileno infila per il 2-0. Nemmeno il tempo di tornare
a centrocampo e la Juve fa tris: la Roma, ancora altissima, prova un fuorigioco
inspiegabile sul lancio lungo per Matri che, pur non concludendo benissimo,
infila solo davanti a Stekelenburg il 3-0 che chiude la gara. Diciannove minuti
e per l’undici di Zeman è notte buia. Come
spesso accade, la Juventus continua ad affrontare la gara come se fosse uno
zero a zero e solo un po’ di leziosità sotto porta degli avanti bianconeri
salva la Roma da un risultato più ampio. De Rossi nella posizione di interno di
centrocampo sembra decisamente fuori ruolo, la difesa non imbrocca un
movimento, Totti e Osvaldo sono abbandonati al proprio destino e l’intensità
del pressing bianconero, insieme a un Pirlo libero di pensare (e agire!) fanno
sì che la Juventus vada prima con Marchisio (22’) e poi con Vucinic (36’) –
entrambi fermati dalla traversa – ancora vicina al gol.
L’intervallo corre così in soccorso dei giallorossi che però, ad inizio
ripresa, si presentano inspiegabilmente con lo stesso undici e, come facilmente
prevedibile, continuano a subire lo stesso tipo di trattamento della prima
frazione. Vucinic dopo 40 secondi chiama Stekelenburg al grande intervento,
Matri è lento 9 minuti più tardi a scattare sul filtrante proprio del
montenegrino. La Roma si salva e Zeman, al 61’, si sveglia: fuori Totti e
Tachtsidis dentro Destro e Perrotta. Il doppio cambio rinvigorisce la Roma che
con il campione del mondo trova un po’ di dinamismo nella zona nevralgica del
campo e con il giovane attaccante un po’ di movimento in un attacco statico. In contemporanea poi, la Juventus opta per un
drastico taglio ai consumi, levando il piede dall’acceleratore del pressing e
permettendo alla Roma di trovare un po’ di campo e fiducia: Destro ci prova al 67’
con una pregevolissima girata al volo e due minuti più tardi si conquista un
rigore per una presunta ostruzione in area di Bonucci. Osvaldo spiazza Buffon e
il punteggio – solo quello – si riapre. Sì perché la Juventus nel giro di 3
minuti fa capire che la macchina, per quanto a giri bassi, è dotata di
un’ottima ripresa e con Marchisio – destro a giro vicino al palo -, Vucinic –
gran conclusione da fuori – e Bonucci – gol annullato per fuorigioco -, può
ancora fare male. Avvisaglia consegnata, i bianconeri tornano a chiudere tutti
gli spazi a una Roma in grado di mantenere tra i piedi il pallone ma di farlo
con ritmi decisamente poco pericolosi. E’ quindi Barzagli, al 90’, a punire
ancora una Roma sbilanciata superando con un pregevole sombrero Taddei e lanciando
il contropiede che Giovinco – entrato a un quarto d’ora dalla fine al posto di
Matri – chiude saltando Stekelnburg e infilando il 4-1 che mette fine ai
giochi. Per la Juventus l’ennesimo esame di maturità (se ancora ce ne fosse
bisogno) superato. Per la Roma un pesante ridimensionamento sul quale a
Trigoria ci sarà da riflettere: se la difesa ballerina è una controindicazione
ben indicata sul “pacchetto Zeman”, il gioco spumeggiante è la garanzia che
invoglia il consumatore a correre il rischio. Di quello però, fin ora, se n’è
visto ben poco.
14 16/02/2013 Campionato Serie A Roma – Juventus 1 - 0
Er gò de Turone
Questo episodio è considerato da
decenni l’esempio dei presunti furti della Juventus a danno
delle rivali. Episodio sul quale invero erano state sempre due le teorie, la
prima ritenuta faziosamente juventina, ossia che Turone fosse davvero in
fuorigioco, o nella peggiore ipotesi in linea con il difensore juventino (da ricordare che in quegli anni - era la stagione 1980-81 - anche essere in linea era considerato fuorigioco); la seconda, naturalmente di tutto
l’antijuventinismo imparziale, specie quello romanista, che il gol fosse buono
e fosse stato annullato perché l’arbitro (Paolo Bergamo, quello che anni dopo è
stato coinvolto, da designatore, nella vicenda “Farsopoli”, dopo essere stato
sponsor della Roma, con la compagnia di cui era agente generale, INA –
Assitalia), naturalmente al servizio del potere nefasto degli Agnelli. Bene,
giorni addietro c’è stata la grande rivelazione. Intervenendo in una
trasmissione radiofonica su Radio 2, condotta da Massimo De Luca, il famoso ex
moviolista RAI, Carlo Sassi, ha rivelato che quel gol, su cui tanto si è
discusso da decenni, era effettivamente in fuorigioco, come chiaramente si
vedeva dalle immagini; solo che, nella redazione sportiva RAI a Roma,
successivamente dette immagini vennero, come dire “acchittate” (modo elegante
per dire “alterate”), al fine di dimostrarsi che il gol era valido. E così uno dei pilastri su cui è stata costruita la leggenda metropolitana
secondo la quale lo scudetto 1980 – 81 venne “rubato” dai bianconeri alla Roma,
a causa di quel gol annullato, viene a cadere.
Invero non sarebbe stato lo stesso decisivo dato che la
Juventus arrivò con due punti di vantaggio sui giallorossi, insomma come per
l’episodio Ronaldo – Iuliano, decisivo solo per chi dimentica chi fosse in
testa in quel momento e che il risultato era già a favore dei bianconeri nella
partita; ma la voce comune per decenni è stata questa. Ed ora si scopre che
quel gol era davvero da annullare, ma naturalmente nessuno si vergognerà per
una impostura durata trenta anni. Magari, visti i tempi che occorrono
per i ravvedimenti, dovremo vivere fino al 2028, per riabilitare Ceccarini,
arbitro di Juventus – Inter del 26.04.1998, o fino al 2036 per scoprire i veri
pupari di Calciopoli, o fino al 2042 per appurare che il gol di Muntari non
sarebbe mai dovuto esistere in quanto inesistente l’angolo da cui scaturì
l’azione e irregolare il modo in cui venne battuto: speriamo di godere tutti di
buona salute fino a quel momento. Certo che per la mitologia antijuventina di
un certo ambiente romanista, è proprio una brutta annata, prima crolla il mito
di “Zeman che non vince per colpa di Moggi”, adesso pure il mito del gol di
Turone: a cosa potranno attaccarsi adesso?
Dopo nove anni, la Juventus esce nuovamente sconfitta dall’Olimpico,
contro una Roma non trascendentale, ma certamente più accorta e tatticamente
più ordinata rispetto a quella vista in precedenza. Sconfitta inopinata per certi aspetti, dopo l’impresa di Glasgow, tenuto conto
di come arrivavano invece gli avversari, con il cosiddetto maestro Zeman
esonerato, e il subentrato Andreazzoli pesantemente battuto all’esordio a
Marassi contro la Samp.
Non posso non spendere due parole sull’operato di Rocchi, e su certe valutazioni quantomeno discutibili.
Premetto che non ritengo sia da piangina evidenziare che, dopo certi assetti in Lega, difficilmente avremo direzioni di gara, come dire, non ostili nei confronti dei bianconeri, che nel dubbio non fischieranno a favore ma fischieranno contro, per cui la squadra dovrà fare pure i conti con queste cose, potendovi peraltro riuscire, come a Verona contro il Chievo e contro la Fiorentina. Rocchi si è adeguato a questo clichè, non solo per la mancata espulsione di Totti, ma per come ha fischiato nel complesso. Ossia applicando poco la norma del vantaggio quando a beneficiarne poteva essere la Juventus, consentendo ai padroni di casa qualche rudezza a centrocampo, per non parlarsi del fallo letteralmente inventato di Pogba (ormai arrivato solo in area di rigore), o la manfrina al fischio finale, con dieci secondi di anticipo, per non far battere l’ultimo angolo ai bianconeri. Forse avremmo perduto lo stesso, anche in superiorità numerica, come accaduto ad inizio anno contro la Samp, ma ancora una volta il teorema “Carraro” (nel dubbio mai fischiare a favore della Juve), viene applicato alla lettera. E dico questo perché la prossima partita, interna, contro il Siena, ritengo sia da temere ancora di più, come direzione di gara, essendo la gara che precede Napoli – Juventus.
I partenopei hanno sprecato l’occasione di avvicinarsi di più alla vetta, il rischio dunque che lo scontro diretto sia non proprio decisivo per l’esito del campionato è più che probabile, anche in considerazione che il Napoli sarà fuori casa ad Udine nel prossimo turno. A pensar male si farà “peccato” (per chi ci crede), ma temo che da qualche parte si tema un distacco anche superiore ai quattro punti, e magari da quelle parti si prenderà nota di chi sono i nostri giocatori in diffida, che forse sarebbe meglio preservare da possibili cartellini …
Non posso non spendere due parole sull’operato di Rocchi, e su certe valutazioni quantomeno discutibili.
Premetto che non ritengo sia da piangina evidenziare che, dopo certi assetti in Lega, difficilmente avremo direzioni di gara, come dire, non ostili nei confronti dei bianconeri, che nel dubbio non fischieranno a favore ma fischieranno contro, per cui la squadra dovrà fare pure i conti con queste cose, potendovi peraltro riuscire, come a Verona contro il Chievo e contro la Fiorentina. Rocchi si è adeguato a questo clichè, non solo per la mancata espulsione di Totti, ma per come ha fischiato nel complesso. Ossia applicando poco la norma del vantaggio quando a beneficiarne poteva essere la Juventus, consentendo ai padroni di casa qualche rudezza a centrocampo, per non parlarsi del fallo letteralmente inventato di Pogba (ormai arrivato solo in area di rigore), o la manfrina al fischio finale, con dieci secondi di anticipo, per non far battere l’ultimo angolo ai bianconeri. Forse avremmo perduto lo stesso, anche in superiorità numerica, come accaduto ad inizio anno contro la Samp, ma ancora una volta il teorema “Carraro” (nel dubbio mai fischiare a favore della Juve), viene applicato alla lettera. E dico questo perché la prossima partita, interna, contro il Siena, ritengo sia da temere ancora di più, come direzione di gara, essendo la gara che precede Napoli – Juventus.
I partenopei hanno sprecato l’occasione di avvicinarsi di più alla vetta, il rischio dunque che lo scontro diretto sia non proprio decisivo per l’esito del campionato è più che probabile, anche in considerazione che il Napoli sarà fuori casa ad Udine nel prossimo turno. A pensar male si farà “peccato” (per chi ci crede), ma temo che da qualche parte si tema un distacco anche superiore ai quattro punti, e magari da quelle parti si prenderà nota di chi sono i nostri giocatori in diffida, che forse sarebbe meglio preservare da possibili cartellini …
Il fallo di Totti su Pirlo : chiaramente da rosso diretto e non da giallo. Se a commettere quel fallo fosse stato un mediano qualsiasi, era fallo da
espulsione, ma siccome l’autore era Totti, che non è il classico mediano
falloso, giustamente l’arbitro è stato indulgente, perché Totti è un campione,
che spesso subisce falli e non sarebbe proprio il giocatore che intende
commettere falli del genere. Come dire il fallo da espulsione dipende da chi lo
commette, non dal tipo di fallo di per sé, insomma un omicidio è tale se
commesso da un poveraccio qualsiasi, non lo è se commesso da un “nobile” ! Dopo
le leggi “ad personam”, nel calcio siamo ai giudizi “ad personam”: noi Juventini lo sapevamo già, ma almeno prima erano più abili ad occultarsi
15 05/01/2014 Campionato Serie A Juventus
– Roma 3 - 0
Parla il campo. Sempre. E racconta di una
Juve stratosferica: sempre vincente in casa, con
dieci successi consecutivi in campionato. Da entrare dritta nella storia,
peraltro gloriosa, del club. E nella storia ci entra di diritto Antonio Conte.
La sua grinta famelica ha contagiato il gruppo che da qui si autoalimenta per
continuare a combattere, dominare, imporsi. Grandi in Italia, e resta il
rammarico per l'Europa. Questa squadra è molto più di quella vista con
Copenaghen e Galatasaray. Ma di rimpianti non si vive. «E' il campo che
deve sempre parlare - commenta il tecnico -. E questa Juve da due anni e mezzo
fa parlare il campo in maniera importante, a volte anche in maniera clamorosa.
Ai ragazzi, a me, alla Juventus, non deve interessare niente, se non il campo.
E lavoriamo perché parli sempre a nostra favore». La storia, dicevamo. Dieci
trionfi di seguito come nel 1932. «Beh, sono epoche diverse, stress diversi,
pressioni diverse e non è semplice fare quello che stiamo facendo. Spesso passa
tutto inosservato. Mi dà fastidio e mi dispiace, a volte: stiamo facendo delle
cose incredibili, straordinarie e sembra che tutto sia dovuto, che tutto passi
inosservato, perché è la Juve».
Da Facebook, un utente romanista prima della partita, in risposta ad uno juventino che lo aveva provocato (“prenderete 3 o 4 gol e ricreazione finita”): cioè gli juventini si illudono di riuscire a fare il 50% dei goal subiti (7) in 17 partite dalla Roma? Siete molto ottimisti!
Morgan
De Sanctis :
Il portiere giallorosso, dopo aver raccolto i tre
palloni gentilmente depositati nella sua rete da Vidal, Bonucci e
Vucinic, ha offerto il peggio di sé davanti alle telecamere di Sky, ribadendo
che "la Juve in Italia vince per via del sistema, che è fatto di
'tante cose': dalla paura degli avversari ad affrontarla a viso aperto,
all’impossibilità di criticare il sistema Juve senza che qualcuno risponda
offeso, bollando le affermazioni degli altri come 'chiacchiere da bar'. Una
sudditanza psicologica nei confronti della Juventus che c’è un po’ in tutto il
nostro sistema calcio che tutti noi addetti ai lavori rappresentiamo”.
E poi la papera finale, una roba simile all'intervento
che l'ex portiere del Napoli effettuò a Bergamo sul tiro dell'atalantino
Brivio: “La Juventus ha questo stadio che le porta vantaggi, le
altre no. Anche questo fa parte del sistema calcio in Italia e sarà
un vantaggio che la Juve avrà per i prossimi sei/sette anni”.
Ecco perché, in risposta a queste e ad altre
minchiate espresse dall'ambiente giallorosso in questa lunga vigilia durata
ben quindici giorni – con le feste di mezzo, e, forse, qualche bicchiere
di troppo - è meravigliosa la replica di un capitano (il nostro) al loro
“Casper” – all’ennesima partita “fantasma” allo Stadium - a proposito degli
“aiutini”: “Siamo in testa meritatamente, siamo ragazzi intelligenti che
fanno tesoro delle sconfitte, come contro l’Inter lo scorso anno e la
Fiorentina quest’anno. Ora possiamo dirlo senza che qualcuno possa permettersi
di sollevare illazioni, e lasciando che certi discorsi siano ridotti
a chiacchiere da bar. Non mi riferisco a Totti ma a tutti coloro i quali per
sminuire i nostri risultati tirano in ballo il discorso sugli aiutini. Siamo
l'alibi di chi non vince mai. Quanto al campionato, non è finito niente perché
loro sono un’ottima squadra che ci ha messo in difficoltà e non è
seconda per caso”.
A proposito di romanisti: urge ricordare lo score
delle sfide Juventus-Roma da quando la partita si gioca allo Juventus Stadium:
3-0, 4-0, 4-1 e 3-0.
Nel dettaglio: Giaccherini, Del Piero, Kjaer, Vidal,
Vidal, Pirlo, Marchisio, Pirlo, Vidal, Matri, Osvaldo, Giovinco, Vidal,
Bonucci, Vucinic.
Ricapitoliamo: 13 gol dei giocatori della Juve più due
di romanisti (Osvaldo e Kjaer).
Peccato che uno dei due romanisti (Kjaer) abbia fatto
gol nella propria porta.
Quindi aggiorniamo: le visite allo Stadium sono finora
costate alla Roma 4 sconfitte, un solo gol segnato (su rigore di Osvaldo) e 14
subìti.
Parafrasando il tifoso giallorosso medio: “Mai ‘na
‘ggioia!”.
Anche se sono pronto a scommettere che già nei
prossimi giorni a Roma ribalteranno la situazione accampando le solite scuse,
aggrappandosi a chissà quale episodio, o semplicemente seguendo le orme di De
Sanctis, nuovo guru del pensiero alla vaccinara. Perché come da filosofia: “Chi tifa Roma nun perde
mai”. Contenti loro.
Noi ci accontentiamo di quello che la Juventus ha
espresso sul campo, al cospetto di una squadra “che non ha nulla da
invidiare alla Juventus, anzi, è più forte” (cit. il marito della Blasi),
una squadra letteralmente sospinta da tutta l’Italia non juventina verso
l’Impresa. Noi ci accontentiamo dei primi venti minuti passati a
studiare, anche soffrendo, contro una Roma convinta, gasata, motivata e venuta
a Torino col petto in fuori, forte della propria "imbattibilità" e
della difesa “meno battuta d’Europa”. Noi ce ne freghiamo delle polemiche e continuiamo a
giocare nonostante "er gomito de Dodò". Immaginate l'episodio a parti
invertite. Roba da insurrezione popolare.
E se Bonucci contravviene al diktat del suo allenatore
(aspettare, lasciar sfogare e poi colpire) e permette a Ljajic di procurarsi
l’unica nitida occasione giallorossa della partita, prontamente arginata da
Chiellini e Buffon, il gol di Vidal è una meraviglia: un capolavoro fra il
cileno, Tevez e Lichtsteiner che con cinque tocchi e una finta di colui che,
per cause famigliari, non doveva esserci ("Tevez non c'è!")
perforano la “miglior difesa d’Europa” completamente schierata, e il suo
leader Benatia “seguito dai più grandi club d’Europa” protagonista
assoluto - in negativo - nel tenere in gioco tutti.
La Roma reagisce, ma più di tre tiri sporchi non
produce, e poco dopo il venticinquesimo si spegne, spuntata senza e con Destro,
con Gervinho disinnescato e Pjanic presto intrappolato nella morsa di Pogba e
Asamoah, altrettanto implacabili su Maicon. La Juve prende campo, chiude l’avversario negli ultimi
venti metri e per almeno cinque volte De Sanctis la vede brutta su tre
inserimenti di Tevez, un tiro di Pogba su schema da punizione e una conclusione
di Llorente che sfiora l’incrocio dei pali. La ripresa ricomincia da dove si era interrotta la
prima frazione, e al minuto tre Bonucci si fa perdonare il mezzo pasticcio del
primo tempo raccogliendo in splendida solitudine (ah, la miglior difesa
d’Europa…) un perfetto assist di Pirlo. 2-0, la partita sembra finita, la Juve amministra e la
Roma non ne ha più, finchè De Rossi interviene su Chiellini in modo scomposto e
plateale, guadagnandosi un meritato rosso dal quale scaturiranno un'altra
punizione e un altro rosso (per Castan, quello che si era perso Bonucci sul
2-0) e l'ineccepibile rigore trasformato da Vucinic. 3-0 dunque: decima vittoria consecutiva, 26 gol fatti
e uno subìto dalla trasferta di Firenze in poi; otto punti di vantaggio ad una
giornata dal termine del girone d’andata, tredici punti recuperati alla Roma in
otto giornate. E un attacco che con i tre gol di oggi viaggia a medie
che riportano a cinquant’anni fa, dato che fa piacere coincida col giorno in
cui allo Juventus Stadium entrava - festeggiatissimo - per la
prima volta il più grande bomber straniero della storia juventina:
David Trezeguet. Gli altri, guardino pure in alto, compresi
commentatori televisivi depressi, affranti, quasi piagnucolanti nell’indulgere
nei confronti di una Roma che “non deve demoralizzarsi”, “sta
facendo un grandissimo campionato”, “ha un atteggiamento da grande
squadra”, ecc.ecc. Perché riconoscere i meriti altrui, quando si tratta
della Juve, è esercizio complicato.
Buffon:
Le parole di Totti sono l'alibi di chi non vince - Gigi
Buffon, ai microfoni SKy, messo davanti agli impressionanti numeri di questa
Juve, non appare stupito: "Son numeri presi
con pieno merito ce li siamo guadagnati, e dalle sconfitte, da ragazzi
intelligenti abbiamo imparato dalle sconfitte. Come con l'Inter l'anno scorso,
anche con la Fiorentina quest'anno abbiamo fatto tesoro di
quell'episodio". Le
frasi di Totti? "Sono chiacchiere.
Sono scusanti e alibi, frasi come quelle di Francesco le hanno dette in tanti.
Sono gli alibi di chi non vince".
A Morgan De Sanctis, che
nei giorni scorsi si era sbilanciato su un fantomatico sistema che favorisce
sempre e comunque la Juve, le tre (metaforiche) sberle non hanno fatto
cambiare idea. Infatti, dopo una breve disamina della gara ("Nel
primo tempo la Roma ha disputato un'ottima partita, peccato che nell'unica vera
situazione pericolosa abbiamo subito goal. Poi nel secondo tempo abbiamo fatto un
pochettino più di confusione, soprattutto non siamo rimasti lucidi nelle
situazioni di palla inattiva. Questo ha determinato, assieme alle due
espulsioni, un risultato che nelle proporzioni è eccessivamente
esagerato"), ai
microfoni Sky, ha ribadito: "La
Juve più di noi ha solo gli otto punti, per quello che ha determinato questa
differenza di punteggio io ribadisco quello che ho detto in settimana, senza
incentrare sulla parte negativa di quel che vuol dire per la Juve in Italia
essere ancora più forte di quello che poi è; riconosciamo tutti che hanno
grandissimi giocatori e un grande allenatore, però è proprio il sistema
italiano che la rende assolutamente più forte. La Roma nel primo tempo ha
dimostrato di potersi giocare la partita. Quando vieni qui e ti giochi la
partita perché hai delle qualità (come succede in Europa),
sostanzialmente puoi anche perdere ma nella partita ci sei e ti può succedere
di fare risultato. La Juve sono tre anni che gioca in uno stadio tutto nuovo, è
un grandissimo vantaggio che probabilmente conserverà per i prossimi 6-7 anni
rispetto a tutte le altre società italiane. Questo è frutto del Sistema e anche
della bravura di una Società come la Juve. E il Sistema è quello in cui ci
muoviamo, noi e voi addetti ai lavori, un po' di sudditanza da parte di tutti.
E io non farei neanche un certo tipo di discorsi dove, se qualcuno dice
qualcosa che va a contestare il pensiero Juve, dice qualcosa che è da bar o
dice qualcosa che non è corretto, quello no! Ognuno deve stare nei propri discorsi
con legittimità perché se potesse parlare solo chi vince non parlerebbe nessuno
in questo Sistema".
La
commozione di Trezeguet - E'
stato il giorno del ritorno di David Trezeguet allo stadio per una partita
della 'sua' Juventus. E per Trezeguet è stata
davvero una serata emozionante: "Sono contento,
sono tornato come avevo promesso tempo fa, di venire a salutare i tifosi in
questo stadio che non conoscevo e fa venire i brividi. E' una cosa unica. Quando
sono andato via avevo lasciato una squadra con idee interessanti e oggi la Juve
è cambiata molto a livello positivo e penso che stia diventando o possa
diventare con il tempo una delle squadre più importanti al mondo. E' quello che
hanno come obiettivo ed è la cosa più importante. Come mi sarei trovato in
questa Juve? Considerando quello che sta facendo la Juve, che vuole vincere
sempre e gioca sempre all'attacco, per un attaccante è sempre molto più
semplice. La Juve ha dei giocatori che fanno la differenza e io penso che
giocare in questa squadra, in questo stadio, sarebbe stata una bella storia.
Tevez-Llorente come Del Piero-Trezeguet? Sono due grandissimi giocatori che
stanno facendo molto bene alla Juve. La Juve ne ha bisogno. Hanno dimostrato a
livello mondiale di essere all'altezza di questa società e mi auguro che
possano continuare a dimostrare il loro livello". Alla clip con i suoi gol
David si commuove: "Ho voglia di
piangere, sinceramente quello che ha fatto la Juve per me non lo potrò mai dimenticare.
E grazie anche a voi che mi avete seguito dieci anni, grazie a tutti, per
tutto. E' qualcosa di unico quello che mi è successo alla Juve, sarà
impossibile da dimenticare
16 21/01/2014 Coppa Italia Roma –
Juventus 1 – 0
Non era iniziata nel migliore dei modi la serata con due tifosi
juventini accoltellati fuori dallo stadio. La Juve delle seconde linee era riuscita
a resistere fino a pochi minuti dalla fine .Purtroppo il direttore di gara si è
dimenticato di espellere Benatia dopo pochi minuti nel primo tempo e il suo
assistente Manganelli ha annullato un gol a Peluso che lascia molti dubbi.
Peccato,succede. Ovviamente a parti invertite ci sarebbero state le
interrogazioni parlamentari ma noi siamo superiori e andiamo avanti.
Gol dubbio annullato a Peluso,
Benatia graziato dall'espulsione dopo 15': Tagliavento approssimativo.
Tra
novità regolamentari come l'ammonizione da ultimo uomo e un gol di Peluso
annullato, la Juve rimaneggiata di Coppa Italia tiene testa alla Roma titolare per tre quarti di
partita ma alla fine capitola di contropiede ed esce dalla competizione, con i
gentili omaggi di un Tagliavento in versione deluxe per quanto riguarda una
direzione di gara che definire controversa è un eufemismo. Ma oltre alle
decisioni discutibili della terna arbitrale pesano anche le scelte del tecnico
bianconero, stavolta forse troppo sicuro di poter fare risultato anche
cambiando esterni e coppia d'attacco tutti insieme. Roma annunciata e al massimo, Juve col turnover: Isla e
Peluso sulle fasce, Giovinco e Quagliarella davanti, Marchisio per Pogba a
centrocampo. Di Nainggolan, preferito a Pjanic nel trio di centrocampo
giallorosso, il primo tiro dopo otto minuti. Tutta la Roma aggressiva non
appena perde palla, pressing alto e difficoltà della Juve nel costruire gioco:
Vidal si mette in evidenza rubando palla a Totti e saltando De Rossi in una
sola azione. Giovinco soffre le maniere forti della retroguardia avversaria ma
al quarto d'ora si guadagna una punizione dai trenta metri, trattenuto da Benatia
ultimo uomo. Sarebbe rosso diretto da regolamento ma Tagliavento
inspiegabilmente ammonisce solamente il difensore giallorosso, tra le proteste
della panchina della Juve. Ancora Benatia falloso su Giovinco, al 20' altro
richiamo dell'arbitro al marocchino. Roma
pericolosa cinque minuti più tardi con una bella azione partita da Nainggolan,
rifinita da De Rossi e conclusa da Totti di sinistro, tiro respinto. Secondo
giallo della partita per Florenzi che abbatte Giovinco, Totti ancora di
sinistro alla mezz'ora si fa pericoloso. È sulla destra che Maicon tiene in
apprensione la Juve, i suoi tentativi di infilarsi in area vengono rintuzzati
da Chiellini ma un cross del brasiliano attraversa tutta l'area piccola a pochi
passi dalla porta bianconera. Barzagli accusa un problema muscolare ma stringe
i denti, soffrendo come la Juve, schiacciata dietro come Isla e Peluso,
surclassati da Maicon e Torosidis. Il cileno mette la testa in difesa su un
altro cross di Maicon, finale di tempo ancora di marca giallorossa. Entra Ogbonna all'intervallo, ma per sostituire Chiellini e non
Barzagli. Due minuti e Peluso si incunea in area a colpire di testa, a due
metri da De Sanctis, un cross di Isla: palla in rete ma tutto fermo, la palla
era uscita dal campo per l'assistente dell'arbitro. Dal replay però il pallone
sembra non aver mai varcato la linea di fondo. Brutta entrata di Castan su
Quagliarella, Tagliavento non ha grande personalità e fischia solo il fallo.
Barzagli salva su un cross di Totti destinato a Gervinho, gialli anche per
Strootman e Peluso. E a un quarto d'ora dal termine primo cambio anche per
Garcia: fuori Florenzi, dentro Pjanic per supportare Totti e Gervinho. Risponde
Conte: Llorente per Giovinco. Al 79'
spizzata di Totti, Pjanic controlla eludendo l'anticipo di Barzagli e lancia il
contropiede, rifinito su Strootman che serve Gervinho sul primo palo, letale e
spietato nell'anticipare Bonucci e superare Storari. Conte butta dentro Tevez
per Peluso ma è troppo tardi per recuperare una partita forse lasciata in mano
ai giallorossi per troppo tempo: un tiraccio di Marchisio e uno molto più
pericoloso di Pjanic portano al recupero di quattro minuti, con l'ultimo
sussulto affidato al sinistro di Vidal, fuori come i bianconeri dalla coppa. È
la prima sconfitta per i bianconeri dal 2014, la terza in stagione dopo
Fiorentina e Galatasaray. Per la Roma ora la vincente di Napoli-Lazio.
Birindelli, il rigore non c'è e lui rifiuta il "regalo"
Il tecnico degli
esordienti del Pisa: «Ho detto ai ragazzi di aiutare l'arbitro e così
l'attaccante ha ammesso che non era fallo»
Alcune settimane fa, senza pensarci un
istante, ritirò la sua squadra campo perché i genitori litigavano sugli spalti
dopo l'errore di un suo giocatore (undicenne), domenica scorsa ha aiutato un
arbitro debuttante a prendere la decisione giusta e ha rifiutato un calcio di rigore che non c'era.
Alessandro Birindelli, ex campione della Juventus, e ora tecnico degli
Esordienti del Pisa e responsabile del settore giovanile nerazzurro ci ha preso
gusto: lo sport è lealtà. Prima di tutto. "Ma il merito -
dice il tecnico a La Nazione, che oggi ha raccontato l'episodio - è dei
miei giocatori. Sono loro che hanno detto all'arbitro che il rigore
non c'era". Alla fine il Pisa, che gioca nel
campionato Esordienti Fair Play, ha vinto lo stesso, ma il risultato, per Birindelli,
è un dettaglio. Del resto a questi livelli, e a questa età, i bambini giocano
per imparare soprattutto le regole della vita, anche se spesso sono migliori
degli adulti. Non deve essere importato molto, infatti, alla Figc che il
campionato si chiamasse Fair play quando ha assegnato la sconfitta a tavolino
ai nerazzurri per avere abbandonato il campo mentre sugli spalti era scoppiata
una gazzarra tra genitori. Birindelli però non ha cambiato linea: domenica
l'arbitro era un giovane alla sua prima gara ufficiale, per questo affiancato
da un tutor. L'attaccante del Pisa e il portiere avversario si scontrano, lui
assegna il penalty scatenando le proteste, va in confusione e allora Birindelli
interviene: "Ho detto ai ragazzi di aiutare l'arbitro e così l'attaccante
ha ammesso che non era fallo".
BARZAGLI: “DISPIACE PER
L’ELIMINAZIONE. ARBITRI? IO NON MI PERMETTO DI PARLARE”
Uno dei protagonisti della gara, Andrea
Barzagli, ha parlato ai microfoni di Rai Sport dopo il ko della Juve in Coppa Italia a Roma.Ecco le parole del difensore toscano: “Chiaramente dispiace venir eliminati
da una competizione, è dura ma servirà da lezione per le prossime
partite. Cosa abbiamo sbagliato? Ma niente, solo nell’ occasione del goal magari
abbiamo sbagliato un po’ il posizionamento su una palla persa a centrocampo.
Per il resto è stata una gara davvero molto equilibrata e decisa da un episodio
che poteva capitare a noi”. “Episodi arbitrali? Io penso che in
campo sia difficile valutare se era rosso a Benatia o goal regolare. Io non mi
permetto mai di giudicare e non parlo, l’arbitro ha sempre ragione.
Mercato? Certo domani ritrovare Mirko a Vinovo sarà strano dopo che ci eravamo
salutati lunedì con un po’ di malinconia. Spero sia motivato come sempre di
continuare a giocare per la Juve, anche se sarà complicato. Per fortuna non
mi sono mai ritrovato in una cosa del genere”.
Antonio Conte, allenatore della Juventus, recrimina
dopo l'eliminazione in Coppa Italia, nei quarti di finale contro la Roma.
"È stata una partita molto equilibrata fra due
squadre fortissime. Dispiace aver preso gol nel momento migliore. Ci siamo
disuniti a 10' dalla fine. In Coppa Italia nella mia gestione abbiamo sempre
fatto giocare chi gioca meno. E l'abbiamo fatto anche stasera. E sono
soddisfatto dei giocatori che hanno giocato oggi e che finora hanno giocato di
meno. C'è bisogno di fare turn over. Chiellini se non fosse stato squalificato
in campionato non avrebbe giocato, e infatti si è infortunato. Non abbiamo
giocatori di ripartenza. Giovinco stesso è un giocatore da 20 metri, non da 50
metri (di contropiede). Ma l'atteggiamento è stato lo stesso di Torino, della
partita di campionato. Volevamo usare le giuste accortezze in fase difensiva e
in fase di possesso. Nel primo tempo siamo stati troppo timidi, ma non ho visto
grandi momenti di sofferenza da parte nostra".
"Il gol di Peluso era regolare. Sul cross di Isla
la palla era dentro, e neanche di poco. I giocatori della Roma non hanno detto
nulla, tutti a testa bassa e benedicono il fatto che il guardalinee abbia
alzato la bandierina, ma forse è meglio così, ci fossero stati degli aiutini
saremmo stati rovinati". Sul fallo di Benatia su Giovinco e la presunta
mancata espulsione del romanista, punito con un giallo: "Penso che quello
possa essere considerato fallo da ultimo uomo, l'ho chiesto anche a Rocchi e mi
ha detto che il mio giocatore era girato. Non capisco... Non mi va di entrare
in ciò che compete agli arbitri. Hanno preso questa decisione e
l'accettiamo".
Juventus, Conte: "Il nostro gol era buono. Palla dentro sul cross, e
neanche di poco"
L'allenatore
bianconero: "Il cross di Isla per Peluso non era uscito. E quello su
Giovinco era fallo da ultimo uomo. È stata una partita molto equilibrata.
L'atteggiamento tattico? È stato lo stesso di Torino, della partita di
campionato. E non ho contropiedisti in squadra. Chiellini è uscito per
infortunio"
"Ieri sera abbiamo assistito alla partita tra giallorossi e bianconeri,
dove i rossi erano la squadra della Roma e i gialli i tre tipi che giravano nel
campo con fischietti e bandierine varie."
Una battuta da bar sport, ovviamente, noi non abbiamo nessuna prova che la terna arbitrale abbia intenzionalmente sbagliato praticamente tutto a favore della squadra di casa. Ci sta di perdere, ci sta di uscire sull'unico contropiede concesso in tutta la partita e nel momento migliore dei bianconeri, ci sta che un arbitro (famoso per essere prodigo di cartellini...) non abbia avuto il coraggio di espellere Benatia a metà primo tempo per somma di ammonizioni, ci sta che il guardalinee conosca leggi della balistica ignote al resto della comunità scientifica. Ci sta tutto, e si chiama calcio. Quello che rimane insopportabile, da consumatori, clienti, appassionati, utenti, chiamateci come vi pare, è la mancanza di professionalità, coerenza e molto altro da parte di quelli che vengono definiti "addetti ai lavori" o, peggio ancora, "osservatori privilegiati":
Tutti noi siamo stanchi di dover recitare, come un mantra, la fatidica frase: "A parti invertite chissà cosa sarebbe successo", ma ve l'immaginate la prima pagina di certi giornali, se gli episodi fossero avvenuti nelle metà campo opposte?
Una battuta da bar sport, ovviamente, noi non abbiamo nessuna prova che la terna arbitrale abbia intenzionalmente sbagliato praticamente tutto a favore della squadra di casa. Ci sta di perdere, ci sta di uscire sull'unico contropiede concesso in tutta la partita e nel momento migliore dei bianconeri, ci sta che un arbitro (famoso per essere prodigo di cartellini...) non abbia avuto il coraggio di espellere Benatia a metà primo tempo per somma di ammonizioni, ci sta che il guardalinee conosca leggi della balistica ignote al resto della comunità scientifica. Ci sta tutto, e si chiama calcio. Quello che rimane insopportabile, da consumatori, clienti, appassionati, utenti, chiamateci come vi pare, è la mancanza di professionalità, coerenza e molto altro da parte di quelli che vengono definiti "addetti ai lavori" o, peggio ancora, "osservatori privilegiati":
Tutti noi siamo stanchi di dover recitare, come un mantra, la fatidica frase: "A parti invertite chissà cosa sarebbe successo", ma ve l'immaginate la prima pagina di certi giornali, se gli episodi fossero avvenuti nelle metà campo opposte?
K. Poborsky 22 gennaio 2014 17:22
A parti invertite ci sarebbe stato un
inserto dedicato sul CdS, con interviste in esclusiva a Turone, Aldair, Amendola,
Falcao e commentatori RAI. Insomma tutti i più incalliti sostenitori della
povera Riomma che lotta contro i super cattivi bianconeri. Invece zero, già
ieri si sviava mentre le immagini mostravano l'accaduto. Un gol di Peluso su
cross di Isla li avrebbe mandati tutti dritti alla neuro, purtroppo è stato
annullato e non ci saranno processi sui media (tantomeno per l'impunità
reiterata garantita al "miglior difensore d'Europa ad oggi", meglio
così, è soprattutto quì che si vede la differenza tra Juve e calcio italiano:
la dignità.
NeuroZona
22 gennaio 2014 17:51
Sapete qual'è lo score di tagliavento con
la Juve in trasferta ? V4 N5 P4...
E con la Maggica in casa ? V8 N3 P0...
E con la Maggica in casa ? V8 N3 P0...
Che è successo all'Olimpico di Roma?
In occasione del gol annullato a Peluso
nell'incontro di Coppa Italia Roma - Juventus, la RAI ha pubblicato un fotogramma, nel quale si dimostrava,
evidenziando il tutto con un rettangolo giallo, che la palla era uscita prima
che venisse colpita di testa dal difensore bianconero.
Sul web si era replicato, utilizzando il medesimo fotogramma,
mostrando che tutto dipendeva dalla scelta delle dimensioni del rettangolo
giallo per far risultare dentro o fuori quella palla. Criterio quindi del
tutto arbitrario e inaffidabile. Sulla questione, con tutto il rispetto per la RAI, meglio fidarsi delle immagini in movimento:
http://www.youtube.com/watch?v=gxCAcGTC6-4
Quel fotogramma RAI mette in dubbio la regolarità del campo dello Stadio Olimpico di Roma. Si noterà infatti che il campo contiguo alla linea laterale con il cartellone pubblicitario "Frankie Garage" e la relativa tribuna laterale non sono paralleli alla linea laterale stessa, ma in salita da destra verso sinistra, "con effetto ad uscire". A centro area, invece, il terreno di gioco va in salita anch'esso, ma da sinistra verso destra, e la linea verticale dell'area di porta non è perpendicolare alla linea di fondo. Gli stessi cartelloni pubblicitari dietro la porta sembrano avere anch'essi un "effetto ad uscire", non essendo paralleli alla linea di fondo.
17 11/05/2014 Campionato Serie A Roma – Juventus 0 - 1
La Juve vince a Roma, 100 punti a un passo
Partita divertente e
nervosa. Annullato giustamente un gol alla Roma, Chiellini meriterebbe il rosso
nella ripresa. Gervinho incontenibile, ma sterile. Palo di Pogba
ROMA - La vendetta di Osvaldo regala alla Juventus un trionfo totale. La Roma
viene battuta all'ultimo minuto di recupero, annientando anche l'ultimo sogno
giallorosso. Il campionato già vinto, ma qualsiasi dubbio su chi abbia meritato
di più fra Roma e Juventus viene spazzato da una vittoria cattiva, quanto
meritata. E così la Juventus si avvicina al fatidico record dei cento punti.
Una pareggio sul Cagliari, domenica prossima alle 15, permetterebbe alla
squadra di Conte di entrare nella storia. Il successo dell'Olimpico è un
ulteriore suggello alla meravigliosa stagione dei bianconeri che riescono a non
perdere contro la volitiva e aggressiva Roma. Per i giallorossi era una
specie di finale "morale" per chiosare una stagione altrettanto
spettacolare, ma nel confronto delle due migliori difese del campionato quella
della Juventus mantiene l'inviolabilità nonostante qualche affanno. E se
l'ansia del popolo juventino continua a essere rivolta al "caso
Conte", la soddisfazione di aver battuto la Roma all'Olimpico rende
trionfale la "gita a Roma", com'era ironicamente stata definita dai
tifosi juventini la trasferta di oggi. Partita frizzantina: squadre
all'attacco, liberate dall'ansia del risultato e che provano in tutti i modi a
fare gol. Ma partita anche nervosetta, perché anche se non conta per lo
scudetto, la sfida fra Roma e Juventus diventa una specie di resa dei conti fra
i giocatori in campo che non risparmiano colpi e colpetti. Tra i più nervosi
c'è Chiellini che potrebbe anche meritare il rosso, ma anche Pjanic e qualche
altro romanista non scherzano. La Roma segna un gol al 17', ma viene
giustamente annullato da Russo: Gervinho semina il panico sulla destra, la
mette in mezzo, ma il greco controlla nettamente con la mano, vanificando il
gol (non l'esultanza da parte di Torosidis che non è proprio il massimo...).
Quell'azione però è una nitida fotografia del copione giallorosso che si affida
alla grande giornata di Gervinho che mette in imbarazzo Chiellini e Bonucci,
affannatissimi nel tentare - senza per altro riuscirci - ad arginare
l'ivoriano. La Juventus da parte sua conta su un motivatissimo Tevez e un
ispirato Pogba. Il primo sfiora il gol al 15', il secondo prende un palo a un
minuto dalla fine del primo tempo e offre a Llornete un cross pregevolissimo,
che lo spagnolo incorna troppo centrale per la facile parata dell'esordiente (e
bravissimo) Skorupski. Nella ripresa l'episodio che farà discutere: punizione
dal limite, batte Pirlo, ma quello che conta accade in barriera, dove Chiellini
sbraccia e colpisce Pjanic. Non è un colpo violento e Pjanic stramazza al suolo
esagerando la portata del fallo, ma Chiellini è inequivocabilmente da
espellere. Russo lo grazia (per altro era già ammonito) e questo innesca
ulteriore nervosismo con lo stesso Pjanic che pochi minuti dopo si macchia di
un fallo "di vendetta" sul difensore bianconero, meritando a sua
volta il giallo. E nel finale c'è spazio ancora per scintille fra Torosidis e
Tevez, con falli e vendette che si susseguono in modo poco sportivo. La
partita, tuttavia, continua a essere divertente, agonisticamente vera,
tecnicamente godibile. La Roma vuole vincere, la Juventus non vuole perdere.
Mancano i gol, non lo spettacolo. La Juve è pricolosissima in contropiede e
quando Osvaldo prende il posto di Llorente trova anche la smania dell'ex di
ricacciare in gola ai tifosi romanisti i rumorosissimi fischi. Dall'altra parte
Gervinho continua a essere pericolosissimo, anche se Storari compie due
miracoli in un secondo parando prima un violento tiro di Nainggolan sulla cui
respinta si avventa Florenzi vedendosi però parato dal vice-Buffon anche il suo
tentativo. C'è gloria, dunque, anche per l'ottimo Storari nel terzo scudetto
consecutivo della Juventus. E alla fine, proprio alla fine, quando mancano pochi
secondi alla fine è Osvaldo che la butta dentro con un meraviglioso destro a
giro su cross di Lichtsteiner che aveva ricevuto grazie a una geniale apertura
di Pogba.
UNICA SCONFITTA CASALINGA DELLA
ROMA PROPRIO CONTRO DI NOI
RECORD VITTORIE TOTALI DELLA
STORIA JUVENTUS : 32 (poi saranno 33)
RECORD VITTORIE ESTERNE JUVE
EGUAGLIA SE STESSA
RECORD SUPREMO DI PUNTI : 99 (poi saranno 102)
MIGLIOR ATTACCO E MIGLIOR
DIFESA
ROMA - Ancora cori di
discriminazione territoriale, ancora una curva che rischia la chiusura. Durante
il primo tempo di Roma-Juventus, la Curva Sud ha intonato più volte cori contro
i napoletani (il solito "Lavali con il fuoco" e "Odio
Napoli"). Il che significa che la Sud rischia la chiusura. In curva è
comparso anche uno striscione "Forza Daniele" probabilmente riferito
a De Santis, l'ultrà accusato di aver sparato a Ciro Esposito prima della
finale di Coppa Italia. Intanto intorno allo stadio la situazione è
tranquillissima. Ed è stata tranquilla anche la fase del prepartita con un
afflusso normale, il cordone di sicurezza ha retto e il grande dispiegamento
delle forze dell'ordine ha garantito che finora la giornata non abbia
presentato nessuna problematica. La
Juve ha preferito lasciare il comando delle operazioni ai giallorossi che,
però, si sono resi pericolosi solo con un paio di conclusioni da fuori, la
prima di Totti, su sponda di Destro, che la seconda di Nainggolan, su assist di
Gervinho. I campioni d'Italia hanno agito di rimessa e in più di un'occasione
hanno costretto agli straordinari Benatia e Castan, sfiorando per tre volte il
vantaggio con Asamoah e Llorente (2). Le migliori occasioni sono arrivate nel finale di
tempo: al 39' Gervinho, lanciato a tu per tu con Storari da Pjanic, ha calciato
malamente addosso al portiere, al 45' Pogba, su sponda di Llorente, ha colpito
in pieno un palo con un sinistro in diagonale. Nella ripresa la musica non è cambiata anche se la Roma ha decisamente
alzato il baricentro, impegnando Storari prima con Torosidis poi con una
punizione di Pjanic infine, nel finale, con una duplice conclusione di
Nainggolan e del subentrato Florenzi. La
Juve, graziata al 58′ da Russo (che non ha punito con il rosso una gomitata, da
prova tv, di Chiellini a Pjanic), ha badato a coprirsi ma non ha mai rinunciato
a ripartire. E dopo aver impegnato Skorupski con un destro di Lichtsteiner e
con un altro tiro da lontano di Pogba è passata, proprio all'ultimo secondo,
con una delle sue classiche azioni di fabbrica: Pogba ha lanciato in area sulla
destra Lichtsteiner che ha rimesso in mezzo per il subentrato Osvaldo, bravo a
rispondere ai fischi d'accoglienza ricevuti dai suoi ex tifosi infilando con
precisione l'incrocio. E così ora per la Juve il trionfo è davvero completo.
Il “dio” del calcio esiste, ed il calcio può sembrare illogico ma ha sempre la sua logica.
Sono i due concetti che a mio modo di vedere emergono dalla gita a Roma (come è stata ironicamente definita) dei nei campioni d’Italia, e così nella gara tanto attesa nella Capitale, quale prova definitiva, a loro modo di vedere, della superiorità della Roma sulla Juventus, indegna vincitrice del campionato, una Juve sostanzialmente demotivata ma sufficientemente concentrata, ha ottenuto i tre punti nella maniera più beffarda che il destino potesse disegnare: con un gol del più detestato dai romanisti, Osvaldo, nell’ultima azione della partita, a sei secondi circa dal fischio finale. Come dire, non solo la conferma di quella logica del calcio secondo la quale la più forte vince, ma anche la beffa della casualità, ossia la squadra dell’ambiente calcistico più livorosamente ed ottusamente antijuventino, sconfitta proprio grazie al gol del giocatore cacciato da Roma a furor di popolo la scossa estate. Se a Roma capissero che questi sono segni significativi, ne farebbero tesoro, invece, non arrendendosi neppure di fronte all’evidenza, nonostante una partita nella quale i bianconeri avevano mostrato di essere più forti fino a quel momento, sono iniziati i pianti antichi, ma di questo ne parlerò oltre. Mi limito a dire che la vittoria è più che meritata, che nel primo tempo solo la sfortuna (palo di Pogba) e imprecisione di Llorente, avevano impedito alla Juve di andare in vantaggio anche nettamente, che ancora una volta i romanisti cercano la rissa ma come nel passato, più cercano la rissa e più ne escono umiliati. Quello che invece va analizzato è il dopopartita, almeno dal punto di vista di noi tifosi juventini (i romanisti lasciamoli cuocere nel loro brodo di essere ancora una volta vittima di non si sa quale destino cinico e baro, o di chissà quale macchinazione infernale), è il ragionamento fatto da Conte ai microfoni delle varie emittenti tv o in sede di conferenza stampa, discorso che è sembrato un addio.
Effettivamente, chi vi scrive, convinto fino a lunedì scorso, che fosse tutto un gioco delle parti per creare confusione, e dunque che non vi fossero dubbi sulla permanenza di Conte alla guida dei bianconeri, dopo le parole di ieri sera, comincia a credere che le cose stiano in maniera diversa, e che probabilmente tutto è fatto nel senso che sapremo lunedì prossimo il nuovo tecnico della Juventus. Perché le parole di Conte sono stavolta inequivocabili. E forse meglio così: sicuramente questi tre anni con lui in panchina sono stati straordinari, ma appunto perché straordinari forse anche irripetibili. Da venti anni una squadra non vinceva tre scudetti di fila (non prendo in considerazione per ovvie ragioni il periodo cartonato, figlio di una programmazione a tavolino), mai nessuna squadra, da quando c’è il campionato a 20 squadre raggiungeva un risultato così elevato, che di fatto significherà toccare almeno i 100 punti o addirittura 102 se si vorrà puntare anche al record di tutte le gare vinte in casa in una stagione. Si è vinto il primo anno da imbattuti, con una formazione che nessuno considerava vincente, a cominciare da noi tifosi, che saremmo già stati contenti, dopo due annate disastrose, di poter tornare a competere per le prime posizioni; si è vinto il secondo anno in carrozza, di fatto chiudendo il discorso scudetto a metà girone di ritorno, anche se aritmeticamente solo nel finale; si è stracciato ogni record quest’anno, dei punti nel girone d’andata, delle vittorie consecutive, delle vittorie in casa, migliore attacco, migliore difesa.
Di più nei prossimi anni la Juventus non penso possa fare, anche vincendo altri scudetti potrà al massimo avvicinarsi a questi risultati stagionali. E’ mancata la ciliegina europea, ma non dimentichiamoci che anche la fenomenale Juve di Capello non ebbe poi risultati tanto migliori. Quindi ci può stare che un allenatore cerebralmente partecipe delle vicende dei suoi giocatori in campo, possa essere anche stanco, cominciare a non avere più stimoli, valutando come molto difficile allo stato una competitività in Europa: e nella fatica metto pure il dovere sempre difendere anche pubblicamente le ragioni della società dalle varie aggressioni mediatiche, cosa che non sempre chi rappresenta la società compie come si dovrebbe.
Aggiungiamoci pure la vicenda della scorsa estate, nella quale proprio Conte fu bersaglio di una vera e propria intimidazione mafiosa con la vicenda Carobbio, e mi pare umanamente comprensibile che si possa anche avere una sorta di cedimento e di stanchezza. Se stanno così le cose, meglio chiudere in bellezza, un quarto anno con permanenza forzata potrebbe essere deleterio per tutti, non dimentichiamoci della Juve di Lippi 1998 – 99, e meglio sia per noi, sia per lui, se le strade adesso si dividono, giusto per Conte trovare nuovi stimoli altrove, e giusto per la società bianconera sperimentare nuove strade.
Ad una condizione: ripartire con idee chiare. Quando i cicli vincenti finiscono, occorre ripartire quasi da capo, non nel senso di stravolgere tutto, bensì di essere anche pronti ad una annata, come dire, di transizione, per mettere le basi ad un nuovo ciclo.
Scemo della settimana
La vittoria all’Olimpico non poteva essere più goduriosa,
non solo per il risultato di per sé, ma perché non poteva esserci, come detto,
migliore risposta al livore proveniente dall’ambiente peggiore calcisticamente
parlando, presente in campo nazionale. Ma siccome più ci odiano, più è il
godimento che si ha quando si vince, una delle cose per cui valeva la pena
vincere era quella di ascoltare cose del genere.
Mi fermo qui, e buon ascolto …
Mi fermo qui, e buon ascolto …
https://www.youtube.com/watch?v=YUtI1ms3D5M
L’ambiente romettaro, scornato sul campo della solita
figuraccia contro la Juventus, giustamente non poteva non trovare il cavillo
cui appigliarsi, consapevole che lo sterco mediatico avrebbe fatto da cassa di
risonanza.
E così in una partita nella quale si è assistito alla caccia all’uomo fatta dal solito civilissimo Totti, ai fallacci di Torosidis e Benatia, ai calcioni proditori di Pjanic, l’unico bersaglio è stato Chiellini, reo di un colpo da prova tv nei confronti di Pjanic, che invero era un semplice fallo di gioco, una sorta di blocco, che compiuto da altri passa in silenzio, ma compiuto da uno juventino, specie contro la Roma e a Roma, diventa episodio da condannare. E così Chiellini è stato squalificato per tre giornate, per prova tv, con gente che addirittura invoca il codice etico e la non convocazione per i mondiali in Brasile. Vedete, quando un ambiente calcistico arriva all’autolesionismo di auspicare la mancata convocazione di un giocatore solo perché juventino, pur di poter gioire, è un ambiente calcistico davvero marcio, e del resto ricorderete bene quando nel 2006 qualche genio (leggasi Ziliani Paolo, lacchè mediasettaro) in buona compagnia pretendeva l’esclusione di Buffon e Cannavaro dalla Nazionale, oltre all’esonero di Lippi. Ma ancor di più quando un giudice sportivo, per placare i media e farsi indirettamente perdonare da decisioni precedenti (la squalifica di Destro, o la chiusura dello stadio napoletano), pensa di rifarsi una verginità con decisioni del genere. Perché è segno di rinascita di sentimenti popolari diffusi, che poi possono provocare vicende come quelle del 2006. Ed è segno che si sta ulteriormente cedendo ai violenti, visto che nello stesso comunicato dei provvedimenti adottati, ad esempio, gli striscioni inneggianti allo sparatore romanista al tifoso del Napoli, sono stati puniti con 50.000 euro di ammenda. Già … cosa volete che sia la vita umana per un giudice quaquaraqua, al cospetto del tenere a freno il sentimento popolare diffuso?
E così in una partita nella quale si è assistito alla caccia all’uomo fatta dal solito civilissimo Totti, ai fallacci di Torosidis e Benatia, ai calcioni proditori di Pjanic, l’unico bersaglio è stato Chiellini, reo di un colpo da prova tv nei confronti di Pjanic, che invero era un semplice fallo di gioco, una sorta di blocco, che compiuto da altri passa in silenzio, ma compiuto da uno juventino, specie contro la Roma e a Roma, diventa episodio da condannare. E così Chiellini è stato squalificato per tre giornate, per prova tv, con gente che addirittura invoca il codice etico e la non convocazione per i mondiali in Brasile. Vedete, quando un ambiente calcistico arriva all’autolesionismo di auspicare la mancata convocazione di un giocatore solo perché juventino, pur di poter gioire, è un ambiente calcistico davvero marcio, e del resto ricorderete bene quando nel 2006 qualche genio (leggasi Ziliani Paolo, lacchè mediasettaro) in buona compagnia pretendeva l’esclusione di Buffon e Cannavaro dalla Nazionale, oltre all’esonero di Lippi. Ma ancor di più quando un giudice sportivo, per placare i media e farsi indirettamente perdonare da decisioni precedenti (la squalifica di Destro, o la chiusura dello stadio napoletano), pensa di rifarsi una verginità con decisioni del genere. Perché è segno di rinascita di sentimenti popolari diffusi, che poi possono provocare vicende come quelle del 2006. Ed è segno che si sta ulteriormente cedendo ai violenti, visto che nello stesso comunicato dei provvedimenti adottati, ad esempio, gli striscioni inneggianti allo sparatore romanista al tifoso del Napoli, sono stati puniti con 50.000 euro di ammenda. Già … cosa volete che sia la vita umana per un giudice quaquaraqua, al cospetto del tenere a freno il sentimento popolare diffuso?
Gruppi ultras che decidono spedizioni punitive e se non le
autorizzano vogliono conto non dei gesti violenti, ma del perché non si sia
loro chiesto il permesso di compierli; gruppi ultras che si collegano a gruppi
camorristici per avere peso in curva, e che naturalmente entrano gratis allo
stadio, insomma tutte cose che mettono davvero paura alla gente di pensare di
andare negli stadi. Si aggiungano pure misure di prevenzione ridicole, situazioni anche di quasi
commistione tra chi dovrebbe reprimere e chi dovrebbe essere soggetto di
repressione, comunicati ufficiali ove si negano anche le evidenze (una
trattativa tra ultras e forze dell’ordine o istituzionali documentate
pubblicamente ma negate anche a costo di apparire ridicoli). Ed ancora si tende a minimizzare, come prevedeva Conte,
due o tre giorni e via, ormai quasi dimenticato, diventa Chiellini il caso e
non coloro che solidarizzano con i violenti. Insomma, c’è una volontà chiara di consentire queste forme di intimidazioni e
di violenza attorno al calcio, molta gente ci guadagna, siano esse testate
giornalistiche, politici, impostori e imbonitori vari. E non c’è alcuna volontà di affrontare il problema.
18 05.10.2014 Campionato Serie A Juventus – Roma 3 - 2
Oltre ogni limite, oltre
ogni difficoltà, oltre ogni episodio: una Juve di leoni abbatte anche
l'ostacolo Roma al termine di una vera e propria battaglia e continua a vincere
e a comandare il campionato italiano. Sesta vittoria consecutiva per i
bianconeri e punteggio pieno confermato, respinto l'assalto al cielo dei
giallorossi con un eurogol di Bonucci nel finale dopo la sarabanda di rigori
del primo tempo e il 2-2 all'intervallo. La squadra di Garcia, capace di far
cadere l'imbattibilità di Buffon e di sfiorare il tris che avrebbe chiuso il
match, si piega ma torna comunque da Torino a testa alta rimandando rabbiosa
l'appuntamento al primo marzo, il ritorno di quello che sarà con ogni
probabilità il duello scudetto a distanza di tutta la stagione. In tribuna allo Stadium anche Pep
Guardiola si gode la sfida tra le due regine della Serie A. Primo quarto d'ora
con Tevez scatenato: prima serve di sinistro Marchisio in area, disturbato al
limite del fallo da Holebas al momento della conclusione in area piccola, poi
l'Apache prova la conclusione personale di destro sulla quale si immola un
enorme Keita. Pirlo comanda la manovra come se non fosse mai stato fuori, il
regista è il trampolino di lancio di ogni azione pericolosa bianconera. La Roma
è tutta in un'azione sostenuta al limite dell'area di Pjanic e in qualche
folata di Gervinho e Iturbe neutralizzate senza problemi. Ci prova anche Maicon
a sorprendere in velocità la Juve in progressione centrale ma il suo
suggerimento per Iturbe viene fermato all'ultimo momento da Chiellini. Juve
pericolosa di nuovo al 22' con un lancio illuminante di Bonucci per
l'inserimento di Marchisio che conclude di destro al volo mancando di
pochissimo la porta. La partita
cambia al 27': Totti in tackle su Pirlo, punizione per i bianconeri dai trenta
metri. Batte lo stesso Pirlo, Maicon esce dalla barriera e alza il braccio
proteggendosi il viso colpendo il pallone: Rocchi fischia, per un attimo
assegna la punizione dal limite e poi si corregge decretando il penalty tra le
proteste dei giallorossi con annesso giallo al brasiliano. Le immagini mostrano
Maicon uscire dalla barriera, posta in area, e toccare con il gomito sulla
linea. Tevez non sbaglia, spiazzando Skorupski, 1-0 Juve al 27' e Garcia
espulso dopo aver mimato il gesto di suonare un violino interpretato come
irridente dal direttore di gara. La Roma si getta con i nervi all'attacco,
guadagna una punizione sulla trequarti sulla quale viene ammonito Chiellini:
palla al centro, defilati dal gruppone di giocatori Lichtsteiner e Totti si
trattengono in area e Rocchi fischia ancora: altro penalty, stavolta per la
Roma, che Totti al 32' trasforma spiazzando Buffon e mettendo fine
all'imbattibilità del portiere e di tutta la squadra bianconera che durava da
832 minuti. Nell'occasione Rocchi sventola cartellini all'impazzata:
Lichtsteiner, Totti e Bonucci finiscono sul taccuino di un direttore di gara
sempre più in balia degli eventi. Partita
infiammata: Pirlo continua a mandare messaggi a Pogba e Marchisio ai quali si
oppongono Keita e Manolas. Altro giallo per Gervinho che stende Chiellini,
dalla punizione la palla arriva a Tevez che scarica violento il destro addosso
a Yanga-Mbiwa lanciatosi alla disperata per contrastare il tiro. Si va verso
l'intervallo ma le emozioni non finiscono qui: è la Roma a trovare ancora il
gol con Iturbe, servito ottimamente da Gervinho che sfrutta un movimento di
Lichtsteiner a lasciargli campo centralmente, filtrante per l'argentino che
fredda Buffon al 44'. Juve in difficoltà, la Roma sfiora anche il tris un
minuto dopo: a Cáceres salta il bicipite femorale destro mentre fronteggia in
velocità Gervinho, l'ivoriano (per nulla sportivo, a parti invertite avrebbero
rotto il cazzo per trent'anni) può involarsi verso la porta contrastato solo da
Bonucci ma il suo destro a rientrare sul secondo palo si alza sopra la
traversa. Sembra finita ma l'ultimo sussulto è bianconero con Pogba che a
ridosso della linea dell'area di rigore viene agganciato da Pjanic in scivolata
: terzo rigore della partita e ancora Tevez dal dischetto per la doppietta e il
sesto centro in campionato, capocannoniere in solitaria. Si riparte con Ogbonna dentro per Cáceres e Pirlo che
falcia Iturbe: la partita resta bollente e piena di occasioni. Per la Juve è
Pogba a fallire due buone occasioni, poi è Manolas a negare a Lichtsteiner la
conclusione davanti a Skorupski. Sponda giallorossa, Gervinho-Ogbonna è un
duello sbilanciato dalla parte dell'ivoriano che fa quello che vuole
inventandosi l'assist perfetto per Pjanic dopo una discesa inarrestabile in
area: il bosniaco controlla e di sinistro prova il diagonale, ne esce un tiro
floscio che si perde a lato. Entrano Morata (per Llorente) da una parte e
Florenzi (per Iturbe) dall'altra, gli schemi non cambiano. Dentro anche Destro
per Totti e Vidal per Pirlo nell'ultimo quarto d'ora, con la Roma vicina al gol
con un tiro di Nainggolan deviato da Asamoah e la Juve con Morata che di testa
brucia Manolas e va a colpire l'incrocio. I minuti passano, entra anche Paredes per Pjanic. La Juve affonda gli
ultimi colpi, Tevez è scatenato e impegna da solo tutta la retroguardia
giallorossa innescato da Morata: calcio d'angolo, palla al limite dove è
appostato Bonucci che colpisce di destro al volo, una bomba dalla traiettoria
perfetta che va a insaccarsi a fil di palo per il sorpasso bianconero a quattro
minuti dal termine. Delirio allo Stadium, i romanisti protestano per la
posizione di Vidal di fuorigioco e di disturbo a Skorupski. Entrata dura di
Morata su Manolas, il difensore greco reagisce e i due vanno faccia a faccia
colpendosi con la testa: si accende la rissa, risolta da Rocchi con due rossi
diretti ai protagonisti dell'episodio. Finisce con il giallo a Tevez nel
recupero, finisce con il 3-2 bianconero che sancisce la fuga in solitaria dei
campioni d'Italia in testa al campionato.
Record supremo di vittorie consecutive in
casa, difesa granitica nonostante manca il muro per eccellenza, questa era la
partita dove loro avevano tutto da guadagnare e noi tutto da perdere, invece
ancora una volta il ragazzo di Viterbo ha ribadito che il nostro destino è la
vittoria proprio contro una squadra laziale, proprio contro una squadra romana.
Juventus-Roma : Rocchi
La partita si scalda presto: all'11' la
Juve protesta per un intervento di Holebas ai danni di Marchisio nei
pressi dell'area piccola. Ci stavano il rigore e l'espulsione del romanista e
la Roma avrebbe dovuto giocare 80' in inferiorità numerica, ma l’arbitro lascia
correre. Al 26' rigore per la Juve:
punizione di Pirlo, Maicon alza il gomito e colpisce la palla. Proprio alla
Roma fu concesso un rigore in situazione simile, contro la Juve : allora Totti
fu felice di riceverlo, oggi protesta e parla di complotti pro Juve. Garcia si
agita e mima il gesto del violinista e viene giustamente espulso. Passano meno
di 5' e Rocchi indica ancora il dischetto. Stavolta nell'area della Juve per un
abbraccio di Lichtsteiner a Totti. Punizione di Pjanic, palla in area e lo
svizzero affonda Totti. Ma il primo a commettere infrazione è proprio
Totti, che "gira" la testa all'avversario. Quindi l'azione
andava interrotta prima del fallo dello juventino. La scelta più corretta
sarebbe stata punizione a favore dei bianconeri, dal momento che il primo fallo
lo aveva commesso il capitano giallorosso. Non è finita qui. Sul finale del
primo tempo altro rigore per la Juve. Stavolta il fallo di Pjanic su Pogba
è netto e dalle immagini sembra avvenire sulla linea dell'area di
rigore (fosse stato anche solo sulla linea sarebbe ugualmente rigore,
perché la linea per regolamento fa parte dell’area di rigore). Da
ricordare che in più occasioni alla Roma è stato concesso rigore per fallo
avvenuto nettamente fuori area. Regolare, infine, il gol di Bonucci in quanto
Vidal non è sulla traiettoria del tiro del compagno e non ostacola quindi la
visuale del portiere. Da sottolineare il solito atteggiamento di Totti,
che come faceva ai tempi in cui lui e la Roma arrivavano sempre dietro l'Inter,
si lamenta che perde a causa degli arbitri e questa volta ha detto che finchè
ci sarà la Juve, saranno sempre secondi. E ovviamente il Corriere dello sport spara
titoloni da querela già alla sesta giornata, atteggiamento tipico di chi non sa
perdere e ha la memoria corta. In ogni caso, le cose certe sono che il
rigore su Paul c'è e che la rete di Leonardo è regolare, mentre gli altri 2
rigori sono dubbi per molti e da non assegnare, quindi che si tratti di 3 a 2
oppure di 2 a 1, sempre vittoria nostra resta.
Serie A, Messina: «Regolare il gol di Bonucci in Juve-Roma, chiesto parere
all'Ifab»
Il designatore: «In
occasione del gol-non gol di Astori in Udinese-Roma ho rimpianto la tecnologia»
TORINO - «Il gol di Bonucci in Juventus-Roma? Immediatamente dopo la
gara abbiamo inoltrato il filmato alla Fifa che per noi e per la Federcalcio è
il punto di riferimento assoluto, perché è l'organismo che poi determina le regole
e l'interpretazione delle regole. Ci ha confermato che quel gol è un gol
regolare, pur riservandosi la possibilità di sottoporlo all'Ifab. Quindi non
escludiamo che ci sarà una rivisitazione dell'IFAB e quando questa verrà fatta,
la renderemo pubblica». Lo ha dichiarato il responsabile della Commissione
Arbitri Nazionale della Serie A, l'ex arbitro Domenico Messina, intervistato da
Sky Sport. In carica dallo scorso luglio, il suo voto ai direttori di gara per
quanto riguarda il girone di andata è positivo: «Darei non meno di 6,5 -
dice Messina - perché abbiamo fatto un buon girone di andata,
certamente qualcosina si poteva fare meglio, però nel complesso direi un buon
risultato».
«LE POLEMICHE? PREPARATO» - Dopo il primo mezzo campionato da designatore, nessuna sorpresa su quello che avrebbe trovato: «Ero preparato - dice - perché ho fatto 13 anni da arbitro in Serie A e quindi sapevo perfettamente che questo è un ambiente difficile e ricco di aspettative. Conoscevo il lavoro che c'era da fare ed ero consapevole di queste difficoltà. E quindi ero perfettamente conscio di quello che andavo a fare». Oltre al gol di Bonucci, c'è stato un altro episodio chiave in queste prime 19 giornate, il gol-non gol di Astori in Udinese-Roma: «In quell'occasione la goal line technology onestamente l'ho rimpianta tanto».
«LE POLEMICHE? PREPARATO» - Dopo il primo mezzo campionato da designatore, nessuna sorpresa su quello che avrebbe trovato: «Ero preparato - dice - perché ho fatto 13 anni da arbitro in Serie A e quindi sapevo perfettamente che questo è un ambiente difficile e ricco di aspettative. Conoscevo il lavoro che c'era da fare ed ero consapevole di queste difficoltà. E quindi ero perfettamente conscio di quello che andavo a fare». Oltre al gol di Bonucci, c'è stato un altro episodio chiave in queste prime 19 giornate, il gol-non gol di Astori in Udinese-Roma: «In quell'occasione la goal line technology onestamente l'ho rimpianta tanto».
19 02.03.2015 Campionato Serie A Roma
– Juventus 1 – 1
Venti
minuti di buon calcio non bastano a riaprire il campionato. Né a restituire
alla Roma una vittoria interna che in serie A le manca da oltre tre mesi. Non
basta aver rimontato la Juventus in dieci contro undici con rabbia e orgoglio, né aver preso
un altro punto al Napoli mettendo il secondo posto al sicuro almeno per
un'altra giornata. La Roma continua a stentare, il settimo pareggio in 8
giornate è un segnale impossibile da ignorare. E la classifica del girone di
ritorno alimenta le preoccupazioni per il futuro.
Imprigionata
a metà classifica, nona, addirittura dietro a Cesena e Empoli, appena un punto
sopra a Verona e Chievo, avversario domenica al Bentegodi: questo recita la
classifica della Roma nel girone di ritorno. Sei partite, otto punti, gli
stessi di Genoa e Palermo, Inter e Milan. Non se lo aspettava certo Garcia,
convinto fino a qualche settimana fa di sfidare la Juventus per il titolo fino
alla fine della stagione : dopo il pari dell'Olimpico contro la squadra di
Allegri il distacco è rimasto lo stesso, ma virtualmente è cresciuto di un
punto visto che causa scontri diretti la Roma dovrebbe da qui ala fine fare 10
punti più dei bianconeri per arrivargli davanti. Lo scudetto - il pensiero che
circola da qualche giorno a Trigoria e che lo scontro diretto di ieri avrà
alimentato - è un discorso chiuso, almeno per quest'anno.
Nervosa
al limite della figuraccia pubblica, con Manolas e De Sanctis a inveire uno
contro l'altro all'uscita dal campo nell'intervallo e poi divisi dai compagni
negli spogliatoi. Una tensione che certo non fa bene alla Roma, nonostante
Garcia provi a ridimensionarla: "La lite dimostra che siamo una squadra
viva, piuttosto che una squadra di morti". Curioso invece che la rimonta
sia iniziata proprio con l'uscita di due monumenti come Totti e De Rossi: senza
di loro, nonostante l'inferiorità numerica la Roma ha ripreso a giocare.
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