domenica 22 novembre 2015

Le gare tra Juventus e Roma dal ritorno in A della Signora

2007-08
0 - 11/08/2007 Amichevole Juventus – Roma 5 - 2
1 - 23/09/2007 Campionato Serie A Roma – Juventus 2 - 2
2 - 16/02/2008 Campionato Serie A Juventus – Roma 1 - 0

2008-09
3 - 01/11/2008 Campionato Serie A Juventus – Roma 2 - 0
4 - 21/03/2009 Campionato Serie A Roma – Juventus 1 - 4

2009-10
5 - 30/08/2009 Campionato Serie A Roma – Juventus 1 - 3
6 - 23/01/2010 Campionato Serie A Juventus – Roma 1 - 2

2010-11
7 - 13/11/2010 Campionato Serie A Juventus – Roma 1 - 1
8 - 27/01/2011 Coppa Italia Juventus – Roma 0 - 2
9 - 03/04/2011 Campionato Serie A Roma – Juventus 0 - 2

2011-12
10 - 12/12/2011 Campionato Serie A Roma – Juventus 1 - 1
11 - 24/01/2012 Coppa Italia Juventus – Roma 3 - 0
12 - 22/04/2012 Campionato Serie A Juventus – Roma 4 - 0

2012-13
13 - 29/09/2012 Campionato Serie A Juventus – Roma 4 - 1
14 - 16/02/2013 Campionato Serie A Roma – Juventus 1 - 0

2013-14
15 - 05/01/2014 Campionato Serie A Juventus – Roma 3 - 0
16 - 21/01/2014 Coppa Italia Roma – Juventus 1 - 0
17 - 11/05/2014 Campionato Serie A Roma – Juventus 0 - 1

2014-15
18 - 05.10.2014 Campionato Serie A Juventus – Roma 3 - 2
19 - 02.03.2015 Campionato Serie A Roma – Juventus 1 – 1

Mi sono divertito a raccogliere e riadattare testi di siti web a me cari e di giornali più o meno noti, con tanto di episodi da moviola e un pò di cronaca dei vari incontri disputati : 

1  23/09/2007 Campionato Serie A Roma – Juventus 2 - 2
Roma - Juventus è stata uno spettacolo. La prima grande occasione è per la Roma. Totti inventa per Cassetti, che incrocia il destro, Buffon strepitoso devia in angolo. Ma è la Juve a passare: al termine di un'azione corale bianconera. Del Piero imposta, Iaquinta crossa da destra, Trezeguet brucia Mexes e di testa sul primo palo castiga Doni. È il 100° gol in serie A per l'attaccante francese, tutti con la maglia della Juventus. Sempre più capocannoniere, a quota 5 reti in 4 giornate. E la Roma è trafitta per la prima volta in stagione, coppe incluse. La Juve, positiva, insiste. Del Piero sfiora il 2-0 su punizione: palla alta di un soffio. Poi Totti si prende la scena : si libera con le cattive (ma in maniera regolare dopo essere però partito da posizione di fuorigioco) del promettente Criscito, poi trafigge Buffon per l'1-1. La Roma prende coraggio e trova la rete del raddoppio : Mancini punta l'uomo sulla sinistra e centra per l'inserimento centrale di Aquilani, Buffon miracoloso sul centrocampista, Totti ribadisce in rete sfruttando una dormita generale dei difensori bianconeri. La Juve reagisce e va vicina al pari: Del Piero spara potente da distanza ravvicinata, Doni si supera e chiude in angolo. All'intervallo, al termine di 46' divertenti, è 2-1 Roma. In 7' minuti, a inizio ripresa, la Juve prima fallisce l'occasione per pareggiare, poi la Roma vanifica quella per chiudere i conti. Andiamo con ordine : Cicinho, subentrato all'infortunato Cassetti, commette un fallo ingenuo ma che evidente su Nedved in area. Rigore. Del Piero dal dischetto calcia alto. La Roma replica subito. Perrotta si mangia un gol quasi fatto a porta vuota, su assist di Taddei. Palla alta colpita in acrobazia, con Buffon battuto. La Juve perde Andrade, che esce in barella per la sospetta rottura del tendine rotuleo del ginocchio. Dentro Birindelli. Ranieri, che aveva sostituito Criscito con Legrottaglie per aggiungere chili e centrimetri alla retroguardia, è ora costretto a ridisegnare la sua linea difensiva. Buffon è miracoloso, non tanto a respingere una punizione di Totti, quanto il successivo tap in di Mancini. La gara, vibrante, cala di ritmo dopo il 20', inevitabilmente. La Roma fa possesso palla, per mascherare la stanchezza dopo le fatiche di Champions. Quando sembra che per la Juve non ci sia più nulla da fare arriva il pari bianconero. Rimessa laterale di Cicinho irregolare. Rimessa invertita. Batte Chiellini direttamente al centro e Iaquinta realizza di testa il 2-2, sul primo palo in torsione.

MOLTO VALIDA LA DIREZIONE DI GARA DI MORGANTI CHE TIENE IN PUGNO IL MATCH, ANCHE AIUTATO DALL’OTTIMO COMPORTAMENTO DEI 22 IN CAMPO. L’ERRORE SULLA CONVALIDA DEL GOL DI TOTTI È’ DEL SUO ASSISTENTE, MA ERA UNA SITUAZIONE DIFFICILE DA VALUTARE. 5 I GIOCATORI AMMONITI, 3 BIANCONERI: CHIELLINI, IAQUINTA E CRISCITO.

2  16/02/2008 Campionato Serie A Juventus – Roma 1 - 0
PIÙ CHE BUONA LA DIREZIONE DEI GIUDICI DI GARA, AGEVOLATI DALL'OTTIMO COMPORTAMENTO DEI 22 IN CAMPO. METRO DI GIUDIZIO EQUO ANCHE CON LE SANZIONI DISCIPLINARI, UNICO NEO, CHE POTEVA GRAVARE SUL CORSO DEL MATCH, LA MANCATA ESTRAZIONE DEL SECONDO GIALLO NEI CONFRONTI DI MEXES, SIA AL 43° DEL 1° TEMPO PER FALLO AL  LIMITE DELL’AREA SU NEDVED, SIA DURANTE LA RIPRESA, QUANDO IL DIFENSORE FRANCESE COMMETTE UN NUMERO INDEFINITO DI FALLI. AMMONITI 4 GIOCATORI, CHIELLINI E NOCERINO NELLE FILE BIANCONERE.

Nella gara successiva, la Juventus sarà sconfitta dalla Reggina 2 – 1

Dondarini ferma la Juventus che perde a Reggio Calabria (dove 3  anni prima Luciano Moggi si arrabbiò con Paparesta millantando nel post partita di averlo chiuso negli spogliatoi) vittima di una conduzione di gara incredibile. Due calci di rigore apparsi nettissimi negati, altrettanti tocchi di mano in area calabrese più che sospetti e al 91esimo massima punizione in favore dei padroni di casa per presunto fallo di Sissoko che in vantaggio sul pallone tenta la rovesciata a liberare, non guarda l’avversario, ma lo colpisce. Dondarini vede il danno procurato. Amoruso realizza dagli 11 metri dopo le vibranti proteste bianconere. Dondarini ancora protagonista : prima concede 2 ulteriori minuti di recupero, poi fischia al 49esimo e 20 secondi. La ciliegina sulla torta è l’espulsione del bianconero Zanetti sull’ultima azione. Nel primo tempo la Juventus aveva sofferto la mancanza di una prima punta di ruolo, troppo pesanti le assenze di Iaquinta e Trezeguet, andando in svantaggio al 32esimo. Brienza intercetta un tiro sbilenco di Cirillo, stop e palla piazzata con Belardi che reclama inutilmente una posizione di fuorigioco che non c’è.  La reazione dei bianconeri è affidata a Nedved e Camoranesi, autori di un’ottima gara, e proprio sul ceco c’è il primo episodio contestato: Valdez lo abbraccia in area e gli impedisce di raggiungere il pallone, Dondarini lascia correre. La ripresa è un monologo bianconero, la Reggina si chiude con 11 uomini nella sua metà campo cercando di chiudere tutti gli spazi di fronte all’assedio bianconero. Anche qui si rivedono la difficoltà della Juventus nello sfruttare i tanti cross che Camoranesi, Salihamidzic e Molinaro cercano ripetutamente: Del Piero e Palladino possono fare poco sui palloni alti. L’arma migliore dei bianconeri diventano così le percussioni centrali con la possibilità di andare al tiro di fuori, ci provano in tanti, specialmente Nedved, ma è Del Piero  a trovare la rete grazie ad una papera di Campagnolo che si lascia sfuggire un pallone già fra le sue braccia. Prima del pareggio altro episodio arbitrale, quello con il rigore più evidente negato da Dondarini: su un inserimento in area Sissoko viene steso nettamente proprio sotto gli occhi del direttore di gara di Finale Emilia. Niente da fare per la Juventus. Prima del finale thrilling Campagnolo si riscatta su un bel tiro di Cristiano Zanetti e Aronica devia con il braccio un colpo di testa a colpo sicuro di Camoranesi. L’episodio che decide il risultato finale completa l’arbitraggio paradossale di Dondarini. Ai bianconeri non resta che l’amarezza, sfogata comunque con proteste misurate, la Reggina può esultare per 3 punti giunti in maniera insperata che danno respiro alla classifica dopo 4 sconfitte consecutive. Ancora una volta la Juventus è stata letteralmente massacrata da un arbitraggio scandaloso, che ha completamente falsato il risultato del match, non solo per i calci di rigori non concessi , ma per come ha condotto tutta la gara, con ammonizioni date solo alla Juve, mentre alla Reggina è stato concesso tutto e di più. Per l’ intero girone di andata, la Juve è stata danneggiata, mentre l’Inter ha avuto una serie inquietante di aiuti, tali da danneggiare la  stessa Roma.

3  01/11/2008 Campionato Serie A Juventus – Roma 2 – 0

Questa gara con la Roma viene disputata dopo le vittorie sul Real Madrid, Torino e Bologna e prima di quella indimenticabile al Bernabeu per 2-0 con doppietta di Del Piero nel girone di ritorno di Champions League.

CRONACA: La Juventus è tornata, con pre­potenza, nonostante sia anco­ra orfana di molti campioni, ri­compattata attorno a quel che rimane, capace di mettere in­sieme quattro vittorie una di fila all’altra. L’ultima, ieri sera contro la Roma di Luciano Spalletti, ha probabil­mente chiuso il capitolo della crisi e aperto una fase nuova, nella speranza che l’inferme­ria si svuoti definitivamente e la storia compia il suo percor­so. Il 2-0 non dà il senso di quan­to sia stato netto il divario in campo. Ancora una volta la via di fuga da una realtà troppo stonata per sembrare verosimile sono stati i “vecchi”, che qualcuno avrebbe voluto accantonare e che invece si è visto costretto a riciclare: a Bo­logna era stato Nedved a spia­nare la strada del successo, contro i giallorossi l’onore è toccato a Del Piero. Ranieri, allenatore di Testaccio, ha potuto contare sull’aiuto dei nonnetti terribi­li, mentre la crisi della Roma è sen­za fine e senza fondo, per certi versi inspiegabile. Sette punti in dieci giornate sono una mi­seria e un motivo di inquietu­dine per Spalletti che adesso vacilla dinanzi alla quarta sconfitta consecutiva. Aggrappandosi alla classe dei singoli più che al gioco colletti­vo, qualche azione pericolosa è riuscita a costruirla dalle parti di Manninger, o per la cocciutaggine di Baptista o per una congiuntura di situazioni favorevoli che, ad esempio, ha portato Chiellini a ciccare un intervento e a centrare un pa­lo clamoroso, però la sensazione è stata di una formazione sbandata se non allo sbando. I sussulti romanisti sono stati circoscritti alla fase centrale del primo tempo, allorché si era fiaccata la partenza sprint della Juventus e non era anco­ra scattata la “ripartenza”, av­venuta intorno alla mezz’ora, quando l’esercito bianconero ha cominciato a marciare con decisione verso la porta di Do­ni. Il portiere si è salvato sulla testata di Chiellini - un gol sbagliato, tenuto conto dalla posizione da cui ha impattato di testa - ed è stato graziato poco dopo su una combinazio­ne Molinaro-Amauri-Mar­chionni. Ma di fronte alla pu­nizione di Del Piero, minuto 38, un autentico capolavoro, nulla ha potuto se non piegar­si a una traiettoria pazzesca. Il capitano aveva già castigato su punizione contro lo Zenit, all’esordio in Champions Lea­gue, però l’esecuzione di ieri sera è stata ancora più bella e letale. Le percussioni di Molinaro sulla sinistra e la spinta di Grygera a destra hanno dato l’impressione di essere state destabilizzanti per la Roma. Uno doveva ve­dersela con Taddei, l’altro ha potuto quasi dimenticarsi di Vucinic, tanto alle spalle c’era un sontuoso Legrottaglie, più attento rispetto al “gemello” Chiellini che ha faticato a da­re ordine alla sua straripante esuberanza. Nella notte dei miracoli a Torino, la resurre­zione di Tiago ha lasciato stu­pefatti. Il portoghese ha fatto coppia con Sissoko e ha confezionato una prestazione completa. Anche Marchionni in capo a una prova esemplare ha segnato la sua prima rete in campionato, quella del raddoppio, al minu­to 3 della ripresa, rete che ha trasformato la partita da una pugna a un festoso allenamen­to in vista del Real Madrid. Amauri ha sfiorato a ripetizio­ne il terzo gol, in una occasio­ne tra l’altro con una rovescia­ta da brividi che, se fosse an­data dentro, avrebbe messo a dura prova le fondamenta del­l’Olimpico, fresco di ristruttu­razione.

4  21/03/2009 Campionato Serie A Roma – Juventus 1 – 4
La Juve non molla e come sempre mi fa un bel regalo di compleanno, poco importa se si tratta del 21, giorno precedente, del 22 o del 23, giorno successivo. Non bastano gli infortuni a catena, l'Inter che non perde un colpo, i limiti di una squadra comunque molto competitiva. Il 4-1 con cui i bianconeri passano all'Olimpico è un chiaro messaggio, insieme ai 19 punti conquistati nelle ultime 7 giornate e ai 5 successi consecutivi. Una vittoria limpida, frutto di una prestazione brillante solo a tratti, ma solida e incisiva. Giovinco, dopo aver chiuso l'uno-due con Poulsen, trova il mobilissimo Iaquinta, che controlla e libera un destro incrociato che non dà possibilità a Doni. In tuttoil 1° tempo la Roma non riesce ad impensierire Buffon, ma nel secondo parte aggressiva e ottiene il pareggio su palla inattiva. Ma la Roma non fa in tempo a gioire che una deviazione di Riise su cross dalla destra di Grygera consente a Iaquinta di bruciare Mexes e di superare di testa Doni. Con la prima doppietta stagionale fanno sei in campionato. L'ex centravanti dell'Udinese è in serata di grazia: al 17' gestisce bene un tre contro tre in contropiede e serve a Del Piero la palla del 3-1. Sembra fatta con Doni a terra, ma Riise evita un gol fatto. La Roma resta a galla e prova a pareggiare di nuovo lanciandosi in avanti. Ma Mellberg di testa (complimenti a chi l'ha strappato all'Aston Villa a parametro zero) su corner di Del Piero, e Nedved che trafigge Doni con un sinistro al volo da fuori area da antologia, chiudono il discorso. Mellberg aveva segnato l'altro suo gol in campionato proprio all'Olimpico, nell'1-1 contro la Lazio.

5  30/08/2009 Campionato Serie A Roma – Juventus 1 - 3
Dopo il derby di Milano, la seconda giornata di campionato ha regalato una strepitosa Roma - Juve. Parte molto aggressiva la Roma ma è di Diego il primo tiro pericoloso della gara. Mexes prende l’iniziativa, si fa quasi tutto il campo poi prova dalla distanza, ma il suo tiro viene ribattuto. Al 9’ Iaquinta si allarga sul filo del fuorigioco, vede Amauri che arriva sul secondo palo, lo serve con precisione ma il brasiliano non ci arriva per un soffio. Clamoroso errore di Cassetti che perde palla a metà campo, Diego ne approfitta, si fa tutta la fascia sinistra, Riise lo contrasta e lo costringe alla conclusione non con il suo piede preferito, ma il brasiliano sfodera un esterno micidiale che porta la Juve in vantaggio. Incolpevole Bertagnoli. Bruttissimo intervento di Totti su Tiago che però rientra subito in campo. Dieci minuti dopo Felipe Melo perde tempo a brontolare con l’arbitro, Pizarro serve in velocità De Rossi che dalla distanza lascia partire un missile di destro che sorprende Buffon fuori dai pali. La Roma riporta così il punteggio in parità. I giocatori sono nervosi e Diego e Perrotta vengono sanzionati con il giallo dopo un acceso alterco. Al 38’ colpo di testa di Amauri e solo un agile colpo di reni di Julio Sergio Bertagnoli evita il goal, alzando la palla sopra la traversa. Sul finire del tempo regolamentare sempre Amauri colpisce un palo con un bell’interno destro. Clamorosa palla goal per la Roma nel minuto di recupero: Ménez libera Totti a tu per tu con Buffon, che con un’uscita strepitosa evita il raddoppio al capitano giallorosso.  Nel secondo tempo la Juve parte con il piede sull’acceleratore: Tiago ci prova subito con un destro un po’ sbilenco e poi è Diego ad impegnare ancora una volta un fin qui encomiabile Bertagnoli. Marchisio si fa male e il gioco resta fermo per un paio di minuti. La porta è proprio stregata per Amauri che al 54’ sfrutta un disimpegno un po’ azzardato di Perrotta, ma gli si oppone ancora una volta l’estremo difensore romanista. Al 56’ grandissima chiusura di Burdisso su Iaquinta lanciato a rete che arrivava in velocità dalla fascia dopo aver resistito ad un tackle di De Rossi, la palla va alta sopra la traversa. Marchisio non ce la fa, al suo posto entra Camoranesi. La Juve continua a cercare il goal del vantaggio. Diego tenta una specie di tiro-cross che però non ha molta fortuna. Deve aspettare solo due minuti però per gioire di nuovo: Iaquinta passa la palla al fuoriclasse brasiliano che beffa Mexes e batte così Julio Sergio. Prima doppietta per Diego in Serie A. Spalletti corre ai ripari e inserisce una punta in più: entra Vucinic esce Riise. Al 78’ Totti lasciato da solo da Felipe Melo, lascia partire un destro insidioso che colpisce il palo alla destra di Buffon. Partita intensissima e molto divertente. Spalletti opta per la trazione anteriore e inserisce anche Cerci. Bertagnoli respinge su Diego, Amauri non ci arriva per il tap in. Ritmo ancora altissimo nonostante si sia verso il finale. Cerci ci prova con il sinistro, pasticcio in area bianconera, nulla di fatto. In pieno tempo di recupero Felipe Melo irrompe nella difesa romanista e sigilla il risultato sul 3-1.

6  23/01/2010 Campionato Serie A Juventus – Roma 1 – 2
Un primo tempo a tinte più bianconere che giallorosse. La Juventus è più propositiva rispetto agli ospiti, che sembrano giocare con il freno a mano tirato. La voglia di riscatto di Del Piero e compagni si fa intravedere già dopo meno di quaranta secondi, quando il capitano prova una conclusione dal limite senza grandi risultati. L’infortunio immediato di Toni fa perdere centimetri all’attacco romanista, che però guadagna in qualità con l’ingresso di Totti, il quale entrato senza riscaldarsi è costretto a giocare per una buona mezz’ora a mezzo servizio. Nonostante ciò il capitano giallorosso ha piedi sopraffini e a beneficiarne è Vucinic, ma il montenegrino è in versione leziosa e prova un pallonetto improbabile su Buffon al 29’ da posizione troppo defilata. Nella Juventus il ritorno di Sissoko si fa sentire in mezzo al campo e la squadra appare molto più compatta rispetto alle ultime uscite. I bianconeri non riescono a tirare in porta, ma complessivamente giocano meglio degli avversari e si rendono pericolosi con vari traversoni interessanti di Diego, Grygera e Marchisio spizzicati a lato da Amauri o salvati in extremis dalla retroguardia romanista. Del Piero va vicinissimo al vantaggio 38’ deviando di testa una punizione tagliata di Diego, ma il pallone attraversa tutta l’area piccola per poi spegnersi a lato. Al 44’ il numero 10 bianconero va in rete su assist di Marchiso, ma il tutto viene annullato per fuorigioco millimetrico. Prima del fischio finale Vucinic si libera bene in area di rigore ma spreca tutto sparando un destro potentissimo alto sopra la traversa. Si riparte e quando la Roma sembrava provare a svegliarsi dal proprio torpore è il solito Del Piero a ridare ossigeno alla Juventus con un goal da cineteca. Favorito da un rimpallo il capitano bianconero scocca un sinistro al volo, trovando un angolo impensabile, che non lascia scampo a Julio Sergio ed entra in rete dopo aver colpito il palo. La reazione della Roma non è certo delle più veementi, dato che Buffon non viene mai impegnato. Ci pensa quindi la difesa della Juventus a farsi male da sola al 67’ quando Chiellini invece di spazzare lontano un pallone vagante sbaglia il controllo e consente a Pizarro di smarcare Taddei in area di rigore, quest’ultimo si beve Grosso che lo stende. Dal dischetto va Totti che non sbaglia. La partita si accende con ambedue le squadre alla ricerca dei tre punti. Se la Roma viene fermata da due offside millimetrici, la Juventus ancora una volta sembra essere più pericolosa ed un colpo di testa di Amauri spaventa Ranieri. All’82’ altra ingenuità della difesa bianconera che sugli sviluppi di un corner a proprio vantaggio si fa trovare completamente scoperta su un lungo lancio, Buffon deve stendere Riise da ultimo uomo e Tagliavento non può far altro che espellerlo. La Roma preme, ma senza creare affanni a Manninger, ma Pizarro non ci sta ed in pieno recupero trova un assist coi fiocchi che Riise insacca di testa alle spalle di un incolpevole Manninger e l’incubo per la Juventus non finisce più.

7  13/11/2010 Campionato Serie A Juventus – Roma 1 – 1
Pari di rabbia tra Juventus e Roma. A lamentarsi potrebbe essere la classifica delle due squadre, ma non certo la qualità e il gioco espressi: per quanto si è visto stasera, entrambe hanno le carte in regola per lottare fino in fondo per le posizioni di vertice. La Juve recrimina nel finale, quando ha avuto due grosse occasioni con Aquilani e Quagliarella, ma deve recitare il mea culpa perchè in avvio si è mangiata un gol fatto con Iaquinta. La Roma, dal canto suo, ha avuto all'inizio una grande opportunità con Menez, il cui tiro a giro però è stato respinto in tuffo da Storari. Inoltre, sul pari, la stessa Roma si è resa pericolosissima con una grande palla (su rimessa laterale) di Totti che ha innescato Menez, il cui cross non è stato intercettato a porta vuota da Riise. Più in generale, la Juventus ha dimostrato che per le grandi sarà difficile batterla. La partita è stata molto bella e piena di occasioni da entrambe le parti. A sbloccarla un favoloso gol di Iaquinta su suggerimento di Aquilani. Il pareggio romanista è arrivato a tempo scaduto a causa di una ingenuità bianconera, un gomito di Pepe in area su punizione calciata da Totti: l'arbitro Rizzoli è stato bravissimo a individuarlo e punirlo, così come lo era stato in precedenza negando un rigore chiesto da Mexes, che quando Chiellini è intervenuto era già in caduta. Non altrettanto bravo Rizzoli si è dimostrato nella conduzione della partita, sorvolando troppo spesso su falli evidenti da entrambe le parti e rischiando di vedersi scivolare di mano il match. In casa bianconera le novità più belle, oltre al solito spirito di squadra, sono una difesa finalmente registrata, la stupenda prova di Aquilani, quelle confortanti di Pepe e del giovane Sorensen, che non finisce di stupire per la maturità dimostrata, e la buona prestazione di Traore che, gettato nella mischia dopo due mesi di stop, è diventato da oggetto misterioso un promettente esterno sinistro. In casa giallorossa buon ritorno di Totti, a sprazzi devastanti (ma solo a sprazzi) Menez e Vucinic, mentre la difesa non sempre è sembrata in palla. Ma in generale la squadra di Ranieri è tornata a giocare a memoria e ha infinite soluzioni nelle sue proposte offensive. Correttissima anche sul piano del fair play una partita che poteva essere invelenita dal rigore difficile da cogliere: al termine, gli abbracci giallorosso-bianconeri hanno suggellato una sfida dai contorni nobili per tecnica, agonismo e blasone. È chiaro che il pareggio è un risultato più favorevole alla Roma, ma nella giornata in cui si incontrano le prime sei potrebbe rivelarsi più prezioso di quanto non dica la matematica. Nella Juve che deve ancora crescere e ancora zeppa di infortuni, il punto è sicuramente il bicchiere mezzo pieno.

8  27/01/2011 Coppa Italia Juventus – Roma 0 – 2
La Roma vince 2-0 a Torino contro la Juve e si qualifica per la semifinale di Coppa Italia, dove troverà l'Inter. Sblocca il risultato un gran gol di Vucinic al primo vero tiro in porta giallorosso: Motta gli lascia spazio sulla sinistra e il montenegrino beffa Storari con un grandissimo destro a giro. Nella ripresa una Juve confusa prova a pareggiare, ma i giallorossi chiudono il match con un'acrobazia di Taddei in pieno recupero. Sull'1-0, all’86’, la Juve ha protestato molto per un calcio di rigore netto non concesso da Damato per fallo di Mexes su Del Piero, che spalle alla porta in piena area viene tirato giù dal difensore francese.

9  03/04/2011 Campionato Serie A Roma – Juventus 0 – 2
Primo tempo spettacolare all’Olimpico di Roma. I ritmi di gara sono subito molto alti. In avvio un’occasione per parte. Ci prova la Roma con una galoppata di Riise che pesca in area Perrotta, che è troppo in avanti e colpisce male. Risponde la Juventus con Pepe che, dall’altra parte, punta e salta Burdisso e col sinistro ad incrociare manca di poco il bersaglio. Poco dopo parte lo Storari-show. Grande azione di Vucinic che salta un paio di avversari e lascia partire un gran destro. Il portiere è reattivo ed abile a mettere in corner. Poco dopo Totti non sfrutta una bella palla di De Rossi, ed Aquilani lo imita tentando un improbabile cucchiaio dai 20 metri. I ritmi di gioco sembrano abbassarsi, ma alla mezz’ora è Totti a dare la scossa. Vucinic si invola sulla corsia di sinistra e serve Totti, lasciato solo sul secondo palo. Totti colpisce al volo col destro, ma Storari effettua una grande parata. Altre occasioni arrivano nel finale: prima ci prova Vucinic che, sempre dalla sinistra, salta un uomo, si accentra e prova un destro che si spegne al lato. Poi è De Rossi, che con un gran destro da fuori su appoggio di Totti, chiama Storari al grande intervento sulla sua sinistra. Infine, su azione di contropiede, la Juve tenta di sbloccare il risultato con Matri, che, servito bene da Pepe dopo una lunga sfida con Burdisso, aggancia male e tira debolmente favorendo l’intervento di Doni. Nella ripresa si invertono le parti, con gli ospiti molto più pericolosi. Motta deve restare fuori per infortunio, ma i bianconeri sembrano comunque scendere in campo con un piglio decisamente diverso rispetto alla prima frazione di gara. Krasic spreca un buon contropiede incaponendosi in una giocata egoistica invece di servire Pepe meglio piazzato. Poco dopo esce Mexes infortunato. La sua uscita si rivelerà fondamentale per gli esiti della partita. Poco dopo infatti i bianconeri si portano in vantaggio. Uno due Grosso-Matri. Il terzino va fino in fondo e mette a sedere De Rossi. Il cross in mezzo trova Krasic libero di scaricare un sinistro al volo imprendibile per Doni, che aveva pure intuito la traiettoria del pallone. Poco dopo un’altra grande occasione per gli ospiti: Matri riceve palla con Doni fuori dai pali. L’attaccante serve Pepe, che spara sul portiere giallorosso. Verso la mezz’ora la Roma ha l’occasione per il pareggio. Totti da una bella palla a Menez che scarica una bomba che finisce sulla traversa. Il tentativo successivo di Vucinic è facile preda per Storari. Poi Krasic si divora un’occasione clamorosa sparando su Doni, subito dopo Grosso libera Matri, tenuto in gioco da un errore di posizione monumentale di Juan. Il bomber da un’occhiata al guardalinee, quando si accorge di essere in posizione regolare punta la porta giallorossa e trafigge Doni facendogli passare il pallone tra le gambe. Da qui in poi qualche tentativo sterile da parte dei padroni di casa e poco altro. Nel primo tempo i ragazzi di Montella hanno avuto più occasioni per portarsi in vantaggio, senza riuscirci, anche a causa di un fantastico Storari. Più cinica la Juventus, che spinge molto ad inizio ripresa trovando il gol del vantaggio utile ad aprire spazi importanti nella difesa giallorossa. Il crollo difensivo giallorosso è dovuto, probabilmente, anche alla prematura uscita di Mexes. La coppia Juan-Burdisso è meno affidabile, con il brasiliano che perde di sicurezza causando il secondo gol dei bianconeri. Per Rocchi di Firenze, assistito da Coppelli e Faverani, il primo tempo è tutto sommato tranquillo, con due gialli somministrati giustamente, uno a Pizarro, l’altro a Grosso. Nella ripresa giusto il giallo a Marchisio. Errore per l’assistente Faverani che ferma Totti per fuorigioco inesistente. L’azione viene comunque vanificata dall’errore di De Rossi da un metro dalla porta.

10  12/12/2011 Campionato Serie A Roma – Juventus 1 – 1
La Juventus continua a mantenere la propria imbattibilità e la vetta della classifica, anche se in coabitazione con l’Udinese, conquistando un pareggio all’Olimpico contro una Roma alla ricerca del riscatto e del risultato di prestigio. Gara vivace e combattuta, subito in salita per i bianconeri, e rimediata nella ripresa da una perfetta inzuccata di Chiellini. Juventus a fare la gara e Roma a giocare di rimessa, molti rovesciamenti di fronte ed azioni insidiose, ma poche vere conclusioni a rete. Conte deve fare a meno dello squalificato Vucinic, e alla fine schiera Estigarribia punta esterna sulla sinistra, confermando il resto della squadra "titolare", con il centrocampo che si ricompone per il rientro di Pirlo, dopo il turno di squalifica scontato; Roma con modulo sostanzialmente speculare, ma con De Rossi arretrato in difesa, l’esordio di Viviani centrale di centrocampo, tra Pjanic e Greco, ed il ritorno di Totti a sostegno di Osvaldo e Lamela. Partita subito in salita per i bianconeri, a seguito di una rete davvero frutto di errori in serie, dalla mancata chiusura su Totti, liberissimo di crossare a centro area, sugli sviluppi di un angolo, a proseguire nel tiro ciabattato di De Rossi (più un appoggio per qualche compagno che vero tiro in porta), lisciato clamorosamente da Vidal, con deviazione che corregge la traiettoria in rete. Per  la Juve solita intensità di gioco e pressing asfissiante, ma parecchia imprecisione nei fraseggi e nelle verticalizzazioni, e dunque poche occasioni da rete, la più ghiotta, nel primo tempo, sui piedi di Estigarribia, e Stekelenburg riesce a parare fortunosamente; dal canto loro, i padroni di casa, in sofferenza quando attaccati, si mostrano molto pericolosi nelle ripartenze, anche se vere occasioni non ne costruiscono. Nella ripresa, la Juventus appare meno frenetica e più concreta almeno nella manovra, ma sempre evanescente in fase di conclusione a rete; il pareggio comunque è nell’aria ed arriva al termine di una azione ben manovrata, quanto fortunosa nella fase finale : ottimo traversone in area di Vidal per Estigarribia, che prova la conclusione a volo, ma lisciando serve un assist perfetto a Chiellini che di testa anticipa l’uscita di Stekelenburg. La Roma ha immediatamente l’occasione per tornare in vantaggio, rigore per fallo di Vidal su Lamela, dal dischetto Totti stavolta si fa parare il tiro da Buffon. Il finale di gara vede ancora i bianconeri vicinissimi al gol del vantaggio, dapprima con Giaccherini, e soprattutto con Quagliarella, ma in entrambi i casi il portiere giallorosso para; mentre la Roma si affaccia pericolosamente in area bianconera con Totti, che dopo una azione personale, entrato in area si fa respingere da un difensore la sua conclusione a rete.

Due paroline sulla direzione di gara. Lo sapevamo già che Orsato fosse uno dei "migliori" esponenti del nuovo corso arbitrale, ossia quel corso che nel dubbio deve sempre fischiare contro i bianconeri e chi ha buona memoria non ha dimenticato di certo la sua performance di Genova, stagione 2009 - 2010, ed invero il commentatore di Sky, Compagnoni (altra voce dell’antijuventinismo militante, basti pensare come ha esultato al gol giallorosso e la voce cadaverica in occasione del pareggio di Chiellini e del rigore parato da Buffon), ci ha pure informati del dato statistico, che la Juve con lui arbitro non ha mai vinto fuori casa. Ieri sera abbiamo capito bene perché: non mi riferisco al rigore, generoso visto al replay, e che ci poteva stare visto a velocità normale, ma alla valutazione dei contrasti a centrocampo, e alla durezza di gioco di qualche giallorosso (Lamela neppure ammonito nonostante entrate assassine), e questa diversità di valutazione spiega con maggiore chiarezza la serata no del nostro centrocampo. Qualcuno ha avuto l’onore ed il piacere di rivedere al replay un fallo abbastanza vistoso su Vidal, in area giallorossa, nel primo tempo? Come dire, la faziosità ormai contagia pure le regie televisive, di emittenti che vivono grazie al 40% di abbonati di fede bianconera !

11  24/01/2012 Coppa Italia Juventus – Roma 3 – 0
La Juventus è in semifinale di Coppa Italia, grazie alla netta vittoria contro la Roma, squadra che da alcune stagioni puntualmente ci eliminava. Juventus che come al solito parte forte, passa in vantaggio, poi controlla la partita, lasciando anche campo agli avversari, senza rischiare molto, colpendo ancora, con notevole cinismo, appena avuta l’occasione, ed un secondo tempo di  gestione del risultato. Come dire, squadra che ha prodotto meno azioni da rete, ma ha concretizzato meglio quelle avute nel primo tempo, che per una volta non ha avuto superiorità in fase di possesso palla, ma non per questo ha rischiato in fase difensiva. La "perla" è stata la prima rete stagionale nel nuovo stadio di Alex Del Piero, e non poteva che essere un gol alla Del Piero : l’abbiamo atteso tutti, adesso finalmente è arrivato, coronamento di una serata magica. Prestazione di rilievo anche quella di Giaccherini, che sembra più a suo agio nel ruolo di centrocampista centrale, da mezzala classica, e non a caso siamo alla sua terza marcatura giocando in questo ruolo. Nota a margine: in attesa di conoscere chi sarà la nostra avversaria, l’altra semifinale, inedita e in un certo senso imprevista, sarà tra Napoli e Siena. I partenopei hanno eliminato l’Inter, e nel dopo partita Ranieri si è lamentato della direzione di gara, a conferma di essere ormai entrato nell’ambiente. Caso strano, il suo predecessore specialone, ancora una volta bastonato dal Barcellona, ed eliminato in Coppa del Re, si è lamentato dell’arbitro, attendendolo addirittura a fine gara, nella zona posteggi, per insultarlo. Come dire, Ranieri e Mourinho, due che si detestavano, oggi uniti nella stessa sorte e negli stessi comportamenti.

12  22/04/2012 Campionato Serie A Juventus – Roma 4 – 0
Più facile del previsto. Così si può commentare la larga vittoria della Juventus contro la Roma, maturata già nel giro di mezzora del primo tempo, con una ripresa diventata poco più che una sgambatura di allenamento. E non poteva esserci migliore risposta, sul campo, alle solite ormai stucchevoli insinuazioni di giornali e notiziari sportivi che, nel maldestro tentativo di destabilizzare l’ambiente, creano "ad orologeria" scoop giornalistici di basso livello, buoni per confondere le idee ai gonzi, e, visti gli effetti, buoni a caricare ancora di più, in positivo, l’ambiente bianconero. Poco da dire sull’andamento della gara, praticamente chiusa nel giro di 8 minuti, con la micidiale doppietta di Vidal, su cross rasoterra di De Ceglie il primo, e su assist di Vucinic il secondo. Le altre due reti sono state procurate da Marchisio, che ben lanciato in area da Vucinic, ha costretto al fallo da rigore Stekelenburg (per la cronaca, dopo 19 giornate, finalmente un rigore, e visto che i nostri sono disabituati, Pirlo lo ha sbagliato in prima battuta), e successivamente ha sfruttato un intelligente suggerimento sempre del montenegrino. Quindi gara già chiusa dopo mezzora, ripresa più che altro di allenamento, quarta rete direi arrivata per forza di inerzia, e Juventus che porta a + 3 il suo vantaggio nei confronti dei rossoneri. Pensate, agli inizi di marzo, dopo il pareggio di Genova, la Juventus era a - 4 dal Milan, squadra che ormai sembrava avviata ad una passeggiata trionfale per lo scudetto, con i bianconeri reduci da una serie di pareggi di fila. Proprio nel momento di maggiore vantaggio dei rossoneri, è iniziata quella sorta di campagna mediatica strisciante, a danno dei bianconeri, dalla enfatizzazione del famigerato gol di Muntari, a reti unificate, alle dichiarazioni martellanti del duo Galliani - Allegri, alla ricerca della rissa contro la società bianconera, specie Marotta e Conte, alla insinuazione del coinvolgimento di giocatori juventini nella vicenda calcio scommesse, quando vestivano altre maglie (Bonucci a Bari, Pepe ad Udine), fino al tentativo di coinvolgere pure Conte, dapprima con la storia dell’sms fantasma, e da ultimo con le dichiarazioni attribuite a tal Carobbio, rese il 29 febbraio e secretate per tutte, tranne che per i redattori del fogliaccio rosa milanese, e della Repubblica delle banane mediatiche romane. Da quel momento è iniziata la riscossa bianconera, con sei vittorie di fila, contro avversarie non certo abbordabili, nell’ordine, Fiorentina (umiliata 5-= a Firenze), Inter, Napoli, Palermo, Lazio e Roma, diciotto reti segnate, una sola subita; mentre per il Milan sono iniziati i momenti difficili, anche quando ha vinto, non ha brillato, poi di seguito pareggio a Catania, sconfitta interna contro la Fiorentina e, dopo una stentata vittoria a Verona, nuovo passo falso interno contro il Bologna, e così i bianconeri si trovano adesso a + 3, con un calendario che effettivamente consente di essere fiduciosi per il futuro. Indubbiamente le due prossime gare, contro squadre ormai in B, sono alla portata della Juventus, anzi, dirò di più, una squadra che vuole vincere lo scudetto, non può certo perdere punti su campi di squadre ormai retrocesse, ma non per questo debbono ritenersi già vinte, per tante ragioni, pensandosi a come in passato squadre già retrocesse abbiano fatto brutti scherzi a chi lottava per vincere lo scudetto, (Roma – Lecce 1986 … il sindaco di Roma e i calciatori con tanto di fanfara già brindavano al titolo, poi i pugliesi li riportarono alla realtà) e, con riferimento a quest’anno, a come la Juventus ha spesso avuto maggiori difficoltà con le squadre medio - piccole, rispetto a quando ha giocato con le grandi. Il Milan è a corto di fiato già da tempo, le vittorie contro Roma e Chievo sono state molto fortunose, ed anche ieri contro il Bologna, con un arbitraggio diverso (anche se le cronache ufficiali di regime vorrebbero sostenere il contrario), e un rigore sacrosanto per gli emiliani nel primo tempo, con conseguente espulsione di Bonera, probabilmente il finale sarebbe stato più mortificante per la squadra rossonera. Intanto, il primo risultato importante è stato matematicamente conseguito, l’accesso diretto alla CL, e non è poco, per una squadra che ne era uscita nel dicembre 2009. Quella volta uscimmo dalla competizione, per colpe certamente nostre, ma molto pesò un gol ... irregolare, il pareggio del Bordeaux a Torino. Arbitro era Ovrebo, che poi sarebbe stato massacrato per le sue decisioni in occasione di Fiorentina - Bayern, ma che nessuno, in Italia, accusò per avere convalidato un gol ai francesi con un fuorigioco di oltre un metro contro la Juventus. E quell’eliminazione, di fatto fece fallire la stagione di Ferrara, che fino a quel momento, nonostante qualche scivolone inopinato, ci vedeva secondi in classifica e in corsa in Europa.

13  29/09/2012 Campionato Serie A Juventus – Roma 4 – 1
Più facile del previsto e ben oltre il risultato finale: questo si può dire a commento di quella che doveva essere la “gara dell’ordalia”, ossia il riscontro supremo definitivo alle teorie zemaniane circa la grandezza (incompresa) del suo calcio e il suo essere vittima del “male” a strisce bianconere, che gli aveva impedito di raggiungere i grandissimi traguardi che avrebbe meritato. Invece, come “profetizzato” in precampionato da Conte, le risposte le ha dato nuovamente il campo, in maniera chiara, così chiara che è impossibile anche per uno come il boemo provare ad aggrapparsi a qualcosa di apparentemente losco, per giustificare la figuraccia di sabato sera. Quattro reti, due traverse, un gol annullato, almeno due parate provvidenziali di Stekelenburg, contro una rete su rigore e qualche velleitaria conclusione per i giallorossi, ma soprattutto una superiorità tecnico - tattica mortificante dei bianconeri sulla squadra di Zeman, e partita praticamente chiusa dopo 20’ del primo tempo, e tre gol in sei minuti. Juventus sempre con il 3 – 5 – 2, e tre innesti significativi, Caceres e De Ceglie esterni di centrocampo, ma soprattutto il rispolvero di Matri in attacco, in coppia con Vucinic. Praticamente non c’è stata partita, bianconeri padroni del centrocampo, Pirlo di fatto libero da controlli stretti, ed è stato davvero un gioco scavalcare un centrocampo (si fa per dire) avversario, che aveva il solo De Rossi predisposto all’interdizione, con i due compagni di reparto, Florenzi e Tachtsidis, tecnicamente discreti ma inadatti a coprire, e con i tre in attacco che non scalavano in alcun modo.
Ed anche se le prime due reti sono arrivate da calci piazzati (punizione dal limite la prima e rigore la seconda), entrambe erano state prodotte da azioni che avevano sempre trovato la retroguardia ospite sguarnita; quindi la rete di Matri, imbeccato liberissimo in area di rigore, e tenuto abbondantemente in gioco da Burdisso, praticamente a chiudere di fatto la gara. Poco da dire nella ripresa, se non che tirando un po’ il fiato, la Juventus ha consentito agli avversari di provare a rientrare in partita, ed invero qualcosa da parte dei giallorossi si è vista con l’ingresso di Destro e Perrotta, almeno un centrocampista di maggiore ordine a tamponare le falle. Semmai da dire che è apparso interessante l’esperimento finale con Pogba in funzione di mezzala, pochi minuti ma il francese ancora una volta ha confermato quanto di buono mostrato finora. In campo ritengo si sia visto un gigante, che ormai può davvero ritenersi il vero erede di Del Piero, come leader della squadra, e mi riferisco a Claudio Marchisio, probabilmente, in questo momento, uno dei migliori al mondo nel suo ruolo. Bene Pirlo, che ormai sta prendendo gusto a beffare le barriere tirando rasoterra e ritengo importante il ritorno al gol di Matri. E, come detto sopra, mi è piaciuto l’impatto di Pogba sulla partita, nei minuti finali, nell’inedito ruolo di mezzala, si è subito posizionato in maniera corretta in campo, alcune buone combinazioni con i compagni e un tiro da fuori, che forse meritava miglior sorte. L’andamento e il risultato finale, a mio giudizio, spiegano meglio di ogni altra cosa la ragione per cui la Roma non diventerà mai una grande del nostro calcio, in maniera stabile. Lo è stata in periodi limitati, quando hanno magari prevalso le ragioni tecniche e di progetto, a quelle congenite della polemica fine a sé stessa e del vittimismo ingiustificato; purtroppo il vero limite per loro è l’inseguire ossessivamente il gol di Turone, i guanti di Aldair, il rigore su Gautieri, il controfallo di Cicinho, dimenticandosi magari il rigore su Kovacevic (Roma – Juve 0 – 0, stagione 2000 – 01) o il gol di Trezeguet, l’anno successivo, il gol di Totti con posizione irregolare e fallo su Criscito nel 2007 e via di seguito. Come dire, vivono sulla polemica quotidiana a senso unico, ben alimentata dalla stampa locale e dalle radio private, e dunque le scelte vengono fatte non per costruire una squadra forte, su un progetto magari a medio tempo, ma solo per caricare la piazza: e cosa meglio di Zeman, così bravo ad accusare sempre qualcuno o qualcosa (leggasi, la Juventus e i presunti complotti juventini) per coprire i suoi limiti di allenatore monocorde dalle idee statiche e ormai superate?
I risultati non possono che essere questi, per cui la squadra considerata “regina del mercato estivo”, già ritenuta scudettata o quasi, sul campo finora ha vinto una sola volta, e mai in casa.
E visto che non hanno infierito troppo i nostri giocatori in campo, mi sento invece di infierire io (il grande Antonio La Rosa, JUWORLD.NET - NDA), su questa Roma costruita sul vittimismo antijuventino che su un vero progetto tecnico. Ai tempi della vituperata triade, Lippi non vinse mai all’Olimpico, ci riuscirono Ancelotti e Capello, la Roma per ben due volte vinse al Delle Alpi, e complessivamente cinque volte in tutto, come cinque furono le vittorie dei bianconeri dal 1994 al 2004; Zeman stesso ebbe un bilancio pari, una vittoria, due pareggi e una sconfitta. Tralasciando il biennio delle quattro sconfitte di fila per i giallorossi, contro la Juve di Capello, nel dopo “farsopoli”, su undici gare totali, la Roma ne ha perdute sette, non ha più battuto i bianconeri in casa, rimediando anzi tre sconfitte abbastanza nette (1 – 4, 1 – 3, 0 – 2), e l’unica vittoria maturò nei minuti di recupero a Torino, contro una Juve allo sbando, gara che fu da preludio all’esonero di Ciro Ferrara.
Vuoi vedere che la triade era un po’ romanista?

Qualcuno ricorda l’episodio di Catania – Napoli, che ha visto l’espulsione di Alvarez per fallo da “ultimo uomo” su Cavani? Cosa c’è stato di diverso rispetto all’atterramento di Marchisio, dal quale è scaturita la punizione trasformata da Pirlo? Nessuno, anzi, ragionando in stile Gazzetta - Corriere ecc, essendo Marchisio caduto abbondantemente dentro l’area di rigore, doveva pure essere rigore, con espulsione di Castan per chiara occasione da rete. Invece un semplice “giallo”. Direte, due pesi e due misure. Invece credo che si sia trattato dell’ennesimo aiuto alla Juventus, dato che come sapete, secondo il teorema “Mazzarri”, non è facile per nessuno giocare in 11 contro 10, per cui Rizzoli, pur di aiutare la Juventus, non ha espulso il difensore romanista, dato che in 10 la Roma avrebbe certamente vinto o quantomeno avrebbe pareggiato ... ! Gli anti Juve fanno davvero così !

Stavolta, non potendo appigliarsi a complotti, farmaci, arbitri, assistenti di linea, raccattapalle e quant’altro, Zeman ha spiegato a suo modo la disfatta di sabato sera, sostenendo che la colpa della sconfitta va addebitata alla squadra che non gioca come vorrebbe lui. Come dire, lui ha sempre ragione, le sue idee sul calcio sono le migliori, ma i suoi giocatori non le capiscono … Che poi questa sia la migliore ammissione di inettitudine (non sapere spiegare ai propri giocatori come disporsi e giocare), poco importa, non è lui a non farsi capire, sono gli altri a non seguirlo …

Poteva andare peggio.  Cioè, poteva finire 7-0 o 8-0.  Ci stava, eccome. Il Vate tornava a Torino dopo qualche anno, ci tornava dopo un'estate di consueti sproloqui ed episodi sgradevoli (la firma sulla maglietta “odio la Juve” vale per tutti), ma lo Juventus Stadium ha dato anche in questo caso una lezione all'Italia intera, riservando al boemo solo qualche coretto che, visti gli animi, potremmo ricondurre alla categoria “minimo sindacale”. Mi auguro sinceramente che al ritorno i viali adiacenti l'Olimpico e la tribuna Monte Mario ricambino con la stessa moneta, anche se ci credo poco: dopo una notte dimessa, passata a leccarsi le ferite, l'ambiente romanista sarà prontissimo a ripartire con le solite balle che quella tifoseria si costruisce - con inesauribile fantasia, va riconosciuto - per giustificare gli insuccessi del proprio club. Fra le cose imbarazzanti della serata il ridicolo rigore concesso da Rizzoli con tanta magnanimità, un rigore che permette alla Roma di uscire per la prima volta dalla nuova casa della Juventus con un gol a referto: in tre partite, lo score parla di 11 gol subìti e 1 fatto. Dovere imporrebbe di parlare della partita: ma quale partita? 18 minuti, 3-0 e pratica già archiviata, il primo tempo è stato un semplice allenamento che poteva finire - come già scritto in apertura 7-0 o 8-0, fra pali, traverse, errori di misura, e persino un pochino di accademia.  Roma triturata con facilità impressionante, come e più dello scorso anno, il trio delle meraviglie in mezzo al campo ha dettato legge, e attorno a questo terzetto ruota una squadra perfetta: i tre difensori impostano e chiudono con grande attenzione senza avere grossi grattacapi. Le punte scelte per l'occasione sono l'imprescindibile Vucinic e il riproposto Matri, tornato al gol (a proposito: il lodigiano è il marcatore numero 9 in 6 partite di serie A), e gli esterni cosiddetti “di rincalzo” (De Ceglie e Caceres) si dimostrano pienamente all'altezza dell'occasione. La Juve sta cambiando pelle, dalla squadra furente e generosa per tutta la partita che ha caratterizzato lo scorso anno, si sta trasformando in una vera, grande squadra, che gestisce le proprie forze e lascia l'iniziativa all'avversario controllando la gara. Ma appena l'avversario alza la cresta, vedi rigorino di cui sopra, ecco il segnale juventino ai rivali, sotto forma di due/tre occasioni immediatamente successive alla trasformazione di Osvaldo, tanto per far capire come stanno le cose. “Se ci provate, servirà il pallottoliere...”, questo più o meno il messaggio indirizzato e, a giudicare dalla titubanza mostrata dalla Roma nel finale, puntualmente arrivato alle menti dei giallorossi. Il sigillo sulla gara da parte di Giovinco, mandato in gol da una prodezza assoluta di Barzagli - sombrero su Taddei, sessanta metri palla al piede con l'avversario che arranca alle spalle e assist al piccolo numero 12 - certifica la differenza abissale fra le due contendenti.  "Una grande squadra piena di campioni, che conosce gli avversari meglio di quanto gli avversari conoscano loro stessi" (parole e musica di Daniele De Rossi), contro un'altra che vive l'ennesima rivoluzione inseguendo vecchie utopie. 

Troppa Juventus per la Roma di Zeman che dopo 19 minuti è già sotto 3-0
Continua il tabù Juventus Stadium per la Roma che dopo il 4-0 della passata stagione, esce con le ossa rotte – e non solo – anche in questo caso subendo un 4-1 che lascia poco spazio alle discussioni e riporta i bianconeri ad un momentaneo +3 sul Napoli.
La superiorità della Juventus è totale e dopo 19 minuti del primo tempo la gara è già di fatto decisa. All’ 8’ Caceres scappa sulla destra e mette al centro: Matri non ci arriva di pochissimo e Marchisio, sul secondo palo, non trova lo specchio. Passano 3 minuti e la Juve va avanti. Su un lancio dalle retrovie la difesa della Roma è in vacanza e Taddei deve stendere Marchisio lanciato a rete; (il direttore di gara risparmia la sacrosanta espulsione al giallorosso) dagli sviluppi della punizione Pirlo trova il buco nella barriera e punisce Stekelenburg sul suo palo. E’ solo l’inizio di un incubo per il portiere giallorosso. Al 16’ infatti l’olandese è costretto all’uscita disperata su Marchisio capace ancora di infilarsi nel burro della difesa giallorossa; il portiere della Roma riesce sì nell’anticipo ma il pallone resta in zona pericolosa e sulla conclusione a botta sicura di Vidal, Castan deve immolarsi allargando un braccio: giallo e calcio di rigore che lo stesso cileno infila per il 2-0. Nemmeno il tempo di tornare a centrocampo e la Juve fa tris: la Roma, ancora altissima, prova un fuorigioco inspiegabile sul lancio lungo per Matri che, pur non concludendo benissimo, infila solo davanti a Stekelenburg il 3-0 che chiude la gara. Diciannove minuti e per l’undici di Zeman è notte buia. Come spesso accade, la Juventus continua ad affrontare la gara come se fosse uno zero a zero e solo un po’ di leziosità sotto porta degli avanti bianconeri salva la Roma da un risultato più ampio. De Rossi nella posizione di interno di centrocampo sembra decisamente fuori ruolo, la difesa non imbrocca un movimento, Totti e Osvaldo sono abbandonati al proprio destino e l’intensità del pressing bianconero, insieme a un Pirlo libero di pensare (e agire!) fanno sì che la Juventus vada prima con Marchisio (22’) e poi con Vucinic (36’) – entrambi fermati dalla traversa – ancora vicina al gol. L’intervallo corre così in soccorso dei giallorossi che però, ad inizio ripresa, si presentano inspiegabilmente con lo stesso undici e, come facilmente prevedibile, continuano a subire lo stesso tipo di trattamento della prima frazione. Vucinic dopo 40 secondi chiama Stekelenburg al grande intervento, Matri è lento 9 minuti più tardi a scattare sul filtrante proprio del montenegrino. La Roma si salva e Zeman, al 61’, si sveglia: fuori Totti e Tachtsidis dentro Destro e Perrotta. Il doppio cambio rinvigorisce la Roma che con il campione del mondo trova un po’ di dinamismo nella zona nevralgica del campo e con il giovane attaccante un po’ di movimento in un attacco statico. In contemporanea poi, la Juventus opta per un drastico taglio ai consumi, levando il piede dall’acceleratore del pressing e permettendo alla Roma di trovare un po’ di campo e fiducia: Destro ci prova al 67’ con una pregevolissima girata al volo e due minuti più tardi si conquista un rigore per una presunta ostruzione in area di Bonucci. Osvaldo spiazza Buffon e il punteggio – solo quello – si riapre. Sì perché la Juventus nel giro di 3 minuti fa capire che la macchina, per quanto a giri bassi, è dotata di un’ottima ripresa e con Marchisio – destro a giro vicino al palo -, Vucinic – gran conclusione da fuori – e Bonucci – gol annullato per fuorigioco -, può ancora fare male. Avvisaglia consegnata, i bianconeri tornano a chiudere tutti gli spazi a una Roma in grado di mantenere tra i piedi il pallone ma di farlo con ritmi decisamente poco pericolosi. E’ quindi Barzagli, al 90’, a punire ancora una Roma sbilanciata superando con un pregevole sombrero Taddei e lanciando il contropiede che Giovinco – entrato a un quarto d’ora dalla fine al posto di Matri – chiude saltando Stekelnburg e infilando il 4-1 che mette fine ai giochi. Per la Juventus l’ennesimo esame di maturità (se ancora ce ne fosse bisogno) superato. Per la Roma un pesante ridimensionamento sul quale a Trigoria ci sarà da riflettere: se la difesa ballerina è una controindicazione ben indicata sul “pacchetto Zeman”, il gioco spumeggiante è la garanzia che invoglia il consumatore a correre il rischio. Di quello però, fin ora, se n’è visto ben poco.

14  16/02/2013 Campionato Serie A Roma – Juventus 1 - 0
Er gò de Turone 
Questo episodio è considerato da decenni l’esempio dei presunti furti della Juventus a danno delle rivali. Episodio sul quale invero erano state sempre due le teorie, la prima ritenuta faziosamente juventina, ossia che Turone fosse davvero in fuorigioco, o nella peggiore ipotesi in linea con il difensore juventino (da ricordare che in quegli anni - era la stagione 1980-81 - anche essere in linea era considerato fuorigioco); la seconda, naturalmente di tutto l’antijuventinismo imparziale, specie quello romanista, che il gol fosse buono e fosse stato annullato perché l’arbitro (Paolo Bergamo, quello che anni dopo è stato coinvolto, da designatore, nella vicenda “Farsopoli”, dopo essere stato sponsor della Roma, con la compagnia di cui era agente generale, INA – Assitalia), naturalmente al servizio del potere nefasto degli Agnelli. Bene, giorni addietro c’è stata la grande rivelazione. Intervenendo in una trasmissione radiofonica su Radio 2, condotta da Massimo De Luca, il famoso ex moviolista RAI, Carlo Sassi, ha rivelato che quel gol, su cui tanto si è discusso da decenni, era effettivamente in fuorigioco, come chiaramente si vedeva dalle immagini; solo che, nella redazione sportiva RAI a Roma, successivamente dette immagini vennero, come dire “acchittate” (modo elegante per dire “alterate”), al fine di dimostrarsi che il gol era valido. E così uno dei pilastri su cui è stata costruita la leggenda metropolitana secondo la quale lo scudetto 1980 – 81 venne “rubato” dai bianconeri alla Roma, a causa di quel gol annullato, viene a cadere.
Invero non sarebbe stato lo stesso decisivo dato che la Juventus arrivò con due punti di vantaggio sui giallorossi, insomma come per l’episodio Ronaldo – Iuliano, decisivo solo per chi dimentica chi fosse in testa in quel momento e che il risultato era già a favore dei bianconeri nella partita; ma la voce comune per decenni è stata questa. Ed ora si scopre che quel gol era davvero da annullare, ma naturalmente nessuno si vergognerà per una impostura durata trenta anni. Magari, visti i tempi che occorrono per i ravvedimenti, dovremo vivere fino al 2028, per riabilitare Ceccarini, arbitro di Juventus – Inter del 26.04.1998, o fino al 2036 per scoprire i veri pupari di Calciopoli, o fino al 2042 per appurare che il gol di Muntari non sarebbe mai dovuto esistere in quanto inesistente l’angolo da cui scaturì l’azione e irregolare il modo in cui venne battuto: speriamo di godere tutti di buona salute fino a quel momento. Certo che per la mitologia antijuventina di un certo ambiente romanista, è proprio una brutta annata, prima crolla il mito di “Zeman che non vince per colpa di Moggi”, adesso pure il mito del gol di Turone: a cosa potranno attaccarsi adesso? 
Dopo nove anni, la Juventus esce nuovamente sconfitta dall’Olimpico, contro una Roma non trascendentale, ma certamente più accorta e tatticamente più ordinata rispetto a quella vista in precedenza. Sconfitta inopinata per certi aspetti, dopo l’impresa di Glasgow, tenuto conto di come arrivavano invece gli avversari, con il cosiddetto maestro Zeman esonerato, e il subentrato Andreazzoli pesantemente battuto all’esordio a Marassi contro la Samp.

Non posso non spendere due parole sull’operato di Rocchi, e su certe valutazioni quantomeno discutibili.
Premetto che non ritengo sia da piangina evidenziare che, dopo certi assetti in Lega, difficilmente avremo direzioni di gara, come dire, non ostili nei confronti dei bianconeri, che nel dubbio non fischieranno a favore ma fischieranno contro, per cui la squadra dovrà fare pure i conti con queste cose, potendovi peraltro riuscire, come a Verona contro il Chievo e contro la Fiorentina. Rocchi si è adeguato a questo clichè, non solo per la mancata espulsione di Totti, ma per come ha fischiato nel complesso. Ossia applicando poco la norma del vantaggio quando a beneficiarne poteva essere la Juventus, consentendo ai padroni di casa qualche rudezza a centrocampo, per non parlarsi del fallo letteralmente inventato di Pogba (ormai arrivato solo in area di rigore), o la manfrina al fischio finale, con dieci secondi di anticipo, per non far battere l’ultimo angolo ai bianconeri. Forse avremmo perduto lo stesso, anche in superiorità numerica, come accaduto ad inizio anno contro la Samp, ma ancora una volta il teorema “Carraro” (nel dubbio mai fischiare a favore della Juve), viene applicato alla lettera. E dico questo perché la prossima partita, interna, contro il Siena, ritengo sia da temere ancora di più, come direzione di gara, essendo la gara che precede Napoli – Juventus.
I partenopei hanno sprecato l’occasione di avvicinarsi di più alla vetta, il rischio dunque che lo scontro diretto sia non proprio decisivo per l’esito del campionato è più che probabile, anche in considerazione che il Napoli sarà fuori casa ad Udine nel prossimo turno. A pensar male si farà “peccato” (per chi ci crede), ma temo che da qualche parte si tema un distacco anche superiore ai quattro punti, e magari da quelle parti si prenderà nota di chi sono i nostri giocatori in diffida, che forse sarebbe meglio preservare da possibili cartellini …

Il fallo di Totti su Pirlo : chiaramente da rosso diretto e non da giallo. Se a commettere quel fallo fosse stato un mediano qualsiasi, era fallo da espulsione, ma siccome l’autore era Totti, che non è il classico mediano falloso, giustamente l’arbitro è stato indulgente, perché Totti è un campione, che spesso subisce falli e non sarebbe proprio il giocatore che intende commettere falli del genere. Come dire il fallo da espulsione dipende da chi lo commette, non dal tipo di fallo di per sé, insomma un omicidio è tale se commesso da un poveraccio qualsiasi, non lo è se commesso da un “nobile” ! Dopo le leggi “ad personam”, nel calcio siamo ai giudizi “ad personam”: noi Juventini lo sapevamo già, ma almeno prima erano più abili ad occultarsi 

15  05/01/2014 Campionato Serie A Juventus – Roma 3 - 0
Parla il campo. Sempre. E racconta di una Juve stratosferica: sempre vincente in casa, con dieci successi consecutivi in campionato. Da entrare dritta nella storia, peraltro gloriosa, del club. E nella storia ci entra di diritto Antonio Conte. La sua grinta famelica ha contagiato il gruppo che da qui si autoalimenta per continuare a combattere, dominare, imporsi. Grandi in Italia, e resta il rammarico per l'Europa. Questa squadra è molto più di quella vista con Copenaghen e Galatasaray. Ma di rimpianti non si vive. «E' il campo che deve sempre parlare - commenta il tecnico -. E questa Juve da due anni e mezzo fa parlare il campo in maniera importante, a volte anche in maniera clamorosa. Ai ragazzi, a me, alla Juventus, non deve interessare niente, se non il campo. E lavoriamo perché parli sempre a nostra favore». La storia, dicevamo. Dieci trionfi di seguito come nel 1932. «Beh, sono epoche diverse, stress diversi, pressioni diverse e non è semplice fare quello che stiamo facendo. Spesso passa tutto inosservato. Mi dà fastidio e mi dispiace, a volte: stiamo facendo delle cose incredibili, straordinarie e sembra che tutto sia dovuto, che tutto passi inosservato, perché è la Juve».

Da Facebook, un utente romanista prima della partita, in risposta ad uno juventino che lo aveva provocato (“prenderete 3 o 4 gol e ricreazione finita”): cioè gli juventini si illudono di riuscire a fare il 50% dei goal subiti (7) in 17 partite dalla Roma? Siete molto ottimisti!

Morgan De Sanctis :
Il portiere giallorosso, dopo aver raccolto i tre palloni gentilmente depositati nella sua rete da Vidal, Bonucci e Vucinic, ha offerto il peggio di sé davanti alle telecamere di Sky, ribadendo che "la Juve in Italia vince per via del sistema, che è fatto di 'tante cose': dalla paura degli avversari ad affrontarla a viso aperto, all’impossibilità di criticare il sistema Juve senza che qualcuno risponda offeso, bollando le affermazioni degli altri come 'chiacchiere da bar'. Una sudditanza psicologica nei confronti della Juventus che c’è un po’ in tutto il nostro sistema calcio che tutti noi addetti ai lavori rappresentiamo”.
E poi la papera finale, una roba simile all'intervento che l'ex portiere del Napoli effettuò a Bergamo sul tiro dell'atalantino Brivio: “La Juventus ha questo stadio che le porta vantaggi, le altre no. Anche questo fa parte del sistema calcio in Italia e sarà un vantaggio che la Juve avrà per i prossimi sei/sette anni”.

Ecco perché, in risposta a queste e ad altre minchiate espresse dall'ambiente giallorosso in questa lunga vigilia durata ben quindici giorni – con le feste di mezzo, e, forse, qualche bicchiere di troppo - è meravigliosa la replica di un capitano (il nostro) al loro “Casper” – all’ennesima partita “fantasma” allo Stadium - a proposito degli “aiutini”: “Siamo in testa meritatamente, siamo ragazzi intelligenti che fanno tesoro delle sconfitte, come contro l’Inter lo scorso anno e la Fiorentina quest’anno. Ora possiamo dirlo senza che qualcuno possa permettersi di sollevare illazioni, e lasciando che certi discorsi siano ridotti a chiacchiere da bar. Non mi riferisco a Totti ma a tutti coloro i quali per sminuire i nostri risultati tirano in ballo il discorso sugli aiutini. Siamo l'alibi di chi non vince mai. Quanto al campionato, non è finito niente perché loro sono un’ottima squadra che ci ha messo in difficoltà e non è seconda per caso”.

A proposito di romanisti: urge ricordare lo score delle sfide Juventus-Roma da quando la partita si gioca allo Juventus Stadium: 3-0, 4-0, 4-1 e 3-0.
Nel dettaglio: Giaccherini, Del Piero, Kjaer, Vidal, Vidal, Pirlo, Marchisio, Pirlo, Vidal, Matri, Osvaldo, Giovinco, Vidal, Bonucci, Vucinic.
Ricapitoliamo: 13 gol dei giocatori della Juve più due di romanisti (Osvaldo e Kjaer).
Peccato che uno dei due romanisti (Kjaer) abbia fatto gol nella propria porta.
Quindi aggiorniamo: le visite allo Stadium sono finora costate alla Roma 4 sconfitte, un solo gol segnato (su rigore di Osvaldo) e 14 subìti.
Parafrasando il tifoso giallorosso medio: “Mai ‘na ‘ggioia!”.

Anche se sono pronto a scommettere che già nei prossimi giorni a Roma ribalteranno la situazione accampando le solite scuse, aggrappandosi a chissà quale episodio, o semplicemente seguendo le orme di De Sanctis, nuovo guru del pensiero alla vaccinara. Perché come da filosofia: “Chi tifa Roma nun perde mai”. Contenti loro.
Noi ci accontentiamo di quello che la Juventus ha espresso sul campo, al cospetto di una squadra “che non ha nulla da invidiare alla Juventus, anzi, è più forte” (cit. il marito della Blasi), una squadra letteralmente sospinta da tutta l’Italia non juventina verso l’Impresa. Noi ci accontentiamo dei primi venti minuti passati a studiare, anche soffrendo, contro una Roma convinta, gasata, motivata e venuta a Torino col petto in fuori, forte della propria "imbattibilità" e della difesa “meno battuta d’Europa”. Noi ce ne freghiamo delle polemiche e continuiamo a giocare nonostante "er gomito de Dodò". Immaginate l'episodio a parti invertite. Roba da insurrezione popolare.
E se Bonucci contravviene al diktat del suo allenatore (aspettare, lasciar sfogare e poi colpire) e permette a Ljajic di procurarsi l’unica nitida occasione giallorossa della partita, prontamente arginata da Chiellini e Buffon, il gol di Vidal è una meraviglia: un capolavoro fra il cileno, Tevez e Lichtsteiner che con cinque tocchi e una finta di colui che, per cause famigliari, non doveva esserci ("Tevez non c'è!") perforano la “miglior difesa d’Europa” completamente schierata, e il suo leader Benatia “seguito dai più grandi club d’Europa” protagonista assoluto - in negativo - nel tenere in gioco tutti.
La Roma reagisce, ma più di tre tiri sporchi non produce, e poco dopo il venticinquesimo si spegne, spuntata senza e con Destro, con Gervinho disinnescato e Pjanic presto intrappolato nella morsa di Pogba e Asamoah, altrettanto implacabili su Maicon. La Juve prende campo, chiude l’avversario negli ultimi venti metri e per almeno cinque volte De Sanctis la vede brutta su tre inserimenti di Tevez, un tiro di Pogba su schema da punizione e una conclusione di Llorente che sfiora l’incrocio dei pali. La ripresa ricomincia da dove si era interrotta la prima frazione, e al minuto tre Bonucci si fa perdonare il mezzo pasticcio del primo tempo raccogliendo in splendida solitudine (ah, la miglior difesa d’Europa…) un perfetto assist di Pirlo. 2-0, la partita sembra finita, la Juve amministra e la Roma non ne ha più, finchè De Rossi interviene su Chiellini in modo scomposto e plateale, guadagnandosi un meritato rosso dal quale scaturiranno un'altra punizione e un altro rosso (per Castan, quello che si era perso Bonucci sul 2-0) e l'ineccepibile rigore trasformato da Vucinic. 3-0 dunque: decima vittoria consecutiva, 26 gol fatti e uno subìto dalla trasferta di Firenze in poi; otto punti di vantaggio ad una giornata dal termine del girone d’andata, tredici punti recuperati alla Roma in otto giornate. E un attacco che con i tre gol di oggi viaggia a medie che riportano a cinquant’anni fa, dato che fa piacere coincida col giorno in cui allo Juventus Stadium entrava - festeggiatissimo - per la prima volta il più grande bomber straniero della storia juventina: David Trezeguet. Gli altri, guardino pure in alto, compresi commentatori televisivi depressi, affranti, quasi piagnucolanti nell’indulgere nei confronti di una Roma che “non deve demoralizzarsi”, “sta facendo un grandissimo campionato”, “ha un atteggiamento da grande squadra”, ecc.ecc. Perché riconoscere i meriti altrui, quando si tratta della Juve, è esercizio complicato.

Buffon: Le parole di Totti sono l'alibi di chi non vince - Gigi Buffon, ai microfoni SKy, messo davanti agli impressionanti numeri di questa Juve, non appare stupito: "Son numeri presi con pieno merito ce li siamo guadagnati, e dalle sconfitte, da ragazzi intelligenti abbiamo imparato dalle sconfitte. Come con l'Inter l'anno scorso, anche con la Fiorentina quest'anno abbiamo fatto tesoro di quell'episodio". Le frasi di Totti? "Sono chiacchiere. Sono scusanti e alibi, frasi come quelle di Francesco le hanno dette in tanti. Sono gli alibi di chi non vince".

A Morgan De Sanctis, che nei giorni scorsi si era sbilanciato su un fantomatico sistema che favorisce sempre e comunque la Juve, le tre (metaforiche) sberle non hanno fatto cambiare idea. Infatti, dopo una breve disamina della gara ("Nel primo tempo la Roma ha disputato un'ottima partita, peccato che nell'unica vera situazione pericolosa abbiamo subito goal. Poi nel secondo tempo abbiamo fatto un pochettino più di confusione, soprattutto non siamo rimasti lucidi nelle situazioni di palla inattiva. Questo ha determinato, assieme alle due espulsioni, un risultato che nelle proporzioni è eccessivamente esagerato"), ai microfoni Sky, ha ribadito: "La Juve più di noi ha solo gli otto punti, per quello che ha determinato questa differenza di punteggio io ribadisco quello che ho detto in settimana, senza incentrare sulla parte negativa di quel che vuol dire per la Juve in Italia essere ancora più forte di quello che poi è; riconosciamo tutti che hanno grandissimi giocatori e un grande allenatore, però è proprio il sistema italiano che la rende assolutamente più forte. La Roma nel primo tempo ha dimostrato di potersi giocare la partita. Quando vieni qui e ti giochi la partita perché  hai delle qualità (come succede in Europa), sostanzialmente puoi anche perdere ma nella partita ci sei e ti può succedere di fare risultato. La Juve sono tre anni che gioca in uno stadio tutto nuovo, è un grandissimo vantaggio che probabilmente conserverà per i prossimi 6-7 anni rispetto a tutte le altre società italiane. Questo è frutto del Sistema e anche della bravura di una Società come la Juve. E il Sistema è quello in cui ci muoviamo, noi e voi addetti ai lavori, un po' di sudditanza da parte di tutti. E io non farei neanche un certo tipo di discorsi dove, se qualcuno dice qualcosa che va a contestare il pensiero Juve, dice qualcosa che è da bar o dice qualcosa che non è corretto, quello no! Ognuno deve stare nei propri discorsi con legittimità perché se potesse parlare solo chi vince non parlerebbe nessuno in questo Sistema".

La commozione di Trezeguet - E' stato il giorno del ritorno di David Trezeguet allo stadio per una partita della 'sua' Juventus. E per Trezeguet è stata davvero una serata emozionante: "Sono contento, sono tornato come avevo promesso tempo fa, di venire a salutare i tifosi in questo stadio che non conoscevo e fa venire i brividi. E' una cosa unica. Quando sono andato via avevo lasciato una squadra con idee interessanti e oggi la Juve è cambiata molto a livello positivo e penso che stia diventando o possa diventare con il tempo una delle squadre più importanti al mondo. E' quello che hanno come obiettivo ed è la cosa più importante. Come mi sarei trovato in questa Juve? Considerando quello che sta facendo la Juve, che vuole vincere sempre e gioca sempre all'attacco, per un attaccante è sempre molto più semplice. La Juve ha dei giocatori che fanno la differenza e io penso che giocare in questa squadra, in questo stadio, sarebbe stata una bella storia. Tevez-Llorente come Del Piero-Trezeguet? Sono due grandissimi giocatori che stanno facendo molto bene alla Juve. La Juve ne ha bisogno. Hanno dimostrato a livello mondiale di essere all'altezza di questa società e mi auguro che possano continuare a dimostrare il loro livello". Alla clip con i suoi gol  David si commuove: "Ho voglia di piangere, sinceramente quello che ha fatto la Juve per me non lo potrò mai dimenticare. E grazie anche a voi che mi avete seguito dieci anni, grazie a tutti, per tutto. E' qualcosa di unico quello che mi è successo alla Juve, sarà impossibile da dimenticare

16  21/01/2014 Coppa Italia Roma – Juventus 1 – 0
Non era iniziata nel migliore dei modi la serata con due tifosi juventini accoltellati fuori dallo stadio. La Juve delle seconde linee era riuscita a resistere fino a pochi minuti dalla fine .Purtroppo il direttore di gara si è dimenticato di espellere Benatia dopo pochi minuti nel primo tempo e il suo assistente Manganelli ha annullato un gol a Peluso che lascia molti dubbi. Peccato,succede. Ovviamente a parti invertite ci sarebbero state le interrogazioni parlamentari ma noi siamo superiori e andiamo avanti.

Gol dubbio annullato a Peluso, Benatia graziato dall'espulsione dopo 15': Tagliavento approssimativo.

Tra novità regolamentari come l'ammonizione da ultimo uomo e un gol di Peluso annullato, la Juve rimaneggiata di Coppa Italia tiene testa alla Roma titolare per tre quarti di partita ma alla fine capitola di contropiede ed esce dalla competizione, con i gentili omaggi di un Tagliavento in versione deluxe per quanto riguarda una direzione di gara che definire controversa è un eufemismo. Ma oltre alle decisioni discutibili della terna arbitrale pesano anche le scelte del tecnico bianconero, stavolta forse troppo sicuro di poter fare risultato anche cambiando esterni e coppia d'attacco tutti insieme. Roma annunciata e al massimo, Juve col turnover: Isla e Peluso sulle fasce, Giovinco e Quagliarella davanti, Marchisio per Pogba a centrocampo. Di Nainggolan, preferito a Pjanic nel trio di centrocampo giallorosso, il primo tiro dopo otto minuti. Tutta la Roma aggressiva non appena perde palla, pressing alto e difficoltà della Juve nel costruire gioco: Vidal si mette in evidenza rubando palla a Totti e saltando De Rossi in una sola azione. Giovinco soffre le maniere forti della retroguardia avversaria ma al quarto d'ora si guadagna una punizione dai trenta metri, trattenuto da Benatia ultimo uomo. Sarebbe rosso diretto da regolamento ma Tagliavento inspiegabilmente ammonisce solamente il difensore giallorosso, tra le proteste della panchina della Juve. Ancora Benatia falloso su Giovinco, al 20' altro richiamo dell'arbitro al marocchino.  Roma pericolosa cinque minuti più tardi con una bella azione partita da Nainggolan, rifinita da De Rossi e conclusa da Totti di sinistro, tiro respinto. Secondo giallo della partita per Florenzi che abbatte Giovinco, Totti ancora di sinistro alla mezz'ora si fa pericoloso. È sulla destra che Maicon tiene in apprensione la Juve, i suoi tentativi di infilarsi in area vengono rintuzzati da Chiellini ma un cross del brasiliano attraversa tutta l'area piccola a pochi passi dalla porta bianconera. Barzagli accusa un problema muscolare ma stringe i denti, soffrendo come la Juve, schiacciata dietro come Isla e Peluso, surclassati da Maicon e Torosidis. Il cileno mette la testa in difesa su un altro cross di Maicon, finale di tempo ancora di marca giallorossa.  Entra Ogbonna all'intervallo, ma per sostituire Chiellini e non Barzagli. Due minuti e Peluso si incunea in area a colpire di testa, a due metri da De Sanctis, un cross di Isla: palla in rete ma tutto fermo, la palla era uscita dal campo per l'assistente dell'arbitro. Dal replay però il pallone sembra non aver mai varcato la linea di fondo. Brutta entrata di Castan su Quagliarella, Tagliavento non ha grande personalità e fischia solo il fallo. Barzagli salva su un cross di Totti destinato a Gervinho, gialli anche per Strootman e Peluso. E a un quarto d'ora dal termine primo cambio anche per Garcia: fuori Florenzi, dentro Pjanic per supportare Totti e Gervinho. Risponde Conte: Llorente per Giovinco. Al 79' spizzata di Totti, Pjanic controlla eludendo l'anticipo di Barzagli e lancia il contropiede, rifinito su Strootman che serve Gervinho sul primo palo, letale e spietato nell'anticipare Bonucci e superare Storari. Conte butta dentro Tevez per Peluso ma è troppo tardi per recuperare una partita forse lasciata in mano ai giallorossi per troppo tempo: un tiraccio di Marchisio e uno molto più pericoloso di Pjanic portano al recupero di quattro minuti, con l'ultimo sussulto affidato al sinistro di Vidal, fuori come i bianconeri dalla coppa. È la prima sconfitta per i bianconeri dal 2014, la terza in stagione dopo Fiorentina e Galatasaray. Per la Roma ora la vincente di Napoli-Lazio. 

Birindelli, il rigore non c'è e lui rifiuta il "regalo"
Il tecnico degli esordienti del Pisa: «Ho detto ai ragazzi di aiutare l'arbitro e così l'attaccante ha ammesso che non era fallo»
Alcune settimane fa, senza pensarci un istante, ritirò la sua squadra campo perché i genitori litigavano sugli spalti dopo l'errore di un suo giocatore (undicenne), domenica scorsa ha aiutato un arbitro debuttante a prendere la decisione giusta e ha rifiutato un calcio di rigore che non c'era. Alessandro Birindelli, ex campione della Juventus, e ora tecnico degli Esordienti del Pisa e responsabile del settore giovanile nerazzurro ci ha preso gusto: lo sport è lealtà. Prima di tutto. "Ma il merito - dice il tecnico a La Nazione, che oggi ha raccontato l'episodio - è dei miei giocatori. Sono loro che hanno detto all'arbitro che il rigore non c'era". Alla fine il Pisa, che gioca nel campionato Esordienti Fair Play, ha vinto lo stesso, ma il risultato, per Birindelli, è un dettaglio. Del resto a questi livelli, e a questa età, i bambini giocano per imparare soprattutto le regole della vita, anche se spesso sono migliori degli adulti. Non deve essere importato molto, infatti, alla Figc che il campionato si chiamasse Fair play quando ha assegnato la sconfitta a tavolino ai nerazzurri per avere abbandonato il campo mentre sugli spalti era scoppiata una gazzarra tra genitori. Birindelli però non ha cambiato linea: domenica l'arbitro era un giovane alla sua prima gara ufficiale, per questo affiancato da un tutor. L'attaccante del Pisa e il portiere avversario si scontrano, lui assegna il penalty scatenando le proteste, va in confusione e allora Birindelli interviene: "Ho detto ai ragazzi di aiutare l'arbitro e così l'attaccante ha ammesso che non era fallo".

BARZAGLI: “DISPIACE PER L’ELIMINAZIONE. ARBITRI? IO NON MI PERMETTO DI PARLARE”
Uno dei protagonisti della gara, Andrea Barzagli, ha parlato ai microfoni di Rai Sport dopo il ko della Juve in Coppa Italia a Roma.Ecco le parole del difensore toscano: “Chiaramente dispiace venir eliminati da una competizione, è dura ma servirà da lezione per le prossime partite. Cosa abbiamo sbagliato? Ma niente, solo nell’ occasione del goal magari abbiamo sbagliato un po’ il posizionamento su una palla persa a centrocampo. Per il resto è stata una gara davvero molto equilibrata e decisa da un episodio che poteva capitare a noi”. “Episodi arbitrali? Io penso che in campo sia difficile valutare se era rosso a Benatia o goal regolare. Io non mi permetto mai di giudicare e non parlo, l’arbitro ha sempre ragione. Mercato? Certo domani ritrovare Mirko a Vinovo sarà strano dopo che ci eravamo salutati lunedì con un po’ di malinconia. Spero sia motivato come sempre di continuare a giocare per la Juve, anche se sarà complicato. Per fortuna non mi sono mai ritrovato in una cosa del genere”.

Antonio Conte, allenatore della Juventus, recrimina dopo l'eliminazione in Coppa Italia, nei quarti di finale contro la Roma. 
"È stata una partita molto equilibrata fra due squadre fortissime. Dispiace aver preso gol nel momento migliore. Ci siamo disuniti a 10' dalla fine. In Coppa Italia nella mia gestione abbiamo sempre fatto giocare chi gioca meno. E l'abbiamo fatto anche stasera. E sono soddisfatto dei giocatori che hanno giocato oggi e che finora hanno giocato di meno. C'è bisogno di fare turn over. Chiellini se non fosse stato squalificato in campionato non avrebbe giocato, e infatti si è infortunato. Non abbiamo giocatori di ripartenza. Giovinco stesso è un giocatore da 20 metri, non da 50 metri (di contropiede). Ma l'atteggiamento è stato lo stesso di Torino, della partita di campionato. Volevamo usare le giuste accortezze in fase difensiva e in fase di possesso. Nel primo tempo siamo stati troppo timidi, ma non ho visto grandi momenti di sofferenza da parte nostra".
"Il gol di Peluso era regolare. Sul cross di Isla la palla era dentro, e neanche di poco. I giocatori della Roma non hanno detto nulla, tutti a testa bassa e benedicono il fatto che il guardalinee abbia alzato la bandierina, ma forse è meglio così, ci fossero stati degli aiutini saremmo stati rovinati". Sul fallo di Benatia su Giovinco e la presunta mancata espulsione del romanista, punito con un giallo: "Penso che quello possa essere considerato fallo da ultimo uomo, l'ho chiesto anche a Rocchi e mi ha detto che il mio giocatore era girato. Non capisco... Non mi va di entrare in ciò che compete agli arbitri. Hanno preso questa decisione e l'accettiamo".

Juventus, Conte: "Il nostro gol era buono. Palla dentro sul cross, e neanche di poco"
L'allenatore bianconero: "Il cross di Isla per Peluso non era uscito. E quello su Giovinco era fallo da ultimo uomo. È stata una partita molto equilibrata. L'atteggiamento tattico? È stato lo stesso di Torino, della partita di campionato. E non ho contropiedisti in squadra. Chiellini è uscito per infortunio"

"Ieri sera abbiamo assistito alla partita tra giallorossi e bianconeri, dove i rossi erano la squadra della Roma e i gialli i tre tipi che giravano nel campo con fischietti e bandierine varie."
Una battuta da bar sport, ovviamente, noi non abbiamo nessuna prova che la terna arbitrale abbia intenzionalmente sbagliato praticamente tutto a favore della squadra di casa. Ci sta di perdere, ci sta di uscire sull'unico contropiede concesso in tutta la partita e nel momento migliore dei bianconeri, ci sta che un arbitro (famoso per essere prodigo di cartellini...) non abbia avuto il coraggio di espellere Benatia a metà primo tempo per somma di ammonizioni, ci sta che il guardalinee conosca leggi della balistica ignote al resto della comunità scientifica. Ci sta tutto, e si chiama calcio. Quello che rimane insopportabile, da consumatori, clienti, appassionati, utenti, chiamateci come vi pare, è la mancanza di professionalità, coerenza e molto altro da parte di quelli che vengono definiti "addetti ai lavori" o, peggio ancora, "osservatori privilegiati":


Tutti noi siamo stanchi di dover recitare, come un mantra, la fatidica frase: "A parti invertite chissà cosa sarebbe successo", ma ve l'immaginate la prima pagina di certi giornali, se gli episodi fossero avvenuti nelle metà campo opposte?

K. Poborsky 22 gennaio 2014 17:22
A parti invertite ci sarebbe stato un inserto dedicato sul CdS, con interviste in esclusiva a Turone, Aldair, Amendola, Falcao e commentatori RAI. Insomma tutti i più incalliti sostenitori della povera Riomma che lotta contro i super cattivi bianconeri. Invece zero, già ieri si sviava mentre le immagini mostravano l'accaduto. Un gol di Peluso su cross di Isla li avrebbe mandati tutti dritti alla neuro, purtroppo è stato annullato e non ci saranno processi sui media (tantomeno per l'impunità reiterata garantita al "miglior difensore d'Europa ad oggi", meglio così, è soprattutto quì che si vede la differenza tra Juve e calcio italiano: la dignità.

NeuroZona 22 gennaio 2014 17:51
Sapete qual'è lo score di tagliavento con la Juve in trasferta ? V4 N5 P4...
E con la Maggica in casa ? V8 N3 P0...

Che è successo all'Olimpico di Roma?
In occasione del gol annullato a Peluso nell'incontro di Coppa Italia Roma Juventus, la RAI ha pubblicato un fotogramma, nel quale si dimostrava, evidenziando il tutto con un rettangolo giallo, che la palla era uscita prima che venisse colpita di testa dal difensore bianconero.
Sul web si era replicato, utilizzando il medesimo fotogramma, mostrando che tutto dipendeva dalla scelta delle dimensioni del rettangolo giallo per far risultare dentro o fuori quella palla. Criterio quindi del tutto arbitrario e inaffidabile. Sulla questione, con tutto il rispetto per la RAI, meglio fidarsi delle immagini in movimento:

http://www.youtube.com/watch?v=gxCAcGTC6-4

Quel fotogramma RAI mette in dubbio la regolarità del campo dello Stadio Olimpico di Roma. Si noterà infatti che il campo contiguo alla linea laterale con il cartellone pubblicitario "Frankie Garage" e la relativa tribuna laterale non sono paralleli alla linea laterale stessa, ma in salita da destra verso sinistra, "con effetto ad uscire". A centro area, invece, il terreno di gioco va in salita anch'esso, ma da sinistra verso destra, e la linea verticale dell'area di porta non è perpendicolare alla linea di fondo. Gli stessi cartelloni pubblicitari dietro la porta sembrano avere anch'essi un "effetto ad uscire", non essendo paralleli alla linea di fondo. 

17  11/05/2014 Campionato Serie A Roma – Juventus 0 - 1
La Juve vince a Roma, 100 punti a un passo
Partita divertente e nervosa. Annullato giustamente un gol alla Roma, Chiellini meriterebbe il rosso nella ripresa. Gervinho incontenibile, ma sterile. Palo di Pogba

ROMA - La vendetta di Osvaldo regala alla Juventus un trionfo totale. La Roma viene battuta all'ultimo minuto di recupero, annientando anche l'ultimo sogno giallorosso. Il campionato già vinto, ma qualsiasi dubbio su chi abbia meritato di più fra Roma e Juventus viene spazzato da una vittoria cattiva, quanto meritata. E così la Juventus si avvicina al fatidico record dei cento punti. Una pareggio sul Cagliari, domenica prossima alle 15, permetterebbe alla squadra di Conte di entrare nella storia. Il successo dell'Olimpico è un ulteriore suggello alla meravigliosa stagione dei bianconeri che riescono a non perdere contro la volitiva e aggressiva Roma.  Per i giallorossi era una specie di finale "morale" per chiosare una stagione altrettanto spettacolare, ma nel confronto delle due migliori difese del campionato quella della Juventus mantiene l'inviolabilità nonostante qualche affanno. E se l'ansia del popolo juventino continua a essere rivolta al "caso Conte", la soddisfazione di aver battuto la Roma all'Olimpico rende trionfale la "gita a Roma", com'era ironicamente stata definita dai tifosi juventini la trasferta di oggi. Partita frizzantina: squadre all'attacco, liberate dall'ansia del risultato e che provano in tutti i modi a fare gol. Ma partita anche nervosetta, perché anche se non conta per lo scudetto, la sfida fra Roma e Juventus diventa una specie di resa dei conti fra i giocatori in campo che non risparmiano colpi e colpetti. Tra i più nervosi c'è Chiellini che potrebbe anche meritare il rosso, ma anche Pjanic e qualche altro romanista non scherzano.  La Roma segna un gol al 17', ma viene giustamente annullato da Russo: Gervinho semina il panico sulla destra, la mette in mezzo, ma il greco controlla nettamente con la mano, vanificando il gol (non l'esultanza da parte di Torosidis che non è proprio il massimo...). Quell'azione però è una nitida fotografia del copione giallorosso che si affida alla grande giornata di Gervinho che mette in imbarazzo Chiellini e Bonucci, affannatissimi nel tentare - senza per altro riuscirci - ad arginare l'ivoriano. La Juventus da parte sua conta su un motivatissimo Tevez e un ispirato Pogba. Il primo sfiora il gol al 15', il secondo prende un palo a un minuto dalla fine del primo tempo e offre a Llornete un cross pregevolissimo, che lo spagnolo incorna troppo centrale per la facile parata dell'esordiente (e bravissimo) Skorupski. Nella ripresa l'episodio che farà discutere: punizione dal limite, batte Pirlo, ma quello che conta accade in barriera, dove Chiellini sbraccia e colpisce Pjanic. Non è un colpo violento e Pjanic stramazza al suolo esagerando la portata del fallo, ma Chiellini è inequivocabilmente da espellere. Russo lo grazia (per altro era già ammonito) e questo innesca ulteriore nervosismo con lo stesso Pjanic che pochi minuti dopo si macchia di un fallo "di vendetta" sul difensore bianconero, meritando a sua volta il giallo. E nel finale c'è spazio ancora per scintille fra Torosidis e Tevez, con falli e vendette che si susseguono in modo poco sportivo.  La partita, tuttavia, continua a essere divertente, agonisticamente vera, tecnicamente godibile. La Roma vuole vincere, la Juventus non vuole perdere. Mancano i gol, non lo spettacolo. La Juve è pricolosissima in contropiede e quando Osvaldo prende il posto di Llorente trova anche la smania dell'ex di ricacciare in gola ai tifosi romanisti i rumorosissimi fischi. Dall'altra parte Gervinho continua a essere pericolosissimo, anche se Storari compie due miracoli in un secondo parando prima un violento tiro di Nainggolan sulla cui respinta si avventa Florenzi vedendosi però parato dal vice-Buffon anche il suo tentativo. C'è gloria, dunque, anche per l'ottimo Storari nel terzo scudetto consecutivo della Juventus. E alla fine, proprio alla fine, quando mancano pochi secondi alla fine è Osvaldo che la butta dentro con un meraviglioso destro a giro su cross di Lichtsteiner che aveva ricevuto grazie a una geniale apertura di Pogba.

UNICA SCONFITTA CASALINGA DELLA ROMA PROPRIO CONTRO DI NOI
RECORD VITTORIE TOTALI DELLA STORIA JUVENTUS  : 32 (poi saranno 33)
RECORD VITTORIE ESTERNE JUVE EGUAGLIA SE STESSA
RECORD SUPREMO DI PUNTI : 99 (poi saranno 102)
MIGLIOR ATTACCO E MIGLIOR DIFESA

ROMA - Ancora cori di discriminazione territoriale, ancora una curva che rischia la chiusura. Durante il primo tempo di Roma-Juventus, la Curva Sud ha intonato più volte cori contro i napoletani (il solito "Lavali con il fuoco" e "Odio Napoli"). Il che significa che la Sud rischia la chiusura. In curva è comparso anche uno striscione "Forza Daniele" probabilmente riferito a De Santis, l'ultrà accusato di aver sparato a Ciro Esposito prima della finale di Coppa Italia. Intanto intorno allo stadio la situazione è tranquillissima. Ed è stata tranquilla anche la fase del prepartita con un afflusso normale, il cordone di sicurezza ha retto e il grande dispiegamento delle forze dell'ordine ha garantito che finora la giornata non abbia presentato nessuna problematica. La Juve ha preferito lasciare il comando delle operazioni ai giallorossi che, però, si sono resi pericolosi solo con un paio di conclusioni da fuori, la prima di Totti, su sponda di Destro, che la seconda di Nainggolan, su assist di Gervinho. I campioni d'Italia hanno agito di rimessa e in più di un'occasione hanno costretto agli straordinari Benatia e Castan, sfiorando per tre volte il vantaggio con Asamoah e Llorente (2). Le migliori occasioni sono arrivate nel finale di tempo: al 39' Gervinho, lanciato a tu per tu con Storari da Pjanic, ha calciato malamente addosso al portiere, al 45' Pogba, su sponda di Llorente, ha colpito in pieno un palo con un sinistro in diagonale. Nella ripresa la musica non è cambiata anche se la Roma ha decisamente alzato il baricentro, impegnando Storari prima con Torosidis poi con una punizione di Pjanic infine, nel finale, con una duplice conclusione di Nainggolan e del subentrato Florenzi. La Juve, graziata al 58′ da Russo (che non ha punito con il rosso una gomitata, da prova tv, di Chiellini a Pjanic), ha badato a coprirsi ma non ha mai rinunciato a ripartire. E dopo aver impegnato Skorupski con un destro di Lichtsteiner e con un altro tiro da lontano di Pogba è passata, proprio all'ultimo secondo, con una delle sue classiche azioni di fabbrica: Pogba ha lanciato in area sulla destra Lichtsteiner che ha rimesso in mezzo per il subentrato Osvaldo, bravo a rispondere ai fischi d'accoglienza ricevuti dai suoi ex tifosi infilando con precisione l'incrocio. E così ora per la Juve il trionfo è davvero completo.

Il “dio” del calcio esiste, ed il calcio può sembrare illogico ma ha sempre la sua logica.
Sono i due concetti che a mio modo di vedere emergono dalla gita a Roma (come è stata ironicamente definita) dei nei campioni d’Italia, e così nella gara tanto attesa nella Capitale, quale prova definitiva, a loro modo di vedere, della superiorità della Roma sulla Juventus, indegna vincitrice del campionato, una Juve sostanzialmente demotivata ma sufficientemente concentrata, ha ottenuto i tre punti nella maniera più beffarda che il destino potesse disegnare: con un gol del più detestato dai romanisti, Osvaldo, nell’ultima azione della partita, a sei secondi circa dal fischio finale. Come dire, non solo la conferma di quella logica del calcio secondo la quale la più forte vince, ma anche la beffa della casualità, ossia la squadra dell’ambiente calcistico più livorosamente ed ottusamente antijuventino, sconfitta proprio grazie al gol del giocatore cacciato da Roma a furor di popolo la scossa estate. Se a Roma capissero che questi sono segni significativi, ne farebbero tesoro, invece, non arrendendosi neppure di fronte all’evidenza, nonostante una partita nella quale i bianconeri avevano mostrato di essere più forti fino a quel momento, sono iniziati i pianti antichi, ma di questo ne parlerò oltre. Mi limito a dire che la vittoria è più che meritata, che nel primo tempo solo la sfortuna (palo di Pogba) e imprecisione di Llorente, avevano impedito alla Juve di andare in vantaggio anche nettamente, che ancora una volta i romanisti cercano la rissa ma come nel passato, più cercano la rissa e più ne escono umiliati. Quello che invece va analizzato è il dopopartita, almeno dal punto di vista di noi tifosi juventini (i romanisti lasciamoli cuocere nel loro brodo di essere ancora una volta vittima di non si sa quale destino cinico e baro, o di chissà quale macchinazione infernale), è il ragionamento fatto da Conte ai microfoni delle varie emittenti tv o in sede di conferenza stampa, discorso che è sembrato un addio.
Effettivamente, chi vi scrive, convinto fino a lunedì scorso, che fosse tutto un gioco delle parti per creare confusione, e dunque che non vi fossero dubbi sulla permanenza di Conte alla guida dei bianconeri, dopo le parole di ieri sera, comincia a credere che le cose stiano in maniera diversa, e che probabilmente tutto è fatto nel senso che sapremo lunedì prossimo il nuovo tecnico della Juventus. Perché le parole di Conte sono stavolta inequivocabili. E forse meglio così: sicuramente questi tre anni con lui in panchina sono stati straordinari, ma appunto perché straordinari forse anche irripetibili. Da venti anni una squadra non vinceva tre scudetti di fila (non prendo in considerazione per ovvie ragioni il periodo cartonato, figlio di una programmazione a tavolino), mai nessuna squadra, da quando c’è il campionato a 20 squadre raggiungeva un risultato così elevato, che di fatto significherà toccare almeno i 100 punti o addirittura 102 se si vorrà puntare anche al record di tutte le gare vinte in casa in una stagione. Si è vinto il primo anno da imbattuti, con una formazione che nessuno considerava vincente, a cominciare da noi tifosi, che saremmo già stati contenti, dopo due annate disastrose, di poter tornare a competere per le prime posizioni; si è vinto il secondo anno in carrozza, di fatto chiudendo il discorso scudetto a metà girone di ritorno, anche se aritmeticamente solo nel finale; si è stracciato ogni record quest’anno, dei punti nel girone d’andata, delle vittorie consecutive, delle vittorie in casa, migliore attacco, migliore difesa.
Di più nei prossimi anni la Juventus non penso possa fare, anche vincendo altri scudetti potrà al massimo avvicinarsi a questi risultati stagionali. E’ mancata la ciliegina europea, ma non dimentichiamoci che anche la fenomenale Juve di Capello non ebbe poi risultati tanto migliori. Quindi ci può stare che un allenatore cerebralmente partecipe delle vicende dei suoi giocatori in campo, possa essere anche stanco, cominciare a non avere più stimoli, valutando come molto difficile allo stato una competitività in Europa: e nella fatica metto pure il dovere sempre difendere anche pubblicamente le ragioni della società dalle varie aggressioni mediatiche, cosa che non sempre chi rappresenta la società compie come si dovrebbe.
Aggiungiamoci pure la vicenda della scorsa estate, nella quale proprio Conte fu bersaglio di una vera e propria intimidazione mafiosa con la vicenda Carobbio, e mi pare umanamente comprensibile che si possa anche avere una sorta di cedimento e di stanchezza. Se stanno così le cose, meglio chiudere in bellezza, un quarto anno con permanenza forzata potrebbe essere deleterio per tutti, non dimentichiamoci della Juve di Lippi 1998 – 99, e meglio sia per noi, sia per lui, se le strade adesso si dividono, giusto per Conte trovare nuovi stimoli altrove, e giusto per la società bianconera sperimentare nuove strade.
Ad una condizione: ripartire con idee chiare. Quando i cicli vincenti finiscono, occorre ripartire quasi da capo, non nel senso di stravolgere tutto, bensì di essere anche pronti ad una annata, come dire, di transizione, per mettere le basi ad un nuovo ciclo.

Scemo della settimana
La vittoria all’Olimpico non poteva essere più goduriosa, non solo per il risultato di per sé, ma perché non poteva esserci, come detto, migliore risposta al livore proveniente dall’ambiente peggiore calcisticamente parlando, presente in campo nazionale. Ma siccome più ci odiano, più è il godimento che si ha quando si vince, una delle cose per cui valeva la pena vincere era quella di ascoltare cose del genere.
Mi fermo qui, e buon ascolto …

https://www.youtube.com/watch?v=YUtI1ms3D5M

L’ambiente romettaro, scornato sul campo della solita figuraccia contro la Juventus, giustamente non poteva non trovare il cavillo cui appigliarsi, consapevole che lo sterco mediatico avrebbe fatto da cassa di risonanza.
E così in una partita nella quale si è assistito alla caccia all’uomo fatta dal solito civilissimo Totti, ai fallacci di Torosidis e Benatia, ai calcioni proditori di Pjanic, l’unico bersaglio è stato Chiellini, reo di un colpo da prova tv nei confronti di Pjanic, che invero era un semplice fallo di gioco, una sorta di blocco, che compiuto da altri passa in silenzio, ma compiuto da uno juventino, specie contro la Roma e a Roma, diventa episodio da condannare. E così Chiellini è stato squalificato per tre giornate, per prova tv, con gente che addirittura invoca il codice etico e la non convocazione per i mondiali in Brasile. Vedete, quando un ambiente calcistico arriva all’autolesionismo di auspicare la mancata convocazione di un giocatore solo perché juventino, pur di poter gioire, è un ambiente calcistico davvero marcio, e del resto ricorderete bene quando nel 2006 qualche genio (leggasi Ziliani Paolo, lacchè mediasettaro) in buona compagnia pretendeva l’esclusione di Buffon e Cannavaro dalla Nazionale, oltre all’esonero di Lippi. Ma ancor di più quando un giudice sportivo, per placare i media e farsi indirettamente perdonare da decisioni precedenti (la squalifica di Destro, o la chiusura dello stadio napoletano), pensa di rifarsi una verginità con decisioni del genere. Perché è segno di rinascita di sentimenti popolari diffusi, che poi possono provocare vicende come quelle del 2006. Ed è segno che si sta ulteriormente cedendo ai violenti, visto che nello stesso comunicato dei provvedimenti adottati, ad esempio, gli striscioni inneggianti allo sparatore romanista al tifoso del Napoli, sono stati puniti con 50.000 euro di ammenda. Già … cosa volete che sia la vita umana per un giudice quaquaraqua, al cospetto del tenere a freno il sentimento popolare diffuso?

Gruppi ultras che decidono spedizioni punitive e se non le autorizzano vogliono conto non dei gesti violenti, ma del perché non si sia loro chiesto il permesso di compierli; gruppi ultras che si collegano a gruppi camorristici per avere peso in curva, e che naturalmente entrano gratis allo stadio, insomma tutte cose che mettono davvero paura alla gente di pensare di andare negli stadi. Si aggiungano pure misure di prevenzione ridicole, situazioni anche di quasi commistione tra chi dovrebbe reprimere e chi dovrebbe essere soggetto di repressione, comunicati ufficiali ove si negano anche le evidenze (una trattativa tra ultras e forze dell’ordine o istituzionali documentate pubblicamente ma negate anche a costo di apparire ridicoli). Ed ancora si tende a minimizzare, come prevedeva Conte, due o tre giorni e via, ormai quasi dimenticato, diventa Chiellini il caso e non coloro che solidarizzano con i violenti. Insomma, c’è una volontà chiara di consentire queste forme di intimidazioni e di violenza attorno al calcio, molta gente ci guadagna, siano esse testate giornalistiche, politici, impostori e imbonitori vari. E non c’è alcuna volontà di affrontare il problema.

18   05.10.2014 Campionato Serie A Juventus – Roma 3 - 2
Oltre ogni limite, oltre ogni difficoltà, oltre ogni episodio: una Juve di leoni abbatte anche l'ostacolo Roma al termine di una vera e propria battaglia e continua a vincere e a comandare il campionato italiano. Sesta vittoria consecutiva per i bianconeri e punteggio pieno confermato, respinto l'assalto al cielo dei giallorossi con un eurogol di Bonucci nel finale dopo la sarabanda di rigori del primo tempo e il 2-2 all'intervallo. La squadra di Garcia, capace di far cadere l'imbattibilità di Buffon e di sfiorare il tris che avrebbe chiuso il match, si piega ma torna comunque da Torino a testa alta rimandando rabbiosa l'appuntamento al primo marzo, il ritorno di quello che sarà con ogni probabilità il duello scudetto a distanza di tutta la stagione. In tribuna allo Stadium anche Pep Guardiola si gode la sfida tra le due regine della Serie A. Primo quarto d'ora con Tevez scatenato: prima serve di sinistro Marchisio in area, disturbato al limite del fallo da Holebas al momento della conclusione in area piccola, poi l'Apache prova la conclusione personale di destro sulla quale si immola un enorme Keita. Pirlo comanda la manovra come se non fosse mai stato fuori, il regista è il trampolino di lancio di ogni azione pericolosa bianconera. La Roma è tutta in un'azione sostenuta al limite dell'area di Pjanic e in qualche folata di Gervinho e Iturbe neutralizzate senza problemi. Ci prova anche Maicon a sorprendere in velocità la Juve in progressione centrale ma il suo suggerimento per Iturbe viene fermato all'ultimo momento da Chiellini. Juve pericolosa di nuovo al 22' con un lancio illuminante di Bonucci per l'inserimento di Marchisio che conclude di destro al volo mancando di pochissimo la porta. La partita cambia al 27': Totti in tackle su Pirlo, punizione per i bianconeri dai trenta metri. Batte lo stesso Pirlo, Maicon esce dalla barriera e alza il braccio proteggendosi il viso colpendo il pallone: Rocchi fischia, per un attimo assegna la punizione dal limite e poi si corregge decretando il penalty tra le proteste dei giallorossi con annesso giallo al brasiliano. Le immagini mostrano Maicon uscire dalla barriera, posta in area, e toccare con il gomito sulla linea. Tevez non sbaglia, spiazzando Skorupski, 1-0 Juve al 27' e Garcia espulso dopo aver mimato il gesto di suonare un violino interpretato come irridente dal direttore di gara. La Roma si getta con i nervi all'attacco, guadagna una punizione sulla trequarti sulla quale viene ammonito Chiellini: palla al centro, defilati dal gruppone di giocatori Lichtsteiner e Totti si trattengono in area e Rocchi fischia ancora: altro penalty, stavolta per la Roma, che Totti al 32' trasforma spiazzando Buffon e mettendo fine all'imbattibilità del portiere e di tutta la squadra bianconera che durava da 832 minuti. Nell'occasione Rocchi sventola cartellini all'impazzata: Lichtsteiner, Totti e Bonucci finiscono sul taccuino di un direttore di gara sempre più in balia degli eventi. Partita infiammata: Pirlo continua a mandare messaggi a Pogba e Marchisio ai quali si oppongono Keita e Manolas. Altro giallo per Gervinho che stende Chiellini, dalla punizione la palla arriva a Tevez che scarica violento il destro addosso a Yanga-Mbiwa lanciatosi alla disperata per contrastare il tiro. Si va verso l'intervallo ma le emozioni non finiscono qui: è la Roma a trovare ancora il gol con Iturbe, servito ottimamente da Gervinho che sfrutta un movimento di Lichtsteiner a lasciargli campo centralmente, filtrante per l'argentino che fredda Buffon al 44'. Juve in difficoltà, la Roma sfiora anche il tris un minuto dopo: a Cáceres salta il bicipite femorale destro mentre fronteggia in velocità Gervinho, l'ivoriano (per nulla sportivo, a parti invertite avrebbero rotto il cazzo per trent'anni) può involarsi verso la porta contrastato solo da Bonucci ma il suo destro a rientrare sul secondo palo si alza sopra la traversa. Sembra finita ma l'ultimo sussulto è bianconero con Pogba che a ridosso della linea dell'area di rigore viene agganciato da Pjanic in scivolata : terzo rigore della partita e ancora Tevez dal dischetto per la doppietta e il sesto centro in campionato, capocannoniere in solitaria. Si riparte con Ogbonna dentro per Cáceres e Pirlo che falcia Iturbe: la partita resta bollente e piena di occasioni. Per la Juve è Pogba a fallire due buone occasioni, poi è Manolas a negare a Lichtsteiner la conclusione davanti a Skorupski. Sponda giallorossa, Gervinho-Ogbonna è un duello sbilanciato dalla parte dell'ivoriano che fa quello che vuole inventandosi l'assist perfetto per Pjanic dopo una discesa inarrestabile in area: il bosniaco controlla e di sinistro prova il diagonale, ne esce un tiro floscio che si perde a lato. Entrano Morata (per Llorente) da una parte e Florenzi (per Iturbe) dall'altra, gli schemi non cambiano. Dentro anche Destro per Totti e Vidal per Pirlo nell'ultimo quarto d'ora, con la Roma vicina al gol con un tiro di Nainggolan deviato da Asamoah e la Juve con Morata che di testa brucia Manolas e va a colpire l'incrocio. I minuti passano, entra anche Paredes per Pjanic. La Juve affonda gli ultimi colpi, Tevez è scatenato e impegna da solo tutta la retroguardia giallorossa innescato da Morata: calcio d'angolo, palla al limite dove è appostato Bonucci che colpisce di destro al volo, una bomba dalla traiettoria perfetta che va a insaccarsi a fil di palo per il sorpasso bianconero a quattro minuti dal termine. Delirio allo Stadium, i romanisti protestano per la posizione di Vidal di fuorigioco e di disturbo a Skorupski. Entrata dura di Morata su Manolas, il difensore greco reagisce e i due vanno faccia a faccia colpendosi con la testa: si accende la rissa, risolta da Rocchi con due rossi diretti ai protagonisti dell'episodio. Finisce con il giallo a Tevez nel recupero, finisce con il 3-2 bianconero che sancisce la fuga in solitaria dei campioni d'Italia in testa al campionato. 

Record supremo di vittorie consecutive in casa, difesa granitica nonostante manca il muro per eccellenza, questa era la partita dove loro avevano tutto da guadagnare e noi tutto da perdere, invece ancora una volta il ragazzo di Viterbo ha ribadito che il nostro destino è la vittoria proprio contro una squadra laziale, proprio contro una squadra romana.

Juventus-Roma : Rocchi
La partita si scalda presto: all'11' la Juve protesta per un intervento di Holebas ai danni di Marchisio nei pressi dell'area piccola. Ci stavano il rigore e l'espulsione del romanista e la Roma avrebbe dovuto giocare 80' in inferiorità numerica, ma l’arbitro lascia correre.  Al 26' rigore per la Juve: punizione di Pirlo, Maicon alza il gomito e colpisce la palla. Proprio alla Roma fu concesso un rigore in situazione simile, contro la Juve : allora Totti fu felice di riceverlo, oggi protesta e parla di complotti pro Juve. Garcia si agita e mima il gesto del violinista e viene giustamente espulso. Passano meno di 5' e Rocchi indica ancora il dischetto. Stavolta nell'area della Juve per un abbraccio di Lichtsteiner a Totti. Punizione di Pjanic, palla in area e lo svizzero affonda Totti. Ma il primo a commettere infrazione è proprio Totti, che "gira" la testa all'avversario. Quindi l'azione andava interrotta prima del fallo dello juventino. La scelta più corretta sarebbe stata punizione a favore dei bianconeri, dal momento che il primo fallo lo aveva commesso il capitano giallorosso. Non è finita qui. Sul finale del primo tempo altro rigore per la Juve. Stavolta il fallo di Pjanic su Pogba  è netto e dalle immagini sembra avvenire sulla linea dell'area di rigore (fosse stato anche solo sulla linea sarebbe ugualmente rigore, perché la linea per regolamento fa parte dell’area di rigore). Da ricordare che in più occasioni alla Roma è stato concesso rigore per fallo avvenuto nettamente fuori area. Regolare, infine, il gol di Bonucci in quanto Vidal non è sulla traiettoria del tiro del compagno e non ostacola quindi la visuale del portiere.  Da sottolineare il solito atteggiamento di Totti, che come faceva ai tempi in cui lui e la Roma arrivavano sempre dietro l'Inter, si lamenta che perde a causa degli arbitri e questa volta ha detto che finchè ci sarà la Juve, saranno sempre secondi. E ovviamente il Corriere dello sport spara titoloni da querela già alla sesta giornata, atteggiamento tipico di chi non sa perdere e ha la memoria corta.  In ogni caso, le cose certe sono che il rigore su Paul c'è e che la rete di Leonardo è regolare, mentre gli altri 2 rigori sono dubbi per molti e da non assegnare, quindi che si tratti di 3 a 2 oppure di 2 a 1, sempre vittoria nostra resta.

Serie A, Messina: «Regolare il gol di Bonucci in Juve-Roma, chiesto parere all'Ifab»
Il designatore: «In occasione del gol-non gol di Astori in Udinese-Roma ho rimpianto la tecnologia»
TORINO - «Il gol di Bonucci in Juventus-Roma? Immediatamente dopo la gara abbiamo inoltrato il filmato alla Fifa che per noi e per la Federcalcio è il punto di riferimento assoluto, perché è l'organismo che poi determina le regole e l'interpretazione delle regole. Ci ha confermato che quel gol è un gol regolare, pur riservandosi la possibilità di sottoporlo all'Ifab. Quindi non escludiamo che ci sarà una rivisitazione dell'IFAB e quando questa verrà fatta, la renderemo pubblica». Lo ha dichiarato il responsabile della Commissione Arbitri Nazionale della Serie A, l'ex arbitro Domenico Messina, intervistato da Sky Sport. In carica dallo scorso luglio, il suo voto ai direttori di gara per quanto riguarda il girone di andata è positivo: «Darei non meno di 6,5 - dice Messina - perché abbiamo fatto un buon girone di andata, certamente qualcosina si poteva fare meglio, però nel complesso direi un buon risultato».

«LE POLEMICHE? PREPARATO» - Dopo il primo mezzo campionato da designatore, nessuna sorpresa su quello che avrebbe trovato: «Ero preparato - dice - perché ho fatto 13 anni da arbitro in Serie A e quindi sapevo perfettamente che questo è un ambiente difficile e ricco di aspettative. Conoscevo il lavoro che c'era da fare ed ero consapevole di queste difficoltà. E quindi ero perfettamente conscio di quello che andavo a fare». Oltre al gol di Bonucci, c'è stato un altro episodio chiave in queste prime 19 giornate, il gol-non gol di Astori in Udinese-Roma: «In quell'occasione la goal line technology onestamente l'ho rimpianta tanto»


19  02.03.2015 Campionato Serie A Roma – Juventus 1 – 1
Venti minuti di buon calcio non bastano a riaprire il campionato. Né a restituire alla Roma una vittoria interna che in serie A le manca da oltre tre mesi. Non basta aver rimontato la Juventus in dieci contro undici con rabbia e orgoglio, né aver preso un altro punto al Napoli mettendo il secondo posto al sicuro almeno per un'altra giornata. La Roma continua a stentare, il settimo pareggio in 8 giornate è un segnale impossibile da ignorare. E la classifica del girone di ritorno alimenta le preoccupazioni per il futuro. 
Imprigionata a metà classifica, nona, addirittura dietro a Cesena e Empoli, appena un punto sopra a Verona e Chievo, avversario domenica al Bentegodi: questo recita la classifica della Roma nel girone di ritorno. Sei partite, otto punti, gli stessi di Genoa e Palermo, Inter e Milan. Non se lo aspettava certo Garcia, convinto fino a qualche settimana fa di sfidare la Juventus per il titolo fino alla fine della stagione : dopo il pari dell'Olimpico contro la squadra di Allegri il distacco è rimasto lo stesso, ma virtualmente è cresciuto di un punto visto che causa scontri diretti la Roma dovrebbe da qui ala fine fare 10 punti più dei bianconeri per arrivargli davanti. Lo scudetto - il pensiero che circola da qualche giorno a Trigoria e che lo scontro diretto di ieri avrà alimentato - è un discorso chiuso, almeno per quest'anno.

Nervosa al limite della figuraccia pubblica, con Manolas e De Sanctis a inveire uno contro l'altro all'uscita dal campo nell'intervallo e poi divisi dai compagni negli spogliatoi. Una tensione che certo non fa bene alla Roma, nonostante Garcia provi a ridimensionarla: "La lite dimostra che siamo una squadra viva, piuttosto che una squadra di morti". Curioso invece che la rimonta sia iniziata proprio con l'uscita di due monumenti come Totti e De Rossi: senza di loro, nonostante l'inferiorità numerica la Roma ha ripreso a giocare. 

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