2001-2002
Rivoluzioni in casa Juventus:
tornò Marcello Lippi in panchina, vennero ceduti Zidane
al Real Madrid e Inzaghi al Milan e con i ricavi furono acquistati Buffon
e Thuram
dal Parma e Nedvěd dalla Lazio. Fino all'ultimo tentò di
prendere anche Christian Vieri dall'Inter, ma l'affare non
andò in porto, ripiegando sul laziale Marcelo Salas.
Anche l'Inter rivoluzionò il suo assetto: Moratti ingaggiò come allenatore
l'argentino Héctor Cúper, reduce dalle brillanti stagioni
con il Valencia, poi si assicurò il portiere Toldo,
i difensori Materazzi, Vivas,
Padalino, Sorondo
e di nuovo Georgatos, per il centrocampo arrivarono Sérgio Conceição, Cristiano
Zanetti (di ritorno da due anni in comproprietà alla Roma) e due
turchi a parametro zero dal Galatasaray, Okan
ed Emre
mentre per l'attacco offrì un'altra possibilità ai rientranti Kallon
e Ventola
in attesa del recupero di Ronaldo e del rientro di Álvaro Recoba
da una lunga squalifica. La Lazio prese Stam,
Mendieta
e Fiore,
il Parma di Ulivieri acquistò Nakata
e Frey mentre la Fiorentina confermò l'allenatore
Roberto
Mancini. Il Milan puntò sull'ex juventino Filippo
Inzaghi, sull'ex fiorentino Rui Costa
e sull'ex interista Pirlo ingaggiando il turco Fatih Terim
alla guida tecnica mentre la Roma campione in carica puntò sul giovane talento Antonio
Cassano, preso dal Bari.La stagione partì il 25 agosto
2001, con favorite le
milanesi, le romane e la Juventus. In una stagione tanto incerta e
combattuta fino alla fine, passò in secondo piano il primo derby
della storia per la città di Verona, che diventò la quinta città italiana a poter vantare
una stracittadina nella massima serie dopo Milano, Torino, Genova e Roma.I bianconeri di Lippi
partirono forte e alla terza giornata erano in testa a punteggio pieno,
superati due domeniche dopo dall'Inter di Cúper.
La vera protagonista del girone d'andata fu però il neopromosso ChievoVerona del tecnico Luigi Delneri,
squadra debuttante in Serie A, che grazie al suo gioco arioso e spettacolare andò in
testa alla classifica il 21 ottobre e ci rimase per l'intero mese di novembre,
verso la metà del quale si svolse il primo derby
col Verona quarto in classifica, conclusosi
con la rocambolesca sconfitta del Chievo che lasciò all'Hellas una vittoria in
rimonta per 3-2 dallo 0-2. Nel frattempo la Juventus conosceva un periodo di
crisi e il Milan
cambiava subito la guida tecnica: il turco Fatih Terim
venne infatti sostituito con Carlo Ancelotti,
lasciato libero dalla società torinese. Il 2 dicembre
il Chievo perse il primato in favore dell'Inter, ma i nerazzurri
vennero sconfitti in casa nello scontro diretto due domeniche dopo e cedettero
il passo ai veronesi e alla Roma campione in carica. La squadra di
Cuper concluse comunque l'anno in testa alla classifica, ma venne sopravanzata
dalla Roma il 6 gennaio
che vinse così per la seconda volta consecutiva il titolo d'inverno.Il girone
di ritorno vide l'allontanamento dalle zone di vertice del Milan, che pagò
l'infortunio del suo centravanti Filippo
Inzaghi, e del Chievo e l'avvicinamento
prepotente della Juventus, tornata in splendida forma dopo le difficoltà
autunnali. La lotta diventò così a tre e vide le contendenti alternarsi in
vetta alla classifica domenica dopo domenica. Il torneo sembrò arrivare ad una
svolta il 24 marzo
quando l'Inter, battendo la Roma nello scontro diretto di San Siro, andò a +3 sui giallorossi e +4
sulla Juve. La domenica successiva il distacco sulla Juventus crebbe a sei
punti e sembrò tagliare fuori i bianconeri; un'inopinata sconfitta casalinga
dell'Inter contro l'Atalanta alla trentesima giornata riaprì però i giochi. A
tre giornate dalla fine l'Inter affrontò il Chievo, mentre la Juventus giocava
a Piacenza:
se al novantesimo minuto i nerazzurri avevano già le mani sul titolo vincendo
al Bentegodi, mentre le inseguitrici permanevano
sul pareggio, nei minuti di recupero le simultanee marcature di clivensi e
torinesi portarono d'un colpo da 5 a solo 1 i punti di vantaggio dei milanesi.
Le tre squadre arrivarono così all'ultima gara, il 5 maggio,
in questa delicata situazione di classifica: Inter 69, Juventus 68, Roma 67. Se
per i giallorossi le speranze erano ormai flebili, la Juventus impegnata sul
campo dell'Udinese sperava in un regalo della Lazio, che a Roma sfidava l'Inter. Allo
stadio Olimpico l'ambiente era però ottimale per
i nerazzurri dato che la stessa tifoseria biancoceleste, un po' per gli stretti
rapporti d'amicizia coi meneghini, un po' per odio nei confronti della sua dirigenza,
era chiaramente disposta a sacrificare l'ingresso in zona UEFA pur di vedere
trionfare i neroazzurri: già dopo 10 minuti di gioco la Juventus aveva risolto
la pratica con i gol del capocannoniere David
Trezeguet e del capitano Alessandro Del Piero. Quando l'Inter andò
in vantaggio per la seconda volta nel primo tempo - dopo una rete laziale -
tutta Italia
credette di star assistendo ad un copione scontato. Ma accadde l'imponderabile:
dapprima arrivò la seconda rimonta laziale, poi addirittura nella ripresa i
nerazzurri crollarono sotto i colpi dei biancocelesti e la gara finì 4-2. A Udine scoppiò così la
grande festa per il 26º scudetto bianconero, uno dei più sofferti e inattesi.
Con la contemporanea vittoria della Roma, l'Inter finì addirittura terza,
lasciando l'ambiente nerazzurro tra le lacrime e nello scoramento per un
obiettivo inseguito 13 anni ed ancora una volta sfuggito. Con la Lazio entrò dunque in UEFA anche il Chievo Verona, splendida
neopromossa che si affacciava subito all'Europa. Ad un
certo punto i clivensi avevano pensato addirittura ad un posto in Coppa dei Campioni, che
invece finì al Milan. In coda si registrarono le discese
in B di Venezia,
Fiorentina,
Lecce che in quell'anno rappresentò da
solo l'intero Sud-Italia, e a sorpresa del Verona di Alberto
Malesani che nonostante fosse dotato di grandi stelle nascenti del
calcio italiano e internazionale, come Oddo,
Gilardino, Camoranesi e Mutu,
mancò la salvezza, causa anche una classifica stretta per il quindicesimo
posto, nella quale fino al fischio finale erano coinvolte anche il Brescia
e l'Udinese.
Invece la Fiorentina,
dopo un campionato anonimo, retrocesse clamorosamente. Per i gigliati
fiorentini in estate arriverà addirittura il fallimento della società e il
declassamento in Serie C2. Ai veronesi invece fu fatale lo
scontro diretto contro il Piacenza dell'altro capocannoniere Dario Hubner,
che gettò i veneti
nel baratro.
Un ringraziamento speciale ad
un calciatore che si mostrò leale fino in fondo anche se tutti gli altri
remavano contro:Poborsky; pareggiò due volte le reti interiste regalate dai
compagni agli avversari e galvanizzò la squadra che con il suo esempio
s’impegnò seriamente e travolse l’Inter.
Moratti aveva chiesto a Cragnotti la
vittoria sicura in casa della Lazio e in cambio avrebbe aquistato Nesta
(difensore laziale) a una cifra faraonica. Non
è un’illazione, ci sono le intercettazioni che lo provano, ma, come sempre
avviene con Moratti, qualche santo in paradiso lo ha protetto.
IL 5 MAGGIO 2002
È
terminato il campionato 2000/2001 ed il calcio italiano è dominato dalle
squadre romane; la Roma di Capello ha appena vinto lo scudetto, strappato ai
cugini laziali, vincitori l’anno precedente. Juventus, Milan ed Inter sono le
grandi sconfitte e meditano una pronta riscossa. La Juventus è la più furiosa
di tutte; i due campionati appena trascorsi, sono finiti fra mille polemiche,
errori arbitrali, “diluvi universali”, passaporti falsi e decreti pro giocatori
extracomunitari dell’ultimo secondo. La triade juventina
(Moggi-Giraudo-Bettega, con la supervisione di Umberto Agnelli) decide di
tornare all’antico, scaricando il tecnico Ancelotti e recuperando Marcello
Lippi, l’allenatore degli ultimi successi, che viene dal fallimento interista.
L’operazione ritorno, che ha visto di recente dei personaggi del calibro di
Trapattoni, Sacchi e Capello fallire miseramente, non spaventa il tecnico
viareggino, che progetta una squadra rifondata in difesa e potenziata
atleticamente a centrocampo. La campagna acquisti è vistosa; arrivano il
portiere Buffon ed il campione del Mondo Thuram, gioielli del Parma, per 175
miliardi di Lire complessivi. Dalla Lazio viene ingaggiato il nuovo pilastro di
centrocampo, il ceco Pavel Nedved, infaticabile ed illuminato trascinatore, per
70 miliardi. L’esborso è compensato da due addii eccellenti; sua maestà Zidane
al Real Madrid, per l’incredibile cifra di 150 miliardi e Filippo Inzaghi, al
Milan, per 80. Lippi costruisce una squadra raramente brillante, ma molto
compatta, specie dopo qualche aggiustamento tattico: il portiere della
Nazionale, Buffon, è una sicurezza, nonostante un avvio incerto; davanti a lui
l’assetto definitivo prevede Thuram a destra (dopo l’avvio al centro, posizione
che predilige) col recupero del formidabile grande “vecchio” Ferrara accanto a
Montero (oppure Iuliano) nel cuore del reparto difensivo, mentre a sinistra
Pessotto è sempre molto affidabile. A centrocampo la diga Tacchinardi al
centro, il veloce incursore Zambrotta a destra ed il coriaceo Davids a sinistra
coprono la straripante vitalità di Nedved, spostato sulla trequarti dopo
l’avvio a sinistra, con strepitosi esiti. L’infaticabile Conte completa un
reparto atleticamente superbo. In avanti, Trezeguet, un animale da goal che
partecipa poco alla manovra, ma infila reti in continuazione e che sale sul
trono dei bomber grazie anche all’aiuto del mobile Del Piero, recuperato a
grandi livelli, anche sotto rete. Poco fortunato il cileno Salas, alternativa
di lusso, presto emarginato da un grave incidente. Anche il Milan pensa in
grande; terminato sesto nella stagione precedente, dopo aver alternato tre
allenatori (Zaccheroni, Tassotti e Maldini), si affida al turco Fatih Terim,
che ha dato spettacolo con la Fiorentina. Arrivano Filippo Inzaghi e Rui Costa
e tanto basta per far sognare i tifosi rossoneri.Dopo il fallimento Lippi ed il
disastro Tardelli (che ha dalla sua un derby perso per 0-6) anche l’Inter si
affida ad un tecnico straniero; è l’argentino Hector Cuper che fatto benissimo
in Spagna, sia con il “piccolo” Maiorca che con il Valencia. È soprannominato
l’eterno secondo, perché non ha vinto niente d’importante (con la squadra delle
Baleari ha perso la Coppa delle Coppe, sconfitto dalla Lazio in finale, con il
Valencia è arrivato secondo in campionato ed ha perso due finali di Champions
League, contro il Bayern Monaco ed il Real Madrid) ma i tifosi nerazzurri non
sono superstiziosi. Finalmente si è ricomposta la grande coppia dei sogni; un
allenatore argentino ed un Moratti come presidente, come nell’epoca della
“Grande Inter” del Mago Herrera. Come sempre, la campagna acquisti è faraonica;
arrivano Toldo, Materazzi, Georgatos, Coincençao, Cristiano Zanetti, Dalmat,
Kallon, Ventola, Fontana, gli argentini Guglielminpietro, Sorondo e Vivas, i
turchi Emre e Buruk. Ma lo sforzo più imponente è l’ennesimo tentativo di
recuperare Ronaldo, per permettere al Fenomeno di formare la coppia da sogno
con Christian Vieri. La Lazio, perso Eriksson, si affida a Dino Zoff e si
presenta ai blocchi di partenza con molti volti nuovi; Stam, Fiore, Liverani,
Giannichedda, Mendieta e Kovacevic, scambiato con Salas, finito alla Juventus.
Fabio Capello, invece, non cambia; la sua Roma è fortissima e bastano un paio
di acquisti ben mirati. Il primo è il più roboante e riguarda il gioiellino del
calcio italiano, Antonio Cassano, grandissimo talento ma caratterialmente
impossibile da gestire. Il ragazzo della Bari vecchia costa al presidente Sensi
ben 60 miliardi di Lire, ma ha solamente diciannove anni ed un futuro radioso
davanti a lui. Arriva anche, dal Monaco, il pupillo di Don Fabio, quel
Christian Panucci che ha seguito il tecnico friulano sia Milano che a Madrid.
Per il resto, la squadra capitolina si affida all’estro di Francesco Totti ed
ai goal del Re Leone Batistuta. Ma la squadra rivelazione del campionato sarà
il Chievo, squadra di un quartiere di Verona; uscita dal limbo dei dilettanti
nel 1986, approda in serie B nel 1994 e, da quest’anno, si affaccia nel
campionato di serie A. Il miracolo porta la firma del giovane presidente Luca
Campedelli e del tecnico Luigi Delneri, abile a costruire un meccanismo di
gioco spettacolare ed efficace, con giocatori di secondo livello o quasi. Il
portiere è Lupatelli, la linea difensiva rigorosamente a quattro, è composta da
Moro, D’Angelo, D’Anna e Lanna. Davanti a loro, il regista Corini che risulterà
uno dei migliori giocatori del campionato, assistito dal poderoso pistone
Perrotta. Il gioco diventa arioso e ficcante sulle fasce laterali, dove corrono
il velocissimo brasiliano Eriberto, a destra, e l’agile Manfredini sulla fascia
mancina. In avanti la torre Corradi, l’efficace Marazzina ed il sempre valido
Cossato, garantiscono gioco e goal. Partono bene le tre grandi deluse; dopo
quattro giornate, sono in testa alla classifica con 10 punti. Secondo è il
Chievo con solo un punto da recuperare; i campioni d’Italia della Roma sono in
netto ritardo, avendo appena cinque punti. Ma proprio la squadra di Capello da
il primo scossone al campionato, andando a vincere al Delle Alpi, contro la
Juventus; reti di Batistuta, con grandi responsabilità di Buffon, ed Asunçao.
Così, l’Inter rimane sola in testa alla classifica, perché anche il Milan
comincia a perdere terreno; ma proprio la squadra rossonera, giocando una partita
memorabile, sconfiggerà i cugini interisti, nel primo derby della stagione, con
un netto 4-2. A proposito di derby; in quello della Mole, la Juventus dilapida
un vantaggio di 3 goal, permettendo la rimonta al Torino e fallendo pure un
calcio di rigore nel finale, con il cileno Salas. Ma presto si capisce che il
Chievo sarà la squadra rivelazione del campionato; i clivensi, infatti, alla
dodicesima giornata si trovano da soli al comando, con un punto di distacco
dall’Inter (che perde nuovamente Ronaldo, infortunatosi contro il Lecce), 3
dalla Roma, 4 dal Milan (che nel frattempo ha esonerato Terim, sostituendolo
con Carletto Ancelotti e che perde Inzaghi per tre mesi) e 6 sulla coppia
Juventus e Lazio. I bianconeri giocano male, Lippi non ha ancora trovato
l’assetto definitivo della squadra; i problemi nascono sulla fascia sinistra.
Infatti, Nedved e Davids si pestano i piedi, senza considerare l’abitudine di
Del Piero di iniziare la propria azione da quella fascia. Perdendo a San Siro
contro il Milan, il Chievo perde la testa della classifica, proprio a favore
dei nerazzurri, ma i clivensi, due giornate dopo torneranno a San Siro e ne
usciranno vittoriosi, proprio nel giorno della scomparsa dell’interista per
eccellenza, l’avvocato Peppino Prisco. Sono giornate decisive anche per la
Juventus; Nedved è tolto dalla fascia sinistra e lasciato libero di esprimersi
secondo il suo estro. Lippi sposta anche Thuram sulla fascia destra,
rispolverando Ciro Ferrara; la squadra bianconera ne ha un immediato beneficio
ed infila una serie di risultati positivi che la porteranno ad effettuare una
grandissima rimonta. Alla fine del girone di andata la Roma è Campione
d’inverno con 36 punti, seguono l’Inter ed il Chievo ad una lunghezza, la
Juventus a 4 ed il Milan a 5. Alla ventiduesima giornata è sempre la Roma a
comandare, ma seconda è la Juventus con solamente un punto da recuperare;
l’Inter è a meno 2, il Chievo a meno 8, il Milan a meno 11! Dalla giornata
successiva l’Inter si riprende la testa della classifica; la Roma e la Juventus
faticano a tenere il passo dei nerazzurri, il Chievo ed il Milan sono sempre
molto staccate, nonostante, in casa rossonera, si sia corso ai ripari con gli
ultimi acquisti Josè Mari e Javi Moreno. Ancora spettacolo nel derby di Torino;
i bianconeri ed i granata si danno battaglia a viso aperto e la partita termina
2-2, con un goal di Maresca nel finale che, facendo il verso all’attaccante
granata Ferrante, mostra le corna alla panchina del Torino. L’Inter vince il
secondo derby della Madonnina, con un goal di Vieri negli ultimi minuti e
mantiene la vetta della classifica, con una lunghezza di vantaggio sulla
Juventus e due sulla Roma. Finisce 2-2 anche il Derby d’Italia, con un
grandissimo goal di Seedorf negli ultimi minuti della partita, dopo che le reti
di Trézéguet e Tudor avevano ribaltato il goal iniziale dello stesso olandese;
la Roma, vincendo per 5-1 il derby, balza nuovamente in testa alla classifica.
L’Inter batte nettamente la Roma, alla ventottesima giornata, grazie alla
doppietta di Recoba ed al goal di Vieri e si porta in testa, con 3 punti sui
giallorossi, La Juventus esce sconfitta dal Tardini di Parma, subendo la rete
decisiva di Lamouchi nella ripresa. Vincono anche il Milan ed il Chievo,
quest’ultimo nel derby contro il Verona, grazie a due reti del bomber Cossato.
A sei giornate dalla fine la Juventus, pareggiando al Delle Alpi con la Lazio,
scivola a sei punti dall’Inter e sembra tagliata fuori definitivamente dallo
scudetto; ma mai dare per morta la “Vecchia Signora”.
Già dalla
domenica successiva dimezza i punti di svantaggio, grazie alla larga vittoria
per 4-0 a Perugia ed all’incredibile sconfitta casalinga dei nerazzurri contro
l’Atalanta. Pareggia anche la Roma a Venezia, dopo essere stata in svantaggio
per 2-0; grande protagonista l’arbitro Collina, che regala due rigori
inesistenti ai giallorossi. A tre giornate dalla fine la rimonta bianconera è
quasi compiuta; ma che sofferenza! A pochi minuti dalla fine, l’Inter sta
vincendo a Verona contro il Chievo, mentre la Juventus pareggia a Piacenza; la
squadra nerazzurra avrebbe cinque punti di vantaggio a due giornate dalla fine,
in pratica lo scudetto in tasca. Ma non finirà così; Nedved segna un goal
favoloso, mentre il Chievo pareggia in una delle sue ultime azioni. La classifica
dice: Inter 66 punti, Juventus 65, Roma 64. La penultima giornata è
interlocutoria; i nerazzurri battono 3-1 il Piacenza, i bianconeri 5-0 il
Brescia ed i giallorossi battono il Chievo con lo stesso risultato, 5-0. Tutto
si decide all’ultima giornata; è il 5 maggio 2002, una data che rimarrà nella
storia del calcio italiano. L’Inter è di scena a Roma, contro la Lazio; i
tifosi biancoazzurri sono in conflitto con il loro presidente e, per protesta,
promettono di tifare per l’Inter. Tantissimi sono i tifosi giunti da Milano e
lo stadio Olimpico è completamente vestito di nerazzurro. Atmosfera
completamente diversa ad Udine; certo, il colore predominante è il bianconero,
ma solo perché sono i colori sociali dei padroni di casa. Tanti tifosi
juventini, è vero, ma lo stadio non tifa certamente per la “Vecchia Signora”.
La Roma è di scena a Torino, con la squadra granata che non ha più niente da
chiedere al campionato. «So già come
andrà a finire», dice Capello, allenatore romanista, «vinceranno tutte e tre e la classifica non
cambierà». Ore 15:00 si parte. Nemmeno il tempo di controllare le
formazioni e la Juventus è già passata in vantaggio; preciso cross di Conte e
zuccata decisiva di Trézéguet, capocannoniere insieme al piacentino Hübner.
Dopo nemmeno dieci minuti, lo stesso attaccante francese lancia in contropiede
Del Piero; diagonale preciso di Ale e la Juventus ha già chiuso la pratica
Udinese. Non resta, per i tifosi bianconeri, che rimanere attaccati alla radio
per avere buone notizie da Roma; notizie che arrivano subito, ma non sono
quelle sperate. Infatti, grazie ad un clamoroso errore del portiere laziale
Peruzzi, Bobo Vieri porta in vantaggio l’Inter; lo stadio Olimpico ribolle di
entusiasmo, i tifosi juventini sono in un mesto silenzio. Ma il pomeriggio è
ancora lungo, dopotutto non sono che passati pochi minuti dall’inizio delle
partite. Diciannovesimo minuto, un brivido scuote le due tifoserie; il ceko
Poborsky, approfitta di una dormita colossale della difesa interista e realizza
il goal del pareggio laziale. Ad Udine è il finimondo, a Roma è una marcia
funebre; ma i tifosi juventini non possono festeggiare a lungo, perché quattro
minuti dopo Di Biagio riporta avanti l’Inter. Questa volta è davvero finita,
pensano gli juventini; si sbaglieranno di grosso. Manca pochissimo alla fine
del primo tempo; ad Udine non succede niente, la partita è finita dopo il goal
di Del Piero. Ancora un brivido di gioia scuote i tifosi juventini; di nuovo
Poborsky, con l’involontario aiuto del suo connazionale Gresko, gonfia la rete
nerazzurra e porta il risultato sul 2-2. Fine dei primi tempi; la classifica
dice Juventus campione d’Italia, Inter seconda, Roma (ancora ferma sullo 0-0)
terza. Inizia la ripresa. Le gambe dei giocatori nerazzurri, già di legno,
diventano di marmo ed il pallone è una bomba che fa paura solo a sfiorarlo; la
tattica non conta più, la confusione e la rabbia sono le uniche cose che
servono in questi momenti. Cuper fuma l’ennesima sigaretta, Massimo Moratti è
di pietra; al suo fianco Tronchetti Provera perde la proverbiale abbronzatura.
Il trionfo annunciato inizia a trasformarsi sempre di più in una sconfitta
storica. Al decimo minuto la tragedia nerazzurra ha la faccia impassibile di
Simeone, l’ex interista, che di testa batte Toldo e non esulta. Adesso tutto
diventa impossibile, assurdamente impossibile; tra la squadra nerazzurra e lo
scudetto ci sono due goal da realizzare, in poco più di mezzora. Allo stadio di
Udine, logicamente, si respira tutta un’altra aria; i tifosi, ma anche i giocatori
stessi, cominciano a crederci. Lippi cerca di mantenere la calma, ma è quasi
impossibile; i tifosi bianconeri cantano, qualcuno piange, il grande sogno si
sta avverando. A Torino, intanto segna Cassano e l’Inter scivola al terzo
posto, scavalcata anche dalla Roma. La lotta disperata di Vieri, i lampi di
classe impotente di Ronaldo e le corse di Dalmat non riescono a spostare il
risultato; il cronometro che prima sembrava bloccato, ora nella testa degli
interisti corre veloce come mai. L’ultima spallata è di Simone Inzaghi; cross
da sinistra e goal di testa per il 4-2 che regala lo scudetto alla Juventus e
gela lo stadio Olimpico. La partita più strana del mondo è finita; piangono i
tifosi interisti, festeggiano quelli juventini. Allo stadio Olimpico Vieri è
immobile, Ronaldo al suo fianco si copre la faccia con le mani e piange
disperato. Materazzi impreca contro i giocatori laziali; «Due anni fa vi avevamo fatto vincere, vi
avevamo fatto vincere». Gresko singhiozza, Moratti è attonito, Hector
Cuper fuma da solo la millesima sigaretta, ripensando alla sua fama di eterno
secondo. Ad Udine, invece, è gioia allo stato puro; capitan Conte urla tutta la
sua rabbia: «Qualcuno che era a
Perugia e rideva, oggi piange … ed io godo, godo, godo».
Lippi
è raggiante; l’avevano definito una minestra riscaldata, ora è un gladiatore
che saluta la folla dopo l’ennesimo trionfo. Finisce il campionato 2001/02;
come quel giovedì del 1967, la Juventus supera sul filo di lana l’Inter. Come
tante altre volte, sono i tifosi juventini a gioire; come tante altre volte, i
tifosi nerazzurri rincasano sconfitti, piangenti con la bandiera arrotolata,
quella con stampato sopra il 14° scudetto, che qualcuno gli regalerà a tavolino
qualche anno dopo. Ma questa, è tutta un’altra storia.
|
|
|
|||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
|
|||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
|
|||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
|
|||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
2002-2003
Milanesi in prima fila per il
calciomercato, complice la crisi finanziaria della Lazio che ripartì da Mancini
allenatore ma perse Crespo, che andò all'Inter, e Alessandro
Nesta che andò al Milan. Il Parma ripartì da Cesare
Prandelli alla guida tecnica e prese Adriano e Mutu
in attacco con Alberto Gilardino terza punta in rampa di
lancio. Il presidente del Perugia Luciano
Gaucci si fece notare ancora una volta cacciando Ahn,
l'autore del golden gol con cui la Corea del Sud eliminò l'Italia negli ottavi di
finale dei Mondiali di calcio. La
Fiorentina fallì e dovette ripartire dalla C2. La Juventus puntò su Camoranesi e Di Vaio,
il Milan prese l'asso brasiliano Rivaldo mentre l'Inter acquistò il già citato Crespo, il
difensore Fabio Cannavaro e cedette Ronaldo
al Real Madrid e clamorosamente Seedorf
al Milan in cambio di Francesco Coco. Il Perugia di Serse Cosmi
schierò giovani di sicuro avvenire come Fabrizio
Miccoli e Fabio Grosso.Dopo il rocambolesco finale di
stagione dell'annata precedente, quando l'Inter aveva perso lo scudetto
all'ultima giornata a beneficio della Juventus,
quest'ultima si confermò campione, stavolta grazie a una dimostrata superiorità
nei confronti degli avversari, che ancora una volta non riuscirono a vincere il
tricolore. La stagione passerà però alla storia
grazie alle imprese europee delle tre grandi tradizionali del calcio italiano,
Juventus, Milan
ed Inter, tutte e tre protagoniste fino all'ultimo nella Champions
League che vide nella storica finale tutta italiana di Manchester
del 28 maggio
i rossoneri prevalere ai rigori sui bianconeri dopo aver precendetemente eliminato
i cugini nelle semifinali.Il campionato cominciò il 14 settembre
2002 con la seconda
giornata in quanto la prima, prevista inizialmente per la fine di agosto, venne
posticipata per problemi sui diritti televisivi delle squadre. Ai nastri di
partenza tutti si aspettavano il trionfo dell'Inter, regina del mercato insieme
ai cugini del Milan
dopo la delusione del 5 maggio e, almeno inizialmente, i nerazzurri non delusero le
aspettative andando in testa solitari alla quarta giornata.Alla sesta, però,
complice il pareggio 1-1 nel big match di San Siro contro la Juventus,
i nerazzurri vennero raggiunti dal rinnovato Milan di Carlo
Ancelotti, rinforzatosi in estate con gli acquisti di Alessandro
Nesta e del brasiliano Rivaldo, prima di staccare nuovamente i rossoneri e di volare
in testa per diverse giornate. Il 17 novembre
una flessione dei milanesi consentì alla Juventus di andare in vetta, superata
due domeniche dopo dalla sorprendente Lazio
di Roberto Mancini. I biancocelesti, pareggiando
lo scontro diretto con l'Inter del 7 dicembre,
lasciarono il passo al Milan, che rimase in testa fino a Natale, quando
venne agganciato dall'Inter. I rossoneri si presero comunque il 19 gennaio
il titolo d'inverno a +3 su Inter e Lazio, e +4 sulla Juventus.I bianconeri,
superato un periodo di calo in dicembre, recuperarono ben presto lo svantaggio
e il 16 febbraio
agguantarono la vetta insieme all'Inter, con il Milan in flessione a -2 e la
Lazio che mano a mano si staccava sempre di più dal vertice. Il 2 marzo
si giocò il fondamentale scontro diretto a Torino e i
bianconeri diedero una grande prova di forza e di superiorità[1]
vincendo con tre gol e staccando l'Inter di altrettanti punti; iniziava così la
fuga scudetto che vide i torinesi accrescere il loro vantaggio sulle milanesi
inseguitrici domenica dopo domenica, e vincere con due giornate d'anticipo il
27° tricolore il 10 maggio grazie al pareggio casalingo 2-2 con
il Perugia.
Nelle parti basse della classifica si registrò il campionato disastroso del Torino
che chiuse ultimo e scese in B assieme a Como,
Piacenza
e Atalanta, quest'ultima al termine di un
accesissimo doppio spareggio con la Reggina.
Classifica finale 2002-2003
|
Pt
|
G
|
V
|
N
|
P
|
GF
|
GS
|
Juventus
|
72
|
34
|
21
|
9
|
4
|
64
|
29
|
Inter
|
65
|
34
|
19
|
8
|
7
|
64
|
38
|
Milan
|
61
|
34
|
18
|
7
|
9
|
55
|
30
|
Lazio
|
60
|
34
|
15
|
15
|
4
|
57
|
32
|
Parma
|
56
|
34
|
15
|
11
|
8
|
55
|
36
|
Udinese
|
56
|
34
|
16
|
8
|
10
|
38
|
35
|
Chievo
|
55
|
34
|
16
|
7
|
11
|
51
|
39
|
Roma
|
49
|
34
|
13
|
10
|
11
|
55
|
46
|
Brescia
|
42
|
34
|
9
|
15
|
10
|
36
|
38
|
Perugia
|
42
|
34
|
10
|
12
|
12
|
40
|
48
|
Bologna
|
41
|
34
|
10
|
11
|
13
|
39
|
47
|
Modena
|
38
|
34
|
9
|
11
|
14
|
30
|
48
|
Empoli
|
38
|
34
|
9
|
11
|
14
|
36
|
46
|
Reggina
|
38
|
34
|
10
|
8
|
16
|
38
|
53
|
Atalanta
|
38
|
34
|
8
|
14
|
12
|
35
|
47
|
Piacenza
|
30
|
34
|
8
|
6
|
20
|
44
|
62
|
Como
|
24
|
34
|
4
|
12
|
18
|
29
|
57
|
Torino
|
21
|
34
|
4
|
9
|
21
|
23
|
58
|
Juventus-Inter
3-0
Un super Nedved trascina la
Juventus ad una vittoria schiacciante (3 a 0) che vale tre punti contro una
diretta concorrente al titolo e il primato solitario in classifica. La Juve,
avvantaggiata dall'autogol iniziale di Guglielminpietro, è apparsa superiore
all'Inter. Più forte a centrocampo dove con Tacchinardi, Nedved e Davids ha
preso il controllo sin dall'inizio. Ben messa in difesa dove non ha concesso
nulla agli attaccanti interisti. E se Trezeguet non ha brillato ci ha pensato
Nedved (nonostante avesse subito un pesante fallo) a devastare la difesa
interista. Sua la punizione da cui nasce l'autogol, sua la seconda rete, sua
l'azione che ha consegnato a Camoranesi la palla del terzo gol. L'Inter,
tramortita dal colpo iniziale, non è mai entrata in partita. Vieri e Batistuta
isolati in avanti non hanno avuto palle giocabili mentre Recoba non ha
praticamente giocato. Ad inventare qualcosa ci ha provato Emre ma l'asfissiante
pressing bianconero non ha concesso nulla al turco. E così la partita è finita
con l'irridente "torello" bianconero.
|
||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
|
||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
|
||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
|
||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
|
||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
|
||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
|
||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Champions,
i bianconeri battono gli spagnoli 3 a 1
Buffon para un rigore, segnano Del Piero, Trezeguet e Nedved
Real Madrid travolto, la Juve vola a Manchester
In Inghilterra prima finale tutta tricolore contro il Milan
Nedved, ammonito, salterà la supersfida. Le lacrime del ceco
TORINO - Torino, stadio Delle
Alpi, 14 maggio ore 20.45: la Juventus butta giù dal trono d'Europa il Real
Madrid e vola, insieme al Milan a Manchester dove verrà scritta una pagina
indelebile del calcio con una finale di Champions League tutta italiana. E' la
prima volta che accade. Quella contro il Real è stata per la Juventus la decima
semifinale di Coppa dei Campioni / Champions League, la prima contro un club
spagnolo. Il bilancio dei bianconeri è ora di 7 qualificazioni e 3
eliminazioni.Il risultato non ammette repliche: 3-1 per la Juve che ha dato
spettacolo, a dispetto di chi non ha avuto parole d'elogio per il calcio
italiano e che adesso dovrà ricredersi. L'Italia sale sul tetto d'Europa e con
merito. Basta guardare a quanto ha saputo fare la Juventus al Real Madrid delle
grandi firme. Ha dominato la formazione di Marcello Lippi, con tutto il
collettivo, riuscendo a capitalizzare quanto costruito con i suoi uomini
chiave: Trezeguet, Del Piero e Nedved nell'ordine. In mezzo la prodezza di
Buffon che ha neutralizzato il rigore a Figo tarpando le ali ad un Real mai
realmente all'altezza di una grande Juventus. La squadra di Del Bosque è stata
praticamente annichilita dai bianconeri, abili nel gioco d'assieme quando sono
andati alla ricerca dei varchi e attenti nelle chiusure.Del resto cosa poteva
opporre la Signora alle celebratissime merengues se non la propria
determinazione, il cuore, la grande presenza di spirito. Peccato solo che
Nedved, l'uomo simbolo di questa squadra, dovrà saltare la finale tutta
italiana per un fallo veniale, ingenuo: alla fine anche lui se n'è reso conto
ed ha lasciato il campo in lacrime.Nei primi 45' la squadra di Lippi impartisce
una vera e propria lezione ad un Real che forse, autocelebrandosi, aveva
dimenticato che la Juve ha al suo arco frecce molto pericolose, appuntite e
letali: Nedved, Trezeguet e Del Piero. E non a caso sono loro a costruire e
concludere le azioni che portano la formazione juventina sul 2- 0 nei primi
45'. Apre il francese, al 12', con un tocco sottomisura, replica il capitano,
al 43', con un tiro scoccato dopo aver incantato Hierro e Salgado.Di fronte un
Real Madrid timido, in soggezione di fronte all'avversario come non mai.
Nemmeno di fronte al Manchester avevano fatto così male le merengues tradite
dalle sue stelle: Zidane si vede solo a tratti, e senza la sua luce la squadra
non si accende, Figo patisce un Birindelli che si riscatta della partita di
andata, e Raul palesa problemi dovuti ai postumi dell'operazione. Il tutto
mentre Ronaldo guarda l'evolversi della partita dalla panchina. Quarantacinque
minuti di dominio assoluto di una Juventus che, sempre sul terreno del Dele
Alpi, era stata sì straripante contro il Milan e l'Inter, ma mai così imponente.
Neanche quando il Real si presenta con tutto il proprio potenziale la Juve si
lascia intimidire. Forse commette l'errore di aspettare troppo l'avversario, ma
lo fa nell'intento di far sbilanciare un avversario che non riesce a cambiare
passo.A trovare il bandolo della matassa. L'opportunità di rientrare in gioco
il Real ce l'ha al 67' quando Ronaldo scatta in area sul filo del fuorigioco e
si ritrova a terra per un intervento di Montero. Lo scoramento cala sul Delle
Alpi ma Buffon ridà coraggio e vigore neutralizzando il tiro dagli undici metri
di Figo.
Ed è apoteosi quando Nedved va a segnare, in contropiede, il gol più importante della stagione, quello che porta la Juve a Manchester, a giocarsi una storica finale tutta italiana.Peccato che il ceco non ci sarà: una ingenuità (un fallo su McManaman) gli farà saltare l'ultimo atto di una stagione esaltante. Un episodio che fa andare nel pallone la Juventus che subisce la rete del Real, firmata da Zidane, che costringe il popolo bianconero ad un finale al cardiopalma che finisce dopo 5' di recupero. E adesso sotto con le critiche: chissà chi avrà il coraggio di puntare il dito contro il calcio italiano.
Ed è apoteosi quando Nedved va a segnare, in contropiede, il gol più importante della stagione, quello che porta la Juve a Manchester, a giocarsi una storica finale tutta italiana.Peccato che il ceco non ci sarà: una ingenuità (un fallo su McManaman) gli farà saltare l'ultimo atto di una stagione esaltante. Un episodio che fa andare nel pallone la Juventus che subisce la rete del Real, firmata da Zidane, che costringe il popolo bianconero ad un finale al cardiopalma che finisce dopo 5' di recupero. E adesso sotto con le critiche: chissà chi avrà il coraggio di puntare il dito contro il calcio italiano.
Ancora una volta Nedved è l'uomo chiave: suo il
primo gol. Poi il pareggio di Xavi e all'8' del sts la rete di
Zalayeta. Juve in semifinale con
un'impresa storica. I bianconeri non mollano e tornano sul tetto
d'Europa, erano 33 anni che non vincevano una partita in Spagna
BARCELLONA - La
Juventus torna dopo quattro anni sul tetto d'Europa. I bianconeri approdano
alla semifinale di Champions League andando a vincere in casa della squadra
che, numeri alla mano, aveva fatto meglio di tutte in questa edizione e che non
perdeva(anzi le aveva vinte tutte)davanti al proprio pubblico da un anno.
Niente catenaccio: la Juventus, dopo l'1-1 dell'andata, è andata al Camp Nou
per giocarsela e l'ha fatto andando fino in fondo, anche in dieci uomini senza
risparmiarsi. Uno su tutti: Pavel Nedved, autore della prima rete juventina,
che ha corso in lungo e in largo, ha stretto i denti resistendo ad ogni
intervento dei catalani che, ad un certo punto, miravano a mettere fuori gioco
il motorino della Juve. E dopo il pareggio del Barcellona, seguito
dall'espulsione di Davids, forse ingenuo nella circostanza della seconda ammonizione,
la Juventus ha tenuto duro rischiando poco e niente ed alla fine ha trovato la
forza per andare a segnare il gol della vittoria con Zalayeta. Un successo
tanto più significativo se si considera che i bianconeri non vincevano una
partita in Spagna da 33 anni.
Concesso
un colpo di testa a Saviola (alto da buona posizione), la squadra bianconera
comincia a giocarsi la partita e lo fa con buona disinvoltura. Si inizia così
come era finita a Torino, ossia con un errore di Di Vaio: l'attaccante, smarcato
da Davids, scivola davanti a Bonano perdendo il momento giusto.Poi tocca a Del
Piero, decisamente lontano dalla migliore condizione: al 14' Nedved taglia
sulla sinistra per il capitano che entra in area, mira il palo opposto ma trova
la gamba dell'estremo catalano. E' una Juve che, tuttosommato, non dispiace ed
ha tutto il rispetto di un Barcellona che prima di affondare i colpi
ragiona.Antic muove le sue pedine cercando il modo di penetrare tra le maglie
della difesa avversaria. I suoi uomini chiave Overmans, che Zambrotta e Montero
riescono a fermare solo con le cattive maniere, e Luis Enrique, capace di
difendere ma anche di attaccare.Marcello Lippi risponde con Nedved e Davids;
Del Piero no, lui non ha ancora trovato il ritmo delle partite decisive.Dopo
l'avvio deciso della Juventus è il Barcellona a prendere le redini del gioco e
pur mettendo in soggezione la retroguardia bianconera non riesce ad impensiere
Buffon che nei primi 45' effettua una sola parata: prima del riposo su una
conclusione centrale di Overmans. Bonano, invece, è chiamato in causa ancora da
Davids che, da sinistra, quasi dalla linea di fondo, tenta la battuta a rete
trovando la respinta.La ripresa si apre con una clamorosa palla-gol per il
Barcellona che Luis Enrique getta alle ortiche: il capitano azulgrana entra in
area da sinistra, salta Montero e davanti a Buffon manda fuori. La Juve nei
secondi 45' si presenta con Birindelli a destra, al posto di Camoranesi, e
Zalayeta in avanti per Di Vaio. I bianconeri subiscono i primi minuti del
Barcellona che va alla ricerca della rete per chiudere i conti, ma alla prima
reazione vanno in gol: Nedved riceve palla sulla sinistra, converge al centro e
di destro supera Bonano. Il portiere azulgrana poco dopo nega il raddoppio allo
stesso ceko che, dalla distanza, aveva mirato l'incrocio.
Il Barcellona sembra essere ritontito ma il suo proverbiale orgoglio lo porta alla reazione e al pareggio che arriva al 21': su un cross da destra, salta bene Thuram a liberare però la palla finisce al limite sui piedi di Xavi, solo, che mira e supera Buffon con un rasoterra. Le cose per la Juve si complicano quando Davids, già appesantito da un giallo, si fa ammonire per un veniale fallo. La squadra di Lippi stringe i denti e riesce a tenere fino al 90' e ad ammortizzare gli attacchi del Barca nei supplementari senza disdegnare le sortite in avanti. Al 7' del secondo over time Buffon respinge una mezza rovesciata ravvicinata di Kluivert e sul capovolgimento di fronte Birindelli offre a Zalayeta la palla del 2-1 che manda la Juve in semifinale.
Il Barcellona sembra essere ritontito ma il suo proverbiale orgoglio lo porta alla reazione e al pareggio che arriva al 21': su un cross da destra, salta bene Thuram a liberare però la palla finisce al limite sui piedi di Xavi, solo, che mira e supera Buffon con un rasoterra. Le cose per la Juve si complicano quando Davids, già appesantito da un giallo, si fa ammonire per un veniale fallo. La squadra di Lippi stringe i denti e riesce a tenere fino al 90' e ad ammortizzare gli attacchi del Barca nei supplementari senza disdegnare le sortite in avanti. Al 7' del secondo over time Buffon respinge una mezza rovesciata ravvicinata di Kluivert e sul capovolgimento di fronte Birindelli offre a Zalayeta la palla del 2-1 che manda la Juve in semifinale.
Il 2003 si conclude con la conquista del pallone
d'oro per Pavel Nedved; festeggia il
trofeo davanti ai suoi tifosi con un gol da quaranta metri al Perugia (1-0). Pavel, una delle leggende supreme della Juve, pochissimi
avrebbero accettato di restare in B o persino in C con noi, specialmente un
pallone d’oro, ma lui ha dimostrato di amare i nostri colori realmente
rifiutando addirittura offerte pazzesche : non lo ringrazieremo mai abbastanza.
Qualche gara
STAGIONE
2001-02.
Col ritorno di Marcello Lippi
sulla panchina, la fortuna torna a sorridere alla Juventus che sale sul gradino
più nello stesso modo in cui soltanto due anni prima ne era stata scalzata:
all’ultima giornata. E’ lo scudetto che forse i tifosi juventini ricordano con
più gioia e soddisfazione, vinto contro un’Inter arrogante che a 90’ dalla fine
pensava di averlo già conquistato. E dire che la stagione era cominciata con
una campagna acquisti da scalpore: Zidane viene ceduto al Real Madrid per 160
miliardi delle vecchie lire, Inzaghi va al Milan, Kovacevic alla Lazio, Van der
Sar (finalmente!) viene spedito oltre Manica. La dirigenza però fa di tutto per
non far rimpiangere i partiti e così ecco l’assalto agli assi Gigi Buffon,
Lilian Thuram e Pavel Nedved. Ai quali si uniscono il Matador Marcelo Salas e
il giovane Christian Zenoni. I primi tre cambieranno radicalmente il volto
della Juventus che, guidata ancora una volta saggiamente da Marcello Lippi,
tornerà a far sognare i tifosi di tutta Italia. Dopo un inizio di campionato folgorante
(tre vittorie consecutive), la Juventus sembra non avere rivali, ma presto il
meccanismo si inceppa: in dieci partite arrivano due vittorie, sei pareggi e
due sconfitte così da permettere a Roma e Inter di scalzarla dal comando. Le
squadra di Capello e Cuper battagliano tra loro alternandosi al primo posto,
con la Juve che finalmente ritrova il passo giusto e infila ben 16 risultati
utili. A sette giornate dalla fine, i bianconeri sono a quattro punti dalla
vetta che diventano sette con la sconfitta maturata a Parma negli ultimi
minuti. I giocatori e Lippi non si arrendono e nelle ultime sei partite
conquistano cinque vittorie e un pareggio, segnando 14 gol e subendone soltanto
1. Contemporaneamente Inter e Roma hanno una flessione inaspettata e così la
Juventus arriva a un solo punto dal comando. Arriva così l’ultima giornata:
l’Inter va a fare visita ad una Lazio che sta ancora lottando per la
qualificazione per la Coppa Uefa, mentre la Juventus va a fare visita a
un’Udinese già salva, con la Roma al Delle Alpi contro il Torino. Tutto farebbe
presagire che per l’Inter sia una passeggiata, con i ntifosi della Lazio che
pur di non “regalare” lo scudetto alla Roma si schierano dalla parte dei
nerazzurri: dopo pochi minuti dal fischio d’inizio, l'’Inter passa in vantaggio
grazie a un’uscita maldestra di Peruzzi, quando ormai a Udine Trezeguet e Del
Piero hanno già messo al sicuro il risultato, così come fa la Roma a Torino. E’
all’Olimpico che invece succede di tutto: prima Porborsky (ceco grande amico di
Nedved) pareggia, ma poi l’Inter passa ancora. La partita è combattutissima e
sarà ancora Porborsky a riportare in parità il match, il primo tempo si chiude
sul 2-2. La tensione è alle stelle, in tribuna Moratti e Tronchetti Provera
cominciano a temere per il peggio che puntualmente si realizza con la Lazio che
infila altre due volte la porta di Toldo vincendo per 4-2 e regalando il 26°
scudetto alla Juventus, il meno atteso, il più gustoso, mentre all’Olimpico
Ronaldo piange lacrime amare e Materazzi recrimina come un infante. Ancora
delusione invece nelle Coppe: in Champions la Juventus non supererà il secondo
girone eliminatorio, mentre perderà la terza Coppa Italia contro il Parma.
JUVENTUS
– VENEZIA 4-0
Torino, Stadio delle Alpi,
26.08.2001 - 1ª Giornata di Campionato
RETI: 10’ Trezeguet (J); 11’
Trezeguet (J); 44’ Del Piero (J); 81’ Del Piero (J)
JUVENTUS: Buffon, Zenoni,
Thuram; Montero (78’ Iuliano), Pessotto, Zambrotta; Tudor (70’ Maresca),
Tacchinardi, Nedved; Del Piero, Trezeguet (75’ Salas) – All. Lippi
VENEZIA: Rossi, Algerino (46’
Conteh), Bjorklund; Viali, Cvitanovic, Valtolina (55’ De Franceschi); Bressan,
Andersson, Marasco; Vannucchi, Maniero (86’ Di Napoli) - All. Prandelli
ARBITRO: Bertini di Arezzo
CLASSIFICA: Bologna, Chievo,
Inter, Juventus p. 3; Brescia, Lazio, Lecce, Milan, Parma, Piacenza, Roma,
Torino, Udinese, Verona p. 1; Atalanta, Fiorentina, Perugia, Venezia p. 0
ATALANTA
- JUVENTUS 0-2
Bergamo, Stadio Atleti Azzurri
d’Italia, 09.09.2001 - 2ª Giornata di Campionato
RETI: 8’ Del Piero (J); 83’
Trezeguet (J)
ATALANTA: Taibi, Zauri, Sala;
Carrera, Bellini, Zenoni D.; Berretta, Dabo (64’ Pinardi), Doni; Saudati (64’
Rossini), Comandini (77’ Colombo) - All. Vavassori
JUVENTUS: Buffon, Zenoni C.,
Thuram; Montero, Pessotto (67’ O’Neill), Zambrotta; Tudor, Tacchinardi, Nedved;
Del Piero (70’ Salas), Trezeguet (84’ Amoruso) – All. Lippi
ARBITRO: Borriello di Mantova
CLASSIFICA: Chievo, Juventus
p. 6; Brescia, Inter, Lecce, Milan, Verona p. 4; Bologna p. 3; Lazio, Parma,
Roma, Udinese p. 2; Perugia, Piacenza, Torino p. 1; Atalanta, Fiorentina,
Venezia p. 0
JUVENTUS
– CELTIC GLASGOW 3-2
Torino, Stadio delle Alpi,
18.09.2001 - Champions League – 1ª Fase – Girone Eliminatorio - 2ª Giornata
RETI: 43’ Trezeguet (J); 55’
Trezeguet (J); 67’ Petrov (C); 86’ Larsson rig. (C); 90’ Amoruso rig. (J)
JUVENTUS: Buffon, Thuram,
Montero; Iuliano, Zenoni, Tacchinardi; Davids, Pessotto (63’ Birindelli), Salas
(69’ O’Neill); Trezeguet, Del Piero (88’ Amoruso) – All. Lippi
CELTIC GLASGOW: Douglas, Balde, Valgaeren; Mjallby,
Agathe, Lambert; Lennon, Petrov, Thompson (58’ Petta); Larsson, Sutton - All. O’Neill
ARBITRO: Krug (Germania)
JUVENTUS – TORINO 3-3
Torino, Stadio delle Alpi,
14.10.2001 - 7ª Giornata di Campionato
RETI:
9’ Del Piero (J); 12’ Tudor (J); 25’ Del Piero (J); 57’ Lucarelli C. (T); 70’
Ferrante rig. (T); 83’ Maspero (T)
JUVENTUS:
Buffon, Zenoni (65’ Ferrara), Thuram; Iuliano, Pessotto, Zambrotta; Tudor,
Tacchinardi, Nedved; Del Piero (73’ Salas), Trezeguet – All. Lippi
TORINO:
Bucci,
Delli Carri, Galante; Mezzano, Semioli (46’ Vergassola), Asta; De Ascentis,
Cauet, Castellini; Lucarelli (79’ Maspero), Osmanovski (46’ Ferrante) - All.
Camolese
ARBITRO:
Borriello di Mantova
CLASSIFICA: Inter p. 14;
Chievo p. 13; Bologna p. 12; Juventus, Milan p. 11; Lecce, Roma p. 9; Piacenza,
Verona p. 8; Brescia, Lazio, Parma p. 7; Fiorentina, Perugia, Udinese p. 6;
Atalanta p. 4; Torino p. 3; Venezia p. 1
CRONACA: Quella vecchia volpe
di Boniperti questo derby l' avrebbe vinto. Se ne sarebbe andato alla fine del
primo tempo, sul 3-0. La Juve di Lippi, che è molto meno furba di quel che
sembra, ha trovato invece il modo di farsi raggiungere nel più incredibile dei
3-3. E, per completare l' orgasmo dei tifosi granata, ha fallito con Salas (42'
della ripresa) il rigore che avrebbe ancora cambiato tutto. Storie di derby,
cioè ai limiti dell' incomprensibile. E proprio gli uomini che dovrebbero dare
alla squadra le certezze per non naufragare nell' emozione, cioè gli
allenatori, hanno inciso nel male dei loro schieramenti. Camolese ha stravolto
la formazione abituale, per timore dell' avversario, ritrovando i vecchi schemi
e la bussola quando ormai era alla disperazione. Nel primo tempo ha costretto
Asta a fare il terzino su Nedved. Doppio disastro: in difesa non ha mai tenuto
il ceko e in attacco il Torino non ha mai avuto accelerazioni sulla fascia.
Nella ripresa, riportato nel suo ruolo, Asta è stato decisivo procurandosi il
rigore del 2-3 (il fallo di Thuram è fuori area alla moviola, ma tutti nello
stadio l' hanno visto dentro) e catalizzando con un cross perfetto l' azione
del 3-3. Insieme all' ingresso di Ferrante per Osmanovski, è stata la mossa
decisiva. Lippi ha invece operato due cambi che hanno segnalato prima la paura
(Ferrara per Zenoni) e poi attirato la malasorte che accompagna sempre chi è in
confusione (Salas per Del Piero, che forse avrebbe trasformato il rigore
finale). Il risultato finale può essere visto come una prova dell' esistenza
del Dio pallone - cuore, tradizione, retorica, imprevedibilità - o come
conferma che la Juve deve ancora percorrere tanta strada per essere davvero una
grande in campo e non solo al calciomercato. Ancora una volta ha dimostrato di
andare in crisi se attaccata. Disastroso, ieri, Lilian Thuram. Scavalcato dall'
esterno di Ferrante nell' azione dell' 1-3 (13' della ripresa), preso in
velocità da Asta nel 2-3 (25' ), assente nella marcatura di Ferrante sul 3-3
(38' , miracolo di Buffon sul colpo di testa dell' attaccante e tocco di
Maspero nella porta sguarnita). Gli errori di Salas e del francese hanno così
vanificato le due prodezze-assist di Nedved, la spietatezza di Del Piero e l'
harakiri del Torino nel primo tempo. Due assist al contrario di De Ascentis e
una dormita generale erano costati tre gol tra il 10' e il 23' . Sembrava la
fine della partita, era solo l' inizio. La fotografia del derby, però, resterà
quella di Cristiano Lucarelli. Uscito con un piede in disordine, sul 2-3, si è
seduto in panchina. Al rigore fischiato per fallo (netto) di Delli Carri su
Tudor è scappato in spogliatoio per la rabbia. È rientrato poco dopo, braccia
al cielo, come se avesse segnato un gol. – da www.corriere.it
JUVENTUS – PORTO 3-1
Torino, Stadio delle Alpi,
23.10.2001 - Champions League – 1ª
Fase – Girone Eliminatorio - 5ª
Giornata
RETI:
13’ Clayton (P); 32’ Del Piero (J); 47’ Montero (J); 73’ Trezeguet (J)
JUVENTUS:
Buffon, Thuram, Tudor; Montero, Paramatti, Zambrotta (73’ Zenoni); Tacchinardi,
Davids, Nedved; Trezeguet, Del Piero (75’ Maresca) – All. Lippi
PORTO:
Ovchinnikov,
Ibarra (75’ Junior), Jorge Andrade; Ricardo Carvalho, Mario Silva, Costinha;
Soderstrom, Capucho, Deco; Clayton (61’ Postiga), Pena - All. Machado
ARBITRO: Frisk
(Svezia)
JUVENTUS – PARMA 3-1
Torino, Stadio delle Alpi,
18.11.2001 - 11ª Giornata di Campionato
RETI:
10’ Trezeguet (J); 23’ Lamouchi (P); 75’ Del Piero (J); 95’ Trezeguet (J)
JUVENTUS:
Buffon, Birindelli, Ferrara; Iuliano, Zambrotta, Tacchinardi; Davids, Pessotto
(63’ Zenoni), Del Piero (82’ Maresca); Nedved (61’ Zalayeta), Trezeguet – All.
Lippi
PARMA:
Frey,
Sartor, Djetou; Cannavaro, Benarrivo (78’ Nakata), Appiah; Lamouchi, Almeyda,
Junior (71’ Torrisi); Bonazzoli (54’ Boghossian), Di Vaio - All. Passarella
ARBITRO:
Paparesta di Bari
CLASSIFICA: Chievo p. 20;
Inter p. 19; Bologna, Juventus, Roma p. 17; Milan, Verona p. 16; Brescia, Lazio
p. 14; Lecce, Udinese p. 12; Atalanta, Parma p. 11; Fiorentina, Perugia, Torino
p. 10; Piacenza p. 9; Venezia p. 3
JUVENTUS – BAYER
LEVERKUSEN 4-0
Torino, Stadio delle Alpi,
29.11.2001 - Champions League – 2ª
Fase – Girone Eliminatorio - 1ª
Giornata
RETI:
8’ Trezeguet (J); 37’ Del Piero (J); 44’ Tudor (J); 60’ Trezeguet (J)
JUVENTUS:
Buffon, Birindelli, Thuram; Iuliano, Pessotto, Zambrotta; Tudor, Tacchinardi,
Nedved (89’ Davids); Trezeguet (77’ Amoruso), Del Piero – All. Lippi
BAYER
LEVERKUSEN: Butt,
Sebescen, Lucio; Nowotny, Placente (66’ Zivkovic), Ballack; Ramelow, Basturk
(51’ Schneider), Zè Roberto; Kirsten (75’ Vranjes), Neuville - All. Toppmoeller
ARBITRO: Meier
(Svizzera)
NOTE:
L'incontro
avrebbe dovuto disputarsi prima il 21 e poi il 28.11.2001, ma era stato
rinviato entrambe le volte per nebbia
JUVENTUS – SAMPDORIA
5-2
Torino, Stadio delle Alpi,
12.12.2001 - Coppa Italia – Ottavi di Finale – Ritorno
RETI:
5’ Maresca (J); 14’ Ferrara (J); 15’ Luiso (S); 21’ Zalayeta (J); 31’ Amoruso
rig. (J); 42’ Amoruso (J); 79’ Possanzini (S)
JUVENTUS:
Rampulla, Birindelli (78’ Piccolo), Ferrara; Iuliano (64’ Pessotto), Paramatti,
Zenoni; Conte, Davids (64’ Zitulayev), Maresca; Zalayeta, Amoruso – All. Lippi
SAMPDORIA:
Casazza,
Traversa, Jurcic; Grandoni (33’ Sanna), Sakic, Bonomi; Stendardo, Cucciari (64’
Vasari), Esposito (56’ Bernin); Luiso, Possanzini - All. Bellotto
ARBITRO:
Ayroldi di Molfetta
NOTE:
Recupero
della partita in programma il 28.11.2001 e rinviata per permettere il recupero
di Juventus-Bayer Leverkusen (Champions League)
BRESCIA - JUVENTUS 0-4
Brescia, Stadio Mario
Rigamonti, 23.12.2001 - 16ª Giornata di Campionato
RETI:
30’ Trezeguet (J); 42’ Del Piero (J); 56’ Ferrara (J); 70’ Davids (J)
BRESCIA:
Castellazzi, Petruzzi (77’ Dainelli), Calori; Bonera, Esposito (75’ Schopp),
Filippini A.; Yllana, Giunti (69’ Filippini E.), Sussi; Toni, Tare - All.
Mazzone
JUVENTUS: Buffon,
Thuram, Ferrara; Iuliano (77’ Zenoni), Pessotto, Conte; Tacchinardi, Nedved,
Davids; Del Piero, Trezeguet (85’ Zalayeta) – All. Lippi
ARBITRO: De
Santis di Tivoli
CLASSIFICA: Inter p. 34; Roma
p. 33; Chievo p. 29; Juventus p. 28; Milan p. 27; Bologna, Lazio p. 24; Verona
p. 22; Atalanta, Udinese p. 21; Perugia p. 19; Brescia, Piacenza p. 18; Lecce,
Torino p. 17; Fiorentina, Parma p. 14; Venezia p. 10
JUVENTUS – UDINESE 3-0
Torino, Stadio delle Alpi,
06.01.2002 - 17ª Giornata di Campionato
RETI:
15’ Zambrotta (J); 26’ Nedved (J); 41’ Davids (J)
JUVENTUS:
Buffon, Thuram, Ferrara; Iuliano, Pessotto, Zambrotta (46’ Maresca); Conte,
Nedved, Davids (78’ Zenoni); Del Piero, Trezeguet – All. Lippi
UDINESE:
Turci,
Gargo, Scarlato; Caballero, Martinez (69’ Pinzi), Helguera; Pizarro, Jorgensen
(80’ Pavon), Pieri; Muzzi, Di Michele (73’ Iaquinta) - All. Ventura
ARBITRO:
Borriello di Mantova
CLASSIFICA: Roma p. 36; Inter
p. 35; Chievo p. 32; Juventus p. 31; Milan p. 30; Bologna p. 27; Lazio, Verona
p. 25; Perugia p. 22; Atalanta, Udinese p. 21; Brescia, Piacenza p. 18; Lecce,
Parma, Torino p. 17; Fiorentina p. 14; Venezia p. 10
JUVENTUS – ATALANTA 3-0
Torino, Stadio delle Alpi,
20.01.2002 - 19ª Giornata di Campionato
RETI:
34’ Tacchinardi (J); 39’ Trezeguet (J); 73’ Trezeguet (J)
JUVENTUS:
Buffon, Thuram, Ferrara (83’ Montero); Iuliano (90’ Zenoni), Pessotto,
Zambrotta; Conte, Tacchinardi (79’ Davids), Nedved; Del Piero, Trezeguet – All.
Lippi
ATALANTA:
Taibi,
Paganin, Carrera; Sala (46’ Rustico), Pinardi, Rinaldi; Doni, Espinal, Zauri
(46’ Cavalli); Comandini (46’ Saudati), Colombo - All. Vavassori
ARBITRO: Pieri
di Genova
CLASSIFICA: Inter p. 41; Roma
p. 40; Juventus p. 37; Chievo p. 33; Milan p. 32; Bologna p. 31; Lazio, Verona
p. 28; Torino p. 23; Atalanta, Perugia, Piacenza, Udinese p. 22; Brescia, Lecce
p. 19; Parma p. 18; Fiorentina p. 16; Venezia p. 10
MILAN - JUVENTUS 1-2
Milano, Stadio San Siro, 23.01.2002
- Coppa Italia – Semifinale – Andata
RETI:
39’ Javi Moreno (M); 48’ Birindelli (J); 86’ Del Piero (J)
MILAN:
Rossi,
Roque Junior (71’ Contra), Chamot; Laursen, Helveg, Brocchi (65’ Shevchenko);
Gattuso, Donati, Serginho; Josè Mari (78’ Umit), Javi Moreno - All. Ancelotti
JUVENTUS:
Carini, Birindelli, Ferrara; Montero, Paramatti (85’ Pessott), Zenoni;
Tacchinardi (66’ Nedved), Davids, Maresca; Amoruso (75’ Del Piero), Zalayeta –
All. Lippi
ARBITRO:
Braschi di Prato
JUVENTUS – MILAN 1-1
Torino, Stadio delle Alpi,
06.02.2002 - Coppa Italia – Semifinale – Ritorno
RETI:
27’ Josè Mari (M); 62’ Zambrotta (J)
JUVENTUS:
Carini, Birindelli, Montero; Iuliano, Thuram (46’ Trezeguet), Tacchinardi;
Davids, Pessotto, Zambrotta; Nedved (61’ Del Piero), Zalayeta (77’ Paramatti) –
All. Lippi
MILAN:
Rossi,
Contra, Chamot (46’ Laursen); Roque Junior, Kaladze, Gattuso; Albertini,
Ambrosini (15’ Serginho), Pirlo; Shevchenko (70’ Javi Moreno), Josè Mari - All.
Ancelotti
ARBITRO:
Bertini di Arezzo
ROMA
- JUVENTUS 0-0
Roma, Stadio Olimpico,
10.02.2002 - 22ª Giornata di Campionato
ROMA:
Antonioli, Panucci, Samuel; Aldair, Cafù (89’ Cassano), Tommasi (62’
Delvecchio); Emerson, Lima, Candela; Totti, Batistuta - All.
Capello
JUVENTUS:
Buffon, Ferrara, Montero; Iuliano, Thuram, Tacchinardi (64’ Pessotto); Davids,
Zambrotta (81’ Paramatti), Nedved; Trezeguet, Del Piero (46’ Conte) – All.
Lippi
ARBITRO:
Cesari di Genova
CLASSIFICA: Roma p. 45;
Juventus p. 44; Inter p. 43; Chievo p. 37; Bologna p. 35; Milan p. 34; Verona
p. 32; Lazio, Udinese p. 29; Torino p. 28; Parma, Perugia p. 27; Atalanta p.
26; Piacenza, p. 24; Brescia p. 23; Lecce p. 20; Fiorentina p. 17; Venezia p.
15
Juventus in inferiorità numerica per gran parte della gara a causa dell’espulsione
di Iuliano. Monumentale salvataggio di Pessotto su Emerson, un contrasto vinto
che valse un Campionato.
JUVENTUS – FIORENTINA
2-1
Torino, Stadio delle Alpi,
16.02.2002 - 23ª Giornata di Campionato
RETI:
11’ Trezeguet (J); 14’ Adriano (F); 30’ Del Piero (J)
JUVENTUS:
Buffon, Thuram, Ferrara; Montero (46’ Paramatti), Pessotto, Zambrotta (46’
Davids); Conte, Tacchinardi, Nedved (90’ Maresca): Del Piero, Trezeguet – All.
Lippi
FIORENTINA:
Manninger,
Torricelli, Pierini; Ceccarelli, Tarozzi, Amaral (58’ Equi Gonzalez); Baronio
(46’ Palombo), Amoroso, Di Livio; Morfeo (82’ Ganz), Adriano - All. Bianchi
ARBITRO:
Borriello di Mantova
CLASSIFICA: Juventus p. 47;
Inter, Roma p. 46; Bologna, Chievo p. 38; Milan p. 35; Verona p. 32; Torino p.
31; Lazio, Perugia p. 30; Udinese p. 29; Atalanta, Parma, Piacenza p. 27;
Brescia p. 24; Lecce p. 20; Fiorentina p. 17; Venezia p. 15
TORINO - JUVENTUS 2-2
Torino, Stadio delle Alpi,
24.02.2002 - 24ª Giornata di Campionato
RETI: 10’ Trezeguet (J); 64’
Ferrante (T); 80’ Cauet (T); 89’ Maresca (J)
TORINO:
Bucci, Galante, Fattori; Delli Carri, Comotto, Asta (46’ De Ascentis);
Scarchilli (62’ Maspero), Vergassola, Mezzano; Ferrante (74’ Cauet), Lucarelli
- All.
Camolese
JUVENTUS:
Buffon, Thuram, Ferrara; Iuliano, Zambrotta (64’ Tacchinardi), Conte; Davids
(76’ Maresca), Pessotto (77’ Zenoni), Nedved; Del Piero, Trezeguet – All. Lippi
ARBITRO: Paparesta
di Bari
CLASSIFICA: Inter, Roma p. 49;
Juventus p. 48; Bologna p. 41; Chievo p. 39; Milan p. 38; Lazio p. 33; Torino,
Verona p. 32; Parma, Perugia p. 30; Udinese p. 29; Atalanta, Piacenza p. 27;
Brescia p. 25; Lecce p. 23; Fiorentina p. 17; Venezia p. 15
INTER - JUVENTUS 2-2
Milano, Stadio San Siro,
09.03.2002 - 26ª Giornata di Campionato
RETI:
6’ Seedorf (I); 13’ Trezeguet (J); 81’ Tudor (J); 91’ Seedorf (I)
INTER:
Toldo, Zanetti, Cordoba; Materazzi, Gresko, Conceicao (90’ Simic); Di Biagio
(81’ Ventola), Zanetti C., Seedorf; Vieri, Recoba (72’ Kallon) - All.
Cuper
JUVENTUS:
Buffon, Birindelli, Thuram (22’ Tudor); Iuliano, Pessotto, Zambrotta; Conte,
Davids (77’ Tacchinardi), Nedved; Del Piero, Trezeguet (67’ Amoruso) – All.
Lippi
ARBITRO:
Borriello di Mantova
CLASSIFICA: Inter, Roma p. 53;
Juventus p. 52; Bologna p. 44; Chievo p. 40; Milan p. 38; Lazio p. 36; Verona
p. 35; Atalanta, Perugia, Torino p. 33; Piacenza p. 31; Parma, Udinese p. 30;
Brescia p. 29; Lecce p. 24; Fiorentina p. 21; Venezia p. 15
JUVENTUS – ARSENAL 1-0
Torino, Stadio delle Alpi,
20.03.2002 - Champions League – 2ª
Fase – Girone Eliminatorio - 6ª
Giornata
RETI:
76’ Zalayeta (J)
JUVENTUS:
Carini, Zenoni, Birindelli; Iuliano, Paramatti (20’ Pessotto), Zambrotta (70’
Amoruso); Conte, Davids, Maresca; Guzman (60’ Pericard), Zalayeta – All. Lippi
ARSENAL:
Seaman,
Dixon, Luzhny; Campbell, Lauren (81’ Cole), Ljungberg; Vieira, Edu (82’
Wiltord), Pires; Kanu, Henry - All. Wenger
ARBITRO:
Nilsson (Svezia)
JUVENTUS – LAZIO 1-1
Torino, Stadio delle Alpi,
30.03.2002 - 29ª Giornata di Campionato
RETI:
25’ Lopez (L); 38’ Trezeguet (J)
JUVENTUS:
Buffon, Zenoni (58’ Montero), Ferrara; Iuliano, Pessotto, Zambrotta; Conte,
Davids, Maresca (42’ Amoruso); Trezeguet (70’ Zalayeta), Del Piero – All. Lippi
LAZIO:
Peruzzi
(46’ Marchegiani), Stam, Nesta; Couto, Favalli, Castroman (62’ Poborsky);
Giannichedda, Liverani (84’ Mendieta), Stankovic; Fiore, Claudio Lopez - All.
Zaccheroni
ARBITRO:
Bolognino di Milano
CLASSIFICA: Inter p. 62; Roma p. 59; Juventus p. 56;
Bologna p. 48; Milan p. 47; Chievo p. 46; Lazio p. 41; Torino p. 39; Atalanta,
Perugia p. 37; Verona p. 35; Parma, Udinese p. 34; Brescia, Piacenza p. 33;
Lecce p. 27; Fiorentina p. 22; Venezia p. 16
PERUGIA - JUVENTUS 0-4
Perugia, Stadio Renato Curi,
07.04.2002 - 30ª Giornata di Campionato
RETI:
9’ Trezeguet (J); 46’ p.t. Del Piero rig. (J); 57’ Zenoni (J); 62’ Del Piero
(J)
PERUGIA:
Cordoba, Sogliano (46’ Soncin), Milanese; Rezaei, Ze Maria, Tedesco Gio.;
O’Neill (64’ Gatti), Blasi, Baiocco; Bazzani, Vryzas (77’ Ahn) - All.
Cosmi
JUVENTUS:
Buffon, Thuram (74’ Birindelli), Ferrara; Montero, Pessotto, Zenoni; Davids,
Zambrotta, Nedved (64’ Maresca, 67’ Tacchinardi); Trezeguet, Del Piero – All.
Lippi
ARBITRO:
Gabriele di Frosinone
CLASSIFICA: Inter p. 62; Roma
p. 60; Juventus p. 59; Bologna p. 49; Milan p. 48; Chievo p. 47; Lazio p. 44;
Atalanta, Torino p. 40; Parma, Perugia p. 37; Piacenza, Verona p. 36; Brescia,
Udinese p. 34; Lecce p. 27; Fiorentina p. 22; Venezia p. 17
JUVENTUS – MILAN 1-0
Torino, Stadio delle Alpi,
14.04.2002 - 31ª Giornata di Campionato
RETI: 78’ Chamot aut. (J)
JUVENTUS:
Buffon, Thuram, Ferrara; Iuliano (68’ Birindelli), Pessotto, Zenoni (52’
Zalayeta); Conte, Davids (66’ Paramatti), Zambrotta; Del Piero, Trezeguet –
All. Lippi
MILAN:
Abbiati,
Helveg (72’ Roque Junior), Chamot; Laursen, Kaladze, Contra (38’ Albertini);
Gattuso, Ambrosini, Serginho (45’ Pirlo); Inzaghi, Shevchenko - All. Ancelotti
ARBITRO:
Borriello di Mantova
CLASSIFICA: Inter p. 65; Roma
p. 63; Juventus p. 62; Chievo p. 50; Bologna p. 49; Milan p. 48; Lazio p. 47;
Atalanta, Torino p. 41; Perugia p. 40; Piacenza, Verona p. 39; Parma p. 37;
Brescia, Udinese p. 34; Lecce p. 27; Fiorentina p. 22; Venezia p. 17
PIACENZA - JUVENTUS 0-1
Piacenza, Stadio Galleana,
21.04.2002 - 32ª Giornata di Campionato
RETI: 88’ Nedved (J)
PIACENZA:
Guardalben (23’ Orlandoni), Sacchetti, Cardone; Lucarelli A., Tosto, Gautieri;
Matuzalem, Statuto (71’ Miceli), Di Francesco; Hubner, Poggi - All.
Novellino
JUVENTUS:
Buffon, Thuram, Ferrara; Iuliano, Paramatti (70’ Amoruso), Zambrotta (52’
Davids); Conte, Tacchinardi (57’ Zenoni), Nedved; Del Piero, Trezeguet – All.
Lippi
ARBITRO:
Bolognino di Milano
CLASSIFICA: Inter p. 66; Juventus p. 65; Roma p. 64;
Chievo p. 51; Lazio p. 50; Bologna, Milan p. 49; Perugia p. 43; Atalanta,
Torino p. 42; Piacenza, Verona p. 39; Parma p. 38; Brescia, Udinese p. 37;
Lecce p. 28; Fiorentina p. 22; Venezia p. 17
JUVENTUS – PARMA 2-1
Torino, Stadio delle Alpi,
25.04.2002 - Coppa Italia – Finale – Andata
RETI:
5’ Amoruso rig. (J); 57’ Zalayeta (J); 91’ Nakata (P)
JUVENTUS:
Carini, Birindelli, Thuram; Tudor (46’ Montero), Paramatti, Zenoni; Conte,
Davids (58’ Tacchinardi), Nedved (46’ Zambrotta); Amoruso, Zalayeta – All.
Lippi
PARMA:
Taffarel,
Djetou (46’ Gurenko), Boghossian; Benarrivo, Sartor, Appiah (74’ Nakata);
Lamouchi, Diana, Marchionni; Micoud, Sukur (58’ Bonazzoli) - All. Carmignani
ARBITRO:
Collina di Viareggio
JUVENTUS – BRESCIA 5-0
Torino, Stadio delle Alpi,
28.04.2002 - 33ª Giornata di Campionato
RETI:
8’ Trezeguet (J); 71’ Del Piero (J); 76’ Trezeguet (J); 80’ Del Piero (J); 89’
Trezeguet (J)
JUVENTUS:
Buffon, Thuram, Ferrara; Iuliano, Montero, Nedved; Tacchinardi (33’ Tudor),
Davids (81’ Paramatti), Del Piero; Zalayeta (46’ Zambrotta), Trezeguet – All.
Lippi
BRESCIA:
Castellazzi,
Bonera, Calori; Mangone, Filippini A., Filippini E. (66’ Baggio R.); Guardiola
(54’ Yllana), Sussi, Binotto; Bachini, Toni (75’ Tare), All. Mazzone
ARBITRO:
Racalbuto di Gallarate
CLASSIFICA: Inter p. 69;
Juventus p. 68; Roma p. 67; Bologna, Milan p. 52; Chievo p. 51; Lazio p. 50;
Atalanta p. 45; Perugia, Torino p. 43; Parma p. 41; Udinese p. 40; Piacenza,
Verona p. 39; Brescia p. 37; Lecce p. 28; Fiorentina p. 22; Venezia p. 18
UDINESE - JUVENTUS 0-2
Udine, Stadio Friuli,
05.05.2002 - 34ª Giornata di Campionato
RETI:
2’ Trezeguet (J); 11’ Del Piero (J)
UDINESE:
De Sanctis, Kroldrup, Zamboni; Manfredini, Pinzi, Helguera (80’ Almiron);
Marcos Paulo, Pieri (65’ Scarlato), Muzzi (73’ Jorgensen); Sosa, Di Michele - All.
Ventura
JUVENTUS:
Buffon, Thuram, Ferrara; Iuliano (83’ Birindelli), Montero, Conte; Tudor (67’
Zambrotta), Davids (80’ Paramatti), Nedved; Del Piero, Trezeguet – All. Lippi
ARBITRO:
Rodomonti di Teramo
CLASSIFICA: Juventus p. 71; Roma p. 70; Inter p. 69; Milan p. 55;
Chievo p. 54; Lazio p. 53; Bologna p. 52; Perugia p. 46; Atalanta p. 45; Parma
p. 44; Torino p. 43; Piacenza p. 42; Brescia p. 40; Udinese p. 40; Verona p.
39; Lecce p. 28; Fiorentina p. 22; Venezia p. 18
CRONACA:
Una
partita alla radio. Questa è Udinese-Juventus perché il suo racconto lo fanno
gli altri. Si comincia con l' inno di Mameli seguito dalla marcia di Radetzky,
in un miscuglio confuso di patriottismo italico e nostalgie asburgiche, si
finisce con Alessia Merz sdraiata sulle ginocchia di Roberto Bettega, in pieno
strapaese festaiolo. Madama omicidi compie il delitto perfetto, poi aspetta per
vedere se i gendarmi nerazzurri sbucano da dietro l' angolo. Dieci minuti per
chiudere con il risultato che i bianconeri volevano, a prova di coronarie
(2-0), e 80' appesi all' etere con le medesime in subbuglio, a captare l' onda
che prima muove la folla e l' urlo che poi la scuote, quando le cose vanno
bene. Non c' è neanche il display a dare conforto. Niente risultati, schermo
nero. L' ultima volta della Juve scudettata era l' anno del signor Mortadella e
del rigore «grande come una casa» di Iuliano su Ronaldo. Mark Iuliano è forse
il migliore della Juve (insieme con Davids, al canto d' addio), argina e
riparte. L' ultima volta la Juve doveva vincere con il Bologna e l' aveva
fatto, senza problemi. Oggi è diverso, oggi deve vincere e ascoltare. Vincere è
facile, saper ascoltare è una virtù rara, spesso se ti tocca sentire cose
spiacevoli. La Juve sistema la partita in dieci minuti: al 2' colpo di testa di
Trezeguet su cross di Conte; al 10' bellissimo contropiede, tre tocchi, Montero
per Trezeguet, taglio per Del Piero, destro nell' angolo vicino a dove l' 8
ottobre del 1998 si frantumò il ginocchio. Un segno dei tempi che svoltano,
direbbe Lippi, che il destino ridà quanto si è preso. Contenute le incursioni
di Di Michele, l' unico dell' Udinese che ci crede per un certo periodo,
superate certe amnesie difensive, ci si dispone all' ascolto. Dirà Marcello
Lippi che se non si è sentito male oggi camperà a lungo. Già, perché la Juve,
in altalena nel primo tempo tra vantaggi dell' Inter e pareggi della Lazio, va
nello spogliatoio con lo scudetto sul petto e da lì alla fine deve solo
aspettare mentre in campo si gioca ormai al rallentatore e sulle tribune di
fronte si cerca lo scontro fisico. Bettega, Giraudo e Moggi mantengono una certa
flemma fino al 3-2 della Lazio. A quel punto anche al loro riserbo scappa una
mini-esultanza. Roba minima, ma c' è. Sosa impegna Buffon che vigila. Ma quasi
non se ne accorge nessuno, comincia una lenta e discreta invasione, attorno
alla panchina bianconera si concentra un mare di gente. Con Lippi, che è stato
in piedi per tutta la partita, ora si sono alzati tutti, giocatori,
magazzinieri, dirigenti. Finisce la partita qui, ma a Roma no. Lippi, vecchio
libero, blocca le esultanze e invita ad attendere la fine di Lazio-Inter.
Arriva anche quella. È festa, comincia la caccia al feticcio. Giocatori nudi
alla meta, ma felici, Del Piero va sotto la curva dove la gente balla e canta.
Giraudo, Moggi e Bettega sono sommersi dai tifosi. Non doveva vincere la Juve,
poi si leggono i numeri e si scopre che ha segnato più di tutti (64 gol) e
subito di meno (23 gol), si ricorda che dopo la sconfitta di Parma e il pari
interno con la Lazio era quasi in vacanza e invece sta qui a far festa. Ha
vinto le ultime cinque partite, ha fatto 71 punti. E non ha neanche lo
champagne. Qualcuno già dice che Giraudo, con la scusa della scaramanzia, ha
dato un altro ritocco al bilancio. – da www.corriere.it
PARMA - JUVENTUS 1-0
Parma, Stadio Ennio Tardini,
10.05.2002 - Coppa Italia – Finale – Ritorno
RETI:
3’ Junior (P)
PARMA:
Taffarel,
Sartor (87’ Ferrari), Sensini; Benarrivo, Diana, Almeyda; Lamouchi, Nakata (85’
Appiah), Junior; Micoud (82’ Bonazzoli), Di Vaio - All. Carmignani
JUVENTUS:
Carini, Birindelli (46’ Del Piero), Ferrara; Montero, Paramatti, Zenoni; Conte,
Tacchinardi, Zambrotta; Zalayeta (72’ Salas), Amoruso (56’ Trezeguet) – All.
Lippi
ARBITRO:
Paparesta di Bari
CRONACA:
Serviva
la finale di ritorno della Coppa Italia per assistere ad una partita aperta,
vera e avvincente come poche volte in campionato. Certo è una consolazione da
poco, e giustamente qualcuno eccepirà su tanta benevolenza critica o
addirittura abbinerà l' esito allo scarso interesse per il trofeo, però chi ama
il calcio non guarda al cartello affisso, ma al contenuto del programma. E, al
di là del 3-5-1-1 del Parma e del 4-4-2 della Juve, è piaciuto l'
atteggiamento, lo spirito, il modo in cui le due squadre si sono affrontate. In
genere, si dice, senza risparmio. Ed è vero anche stavolta, doppiamente, perché
la generosità si è vista anche nelle giocate, caratterizzate da molta coralità
e altrettanta dedizione. All' avvio, brillantissimo e subito felice del Parma
in gol con un sinistro di Junior al primo tiro in porta, la Juve ha tardato a
replicare. In parte perché subire una rete dopo così poco non aiuta, molto
perché il Parma è sembrato addirittura avventarsi sull' avversario: già un
colpo di testa di Sensini poteva risultare decisivo, ma anche tutta una serie
di contropiede e azioni alla mano, con Di Vaio unico terminale, hanno
avvicinato almeno altre tre volte la squadra di Carmignani al raddoppio. Che
Lippi volesse ovviamente vincere la partita era testimoniato dalla qualità, e
dal ruolo, del sostituto che avvicendava Birindelli: Alessandro Del Piero
infatti si situava dietro Zalayeta e Amoruso, comportando una modifica anche al
modulo (dal 4-4-2 al 4-3-1-2) e l' arretramento di Cristian Zenoni, da esterno
di destra del centrocampo a esterno di destra della difesa. Undici minuti dopo,
a rafforzare la necessità bianconera di provare a vincere con le prime scelte,
Lippi provvedeva ad inserire anche Trezeguet (per Amoruso), dirottando Zenoni a
sinistra (difesa sempre a quattro, ma con più spinta; centrocampo cui in fase
di difesa non era estranea l' assistenza di Del Piero). Non c' è dubbio che,
anche in ragione degli innesti e soprattutto del tempo che passava, la Juve
della ripresa abbia convinto più di quella del primo tempo. Che abbia alzato il
ritmo e costretto il Parma ad operare solo, e sporadicamente, in contropiede.
Che abbia tenuto più la palla e regalato una quasi continua apprensione alla
difesa parmigiana, opportunamente rafforzata dall' «abbassamento» di Diana.
Tuttavia, a stretto rigor di occasioni, non se ne ricorda una, e nitida, dentro
la porta difesa da Taffarel. Sinceramente, pur apprezzando Carmignani e
avendolo anche elogiato pubblicamente, ci saremmo aspettati un cambio ben prima
di quello che ha avvicendato Micoud con Bonazzoli, in modo da dare aiuto a Di
Vaio e, soprattutto, per evitare che il Parma venisse schiacciato dal finale
arrembante della Juve, ulteriormente caricata dall' ingresso di Salas, assente
da sabato 20 ottobre, quando si infortunò, da solo, a Bologna. Sofferenza vera
c' è stata solo in prossimità del traguardo: la Coppa Italia, terza della serie
parmigiana, viene alzata ed esibita a dieci anni di distanza dalla prima,
conquistata, sempre qui al Tardini, e sempre contro la Juve. Allora era il 14
maggio 1992, Benarrivo c' era anche allora e con lui pure Taffarel, però in
panchina (giocava Ballotta). Forse adesso, e con l' ottavo successo
complessivo, si è davvero chiuso un ciclo. Così è più facile ricominciare. – da
www.corriere.it
STAGIONE
2002-03.
La conquista dello scudetto
numero 26, convince la dirigenza a puntare nuovamente sulla Coppa dei Campioni,
così ecco la squadra rinforzata soprattutto a centrocampo con l’arrivo di Mauro
German Camoranesi dal Verona e del battagliero Davide Baiocco dal Perugia. In
attacco, per dare fiato a Trezeguet e Del Piero, viene prelevato dal Parma
Marco Di Vaio, non prima però di averlo incontato nella Supecoppa Italiana
vinta per 2-1 con gol proprio di Di Vaio per gli emiliani. La stagione non
comincia nel miglior modo possibile, con la Juventus in difficoltà rispetto a
Milan e Inter che sembrano avere una marcia in più. Il girone di andata si
chiude con i bianconeri terzi staccati dalle capoliste, ma la Juventus
quest’anno ha un’arma in più chiamata Pavel Nedved: il ceco è l’assoluto leader
della squadra e la trascina a una rimonta insperata, riuscendo prima a colmare
il gap con le milanesi e poi addirittura andando a vincere lo scudetto numero
27.
Il cammino in Champions
prosegue sulla stessa falsa riga del campionato, con la Juventus che prima
supera brillantemente il primo turno per poi arenarsi nel secondo,
qualificandosi soltanto grazie a un gol all’ultimo minuto di Igor Tudor contro
il Deportivo La Coruna. E’ la svolta: ai quarti di finale i bianconeri
affrontano il temutissimo Barcellona, reduce da 13 vittorie e un pareggio. A
Torino finisce con un pareggio sconsolante 1-1, ma al ritorno il miracolo
avviene grazie a un gol nei tempi supplementari di Marcelo Zalayeta che
permette alla Juventus di vincere 1-2 e di volare in semifinale. Superato lo
scoglio catalano, ecco arrivare un’altra bestia nera dei bianconeri, il Real
Madrid dell’ex Zinedine Zidane. Sono due partite soffertissime: a Madrid il
Real si impone per 2-1, mentre a Torino va in scena la partita perfetta con la
Juventus che si porta sul 3-0 grazie ancora a una prova fenomenale di Pavel
Nedved che però sul 3-1, quando ormai la qualificazione è a un passo, si fa
ammonire saltando così la tanto agognata finale. E’ il 28 Maggio e l’avversaria
è il Milan dell’ex avvelenato Carlo Ancelotti, ma alla fine la partita si
rivela una delusione finendo 0-0. Neanche i supplementari smuovono il risultato
e così si va ai rigori: Trezeguet, Zalayeta e Montero sbagliano rendendo
inutili le parate di Buffon su Seedorf e Kaladze. Un’altra Coppa dei Campioni è
persa, la terza su quattro finali targate Lippi (4 finali europee su 5 contando
anche quella di Coppa Uefa 94-95).
JUVENTUS – PARMA 2-1
Tripoli (Libia), Stadio 11
June, 25.08.2002 - Supercoppa Italiana – Finale
RETI:
38’
Del Piero (J); 64’ Di Vaio (P); 73’ Del Piero (J)
JUVENTUS:
Buffon, Thuram, Iuliano; Montero, Moretti (69’ Birindelli), Camoranesi (46’
Brighi); Tacchinardi, Baiocco, Nedved; Salas (72’ Zalayeta), Del Piero – All.
Lippi
PARMA:
Frey,
Diana, Ferrari, Bonera, Falsini, Marchionni; Lamouchi, Donati (62’ Barone),
Nakata; Di Vaio, Adriano (46’ Bonazzoli) - All. Prandelli
ARBITRO:
Farina di Novi Ligure
CRONACA: Il primo verdetto
della nuova stagione dice Juve. È bianconera la Supercoppa Tim edizione 2002,
decisiva la doppietta di Alessandro Del Piero, che ha cominciato nel modo
migliore la decima stagione a Torino, ha neutralizzato la rete di Di Vaio e
messo in cassaforte l' undicesimo trofeo da quando Marcello Lippi siede sulla
panchina juventina. Il Parma non ripete l' impresa del ' 99, quando riuscì a
battere il Milan campione d' Italia; la Juve ritira la terza Supercoppa
italiana in cinque tentativi, dopo i successi del ' 95 e del ' 97. In tre
premiano il capitano della Juve: Galliani, presidente di Lega; Blatter, numero
uno della Fifa, eccitatissimo dagli applausi della gente che ha salutato come
fosse lui pure un calciatore; Al Saadi Gheddafi, il figlio del colonnello,
ingegnere, calciatore, gran tifoso (e azionista) della Juve. La Supercoppa
giocata qui è stata una festa, anche se resta da capire se sia giusto privare i
tifosi italiani di una finale del genere. È stata una partita migliore di
quella giocata a Washington nel ' 93 fra Milan e Torino e migliore di quanto
fosse facile immaginare, dopo i disagi della trasferta fino a Tripoli, il
caldo. Hanno inciso meno del previsto le condizioni del campo, una distesa di
sabbia, con sopra un po' di erba, non si sa fissata come, che ha messo in serio
pericolo le caviglie di chi ha giocato. La partita ha confermato la massima
affidabilità della Juve, la sua voglia di arrivare in alto, la capacità di
superare qualsiasi tipo di difficoltà. Il Parma, apparso in progresso rispetto
alle esibizioni di pre-campionato, va ancora registrato: ha alcune
accelerazioni interessanti, è stato capace di mettere sotto la Juve prima e
dopo il pareggio, ma conosce momenti di amnesia preoccupante, che lo
condannano. Alex Del Piero non ha lasciato scampo agli avversari e ha trovato
due volte la strada per infilarsi nella difesa gialloblù: la prima dopo 38'
minuti di gioco, su assist bellissimo di Salas quando, sull' uscita di Frey,
non ha fallito la conclusione di destro; la seconda, raccogliendo al centro
dell' area il pallone consegnatogli da Zalayeta, fuggito sulla destra. Doppio
capolavoro che ha mandato in estasi il pubblico di Tripoli, in uno stadio molto
bianconero, anche se non esaurito come si immaginava. Colpa dei biglietti
troppo cari, anche se due spettatori sono tornati a casa in Mercedes, due auto
sorteggiate da Gheddafi junior nell' intervallo. Il pubblico, che se ne intende
e che ormai è italianissimo anche nei cori (ma dal giro d' onore dei bianconeri
con la coppa in mano si è astenuto Buffon, perché il passato parmense non si
dimentica), ha apprezzato il gioco dei bianconeri, ma anche quello del Parma,
che è stato sempre in partita e che ha dato l' anima, pur dovendo sempre
giocare in salita. Poco assistito prima da Adriano e poi da Bonazzoli, Di Vaio
ha provato da solo a mettere alle corde la difesa della Juve. E c' è riuscito
bene nella ripresa: dopo cinque minuti ha costretto Buffon a una super-parata;
dopo 18' ha colpito la traversa; un minuto dopo, ha firmato il gol del pareggio
con una conclusione nell' angolo; al 33' ha costretto Montero a salvarsi in
qualche modo e al 36' solo Iuliano gli ha negato il pareggio. Se il primo tempo
è stato spesso una partita a scacchi, il secondo è stato divertente, con le
squadre allungate, sempre decise ad osare. Salas si è visto annullare un gol al
12' (fuorigioco netto); Baiocco ha colpito la traversa al 36' , ma ha
dimostrato di essere una delle piacevoli novità della Juve, insieme con
Moretti, terzino sinistro proveniente dalla Fiorentina, che ha dimostrato di
avere personalità e che mai si è nascosto, mentre nel Parma, a parte Di Vaio,
hanno spinto molto e bene Marchionni, che può crescere ancora molto, e
Lamouchi. – da www.corriere.it
JUVENTUS – ATALANTA 3-0
Torino, Stadio delle Alpi,
15.09.2002 - 2ª Giornata di Campionato
RETI:
27’
Del Piero rig. (J); 34’ Del Piero (J); 91’ Fresi (J)
JUVENTUS:
Buffon, Thuram, Ferrara; Montero, Moretti, Camoranesi; Tacchinardi, Baiocco
(61’ Fresi), Nedved; Del Piero (81’ Zenoni), Di Vaio (68’ Salas) – All. Lippi
ATALANTA:
Taibi,
Foglio, Sala; Zauri, Bellini, Gautieri; Zenoni D., Berretta (71’ Carrera),
Doni; Rossini, Pià - All. Vavassori
ARBITRO:
Paparesta di Bari
CLASSIFICA: Bologna, Chievo,
Empoli, Inter, Juventus, Milan, Perugia, Piacenza p. 3; Parma, Udinese p. 1;
Atalanta, Brescia, Como, Lazio, Modena, Reggina, Roma, Torino p. 0
JUVENTUS – DINAMO KIEV
5-0
Torino, Stadio delle Alpi,
24.09.2002 - Champions League – 1ª Fase – Girone Eliminatorio - 2ª Giornata
RETI:
14’
Di Vaio (J); 22’ Del Piero (J); 52’ Di Vaio (J); 67’ Davids (J); 79’ Nedved (J)
JUVENTUS:
Buffon, Thuram, Ferrara; Montero (75’ Baiocco), Moretti, Camoranesi;
Tacchinardi (68’ Tudor), Davids, Nedved; Di Vaio (72’ Trezeguet), Del Piero –
All. Lippi
DINAMO
KIEV: Reva,
Peev, Husin; Ghioane, Sablic, Nesmachny; Leko, Cernat, Khatsevich (71’
Melaschenko); Gavrancic, Shatskikh - All. Mikhailichenko
ARBITRO: Stark
(Germania)
JUVENTUS – PARMA 2-2
Torino, Stadio delle Alpi,
28.09.2002 - 4ª Giornata di Campionato
RETI:
66’
Nakata (P); 81’ Adriano (P); 87’ Tudor (J); 95’ Del Piero (J)
JUVENTUS:
Buffon, Thuram, Ferrara; Iuliano, Birindelli (56’ Zenoni), Camoranesi (67’
Salas); Tacchinardi, Davids (46’ Tudor), Nedved; Del Piero, Di Vaio – All.
Lippi
PARMA:
Frey,
Benarrivo, Bonera; Ferrari, Junior, Brighi; Lamouchi, Filippini E. (86’
Bresciano), Nakata; Mutu (90’ Donati), Adriano (82’ Bonazzoli) - All. Prandelli
ARBITRO:
Cassarà di Palermo
CLASSIFICA: Inter p. 9;
Juventus, Milan p. 7; Empoli, Modena, Piacenza p. 6; Parma p. 5; Lazio,
Udinese p. 4; Brescia, Chievo, Perugia, Roma p. 3; Atalanta, Como, Reggina p.
1; Torino p. 0
JUVENTUS – NEWCASTLE
2-0
Torino, Stadio delle Alpi,
01.10.2002 - Champions League – 1ª Fase – Girone Eliminatorio - 3ª Giornata
RETI:
65’
Del Piero (J); 81’ Del Piero (J)
JUVENTUS:
Buffon, Thuram, Iuliano; Montero, Moretti, Baiocco (86’ Fresi); Tudor (84’
Birindelli), Davids, Nedved; Del Piero, Di Vaio (19’ Trezeguet) – All. Lippi
NEWCASTLE: Given, Griffin (79’ Ameobi), O’Brein; Dabizas, Hughes,
Solano (70’ Viana); Speed, Jenas (79’ Lua Lua), Robert; Dyer, Shearer - All. Robson
ARBITRO:
Temmink (Olanda)
INTER - JUVENTUS 1-1
Milano, Stadio San Siro,
19.10.2002 - 6ª Giornata di Campionato
RETI:
90’
Del Piero rig. (J); 96’ Vieri (I)
INTER:
Toldo,
Cordoba, Materazzi; Cannavaro, Zanetti, Almeyda (62’ Emre); Di Biagio, Coco,
Recoba (77’ Morfeo); Vieri, Crespo - All. Cuper
JUVENTUS:
Buffon, Thuram, Ferrara; Iuliano, Birindelli (62’ Zambrotta), Camoranesi; Tudor
(82’ Conte), Davids, Nedved; Del Piero, Salas (68’ Zalayeta) – All. Lippi
ARBITRO:
Collina di Viareggio
CLASSIFICA: Inter, Milan p.
13; Bologna p. 11; Lazio p. 10; Juventus, Modena, Roma p. 9; Empoli, Piacenza,
Udinese p. 7; Chievo, Parma p. 6; Brescia, Perugia p. 4; Como, Torino p. 3;
Reggina p. 2; Atalanta p. 1
Toldo in avanti al 95’ ostacola Buffon facendo carambolare il pallone a
Vieri che insacca in evidente posizione di fuorigioco, ma la rete viene
convalidata ugualmente.
JUVENTUS – FEYENOORD
2-0
Torino, Stadio delle Alpi,
29.10.2002 - Champions League – 1ª Fase – Girone Eliminatorio - 5ª Giornata
RETI:
4’
Di Vaio (J); 69’ Di Vaio (J)
JUVENTUS:
Buffon, Thuram (71’ Iulianov), Ferrara; Tudor (89’ Zambrotta), Birindelli,
Camoranesi; Tacchinardi, Davids, Nedved (82’ Moretti); Di Vaio, Del Piero –
All. Lippi
FEYENOORD:
Zoetebier
(46’ Lodewijks), Song, Van Wonderen; Paauwe, Rzasa, Emerton; Bosvelt, Ono,
Lurling; Buffel, Bombarda - All. Van Marwijk
ARBITRO:
Veissiere (Francia)
JUVENTUS – MILAN 2-1
Torino, Stadio delle Alpi,
10.11.2002 - 9ª Giornata di Campionato
RETI:
8’
Di Vaio (J); 21’ Thuram (J); 32’ Pirlo rig. (M)
JUVENTUS:
Buffon, Thuram, Ferrara (86’ Fresi); Iuliano (69’ Moretti), Birindelli,
Camoranesi; Tacchinardi, Davids, Nedved; Del Piero, Di Vaio (69’ Zalayeta) –
All. Lippi
MILAN:
Abbiati,
Simic, Nesta; Maldini, Kaladze (46’ Costacurta), Ambrosini; Pirlo (60’
Serginho), Seedorf, Rui Costa (74’ Shevchenko); Rivaldo, Inzaghi - All.
Ancelotti
ARBITRO:
Paparesta di Bari
CLASSIFICA: Inter p. 22;
Juventus p. 21; Milan p. 19; Chievo, Lazio p. 18; Bologna, Modena, Roma p. 15;
Empoli, Parma p. 13; Perugia, Udinese p. 11; Brescia, Piacenza p. 8; Torino p.
6; Reggina p. 5; Atalanta, Como p. 4
Camoranesi travolgente, umilia
gli assi rossoneri
DINAMO KIEV - JUVENTUS
1-2
Kiev (Ucraina), Stadio Dinamo
Lobanovskij, 13.11.2002 - Champions League – 1ª Fase – Girone Eliminatorio - 6ª
Giornata
RETI: 50’ Shatskikh (D); 52’ Salas (J); 60’ Zalayeta (J)
DINAMO KIEV: Reva, Ghione, Bodnar; Nesmachnyi, Gavrancic,
Khatskevich (58’ Leko); Dmitrulin, Belkevic, Husin; Rincon (67’ Cernat),
Shatskikh - All. Mikhailichenko
JUVENTUS:
Chimenti, Birindelli, Fresi; Iuliano, Pessotto, Zambrotta; Conte (72’ Paro),
Baiocco, Olivera (76’ Davids); Salas (89’ Cassani), Zalayeta – All. Lippi
ARBITRO: Bo
Larsen (Danimarca)
CLASSIFICA: Juventus p. 13;
Newcastle p. 9; Dinamo Kiev p. 7; Feyenoord p. 5
TORINO - JUVENTUS 0-4
Torino, Stadio delle Alpi,
17.11.2002 - 10ª Giornata di Campionato
RETI:
6’
Del Piero (J); 33’ Di Vaio (J); 52’ Nedved (J); 89’ Davids (J)
TORINO:
Bucci,
Garzya, Fattori; Mezzano, De Ascentis (86’ Balzaretti), Conticchio; Vergassola,
Castellini, Magallanes (60’ Maspero); Lucarelli (60’ Osmanovski), Ferrante -
All. Ulivieri
JUVENTUS:
Buffon, Thuram (90’ Pessotto), Ferrara; Montero, Birindelli, Camoranesi;
Tacchinardi, Davids, Nedved (90’ Baiocco); Del Piero, Di Vaio (75’ Zalayeta) –
All. Lippi
ARBITRO: De
Santis di Tivoli
CLASSIFICA: Juventus p. 24;
Inter p. 23; Milan p. 22; Lazio p. 21; Bologna, Chievo, Modena p. 18; Empoli,
Roma p. 16; Udinese p. 14; Parma p. 13; Perugia p. 11; Brescia, Piacenza p. 8;
Atalanta p. 7; Torino p. 6; Reggina p. 5; Como p. 4
ROMA - JUVENTUS 2-2
Roma, Stadio Olimpico,
01.12.2002 - 12ª Giornata di Campionato
RETI:
12’
Totti (R); 44’ Cassano (R); 47’ p.t. Del Piero (J); 85’ Nedved (J)
ROMA:
Antonioli,
Zebina, Samuel; Panucci, Cafù, Sartor (84’ Guigou); Emerson, Lima, Candela;
Totti, Cassano (58’ Batistuta) - All. Capello
JUVENTUSs:
Buffon, Thuram, Ferrara (67’ Zambrotta); Montero, Birindelli, Camoranesi (56’
Zalayeta); Tacchinardi, Davids, Nedved; Del Piero, Di Vaio (75’ Salas) – All.
Lippi
ARBITRO:
Bertini di Arezzo
CLASSIFICA: Lazio p. 27;
Inter, Juventus, Milan p. 26; Bologna, Chievo p. 22; Parma p. 19; Modena p. 18;
Empoli, Perugia, Roma p. 17; Udinese p. 15; Piacenza p. 11; Brescia p. 9;
Atalanta p. 8; Reggina p. 7; Torino p. 6; Como p. 4
JUVENTUS – BASILEA 4-0
Torino, Stadio delle Alpi,
11.12.2002 - Champions League – 2ª Fase – Girone Eliminatorio - 2ª Giornata
RETI:
3’
Trezeguet (J); 34’ Montero (J); 43’ Tacchinardi (J); 50’ Del Piero rig. (J)
JUVENTUS:
Buffon, Thuram (59’ Ferrara), Iuliano; Montero, Birindelli, Zambrotta;
Tacchinardi, Davids, Nedved; Trezeguet (65’ Zalayeta), Del Piero (71’ Conte) –
All. Lippi
BASILEA:
Zuberbuhler,
Barberis, M. Yakin; Zwyssig, Atouba, Esposito; Cantaluppi, Chipperfield (65’
Duruz), H. Yakin (77’ Tum); Rossi, Gimenez (46’ Varela) - All. Gross
ARBITRO:
Cardoso (Portogallo)
JUVENTUS – REGGINA 5-0
Torino, Stadio delle Alpi,
12.01.2003 - 16ª Giornata di Campionato
RETI:
21’
Conte (J); 34’ Trezeguet (J); 64’ Cozza aut. (J); 71’ Del Piero rig. (J); 83’
Di Vaio (J)
JUVENTUS:
Buffon, Birindelli, Thuram; Ferrara, Zambrotta, Camoranesi (76’ Pessotto);
Conte, Davids (79’ Fresi), Nedved (74’ Di Vaio); Del Piero, Trezeguet – All.
Lippi
REGGINA:
Belardi,
Cirillo, Pierini; Franceschini, Falsini, Leon (46’ Mesto); Cozza, Mamede,
Nakamura (86’ Veron); Rastelli (53’ Savoldi), Di Michele - All. De Canio
ARBITRO:
Trefoloni di Siena
CLASSIFICA: Inter, Milan p.
36; Lazio p. 33; Chievo, Juventus p. 32; Bologna p. 27; Udinese p. 26; Parma,
Roma p. 23; Empoli p. 22; Modena, Perugia p. 19; Brescia p. 17; Piacenza p. 13;
Atalanta p. 11; Reggina p. 10; Torino p. 9; Como p. 6
PERUGIA
- JUVENTUS 2-0
Perugia,
Stadio Renato Curi, 23.01.2003 - Coppa Italia – Quarti di Finale – Ritorno
RETI: 84’ Miccoli (P); 95’ Ze Maria
rig. (P)
PERUGIA: Kalac, Di Loreto, Viali;
Milanese, Zè Maria, Tedesco; Blasi, Fusani (61’ Pagliuca), Grosso; Miccoli (89’
Berrettoni), Vryzas (87’ Caracciolo) - All. Cosmi
JUVENTUS: Chimenti, Birindelli, Fresi;
Iuliano (67’ Zambrotta), Pessotto, Zenoni (57’ Zalayeta); Tudor, Tacchinardi,
Baiocco; Salas, Di Vaio (67’ Nedved) – All. Lippi
ARBITRO: Paparesta di Bari
NOTE: Ultima partita alla guida
della Juventus di Giovanni Agnelli, morto a Torino il 24 gennaio 2003
JUVENTUS
– PIACENZA 2-0
Torino,
Stadio delle Alpi, 26.01.2003 - 18ª Giornata di Campionato
RETI: 10’ Del Piero (J); 43’ Nedved
(J)
JUVENTUS: Buffon, Thuram, Ferrara;
Montero, Zambrotta, Camoranesi (86’ Pessotto); Conte, Davids (63’ Tacchinardi),
Nedved; Del Piero (76’ Di Vaio), Trezeguet – All. Lippi
PIACENZA: Orlandoni, Cristante,
Lamacchi; Boselli, Rinaldi, Gurenko; Maresca (89’ Miceli), Di Francesco (52’
Riccio), Tosto; De Cesare (52’ Ferrarese), Hubner - All. Agostinelli
ARBITRO: Bolognino di Milano
CLASSIFICA:
Inter, Milan p. 39; Juventus p. 38; Lazio p. 36; Chievo p. 32; Udinese p. 29;
Bologna p. 28; Parma p. 27; Perugia p. 25; Roma p. 23; Empoli p. 22; Modena p.
20; Brescia p. 19; Atalanta p. 17; Reggina p. 16; Piacenza p. 13; Torino p. 11;
Como p. 10
JUVENTUS
– INTER 3-0
Torino,
Stadio delle Alpi, 02.03.2003 - 23ª Giornata di Campionato
RETI: 4’ Guglielminpietro aut. (J);
34’ Nedved (J); 83’ Camoranesi (J)
JUVENTUS: Buffon, Thuram, Ferrara (46’
Iuliano); Montero, Zambrotta, Tacchinardi; Davids, Camoranesi (86’
Tudor), Nedved; Di Vaio (79’ Pessotto), Trezeguet – All. Lippi
INTER: Toldo, Zanetti, Cannavaro;
Materazzi, Cordoba, Guglielminpietro (46’ Okan); Zanetti C., Emre, Recoba;
Vieri, Batistuta - All. Cuper
ARBITRO: Paparesta di Bari
CLASSIFICA:
Juventus p. 51; Inter p. 48; Milan p. 47; Lazio p. 41; Chievo p. 40; Udinese p.
36; Parma p. 35; Bologna p. 32; Roma p. 31; Perugia p. 30; Brescia p. 28;
Modena p. 26; Reggina p. 25; Atalanta, Empoli p. 24; Piacenza p. 16; Como p.
15; Torino p. 13
Monumentale
Pavel Nedved, un giocatore leggendario.
JUVENTUS
– DEPORTIVO LA CORUNA 3-2
Torino,
Stadio delle Alpi, 12.03.2003 - Champions League – 2ª Fase – Girone
Eliminatorio - 5ª Giornata
RETI: 12’ Ferrara (J); 34’ Tristan
(D); 51’ Makaay (D); 63’ Trezeguet (J); 93’ Tudor (J)
JUVENTUS: Buffon, Thuram, Ferrara;
Montero, Zambrotta, Tacchinardi (77’ Tudor); Davids, Camoranesi (46’ Pessotto),
Nedved; Di Vaio (46’ Zalayeta), Trezeguet – All. Lippi
DEPORTINO LA CORUNA: Juanmi, Hector, Cesar
(71’ Andrade); Naybet, Romero, Scaloni; Duscher, Mauro Silva, Fran (46’
Capdevila); Tristan (66’ Valeron), Makaay - All. Irureta
ARBITRO: Frisk (Svezia)
JUVENTUS
– MODENA 3-0
Torino,
Stadio delle Alpi, 15.03.2003 - 25ª Giornata di Campionato
RETI: 54’ Nedved (J); 83’ Nedved (J); 85’ Trezeguet (J)
JUVENTUS: Buffon, Birindelli, Ferrara;
Iuliano, Pessotto (71’ Thuram), Zambrotta; Tudor (56’ Tacchinardi), Davids,
Nedved; Zalayeta (59’ Camoranesi), Trezeguet – All. Lippi
MODENA: Ballotta, Mayer, Cevoli;
Ungari, Ponzo, Marasco; Milanetto, Balestri, Colucci (67’ Sculli); Kamara (75’
Fabbrini), Vignaroli - All. De Biasi
ARBITRO: Morganti di Ascoli Piceno
CLASSIFICA:
Juventus p. 57; Inter p. 54; Milan p. 49; Lazio p. 45; Chievo p. 41; Parma p.
39; Udinese p. 36; Bologna p. 35; Perugia p. 34; Brescia, Roma p. 32; Empoli,
Modena p. 27; Reggina p. 26; Atalanta p. 25; Piacenza p. 19; Como, Torino p. 16
JUVENTUS
– TORINO 2-0
Torino,
Stadio delle Alpi, 05.04.2003 - 27ª Giornata di Campionato
RETI: 6’ Comotto aut. (J); 88’
Tacchinardi (J)
JUVENTUS: Buffon, Ferrara, Tudor;
Iuliano, Zambrotta, Camoranesi; Tacchinardi, Davids, Nedved (20’ Pessotto);
Trezeguet (33’ Zalayeta), Del Piero (73’ Conte) – All. Lippi
TORINO: Bucci, Galante (70’ Sommese),
Fattori; Mezzano, Comotto (32’ Lucarelli), De Ascentis; Vergassola, Donati (65’
Conticchio), Castellini; Marinelli, Ferrante - All. Zaccarelli
ARBITRO: De Santis di Tivoli
CLASSIFICA:
Juventus p. 60; Inter p. 55; Milan p. 52; Lazio p. 48; Parma p. 45; Chievo p.
44; Udinese p. 39; Bologna, Brescia, Roma p. 36; Perugia p. 35; Modena p. 31;
Reggina p. 29; Atalanta, Empoli p. 28; Piacenza p. 20; Como, Torino p. 19
JUVENTUS
– BARCELLONA 1-1
Torino,
Stadio delle Alpi, 09.04.2003 - Champions League – Quarti di Finale – Andata
RETI: 16’ Montero (J); 78’ Saviola
(B)
JUVENTUS: Buffon, Thuram, Ferrara;
Montero, Zambrotta (67’ Zalayeta), Camoranesi; Tacchinardi, Tudor (61’
Birindelli), Davids; Nedved, Del Piero (82’ Di Vaio) – All. Lippi
BARCELLONA: Bonano, Gabri, Puyol; De Boer,
Reiziger, Overmars (83’ Luis Enrique); Xavi (74’ Gerard), Motta, Riquelme (63’
Mendieta); Saviola, Kluivert - All. Antic
ARBITRO: Michel (Slovacchia)
JUVENTUS
– ROMA 2-1
Torino,
Stadio delle Alpi, 19.04.2003 - 29ª Giornata di Campionato
RETI: 30’ Del Piero rig. (J); 39’
Del Piero (J); 44’ Montella (R)
JUVENTUS: Buffon, Thuram, Ferrara;
Tudor, Birindelli, Camoranesi (86’ Conte); Tacchinardi, Davids, Nedved (75’
Pessotto); Di Vaio (79’ Olivera), Del Piero – All. Lippi
ROMA: Pelizzoli, Panucci, Zebina;
Aldair (85’ Dellas), Cufrè (70’ Cassano), Tommasi; Dacourt, Emerson, Lima;
Totti, Montella - All. Capello
ARBITRO: Pellegrino di Barcellona
Pozzo di Gotto
CLASSIFICA:
Juventus p. 64; Inter p. 58; Milan p. 55; Lazio p. 52; Parma p. 48; Chievo p.
47; Udinese p. 43; Perugia, Roma p. 39; Bologna, Brescia p. 37; Modena p. 35;
Empoli p. 34; Reggina p. 30; Atalanta p. 29; Piacenza p. 23; Como p. 20; Torino
p. 19
BARCELLONA
- JUVENTUS 1-2 dts
Barcellona
(Spagna), Stadio Camp Nou, 22.04.2003 - Champions League – Quarti di Finale –
Ritorno
RETI: 53’ Nedved (J); 66’ Xavi (B);
114’ Zalayeta (J)
BARCELLONA: Bonano, Puyol, Andersson (61’
Mendieta); De Boer, Reiziger (91’ Gerard), Overmars (86’ Riquelme); Xavi,
Motta, Luis Enrique; Saviola, Kluivert – All. Antic
JUVENTUS: Buffon, Thuram, Ferrara;
Montero, Zambrotta, Camoranesi (46’ Birindelli); Tacchinardi, Davids, Nedved;
Del Piero (84’ Tudor), Di Vaio (46’ Zalayeta) – All. Lippi
ARBITRO: Poll (Inghilterra)
CRONACA:
Una Juventus eroica espugna ai tempi supplementari il Camp Nou e mette in
cassaforte la qualificazione alle semifinali di Champions League. Tre uomini su
tutti gli artefici della vittoria, Nedved, Buffon e Zalayeta. Il primo è il
solito robot d'acciaio, mai domo e capace di trascinare la squadra; il secondo
conserva quanto costruito dai suoi compagni; il terzo realizza il 2-1 al 114',
il gol più importante della sua vita. La Juventus inizia la partita cercando di
mettere pressione al Barcellona. I bianconeri fanno girare palla molto
velocemente, esprimono un buon calcio e costruiscono le azioni piu' pericolose
nella parte centrale del primo tempo. L'occasione migliore arriva sul destro di
Del Piero che, lanciato da Nedved, si fa respingere il tiro in diagonale con i
piedi da Bonano. I padroni di casa si erano fatti notare per una conclusione di
testa di Saviola, alta sopra la traversa. Il gioco ruminato del Barcellona
innervosisce la Juventus ed in particolare Montero, Zambrotta e Davids,
ammoniti in 33 minuti di gioco. Al 34', Thuram tocca in area con la mano il
pallone giocato da Kluivert. Poll fa proseguire. Il tempo si conclude con
un'occasione per parte: al 37' Davids entra in area dalla sinistra e impegna
per due volte Bonano che respinge a fatica. Al 42', il Barcellona costruisce
l'azione piu' bella della partita. Reizinger salta tre uomini sulla sinistra,
centra per Kluivert che appoggia per Xavi al centro dell'area. Il
centrocampista è anticipato, la palla schizza verso Luis Enrique che dal
limite dell'area serve di nuovo Kluivert. L'olandese conclude fuori. La ripresa
si apre con Lippi che richiama in panchina Camoranesi e Di Vaio per dare spazio
a Birindelli e Zalayeta. Zambrotta torna nel suo ruolo naturale e Birindelli va
sulle tracce del brillante Overmars. Luis Enrique sbaglia il più facile dei gol
al 47'. Giunto davanti a Buffon, piazza la palla fuori sul palo lontano dopo
uno slalom irresistibile ai danni di Montero. La Juventus riprende in mano le
redini del gioco e passa in vantaggio al 53' con Nedved autore di una rete
tanto spettacolare quanto potente. Parte dalla sinistra, si accentra e appena
entrato in area fredda Bonano sul suo palo. La Juve cerca di sfruttare il buon
momento e il solito Nedved impegna da lontano Bonano che va a togliere il
pallone dall'incrocio dei pali. Antic tenta al 61' la carta Mendieta togliendo
dal campo Andersson. Cinque minuti più tardi, Xavi trova lo spiraglio giusto
dal limite riprendendo una respinta corta di Thuram. Al 79', Poll punisce con
l'espulsione l'ennesimo fallo di Davids. Lippi corre ai ripari e inserisce
Tudor per Del Piero. Riquelme, che aveva sostituito Overmars, impegna Buffon da
lontano all'87'. E' l'ultima azione della partita. Si va ai supplementari con
la Juve in inferiorita' numerica. Ridotta in dieci, la Juventus, nel primo
tempo supplementare, assiste senza colpo ferire al forcing del Barcellona che
non crea pericoli, ma gioca costantemente nella meta' campo dei bianconeri.
Unico sussulto al 103' quando Zambrotta ferma in area Mendieta con una
scivolata che fa gridare al rigore. Poll non interviene. Non cambia la partita
nel secondo tempo supplementare. Barcellona proiettato in avanti, Juventus in
difesa ad aspettare i rigori. Al 112' Buffon si esalta per due volte su
Kluivert: prima stoppa una girata dell'olandese, subito dopo lo anticipa di
testa. Nell'unica azione di contropiede, al 114' Zalayeta, servito da
Birindelli, mette in rete sotto misura il pallone della qualificazione. – da www.raisport.rai.it
Barcellona
che in casa le aveva vinte tutte, tutte, tutte, ma avevano fatto i conti senza
la fenice Bianconera.
JUVENTUS
– BRESCIA 2-1
Torino,
Stadio delle Alpi, 27.04.2003 - 30ª Giornata di Campionato
RETI: 9’ Del Piero (J); 83’ Appiah
(B); 86’ Del Piero (J)
JUVENTUS: Buffon, Tudor, Iuliano;
Montero, Pessotto, Conte; Davids, Zambrotta (65’ Zenoni), Nedved (72’
Tacchinardi); Trezeguet (56’ Zalayeta), Del Piero – All. Lippi
BRESCIA: Sereni, Petruzzi, Dainelli;
Martinez (80’ Tare), Schopp, Filippini A.; Guardiola, Appiah, Pisano; Baggio
R., Toni - All. Mazzone
ARBITRO: Trefoloni di Siena
CLASSIFICA:
Juventus p. 67; Inter p. 59; Milan p. 55; Lazio p. 53; Parma p. 49; Chievo p.
48; Udinese p. 44; Roma p. 42; Perugia p. 39; Bologna p. 38; Brescia p. 37;
Modena p. 36; Empoli p. 35; Reggina p. 31; Atalanta p. 30; Piacenza p. 26; Como
p. 21; Torino p. 20
LAZIO
- JUVENTUS 0-0
Roma,
Stadio Olimpico, 03.05.2003 - 31ª Giornata di Campionato
LAZIO: Peruzzi, Oddo, Stam;
Mihajlovic, Favalli, Castroman (88’ Inzaghi S.); Liverani (79’ Giannichedda),
Stankovic, Cesar; Corradi (66’ Fiore), Claudio Lopez - All. Mancini
JUVENTUS: Buffon, Thuram, Iuliano (79’
Tudor); Montero, Zambrotta, Camoranesi (56’ Birindelli); Tacchinardi, Davids,
Nedved; Del Piero, Trezeguet (60’ Di Vaio) – All. Lippi
ARBITRO: Collina di Viareggio
CLASSIFICA:
Juventus p. 68; Inter p. 60; Milan p. 58; Lazio p. 54; Chievo p. 51; Parma p.
49; Udinese p. 47; Roma p. 45; Bologna p. 41; Perugia p. 40; Brescia p. 38;
Modena p. 37; Empoli p. 36; Atalanta, Reggina p. 31; Piacenza p. 26; Como p.
21; Torino p. 20
REAL
MADRID - JUVENTUS 2-1
Madrid
(Spagna), Stadio Santiago Bernabeu, 06.05.2003 - Champions League – Semifinale
– Andata
RETI: 23’ Ronaldo (R); 45’ Trezeguet
(J); 73’ Roberto Carlos (R)
REAL MADRID: Casillas, Salgado, Hierro;
Helguera, Roberto Carlos, Makelele; Guti, Figo, Zidane; Morientes (80’ Solari),
Ronaldo (50’ Portillo) - All. Del Bosque
JUVENTUS: Buffon, Thuram, Ferrara;
Iuliano (46’ Pessotto), Birindelli, Zambrotta; Tudor (80’ Camoranesi), Conte,
Nedved (82’ Di Vaio); Trezeguet, Del Piero – All. Lippi
ARBITRO: Hauge (Norvegia)
JUVENTUS
– PERUGIA 2-2
Torino,
Stadio delle Alpi, 10.05.2003 - 32ª Giornata di Campionato
RETI: 25’ Trezeguet rig. (J); 36’
Miccoli (P); 47’ Di Vaio (J); 90’ Grosso (P)
JUVENTUS: Buffon (80’ Chimenti),
Birindelli (39’ Montero), Ferrara; Iuliano, Camoranesi, Tacchinardi; Conte,
Davids, Pessotto; Di Vaio, Trezeguet (56’ Nedved) – All. Lippi
PERUGIA: Kalac, Sogliano, Di Loreto;
Milanese, Ze Maria, Tedesco Gio.; Blasi, Obodo (51’ Pagliuca), Grosso; Miccoli
(63’ Berrettoni), Vryzas (65’ Crocetti) - All. Cosmi
ARBITRO: Bertini di Arezzo
CLASSIFICA:
Juventus p. 69; Inter p. 61; Milan p. 58; Lazio p. 57; Chievo p. 54; Parma,
Udinese p. 50; Roma p. 48; Bologna, Brescia, Perugia p. 41; Empoli, Modena p.
37; Atalanta, Reggina p. 32; Piacenza p. 27; Como p. 21; Torino p. 20
JUVENTUS
– REAL MADRID 3-1
Torino,
Stadio delle Alpi, 14.05.2003 - Champions League – Semifinale – Ritorno
RETI: 12’ Trezeguet (J); 43’ Del
Piero (J); 73’ Nedved (J); 89’ Zidane (R)
JUVENTUS: Buffon, Thuram, Tudor;
Montero, Birindelli (60’ Pessotto), Zambrotta; Tacchinardi, Davids (90’ Conte),
Nedved; Trezeguet (76’ Camoranesi), Del Piero – All. Lippi
REAL MADRID: Casillas, Salgado, Hierro;
Helguera, Roberto Carlos, Flavio Conceicao (52’ Ronaldo); Guti, Cambiasso (76’
McManaman), Figo; Zidane, Raul - All. Del Bosque
ARBITRO: Meier (Svizzera)
CRONACA:
Torino, stadio Delle Alpi, 14 maggio ore 20.45: la Juventus butta giù dal trono
d'Europa il Real Madrid e vola, insieme al Milan a Manchester dove verrà
scritta una pagina indelebile del calcio con una finale di Champions League
tutta italiana. E' la prima volta che accade. Quella contro il Real è stata per
la Juventus la decima semifinale di Coppa dei Campioni / Champions League, la
prima contro un club spagnolo. Il bilancio dei bianconeri è ora di 7
qualificazioni e 3 eliminazioni. Il risultato non ammette repliche: 3-1 per la
Juve che ha dato spettacolo, a dispetto di chi non ha avuto parole d'elogio per
il calcio italiano e che adesso dovrà ricredersi. L'Italia sale sul tetto d'Europa
e con merito. Basta guardare a quanto ha saputo fare la Juventus al Real Madrid
delle grandi firme. Ha dominato la formazione di Marcello Lippi, con tutto il
collettivo, riuscendo a capitalizzare quanto costruito con i suoi uomini
chiave: Trezeguet, Del Piero e Nedved nell'ordine. In mezzo la prodezza di
Buffon che ha neutralizzato il rigore a Figo tarpando le ali ad un Real mai
realmente all'altezza di una grande Juventus. La squadra di Del Bosque è stata
praticamente annichilita dai bianconeri, abili nel gioco d'assieme quando sono
andati alla ricerca dei varchi e attenti nelle chiusure. Del resto cosa poteva
opporre la Signora alle celebratissime merengues se non la propria
determinazione, il cuore, la grande presenza di spirito. Peccato solo che Nedved,
l'uomo simbolo di questa squadra, dovrà saltare la finale tutta italiana per un
fallo veniale, ingenuo: alla fine anche lui se n'è reso conto ed ha lasciato il
campo in lacrime. Nei primi 45' la squadra di Lippi impartisce una vera e
propria lezione ad un Real che forse, autocelebrandosi, aveva dimenticato che
la Juve ha al suo arco frecce molto pericolose, appuntite e letali: Nedved,
Trezeguet e Del Piero. E non a caso sono loro a costruire e concludere le
azioni che portano la formazione juventina sul 2- 0 nei primi 45'. Apre il
francese, al 12', con un tocco sottomisura, replica il capitano, al 43', con un
tiro scoccato dopo aver incantato Hierro e Salgado. Di fronte un Real Madrid
timido, in soggezione di fronte all'avversario come non mai. Nemmeno di fronte
al Manchester avevano fatto così male le merengues tradite dalle sue stelle:
Zidane si vede solo a tratti, e senza la sua luce la squadra non si accende,
Figo patisce un Birindelli che si riscatta della partita di andata, e Raul
palesa problemi dovuti ai postumi dell'operazione. Il tutto mentre Ronaldo
guarda l'evolversi della partita dalla panchina. Quarantacinque minuti di
dominio assoluto di una Juventus che, sempre sul terreno del Delle Alpi, era
stata sì straripante contro il Milan e l'Inter, ma mai così imponente. Neanche
quando il Real si presenta con tutto il proprio potenziale la Juve si lascia
intimidire. Forse commette l'errore di aspettare troppo l'avversario, ma lo fa
nell'intento di far sbilanciare un avversario che non riesce a cambiare passo.
A trovare il bandolo della matassa. L'opportunità di rientrare in gioco il Real
ce l'ha al 67' quando Ronaldo scatta in area sul filo del fuorigioco e si
ritrova a terra per un intervento di Montero. Lo scoramento cala sul Delle Alpi
ma Buffon ridà coraggio e vigore neutralizzando il tiro dagli undici metri di
Figo. Ed è apoteosi quando Nedved va a segnare, in contropiede, il gol più
importante della stagione, quello che porta la Juve a Manchester, a giocarsi
una storica finale tutta italiana. Peccato che il ceco non ci sarà: una
ingenuità (un fallo su McManaman) gli farà saltare l'ultimo atto di una
stagione esaltante. Un episodio che fa andare nel pallone la Juventus che
subisce la rete del Real, firmata da Zidane, che costringe il popolo bianconero
ad un finale al cardiopalma che finisce dopo 5' di recupero. E adesso sotto con
le critiche: chissà chi avrà il coraggio di puntare il dito contro il calcio
italiano. – da www.repubblica.it
JUVENTUS
– MILAN 2-3 dcr
Manchester
(Inghilterra), Stadio Old Trafford, 28.05.2003 - Champions League – Finale
JUVENTUS: Buffon, Thuram, Ferrara;
Tudor (42’ Birindelli), Montero, Camoranesi (46’ Conte); Tacchinardi, Davids
(66’ Zalayeta), Zambrotta; Trezeguet, Del Piero – All. Lippi
MILAN: Dida, Costacurta (65’ Roque
Junior), Nesta; Maldini, Kaladze, Gattuso; Pirlo (71’ Serginho), Seedorf, Rui
Costa (87’ Ambrosini); Shevchenko, Inzaghi -All. Ancelotti
ARBITRO: Merk (Germania)
NOTE: Ultima partita alla guida
della Juventus del presidente Vittorio Caissotti di Chiusano, morto a Torino il
31 luglio 2003
CRONACA: Ha vinto il Milan ai rigori
grazie alle parate di Dida e al "vitello" dei tiratori bianconeri.
Sbagliano, nell'ordine: Trezeguet (inguardabile per tutta la gara), Zalayeta e
Montero. Buffon (parate su Seedorf e Kaladze) tiene a galla la barca
bianconera, ma Shevchenko lo batte nell'angolino basso alla sua sinistra e
consegna la Champions League (la sesta della storia del Milan) nelle mani di
capitan Paolo Maldini, al sorriso che diventerà indelebile di Carletto
Ancelotti, alla gioia di Berlusconi che resta impietrito in tribuna, ma deve
aver passato una serata di grandi emozioni. Dall'altra parte le solite scene di
delusione. Gli uomini di Lippi, che pure, senza Nedved, hanno messo insieme una
partita sufficiente, ma devono solo rimproverare se stessi: negli ultimi 25
minuti dei supplementari hanno avuto di fronte solo dieci milanisti perché
Roque Junior (stiramento) era in campo per onor di firma: Ancelotti che aveva
già fatto tutti i cambi a sua disposizione gli ha detto di stringere i denti e
ha pregato. Nesta, Maldini, Gattuso e gli altri hanno fatto la loro parte, ma
Del Piero e compagni in quasi mezz'ora non sono riusciti a mettere insieme una
vera e propria palla gol. Così, va a finire che il Milan, tutto sommato, questa
coppa se la merita. Ha giocato bene (quasi benissimo) all'inizio, ha tenuto
quando la Juventus (metà del primo e prima parte del secondo tempo) si è rilanciata.
Poi, ha saputo condurre in porto la partita sul pareggio che, a quel punto, era
il miglior risultato possibile dati gli acciacchi e la terribile stanchezza.
Grande la coreografia all'Old Trafford e grande (va detto) la correttezza del
pubblico italiano di entrambe le squadre. Grande l'emozione in campo. Non è
stata una partita bella. Giocavano due squadre sfibrate dalle fatiche di
un'annata durissima e, senza Nedved la Juventus non è esattamente la stessa
compagine che ha spezzato Barcellona e Real Madrid. Si parte con i rossoneri
che vengono avanti da tutte le parti. I bianconeri faticano a capirci. Solo
Zambrotta e Davids riescono a dare respiro alla difesa con folate sulla
sinistra. E il Milan fa anche un bel gol con Shevchenko dopo nove minuti. L'ucraino
infila un passaggio all'indietro di Inzaghi. Ma davanti a Buffon (in posizione
non “neutra”) c'è Rui Costa e Merk annulla giustamente. Con Seedorf, Rui Costa
e Pirlo a ispirare, Nesta e Maldini impeccabili nelle chiusure e nel far salire
la squadra, il Milan continua a far gioco almeno fino alla mezz'ora. Inzaghi,
con un colpo di testa, impegna Buffon in una parata fenomenale, un vero
miracolo in tuffo sul suo palo sinistro a togliere un pallone che era già in
porta. Poi, però, si sveglia la Juventus. Del Piero tira alto su imbeccata di
un ottimo Zambrotta e poi si esibisce in una bella rovesciata su azione di
Camoranesi. Ma Trezeguet non c'è e l'apporto di Camoranesi è minimo. Così Lippi
fa entrare Birindelli per l'ala e la Juve chiude in avanti con un'azione
tambureggiante. Si fa male Tudor e, nell'intervallo, lo sostituisce Conte. E'
proprio lui quasi subito, colpisce di testa forte e preciso: traversa piena
vicino all'incrocio di destra della porta di Dida che era lì, ma non l'avrebbe
presa. Per venti minuti, almeno, sembra che i bianconeri possano passare.
Attaccano, ma le occasioni non vengono e anche l'innesto di Zalayeta non cambia
granché. Ancelotti manda dentro Ambrosini, Roque Junior e Serginho, si rafforza
sulle fasce e a centrocampo e si prepara ai supplementari. In trenta minuti di
prolungamenti, le occasioni sono poche e, come si diceva, il Milan ne gioca 25
con Roque Junior che si trascina dolorante per il campo. La Juve fa solo
qualche tentativo di approfittarne, ma manca la convinzione, manca Trezeguet,
manca un po' anche del Piero e, soprattutto, non c'è Nedved. Così si finisce ai
rigori. Dove i due portieri si dimostrano grandi. La parata più bella la fa
Buffon sul rigore di Seedorf, ma Dida ne prende tre. E Paolo Maldini (come fece
suo padre tanti anni fa) può alzare la grande coppa con i manici che sembrano
orecchie. Coriandoli rossi e neri coprono la gioia dei giocatori sul palchetto
della vittoria. Ancelotti è superfelice: da questa sera non è più un perdente;
anzi, è un tantino fortunato. Berlusconi, che "non poteva perdere" ha
vinto senza stravincere e sembra contento così. Galliani non sta più nella
pelle e finisce a litigare in tv con chi gli chiede se questa, senza la coppa,
poteva diventare una “stagione fallimentare”. Le altre sono le solite scene: di
goia e di profonda tristezza. Questa volta, a realizzarle c'erano due squadre e
due tifoserie italiane. E questo resta il dato più positivo. – da
www.repubblica.it
JUVENTUS
– MILAN 5-3 dcr
New
York (Stati Uniti), Giants Stadium, 03.08.2003 - Supercoppa Italiana – Finale
CRONACA:
Juventus-Milan è veramente la sfida infinita. Non solo si incontrano di
continuo, ma non riescono a battersi. La partita non finisce in 90' , non si
esaurisce neanche nel primo tempo supplementare, la cui conclusione è
rocambolesca: rigore al 17' per fallo di Tacchinardi su Ambrosini, il
«cucchiaio» di Pirlo sembra chiudere la partita, ma neanche un minuto dopo
Trezeguet spinge in rete il pareggio. Non si risolve al golden gol. Niente da fare,
da Manchester al New Jersey, Juve e Milan regolano i conti ai rigori: questa
volta la spunta la Juve sfruttando l' errore di Brocchi e la classe del vecchio
Ciro Ferrara. Alla fine, malgrado il caldo umido del New Jersey, per fortuna,
la sfida è stata sopportabile. Juve e Milan offrono agli spettatori meno
presenze di quelle che hanno occupato il Giants Stadium per Juve-Manchester
United: 54.128, per 120 minuti uno spettacolo più che apprezzabile. Marcello
Lippi si affida a una squadra con tutte le new entry: Appiah, Legrottaglie e
Miccoli. Ancelotti ha solo il volto nuovo Cafu. Ma la vera sorpresa, a parte le
presenze illustri di Dustin Hoffman, Donald Trump e Walter Veltroni, è che le
due squadre onorano la Supercoppa con un gioco piacevole e una solerte
applicazione, soprattutto offensiva. Magari si potrebbe eccepire sulla capacità
di bloccare le iniziative dell' avversario con il pressing sul portatore di
palla, sempre lasciato libero di agire, o sulle marcature, molto tolleranti, ma
forse i socceristi di qua vogliono vedere fuochi d' artificio. Dalla parte del
Milan, che conferma la sua superiorità nel palleggio stretto, si segnalano: un
colpo di testa di Inzaghi (cross Cafu) fuori; Rui Costa dal limite, parata di
Buffon; Inzaghi di testa, alto, su cross di Shevchenko; Pirlo su punizione,
respinta di Buffon. Da parte della Juve, che si affida di più alla velocità
della ripartente: Del Piero destro flaccido dal limite; Miccoli punizione di
poco a lato; due combinazioni simili con cross di Birindelli per Trezeguet che
anticipa Nesta ma trova i riflessi di Abbiati. Insomma, una partita ricca di
occasioni, di spazi, con rare botte e discreto impegno. La Juve potrebbe
sfruttare di più il contropiede, ma Alex Del Piero, che si fa notare per un
intervento da rigore su Inzaghi, è avvolto da vaghezze, mentre nel Milan
Seedorf e Rui Costa ritardano spesso il tiro o il passaggio. Il Milan, in
generale, gioca meglio e si porta avanti nel hit-parade delle opportunità con
Inzaghi (destro su invito di Sheva respinto da Buffon) e con un' altra
combinazione dei due attaccanti, risolta da un provvidenziale intervento di
Legrottaglie, in un momento su di una partita altalenante come il grafico di un
titolo azionario.Con il passare del tempo e l' aumentare dell' umidità, gli interventi
più fallosi e le azioni meno nitide, ma tra le due contendenti la più
imbambolata è la Juve che viene salvata prima da Buffon (Rui Costa, finalmente
un tiro deciso) e dalla traversa che annichilisce la voglia di gol di Pippo
Inzaghi. Entra Camoranesi e non se ne accorge nessuno, esce Del Piero e ci si
accorge che aveva cominciato da titolare. Meglio il Milan. Però Lippi, con Di
Vaio, trova un buon incursore, capace creare qualche apprensione alla
retroguardia milanista (per tutto il secondo tempo in vacanza) e di avviare la
più bella azione di Nedved che angola troppo il sinistro. Però, prima dei
supplementari, è ancora il Milan ad avvicinarsi alla rete: lo strepitoso Buffon
inibisce Brocchi poi Inzaghi, servito da Pirlo su schema da punizione, sbaglia
mira da due passi. Non c' è niente da fare, a Juve e Milan una vita non basta. Come a James Bond. – da www.corriere.it
Nessun commento:
Posta un commento