Testo modificato e riadattato
In
questo fascicolo, ogni affermazione può essere verificata, provata, dimostrata.
Con
questo fascicolo di poche pagine, vorremmo ripercorrere la nascita e la
messa in atto di una farsa senza eguali nella storia del nostro Paese; per
anni, infatti, le pagine di alcuni giornali e le trasmissioni televisive di
sedicenti moviolisti e opinionisti hanno sollevato le masse contro il
potere calcistico di una squadra di valore assoluto, mettendo alla gogna
mediatica ogni comportamento dei nostri dirigenti e calciatori, creando così
quel sentimento popolare che ha contribuito più di ogni altra cosa a
spedirci in serie B. Non lanceremo accuse, non faremo nomi e non
riporteremo i fatti se non ampiamente documentati da leggi, sentenze, documenti,
dichiarazioni (e non da dicerie).
In
questi anni, la Juve e i suoi dirigenti sono stati spesso indagati,
processati…ma siamo sicuri che conosciamo le vicende per come sono davvero
avvenute? Siamo mai stati dichiarati colpevoli? E siamo sicuri che altre
società che si sono dichiarate “oneste” non avessero commesso reati penali veri
e propri in anni non sospetti? Crediamo che pochi di voi sanno come stanno le
cose, e solo un’attenta analisi di tutte le notizie che circolano in rete ci ha
condotti a svelare la cruda realtà dei fatti. Il nostro intento è quello di
diffondere il più possibile la verità, troppo spesso sottaciuta dai media:
l’unico atto di presunzione di cui potremmo essere accusati risiede nella volontà
di far capire a TUTTI, fratelli bianconeri e non, che ciò che si è consumato
nel 2006 e tutto ciò che l’ha preceduto e susseguito, costituisce uno scandalo
che non dovrebbe interessare 2-3.000 tifosi esagitati, ma un popolo intero. Un
Paese che si dichiara civile, come il nostro, non può aver nascosto uno scempio
così evidente e che racchiude una serie di nefandezze inaudite… Siamo certi che
tra poco, anche chi è allo scuro di tutto, capirà. Concludiamo ringraziando la
redazione del sito ju29ro.com (leggasi “juventinovero”), testata
giornalistica online, nostra preziosa ed insostituibile fonte di dati e di
articoli, e tutti i siti “amici” cui abbiamo attinto per scrivere queste poche
pagine, sintetiche fino all’osso per necessità, ma ricche di notizie forse
sconosciute a molti di voi (ripetiamo: NOTIZIE, FATTI OGGETTIVI, non “voci”).
Ogni link all’articolo originale può essere consultato gratuitamente sul Web.
Molti siti che portano avanti le nostre stesse battaglie verranno menzionati
nella sezione dei collegamenti e della bibliografia. Non lo facciamo certo per soldi, non vogliamo
passare per rompiscatole, non abbiamo diritti d’autore. Siamo medici, infermieri,
geometri, ingegneri, operai, casalinghe, impiegate, avvocati, studenti, piccoli
azionisti Juventus, giornalisti… che non agiscono per lucro: stampate e
diffondete quante più copie potete! Forse abbiamo un ultimo desiderio: ci
piacerebbe che tutto il popolo bianconero possa essere finalmente compatto.
In palio c’è la restituzione degli scudetti vinti meritatamente sul campo e,
soprattutto, la restituzione della dignità, nonché la riabilitazione di
fronte alla nazione e al mondo. Saremmo lieti che in caso di esito favorevole,
ci ritrovassimo tutti a festeggiare; che, nel caso servisse, fossimo pronti
a dare tutto l’appoggio alla società, in tutti i modi disponibili e
possibili, civili e leciti.
LA GENESI
Saga familiare. Le Banche, spinte dal
governo Berlusconi, erano state costrette a sostenere ancora una volta i conti del
Lingotto con una operazione di finanziamento particolare chiamata prestito
convertendo; in pratica, giunto alla scadenza nell'autunno del 2005, questo
prestito avrebbe, di fatto, consegnato la FIAT nelle mani delle banche, estromettendo
gli Agnelli, capitanati da John Elkann, e riducendoli a soci di minoranza. (…)
In vista di questa possibilità si sussurrava l'ipotesi che l'allora
Amministratore Delegato della Juve Giraudo, su preciso input di Andrea Agnelli,
stesse organizzando una cordata per rilevare la Juventus, acquistando le quote
di proprietà IFIL con la
collaborazione
di alcuni importanti partner sia sportivi che finanziari. Allo studio c'era un
faraonico piano industriale che probabilmente avrebbe fatto della Juventus la
squadra numero uno al mondo per molti anni. Lo stesso scenario viene ampiamente
descritto da Antonio Giraudo in una illuminante intervista concessa a
Repubblica il primo aprile 2006, circa un mese prima dello scoppio di
Calciopoli (1)
. Ne
riportiamo uno stralcio:
«Vogliamo creare risorse
permanenti che permettano alla Juventus non solo di finanziarsi al suo interno
nel tempo, grazie al formidabile marchio commerciale che rappresenta, ma di
avere una squadra sempre più forte e di livello mondiale(…). Vogliamo farla
diventare il più importante club del mondo, secondo un preciso modello
industriale e sportivo che non ha eguali nel calcio(…).Penso che la portata del
piano e degli investimenti sia conseguente al risultato che si vuole ottenere.
Non chiediamo soldi per coprire perdite o per acquistare qualche altro
giocatore, ma per creare un modello formidabile che nel calcio non esiste, e
che ci permetterebbe di colmare il gap attuale tra una società come la nostra e
altre grandi realtà europee. (…) Bisogna prepararla velocemente. Io lo chiamo
il "modello Ferrari", perché è quello cui ci ispiriamo. Ovvero una
grande industria che produce utili per una parte sportiva di assoluta
eccellenza. La stessa cosa dovrebbe accadere alla Juventus. Era, lo ripeto, il pensiero
di Giovanni e Umberto Agnelli. (…) All'inizio cominciammo con l'intervento su
costi e conti, di pari passo con l'obiettivo sportivo. Poi ci siamo mossi per
consolidare la società Juventus, attraverso operazioni che ci hanno portato
alla quotazione in Borsa e allo stadio di proprietà oltre alla realizzazione di
un centro sportivo d'avanguardia che inaugureremo presto. I lavori per lo
stadio-gioiello cominceranno alla fine del campionato. Queste sono iniziative
che resteranno, in grado di produrre anche ricavi diversi da quelli tipici
delle squadre di calcio. (…) Quando si è risolto il problema patrimoniale ed
economico, occorre acquisire più peso politico a livello di media. Per la
Juventus, oggi non è così. Alcuni tra i nostri avversari dispongono di emittenti
televisive e gruppi editoriali, e questo conta molto»
Gli
Elkann sempre a quanto riportato dai giornali dell'epoca, riescono a
neutralizzare il golpe orchestrato dalle banche attraverso un’ardita operazione
finanziaria, chiamata Equity swap, che di fatto consentirà loro di mantenere il
controllo della FIAT. A questo punto, sistemata la patata bollente del prestito
convertendo, partono i regolamenti di conti tra cui anche quello sulla
Juventus. (…) Questo passaggio di consegne era già stato stabilito all'interno
della famiglia, ma il veto imposto da Cuccia, che non era mai stato in buoni
rapporti con Umberto, costrinsero L'Avvocato ed il Dottore a un compromesso che
prevedeva per quest'ultimo "solamente" il ponte di comando della
IFIL, la società che di fatto è la cassaforte dell'Impero FIAT. A margine di
questo accordo, che segnò una "svolta epocale" nei rapporti tra i due
fratelli, l'Avvocato accettò, come parziale risarcimento per Umberto, che
quest'ultimo prendesse anche le redini della Juventus. Morti i due patriarchi le fazioni si sarebbero
schierate nel modo seguente: da un lato i fratelli Elkann, Montezemolo e i tutori
Gabetti e Grande Stevens; dall'altra gli Umbertiani con a capo Allegra, vedova
di Umberto con il figlio Andrea Agnelli e ovviamente Giraudo che era uno dei
manager più vicini ad Umberto. In questo scenario verrà più volte segnalata
dalle nostre fonti l'assoluta antipatia di Montezemolo per Giraudo il quale,
nonostante l'aspetto burbero, era ed è un manager con i fiocchi, uno dei
migliori della scuderia Agnelli.(2)
Complotti e spionaggio. Giraudo e Moggi
dovevano essere eliminati dalla scena, tuttavia si doveva trovare il modo migliore:
difficile giustificare alla piazza il loro allontanamento. Si studiò, pertanto,
un piano senza precedenti, sfruttando il fatto che a Milano e a Roma ci fossero
molte persone che avevano un interesse comune a quello del nuovo corso
bianconero. L'eliminazione dalla scena di Moggi e Giraudo era, infatti,
l'obiettivo anche di qualcun altro, e non a Torino. Per esempio, l’Inter: da
anni, infatti, sulla base della convinzione che la Juventus vincesse sul campo grazie
ad aiuti arbitrali, la squadra milanese aveva istituito un vero e proprio
spionaggio industriale, servendosi delle aziende di famiglia (Telecom e
Pirelli), dei servizi segreti e di società d’investigazione (si consulti a tal
proposito il link:
http://www.ju29ro.com/contro-informazione/2417-caso-telecom-fatta-la-festa-gabbatu-lu-santu.html,
articolo riassuntivo degli ultimi sviluppi del processo Telecom, scritto da
Giuseppe Rombolà il 28/09/2010 sul sito ju29ro.com) (6).
Non
si deve dimenticare, inoltre, che gli equilibri della scena calcistica italiana
erano rimasti intatti dal 1999, anno in cui le “7 sorelle” (Juve, Inter, Milan,
Roma, Lazio, Parma, Fiorentina) decisero insieme ai vertici federali, tra cui Franco
Carraro, la nomina del doppio designatore arbitrale, mentre si approvava con
decreto legge la contrattazione individuale dei diritti televisivi; nel 2006,
complice la volontà di più poteri politici interni alla FIGC, si presentò l’occasione
di un vero e proprio ribaltone. I capri espiatori furono Moggi e Giraudo.
Le indagini a senso unico. Iniziarono
interrogazioni parlamentari e indagini da parte di diverse magistrature
italiane (ricorderemo anche più avanti i destini di tali attività…). A Napoli,
continua tuttora il processo a carico di Moggi, Giraudo, dirigenti di FIGC e di
società calcistiche, di arbitri e di designatori, accusati di associazione a
delinquere finalizzata alla frode sportiva: si pensi che il tutto partì dalle
confessioni di un ex dirigente dell’Udinese, tale Dal Cin, che parlò
dell’esistenza di una ‘combriccola romana’ di arbitri vicini ad alcune squadre
di serie A. Dal 2004, cominciarono migliaia di pedinamenti, intercettazioni,
indagini da parte della squadra dei Carabinieri guidata dal maggiore Attilio
Auricchio, coadiuvato da Giovanni Arcangioli (già noti per manipolazione di intercettazioni;
il secondo, inoltre, sospettato di avere trafugato il diario del magistrato
Paolo Borsellino il giorno
dell’attentato
in via D’Amelio). Verranno redatte 3 informative, che sintetizzano il lavoro
dei Carabinieri (chiamato “operazione Offside”), grazie ad ALCUNE delle circa
200.000 telefonate intercettate ed agli articoli della Gazzetta dello Sport.
Avete capito bene. In sede di processo ordinario, nei mesi di marzo-aprile
2010, le dichiarazioni di Auricchio lasciarono a bocca aperta molti di noi: non
venivano guardate le partite o gli episodi incriminati, ma soltanto i tabellini
della Gazzetta…e infatti numerosi sono gli errori derivati da una condotta che
si può tranquillamente definire censurabile (risultati invertiti, ammonizioni
inesistenti, ecc...). Insomma, gli errori arbitrali e il teorema della “Juve
ladra” sono serviti per mascherare l’intenzione di colpire e fare fuori
definitivamente una sola squadra, alcune persone in particolare. Lo dimostra il
fatto (ma ci torneremo più avanti) che le telefonate di altre società non
interessavano. Le altre squadre non erano “attenzionate” (come sottolineato più
volte dal maggiore Auricchio). Ma le indagini non bastavano. Le prove a carico
degli indagati erano inconsistenti, per non dire inesistenti. I giornali e
le
TV, da anni ormai avvezzi alla caccia al gobbo, iniziarono a montare lo
scandalo (poi denominato ‘Calciopoli’), anche grazie alle prime intercettazioni
“inspiegabilmente” fuoriuscite dalle indagini.
Il processo sportivo e lo “straordinario”
Guido Rossi. Mentre
la Juventus, nel maggio 2006, vinceva il 29° scudetto sul campo, la stessa
Juve, con Milan, Lazio e Fiorentina venivano accusate di aver messo in piedi
un’associazione atta a modificare lo svolgimento dei campionati (sotto indagine
c’è il SOLO 2004-2005). Dimessosi Carraro, la FIGC venne commissariata. Il
commissario straordinario venne scelto, con modalità sconosciute (l’atto non è
mai stato reso pubblico) e con una logica incomprensibile: Guido Rossi, ex
consigliere d’amministrazione dell’Inter, personaggio di spicco in Telecom.
Piazzò subito i suoi collaboratori di fiducia (Nicoletti, uomo vicino a Moratti),
ridusse i gradi di giudizio del processo sportivo da tre a due, sostituì gran
parte del Collegio giudicante mettendovi a capo un giudice in pensione
(Ruperto), "istruì" i giudici affinché venisse fatta giustizia in
maniera
esemplare.
<(…) Il processo, istruito da Francesco Saverio Borrelli, ex magistrato di
Mani Pulite, sarà ricordato nei secoli come una farsa senza eguali, grazie al
suo surreale e brevissimo svolgimento in cui vengono calpestate le più
elementari regole di garanzia per gli imputati, a cominciare dal diritto alla
difesa. Per accelerare la farsa e renderla "credibile" Guido Rossi
manda Borrelli a Napoli dove, previa una telefonata di Nicoletti con cui viene
fatta illecita pressione sui Pm della procura, riesce a farsi consegnare le
informative dei Carabinieri, che in questa fase dovrebbero essere materiale
altamente riservato ma che invece appaiono in stralci su giornali e mass-media.
Molti magistrati e giudici avranno successivamente modo di dichiarare che si è
trattato di un vero e proprio "aborto giuridico". Il Procuratore federale
Palazzi, imbeccato da Borrelli, chiede pene durissime per tutti, ed in
particolare per la Juventus, per la quale si parla di retrocessione in C1. Zaccone,
(il legale a capo del collegio difensivo della Juventus FC, ndr) nel corso del
brevissimo e farsesco dibattimento, incalzato da Ruperto, dichiara
maldestramente che la pena congrua consisterebbe nella B con
penalizzazione,
cosa che prontamente viene fatta mettere a verbale. La dichiarazione di
Zaccone, che suscita stupore e indignazione nei tifosi, è figlia diretta degli
accordi Rossi-Grande Stevens e viene pronunciata proprio per cercare di far
rimanere la Juve ancorata al carro delle altre imputate, per le quali era stata
chiesta la B con penalizzazione. La molle difesa di Zaccone viene
strumentalizzata dai giornali di regime che, con titoli a tutta pagina, la
fanno passare per un' ammissione di colpevolezza. La sentenza di primo grado
che giunge di lì a poco è delirante nelle motivazioni, riuscendo a trasformare
in illeciti conclamati e reiterati (art.6) una somma di episodi di slealtà
(art.1) e inventando di sana pianta il reato di "illecito
strutturale". Addirittura devastante la pena comminata che consiste in una
serie B con trenta punti di penalizzazione, la revoca di due scudetti ed altre
sanzioni accessorie. La sentenza di secondo grado,(…) ribalta quella di primo
grado, attenuando notevolmente le pene di Milan, Fiorentina e Lazio, alle quali
viene restituita la serie A con penalizzazione. Incredibilmente i rossoneri
ritrovano anche la partecipazione alla Champions League. La Juventus, invece,
rimane relegata in serie B con 17 punti di penalizzazione. Leggendo il
delirante dispositivo di sentenza si apprende stranamente che "è
concettualmente ammissibile
l'ottenimento di un vantaggio in
classifica pur prescindendo dall'alterazione di una singola gara".>(3)
Lo scudetto dell’onestà. <Nel frattempo gli
"onesti" di Moratti, grazie alla compiacenza dell'ultrà Guido Rossi,
si vedono assegnare uno scudetto, quello 2005-2006, che non è mai stato oggetto
di indagine e che la Juventus ha vinto sul campo con il siderale distacco di 15
punti. Successivamente, la Juventus decide di preparare un ricorso al Tar del
Lazio che, carte alla mano, definire un "capolavoro giuridico" è
riduttivo. Preciso, circostanziato, e soprattutto nelle cifre, spietato. Tutto
sembra deciso, si va al Tar. (…) Ma qualcuno a Roma comincia a spaventarsi e a
credere che davvero la Juventus possa andare fino in fondo. Sarebbe una
circostanza senza precedenti per il calcio italiano: in caso di accoglimento
del ricorso, molto probabile a giudicare dalle dichiarazioni di illustri
avvocati amministrativisti, i campionati avrebbero dovuto essere sospesi e i
processi rifatti.>(4)
Il ritiro del ricorso al Tar. Il 31 agosto 2006, il
ricorso al Tar viene ritirato. <A Torino si svolge un vertice tra Montezemolo,
J, Elkann e Gabetti. I due anziani convincono il giovane di famiglia a deporre
le armi. (…) La Juventus, la sua centenaria storia di successi e la passione
dei suoi tifosi vengono calpestati senza pietà, in cambio della riduzione di
qualche punto di penalizzazione in serie B (sancito nel successivo Arbitrato) .
(…) Gli stessi giocatori e l'allenatore Deschamps rimangono sbigottiti dal
comportamento del Cda che, in un Consiglio dalla durata biblica, stabilisce la
definitiva rinuncia al Tar.>(5)
La nazionale e il mondiale a tinte
bianconere. Nonostante
lo scandalo Calciopoli (soprannominato Farsopoli), senza uguali nella storia
italiana, e non solo calcistica, nonostante la vicenda che ha coinvolto il
giocatore Gianluca Pessotto, nonostante le critiche dei media e le continue
richieste di dimissioni di Lippi (per il coinvolgimento del figlio di Lippi
nell’affare GEA), annesse alla proposta di cacciata dal ritiro della nazionale
per Cannavaro e compagni bianconeri, gli uomini del viareggino si aggiudicano
il Mondiale di calcio a Berlino. Tra i campioni del mondo, militano 5 giocatori
Juventini, 3 nella squadra rivale (la Francia), con 17 uomini, tra staff e giocatori,
ad aver indossato i colori bianconeri.
La svendita dei giocatori. Come se non bastasse,
alcuni dei giocatori più rappresentativi della formazione allenata da Capello
nelle stagioni 04/05 e 05/06 vengono venduti (sarebbe meglio dire Svenduti) dalla
nuova proprietà, anche a squadre dirette avversarie nel panorama calcistico
nostrano (vedi Vieira e Ibrahimovic all’Inter, a un prezzo irrisorio). C’è da
ammettere che non saranno gli unici errori sul mercato degli ultimi anni,
gestito dalla nuova dirigenza juventina, guidata da Giovanni Cobolli Gigli, con
AD Jean-Claude Blanc e Alessio Secco (semplice assistente, ai tempi della
Triade) come Direttore Sportivo…
La stima del danno. Il ricorso al Tar (poi
incredibilmente ritirato), racchiudeva quella che, finora, è l’unica stima ufficiale
del danno che la Juve avrebbe subito in caso di penalizzazioni o, addirittura,
di retrocessione Eccone uno stralcio:
“La
sola mancata partecipazione per due anni alle competizioni europee determina
una mancato introito, e dunque un
danno,
che può essere valutato in circa 45 milioni di euro! Sulla base di questa prima
ipotesi valutativa, si può ritenere che il danno economico complessivo
che grava sulla Juventus per effetto delle sanzioni federali assommerebbe a
circa 70 milioni di
euro,
(circa il 30 per cento del volume d’affari della Società) se la squadra fosse
mantenuta in Serie A, mentre si incrementerebbe almeno
a 130 milioni di euro (superiore al 60 per cento del volume d’affari)
nel caso in cui la decisione della Corte Federale fosse
integralmente applicata e la squadra fosse costretta a giocare in Serie B. Si
tratta di restrizioni economiche senza
precedenti,
alle quali si aggiungono sanzioni più strettamente sportive di gravità
altrettanto inedita, come la perdita di due titoli di
Campione d’Italia (scudetto 2004-2005 e 2005-2006), caso mai verificatosi in
tutta la storia centenaria del calcio italiano, in cui si
ricorda una sola revoca di uno scudetto.”
Vanno
necessariamente aggiunti la perdita di numerosi sponsor (tra cui Tamoil), degli
introiti derivati dalla Champions League di quell’anno e del successivo, la
mancata partecipazione alle competizioni europee per almeno 2 stagioni,
l’indiscutibile danno d’immagine di una delle società più gloriose del calcio
mondiale. Provate voi a stimare un eventuale risarcimento danni…
I vantaggi. Non parliamo,
naturalmente, dei vantaggi per la nostra società, ma per quella squadra che,
dal 2006, domina incontrastata la scena calcistica italiana. Si diceva che con la Triade vinceva
solo la Juve. Oggi il calcio è davvero più bello? Ricordo che quando la
Juventus dominava negli anni 1994-2006, vinsero scudetti Milan, Lazio e Roma, e
gli “onesti” gettarono al vento, con le loro stesse mani, uno scudetto già
vinto in quel famoso 5 maggio 2002. Oggi vince una sola squadra, c’è un
monopolismo assoluto. Non a caso Scudetto e Coppa Italia hanno un unico sponsor.
La TIM. Si potrebbe tranquillamente parlare di “Campionato aziendale”, no?!
Gli errori arbitrali sono rimasti, le polemiche pure. Ma “il male del calcio
era la Juve”. Crediamo che quel dogma sia stato ampiamente smentito dai fatti.
I MEDIA CONTRO
Un
capitolo a parte lo meritano TV e giornali. Chi di noi non ha mai letto nemmeno
una volta la Gazzetta dello Sport? Chi non ha mai guardato una moviola di
Mediaset, Rai o SKY? Chi non ha mai ascoltato o letto le parole di telecronisti/opinionisti/moviolisti?
Fino a qui nulla di male, se non fosse che certe espressioni o certi episodi,
nella storia calcistico-mediatica degli ultimi decenni, siano stati raccontati
in un modo un po’ fazioso, se non sospetto. Prenderemo d’esempio due “filoni”
riguardanti il rapporto torbido tra alcuni giornali e la Juventus, la loro
bestia nera.
Prima
alcune premesse. Iniziamo con alcune risposte tratte dal controesame del
tenente colonnello Auricchio (eh sì, dopo l’indagine salì di grado…), avvenuto
nel corso dell’udienza del 23 marzo 2010 presso il Tribunale di Napoli.
Avv. Prioreschi (difesa
Moggi):
Juve-Bologna, successiva, l’ha vista?
Auricchio:
credo di sì
Avv. Prioreschi: ci
sono stati episodi particolari?
Auricchio: Sì,
dal Corriere, Repubblica e Gazzetta: la Juve vince con una mezza punizione dal
limite e negati due mezzi rigori al
Bologna
Avv. Prioreschi: Sono
tratti dalla stampa…
Auricchio: come
sempre!
L’importanza
dell’argomento è fondamentale. Come si può leggere, infatti, l’intero capo
d’accusa si basa NON su fatti, ma su valutazioni giornalistiche!
Nello
stesso dibattimento, l’avvocato Prioreschi elenca dati e comparazioni relative
al campionato oggetto di indagine 2004/2005, ricordando che la media-punti
ottenuti dalla Juve con arbitri indagati è di 1,89, con gli altri arbitri è di 2,63.
Inoltre molte altre squadre beneficiarono delle cosiddette “ammonizioni
preventive”, ossia quelle comminate in modo da trovarsi squadre avversarie con
giocatori squalificati. A guidare la speciale classifica è l’Atalanta (!), poi Reggina,
Juve, Milan, Inter… Insomma, nemmeno i numeri danno ragione all’accusa. Altre
due questioni catturano, nel corso dello stesso dibattimento, la nostra
attenzione. L’Auricchio che dice di non sapere se il Milan controlli
(direttamente o meno) qualche TV, dimenticando forse un’emittente chiamata
Mediaset; e il potere mediatico della Juventus. Proprio così. Una delle accuse
mosse a Moggi in sede penale (non si sta parlando di giochi per bambini, ma di
processi veri, di reati penali!) riguarda l’asservimento dei
media
a Moggi e Giraudo. Ma sapete quale TV controllava la Juve, secondo le tesi dei
Carabinieri? La7! Premesso che la TV in questione era di proprietà TELECOM, in
una “compromettente” telefonata intercettata, Moggi chiedeva all’ex arbitro
Baldas (moviolista al Processo di Biscardi) di essere generoso con la Juventus.
Qualcuno ha idea degli ascolti medi della seconda serata di La7 nel 2004?
Insomma, ci rendiamo conto di come il potere di Moggi possa, ancora una volta,
essere ridimensionato e riportato alla realtà. (7)
Juve ladra? Ecco un piccolo
frammento di un articolo, molto esemplificativo, di cosa significa “creare il sentimento
popolare”. Scritto da Pucciogoal87 il 6 ottobre 2009 per ju29ro.com, parla
delle ingiuste e inutili polemiche seguite all’incontro Bologna-Juventus del 27
settembre 2009, terminato 1-1, con qualche errore arbitrale da una parte e dall’altra.
<Quello
che mi preme sottolineare con forza invece è l’aspetto mediatico di questa
vicenda, esempio tipico del miglior repertorio di coloro che hanno preparato il
terreno per l’avvento di Farsopoli e che non sembra abbiano cambiato abitudini
nonostante l’operazione simpatia messa in atto da proprietà e dirigenza della
nuova Juventus. Navigando su youtube, ho trovato le sintesi della partita
Juventus-Bologna di Rai, Sky e Mediaset Premium. Ebbene, in tutte e tre le
sintesi, l’azione del pareggio del Bologna inizia con il cross dalla fascia
sinistra, sono stati tagliati sia l’assist dell’arbitro per velocizzare la
ripresa del gioco, sia la battuta della punizione con palla in movimento. Con
un po' di pazienza su youtube si riesce a trovare il filmato dell'intera azione
estratto dalla telecronaca originale, trovatelo e verificate voi stessi la
palese irregolarità. Provate solo a immaginare se l’episodio fosse avvenuto a
parti invertite. Voglio proporvi un test: associate il vostro ricordo a
ciascuna delle quattro situazioni descritte di seguito:
- il Goal di Turone conosciuto anche
come “Er go’ de Turone” in Juventus-Roma 1980-1981;
- il rigore di Ronaldo
in Juventus-Inter 1997-1998;
- il Goal di Cannavaro
in Juventus-Parma 1999-2000;
- il messaggio sms di
Bergamo al quarto uomo in Roma Juventus 2004-2005.
Scrivete
ciò che ricordate di ciascuna situazione e, se non ricordate, aiutatevi con gli
archivi dei giornali, con Internet, insomma ricostruite perbene la storia
legata ai suddetti quattro episodi. (…) Vi dimostreremo che ciò che avete
scritto costituisce l’essenza del sentimento popolare utilizzato per uccidere
la Juventus nell’estate del 2006.
Infine,
se avete tempo e voglia, provate a fare la stessa cosa con questi altri
episodi:
- il rigore su Platini
in Amburgo-Juventus del 1983;
- il goal di
Manfredonia in Real Madrid-Juventus del 1986;
- il goal di Laudrup in
Napoli-Juventus del 1989;
- il goal di Vieri in
Borussia Dortmund-Juventus del 1997;
- il goal di Mijatovic
in Real Madrid-Juventus del 1998;
- i rigori di
Manchester in Milan-Juventus del 2003. > (8)
Quante
partite raccontate a modo loro?
Aggiungiamo
pure: chi non ricorda il famoso rigore su Ronaldo e gli altri 5-6 episodi a
favore della Juve? Ma chi, invece, ricorda che nella partita d'andata la Juve diede
una lezione di calcio, ma perse per un gol di Djorkaeff in posizione dubbia e
con un gol annullato a Inzaghi e un rigore di West su Inzaghi ancora più netto
del Ronaldo- Iuliano? (9)
O
Roma-Juve 2005... <Una delle partite che è a processo a Napoli. (…)Non
poteva mancare un bel titolo come "Fischia il portafortuna della Juve”.
(…)
(ANSA)
ROMA - Un tifoso juventino è stato trasportato al pronto soccorso dello stadio
Olimpico in seguito ad una coltellata ad una gamba. (…)
(ANKRONOS)
Dei tre ex (Capello, Emerson e Zebina), il tecnico è stato quello più
bersagliato e subissato di fischi. (…) Poi tutta una serie di striscioni
irriverenti: “Capello coniglio, Emerson tuo figlio”. All'annuncio delle
formazioni, il noto speaker dell'Olimpico Carlo Zampa non ha nominato Zebina,
Emerson, e lo stesso Capello, rimanendo in silenzio ogni volta per circa un
minuto, permettendo così al pubblico di subissare di fischi i tre. Ma i tifosi
romanisti si sono scatenati anche con striscioni riguardanti il processo per
doping ai danni della Juventus.(…) Queste le condizioni
nelle
quali si svolse quella partita(…), come reclamava un evidente striscione con su
scritto "Oggi niente abbracci, mirate ai polpacci". 72 falli di
gioco, 9 ammoniti.
(…)
E le decisioni di Racalbuto sugli episodi di gioco furono davvero solo
favorevoli alla Juve, come scrissero allora e come, ancora oggi, dicono certi
giornalisti senza memoria? No, rinfreschiamo la memoria attingendo da un
giornale certamente non "amico", o "di riferimento" della
Juventus. Niente Tuttosport, quindi, ma la Gazzetta, come faceva spesso
Auricchio, a firma Olivero Giovanni Battista (…): riassumendo, errori a favore
della Juve: goal di Cannavaro in fuorigioco (solo la moviola lo poteva
rilevare) e rigore per la Juve per il "netto fallo" che dà
"l'impressione" di essere avvenuto "qualche centimetro"
fuori area.
Errori
a favore della Roma: sull'1-0 per la Juve un rigore non fischiato per doppio
fallo, mancata espulsione di Dacourt, goal di Cassano viziato dalle posizioni
di altri due compagni, e rete valida annullata a Ibrahimovic. Inoltre la Gazzetta
non riporta l'episodio del famoso pugno di Cufré sul viso di Del Piero, a gioco
fermo. In un ambiente normale, e non quello che abbiamo visto esserci quella
sera, forse la Roma avrebbe giocato metà partita in nove.
Racalbuto
pagò pesantemente, con 8 turni di stop, quella direzione, perché aveva
sbagliato a favore la Juve. O meglio, aveva sbagliato di più a favore della
Roma, ma giornali e televisioni amplificarono solo gli errori a favore dei bianconeri.>
(10)
E
per finire la rassegna, ricordate questi titoli? 20 dicembre 2006, il giorno di
un Bologna-Juventus caratterizzata dal gol di Zalayeta:
LA GAZZETTA DELLO SPORT: "Juve,
non così", sottolineando, "i bianconeri vincono a Bologna con un
gol irregolare di Zalayeta".
CORRIERE DELLO SPORT: "Scandalo a
Bologna: rigore negato ai rossobù, gol fantasma con fallo di mano per la Juve".
LA STAMPA: "Juve al veleno:
vince con un gol contestato di Zalayeta".
Andy54,
il 14 Settembre 2008, per la testata online www.ju29ro.com
, scrive l’articolo: “Inter, Arbitri e Gazzetta, non così!” <Il
destino è stato cinico e baro e ha voluto che ieri fosse l'Inter a vincere una
partita con un gol molto ma molto più "fantasma" di quello realizzato
da Zalayeta al Bologna. Il titolo della Gazzetta di oggi è stato: "L'Inter
ringrazia".
Notate
qualche differenza con il trattamento riservato alla Juve? (…)>(11)
(Io
aggiungo anche che destino volle che la gara con l’Udinese vinta dalla Juve 4-1
nel 97-98 con il gol “salvato” nella porta da Ferrara che suscitò scandalo, si
ripetè con identiche modalità e punteggio con l’ Inter nel post Calciopoli:
4-1, solo che noi prendemmo pure 2 legni e fummo messi alla gogna, mentre con
l’Inter si scrisse e si disse che in fondo i Nerazzurri avevano dato 3 reti di
scarto !!!!!!!! – Mario).
Avete
mai visto un titolo tanto duro per errori contro la Juve (es: Reggina-Juve,
arbitro Paparesta, 6/11/2004)? o per il gol di Maicon in Siena-Inter con 4-5
giocatori nerazzurri in fuorigioco (20/12/2008)? Il famoso gol di Cannavaro in
Juve-Parma del 7/05/2000 annullato da De Santis, invece, lo ricordano tutti:
avete per caso rivisto se il calcio d'angolo da cui nasce il gol c'era
effettivamente? E si potrebbe continuare all'infinito...E per chi non ci crede
o non ricorda, girano molti interessanti filmati in rete.
Certo,
si trovano episodi a favore e contrari, è vero! Ma alcuni vengono nascosti ad
arte.
Per
fugare ogni dubbio, per essere assolutamente imparziali, non sarebbe meglio
seguire le partite e lasciar stare quelle trasmissioni tv o quei giornali
spesso così faziosi?
Intanto,
le stesse omissioni ed esagerazioni che ci hanno ininterrottamente propinato
per anni, hanno creato quel "sentimento popolare" che ha contribuito
a spedirci in serie B.
La Gazzetta parte attiva nelle indagini
contro la Juve. Ebbene,
è successo anche questo. Non stiamo scherzando, né esagerando. La Gazzetta
dello Sport (tra le altre cose, partner commerciale di FC Internazionale e
quotidiano nazionale che più di tutti permise la creazione del “sentimento
popolare” contro la Juve) si schierò apertamente contro la dirigenza
bianconera. Tuttavia ci si chiede perché quella presa di posizione fosse così
decisa, così circostanziata….
La
risposta arriva dagli interrogatori di Auricchio e Di Laroni (altro agente
della squadra dei ‘Magnifici 12’ che portarono avanti l’operazione): alcuni
giornalisti collaborarono attivamente alle indagini dei Carabinieri. Si sapeva
che il Magg. Auricchio, come già detto, leggeva la Gazzetta dello Sport, e si
serviva del quotidiano per redigere le informative e trovare i riscontri del
proprio lavoro, ma dopo le deposizioni in aula degli agenti si scopre il ruolo
del giornalista Galdi (non a caso inviato della Gazzetta a seguire il Processo
di Napoli e autore di resoconti spesso parziali e vicini alle tesi
dell’accusa).
Auricchio:
Galdi
era una fonte utile per le indagini sul mondo del calcio,[...]. Ho chiesto a
Galdi delle informative e mi ha detto che la prima delle tre girava tra la
stampa, senza essere preciso. [...] I contatti con Galdi sono iniziati dalla
fine del 2003. Siamo amici e io l'ho anche utilizzato per apprendere notizie
investigative nell'ambito delle indagini sul calcio. Mi chiamava frequentemente
per tenermi informato su tutti i fatti che conosceva all'interno del mondo
sportivo . Lo faceva perché era gratificato dal collaborare con gli
investigatori. […] “
Di
Laroni: Ho
conoscito Galdi durante le indagini sulle fidejussioni presso la Procura di
Roma. Durante le indagini per la procura di Napoli abbiamo utilizzato Galdi per
chiedere informazioni sul calcio, soprattutto per cercare siti web che fossero
utili per le indagini ma anche informazioni in genere. […]Mi chiamava
frequentemente per chiedermi notizie sulle indagini; io lo chiamavo per avere
le notizie che mi interessavano. Durante le redazione della seconda informativa
noi cercavamo di comprendere le modalità del sorteggio arbitrale e io chiesi
notizie al Galdi ed egli sulla casella istituzionale di posta del reparto mi
inviò una mail che conteneva le norme in base alle quali i designatori avevano
stabilito di fare i sorteggi. Io gli ho fatto per cortesia un ricorso avverso
una sanzione per violazione al codice della strada. [..] Aggiungo che il Galdi,
dopo la fuga di notizie, si lamentò con me ed il maggiore Auricchio del fatto
che lui aveva fornito apporto alle indagini senza nulla ricevere , a differenza
di alcuni suoi colleghi.
Perché
non servirsi di fonti istituzionali per condurre le indagini?
Le informative rivelate alla stampa prima
della chiusura delle indagini. Vizio
tipicamente italiano. Ma connorme che lo vietano, responsabilità e sanzioni
precise in merito. Tuttavia molto spesso non si riesce a risalire alla ‘manina’
che commette il reato; anche in questo caso, l’indagine sulla fuga di notizie è
stata archiviata, in quanto non si è riusciti ad individuare con certezza i
responsabili. Password cambiate, armadi dei documenti cartacei aperti nella caserma…
Inoltre, grazie alle deposizioni dello stesso Auricchio, si può constatare
certamente che molti giornalisti sapevano delle indagini in corso e molto
frequentemente chiamavano per avere informazioni e novità scottanti
( “Credo che il
giornale Il romanista sia venuto per primo a conoscenza delle notizie. Tale
giornale appartiene a Riccardo Luna che mi si dice avere rapporti con
ambienti istituzionali." Auricchio,
22 maggio 2007)
Ciò
che si sa con certezza è che, ancora una volta, fu la Gazzetta dello Sport a
riportare per prima la notizia delle indagini dei CC su Moggi ed una sospetta
“cupola”
(6 maggio 2006: "Terremoto su Moggi. Si scopre un'informazione
di garanzia da Napoli e un'altra è in arrivo. Un anno intero di pesanti
intercettazioni è allo studio dei magistrati" ).
Forse
lo scarso interesse penale, forse l’esigenza (di chi?) di evitare l’eventuale
prescrizione dei ‘reati’ (rigorosamente tra virgolette) portò la sconosciuta
talpa a rivelare le informative ancora segrete. Grazie a questa fuga di
notizie, il materiale poteva quindi essere utilizzato dalla giustizia sportiva:
il momento giusto, indubbiamente, venne scelto in modo attento e accurato (a fine
campionato), dando la possibilità ai media di dare l’assist decisivo
all’opinione pubblica antijuventina e ai tribunali sportivi di imbastire in
fretta e furia quello spettacolo raccapricciante che fu chiamato Calciopoli e
che, in soli 19 giorni, mandò la Juventus in serie B. (12)
Il processo Doping. Era il 1998. Chi non
ricorda le accuse di Zeman? Il procuratore Guariniello aprì un’indagine. Iniziò
il processo. Si parlò di valori anomali (ben 2, sulle centinaia di controlli,
statisticamente meno di quelli riscontrabili in una popolazione normale sana),
si parlò di EPO. In primo grado, assolto Giraudo e colpevole il dr. Agricola.
In appello, nel 2005, assolti entrambi. Il 29 marzo 2010, la Cassazione pose
fine al dibattito: Juventus assolta in formula piena per doping (si dimostrò,
insomma, che non si fece uso di EPO, né di altre sostanze vietate).
<Per
quanto riguarda, invece, l’accusa di frode sportiva (legata all’assunzione
eccessiva di farmaci) la Corte di Cassazione ha accolto il ricorso della
Procura, ma ha anche dichiarato scaduti i termini di prescrizione del reato ponendo
così fine al processo. Il ricorso per il reato di frode sportiva è stato
accolto dalla Cassazione in quanto, pur non essendo all’epoca dei fatti ancora
in vigore la legge sul doping (introdotta nel 2000), è stato ritenuto, differentemente
da quanto espresso nella sentenza d’Appello, che le accuse in oggetto (ovvero
la somministrazione eccessiva di farmaci) potessero comunque essere considerate
come violazioni della legge del 1989 appunto sulla frode sportiva>.(13) Si ricorda, tuttavia,
che la Cassazione non entra nel merito delle sentenze: ne consegue, al limite,
che il processo si sarebbe dovuto rivedere sin dall’inizio.
Caso Cannavaro. Come dimenticare il
famoso filmato della flebo, girato ai tempi in cui il giocatore militava nel Parma,
trasmesso in TV (Rai) ovviamente mentre il difensore era già approdato a
Torino? Bene, anche in quell’occasione la Juventus paradossalmente fu costretta
a difendersi mediaticamente. In seguito, Cannavaro, entrato ormai nel “giro”
dei presunti dopati, venne trovato positivo dopo l’assunzione di farmaci
steroidei in seguito alla puntura di una vespa, regolarmente denunciato dai
medici sociali. Il tribunale antidoping propose una squalifica per comportamento
superficiale da parte dello staff sanitario bianconero, che si rivolse subito
al Tas di Losanna; il Tas,
che
ha accolto il ricorso, in data 03 settembre 2010 ha assolto i due medici, e ha
obbligato il CONI a risarcirli.(14)
Bilanci. I filoni di indagini
sono addirittura due! Vedremo più avanti come tutte le altre squadre di punta
del campionato italiano abbiano aggirato le leggi sul falso in bilancio,
vedremo che tutte si siano avvalse del cosiddetto “decreto spalmadebiti”… e
l’unica ad aver avuto sempre i bilanci in pareggio è sempre stata la Juve,
senza nemmeno avere aiuti societari, ma soltanto grazie all’abilità dei due
dirigenti Moggi e Giraudo. Ecco i risultati:
-
24/11/2009 “Processo per le plusvalenze, assolta la Triade. I pm avevano
chiesto tre anni per Moggi e
Giraudo,
due per Bettega: giudicati non colpevoli perchè «il fatto non sussiste» (15)
-
14/09/2010 “Inchiesta sulle violazioni fiscali. Prosciolti Blanc e Cobolli
Gigli.
Archiviato
il caso sulle provvigioni
degli agenti. Anche per la Triade.”(16) La pratica in questione
viene sistematicamente effettuata allo stesso modo da tutte le società
professionistiche. Ma la Juventus doveva subire anche questo processo…
Caso Paparesta. “Calciopoli,
archiviata la posizione di Paparesta: un altro innocente nell’inchiesta
calciopoli”(17). Lo stesso Paparesta
ha smentito di essere stato rinchiuso nei famosi spogliatoi; a riguardo, nessun
referto dei commissari, della squadra avversaria, delle forze dell’ordine
presenti…tutti hanno solo confermato di aver sentito Moggi protestare al
termine dell’incontro (si ricorda che era concesso ai dirigenti autorizzati
entrare negli spogliatoi 20 minuti prima dell’inizio della gara e dopo la
partita…non durante, come facevano altri, ed era lecito, anzi, gradito, fare
regali agli arbitri quali gadget o maglie). Ma tutti hanno smentito la sola e
unica telefonata di Moggi in cui millantava di aver chiuso l’arbitro (e
addirittura di aver portato con sé la chiave!). C’è persino una sentenza del
tribunale di Reggio Calabria che smentisce l’accaduto.
Caso Lecce-Parma. Cosa c’entra, direte
voi. Risposta: risulta essere un illecito contestato alla cupola (potremmo ormai,
ironicamente affermare che la temibile organizzazione fosse costituita dai soli
Moggi, Giraudo, Bergamo e De Santis, quest’ultimo a tempi alterni),
relativamente alla salvezza della Fiorentina (non possiamo non segnalarvi
questo link:
http://www.ju29ro.com/dossier/cantanapoli-il-processo/1017-canossa-sta-almeno-a-200-km-da
torino-1.html ) .
Inoltre:
<Luciano Moggi, e con lui la Juventus e Massimo De Santis, furono trascinati
in tribunale da undici tifosi leccesi, che decisero, sull'onda popolare di
"calciopoli", di farsi risarcire moralmente e, seppur simbolicamente,
anche economicamente. Sarà stata anche una causa civile davanti ad un giudice
di pace, simbolica, ma dal tribunale civile di Lecce, giudice Cosimo Rochira,
arriva ora la sentenza, datata 14 maggio e depositata nei giorni scorsi: la domanda
è infondata, non viene accolta.>(18) . Un altro tassello
smontato…
Sorteggi arbitrali. In attesa che il
filone venga esaurito anche dal Tribunale di Napoli (sfilano settimanalmente giornalisti
e notai che ne attestano la regolarità), c’è già la sentenza che sancisce che i
sorteggi erano svolti nel totale rispetto delle regole (19). In barba al titolone
della Gazzetta del 07/11/2009 “Così truccavamo i sorteggi”. Ah, i sorteggi erano
pubblici. Moggi conosceva gli arbitri dopo il sorteggio e non prima degli
altri…semplicemente i Carabinieri hanno “attenzionato” solo la sua utenza!
Anzi, hanno ritenuto rilevanti solo le sue telefonate.
Il processo GEA. L’accusa è di
associazione a delinquere, per i Moggi, padre e figlio, Davide Lippi e altri.
Assolti in Cassazione.
L'ex dirigente della Juventus ha commentato la
sentenza della Cassazione che ha annullato la condanna, emessa nel processo
d’Appello: "Il mio casellario giudiziario è pulitissimo".
Fa discutere nelle ultime ore la sentenza della
Cassazione, che avrebbe assolto Luciano
Moggi e suo figlio Alessandro nell'ambito del processo Gea. In
mattinata alcuni giornali hanno parlato di prescrizione, ma l'ex direttore
generale della Juventus tuona
a solo sentir parlare di tale parola.
In passato la Corte d’Appello aveva ritenuto padre e figlio colpevoli di violenza privata per le presunte pressioni esercitate nei confronti di alcuni calciatori allo scopo di acquisirne le procure sportive. Moggi senior era stato condannato a un anno di reclusione, junior a 5 mesi.
I capi di imputazione per Luciano Moggi facevano riferimento al passaggio di Emanuele Blasi, ex centrocampista della Juventus, dal procuratore Stefano Antonelli alla Gea, mentre per Alessandro Moggi la sentenza faceva riferimento alle procure delle meteore russe Zetulayev e Boudianski.
Sentenza annullata dalla Cassazione? Moggi conferma: "In tanti rimangono male se vengo assolto, i giornali possono scrivere ciò che vogliono, ma l’importante è che il mio casellario giudiziario è pulitissimo, del resto non mi importa niente" le dichiarazioni a 'Radio Manà Manà Sport'.
In passato la Corte d’Appello aveva ritenuto padre e figlio colpevoli di violenza privata per le presunte pressioni esercitate nei confronti di alcuni calciatori allo scopo di acquisirne le procure sportive. Moggi senior era stato condannato a un anno di reclusione, junior a 5 mesi.
I capi di imputazione per Luciano Moggi facevano riferimento al passaggio di Emanuele Blasi, ex centrocampista della Juventus, dal procuratore Stefano Antonelli alla Gea, mentre per Alessandro Moggi la sentenza faceva riferimento alle procure delle meteore russe Zetulayev e Boudianski.
Sentenza annullata dalla Cassazione? Moggi conferma: "In tanti rimangono male se vengo assolto, i giornali possono scrivere ciò che vogliono, ma l’importante è che il mio casellario giudiziario è pulitissimo, del resto non mi importa niente" le dichiarazioni a 'Radio Manà Manà Sport'.
Continuano a parlare e scrivere cose a modo loro, vergogna. Non hanno il coraggio di guardarsi allo specchio, io sì. |
Niente prescrizione dunque: "Non si tratta di ciò, è stato assolto il punto d’accusa sulla violenza privata ai danni di Blasi, pensate che si è partiti da un’associazione a delinquere ed è rimasta una violenza privata. Questo perché non avevo pagato lo stipendio ad un calciatore che veniva da sei mesi di squalifica per un caso di doping”.
Giornali nel mirino di Moggi, contro tutto e tutti: "Continuano a parlare e a scrivere cose a modo loro, dovrebbero vergognarsi. Della Juventus la Gea aveva solo Tacchinardi e Mutu, preso a parametro zero e rivenduto a nove milioni. Parlavano di un'enorme quantità di calciatori con la Gea, ennesima bugia tra le tante dette a quel tempo".
Dunque l'attacco finale: "Questa gente ora si mangia il fegato davanti a queste sentenze e non do spiegazioni a nessuno di loro, anche perché queste persone non hanno il coraggio di guardarsi allo specchio mentre io certamente lo posso fare".
Il processo di Napoli. Ne parleremo tra poco.
È l’attualità con la ‘A’ maiuscola. È il processo sull’associazione a delinquere
finalizzata alla frode sportiva. Giraudo, come sappiamo, ha scelto il rito
abbreviato (strategia? Impegni lavorativi?), ma all’Appello le sorprese saranno
molte…E leggendo queste poche righe sarete più informati di tutti i nostri
amici/nemici di altra fede calcistica che parlano, molto spesso, a sproposito.
GLI SCANDALI ALTRUI
Se
è vero che la Juventus ha dovuto subire numerosi processi, sempre terminati con
l’assoluzione o l’archiviazione dei casi, ben più gravi sono i reati (e non gli
illeciti) commessi nel corso degli ultimi anni dai nostri rivali, senza però ricevere
lo stesso trattamento e, soprattutto, la stessa punizione. Terremo conto solo
di alcune squadre (Inter, Milan, Roma), che per ragioni storiche ci interessano
maggiormente ma, per motivi di spazio, siamo costretti a tralasciare alcuni
episodi che li riguardano (campionati del 1910, 1929, ecc..) o che riguardano
altre società (Lazio, Fiorentina, Parma,…).
Il
contenuto e la struttura del paragrafo che segue si basano sull’articolo di
Dr.Zoidberg “Trova le differenze/1” del 4 luglio 2007, pubblicato sul sito
ju29ro.com,(20)
con alcune
importanti integrazioni e news.
Bilanci – Milan. 190 miliardi di fondi
neri ai calciatori (1992-97): tutto in prescrizione grazie alla nuova legge sul
falso in bilancio ideata da Berlusconi (3 agosto 2001).
Caso
Lentini (1992). 10 miliardi in nero. Per metà stagione 1991/92 Berlusconi è
padrone di due squadre (Milan e Torino): tutto in prescrizione.
2002/03.
Viene concesso ai rossoneri di chiudere il disastrato bilancio il 31 dicembre
in luogo del canonico 30 giugno.
Bilanci – Inter. Fidejussione onorata
in ritardo (2002). La Federcalcio concede all’Inter di “chiuderla” al 31 marzo,
anziché al 31 dicembre. In pratica, mentre le altre squadre portano le
credenziali per iscriversi al campionato successivo, l’Inter chiude l’iter per
iscriversi al precedente.
Bilanci – Roma. Fidejussione sulla
carta del formaggio (2003). Tra l’altro presentata fuori tempo massimo. Il Cosenza,
per lo stesso motivo, viene fatto fallire. Evitiamo di parlare del recente
fallimento della società giallorossa, la cui gestione, attualmente, è stata
affidata ad Unicredit, cui Italpetroli della fam. Sensi doveva 325 mln di euro.
Plusvalenze gonfiate - Milan e Inter. (1999-2005) Come fare
per sistemare i bilanci ed essere in regola con i parametri richiesti per
l’iscrizione al campionato? Semplice, adottando il sistema delle plusvalenze
fittizie. Una plusvalenza si ottiene cedendo un giocatore ad un valore
superiore alla cifra cui venne acquistato. Fittizia perchè se cedo un
calciatore a 20 mln, il cui valore reale è, per esempio, 1mln di euro, sistemo
il bilancio. L’altra squadra non vuole certo fare beneficenza: scambia, così,
un altro calciatore di scarso valore alla stessa cifra (plusvalenza fittizia incrociata):
perché? Semplice! Al contrario dei guadagni, i costi sostenuti non incidono
direttamente sull’esercizio in corso, ma vengono ammortizzati, ovvero
ripartiti, in più esercizi. Il costo dei calciatori, nello specifico, viene ammortizzato
per un periodo pari alla durata del contratto stipulato.
Quindi,
se cedendo un mio calciatore realizzo 20, acquistandone un altro perdo solo 4,
almeno in relazione alla stagione in corso. Il metodo delle plusvalenze
“fittizie incrociate” è però un arma a doppio taglio. Se vi si ricorre una sola
volta non crea problemi, se invece diventa un’abitudine i rischi sono
moltissimi. Le società
calcistiche del nostro campionato (ad eccezione della Juventus e di poche
altre) per ovviare alle perdite di bilancio, non hanno intrapreso un programma
di contenimento dei costi ma hanno fatto ricorso al sistema delle plusvalenze,
gravandosi ogni anno di
aggiuntive quote di ammortamento. Per citare un caso
concreto, nel 2002 l’Inter ha realizzato 102 di milioni di plusvalenze ma ha
iscritto a bilancio ammortamenti per 108 milioni. E questo di fronte a un
ricavo d’esercizio di 125 milioni! Quindi, i ricavi di 125 milioni sono serviti
appena per coprire la spropositata quota di ammortamenti generatasi nei pochi
anni in cui si è fatto ricorso al sistema che abbiamo appena analizzato. Come
l’Inter, anche molte altre società italiane si sono trovate con esposizioni
debitorie enormi dovute all’uso scriteriato di questo meccanismo.
Basti
pensare che, nel 1998, le plusvalenze da cessione costituivano il 31% dei
ricavi complessivi, per salire al 71% solo un anno più tardi. Una situazione
che avrebbe portato al collasso completo del nostro calcio se non fosse intervenuto,
nel 2003, il famigerato “Decreto Salvacalcio”.
Grandi
protagoniste del “sistema” sono state Inter e Milan. Nel luglio del 2002 il
terzino Francesco Coco, ceduto all’Inter per 29 milioni di euro, ha assicurato
ai concittadini rossoneri una plusvalenza di 28,8. Percorso inverso per il centrocampista
Clarence Seedorf che ha lasciato i nerazzurri per la stessa cifra. Molti altri
calciatori hanno cambiato sponda, facendo nascere sospetti: Ginestra, Bogani,
Cordone, Bonura, Polizzano, Di Sauro. Ogni scambio ha fruttato plusvalenze tra
i 3,5 e i 5,5 milioni di euro. L’Inter, che dal 1997/98 al 2004/05 ha ottenuto
ben 400 milioni di euro in plusvalenze, è riuscita a cedere, nel 2001,
Macellari al Bologna per 12 milioni di euro! (21)
Caso
Brunelli (2006). Plusvalenza selvaggia per uno sconosciuto ragazzino. Firma
falsa per siglare il contratto appena in tempo per chiudere il bilancio (il
calciatore era in Sardegna).
Plusvalenze gonfiate – Roma. (2000-2004). Al
bilancio chiuso il 30 giugno 2002 vengono iscritti 95,3 milioni di plusvalenze,
derivate dalla cessione dei seguenti campionissimi: Marco Amelia, Cesare Bovo,
Franco Brienza (all’epoca sconosciuti), Simone Casavola, Daniele Cennicola,
Daniele De Vezze, Giuseppe Di Masi, Simone Farina, Alberto Fontana, Gianmarco
Frezza, Armando Guastella, Daniele Martinetti, Giordano Meloni, Matteo Napoli, Simone
Paoletti, Manuel Parla, Marco Quadrini, Cristian Ranalli, Fabio Tinazzi,
Alfredo Vitolo.
Legge Spalmadebiti (2003): il calcio
italiano, nell’autunno del 2002, si trova sull’orlo del baratro. Solamente Juventus,
Bologna e qualche società di minor livello possono dichiararsi “in salute”,
tutte le altre sono in una situazione prefallimentare. I presidenti,
spaventati, corrono in Parlamento. Il 27 febbraio 2003 nasce la famigerata legge,
definita “spalmadebiti” o, meglio, “Salvacalcio”, che permette di
ricalcolare il valore del patrimonio calciatori, cioè consente di “svalutarlo”.
L’unico metodo per ammortizzare i costi dei cartellini e degli ingaggi dei
calciatori (costi che si aggiungono alle altre esigenze di gestione) è ridurre
il patrimonio calciatori, in modo da pagare annualmente quote più basse di
ammortamento. Un’operazione consentita, anzi obbligatoria, ma che nessuno ha
mai fatto.
Tuttavia, se opero una corretta svalutazione si generano delle perdite: grazie
alla Legge Salvacalcio le società
svalutano
il loro patrimonio e la perdita che ne consegue viene “spalmata” in dieci anni,
al posto che pesare tutta e unavolta sola su un singolo bilancio di esercizio
(come indicato dal Codice Civile).
In
questo modo chi ha fatto il furbo con le plusvalenze se la cava con un buffetto
sulla guancia. Chi invece si è comportato correttamente rimane con un pugno di
mosche: basti pensare alle quattro squadre di Roma e Milano che hanno
complessivamente operato svalutazioni per ben 900 milioni di euro i quali, se
iscritti ad un solo bilancio, avrebbero sancito il fallimento delle stesse.
Le
cifre sono da capogiro: l’Inter, che prima dell’entrata in vigore della
Salvacalcio sosteneva di avere un patrimonio calciatori di 357 milioni di euro,
dopo si ritrova con un patrimonio di soli 38 milioni. Magia. Una differenza
record di 319,39 milioni. Al secondo posto il Milan, che ha abbattuto il
patrimonio per 242 milioni, a seguire la Lazio con 212,91, infine la Roma con
133,6. Poi molte altre società minori che non giungono però a queste
stratosferiche somme. Come è noto la Juventus NON si è avvalsa della Legge.
Tuttavia,
la Legge 27 viola il Codice Civile italiano e la IV Direttiva Cee. Il 14 marzo
2005 il commissario europeo sulla concorrenza, Mario Monti, boccia
irrevocabilmente la Legge, deferendo l’Italia per infrazione: il
decreto
spalmadebiti,
trovata della politica italiana per salvare nella stagione 2003 quattordici
club di serie A e B dal fallimento , viola la direttiva comunitaria sul
bilancio di esercizio e sul bilancio consolidato, regole di contabilità
generale.
Va
ricordato ancora una volta che la Salvacalcio è stata emanata dal governo
Berlusconi (incidentalmente proprietario del Milan, di tre televisioni che
trasmettono calcio, dell’agenzia pubblicitaria che si occupa della Nazionale
italiana e “capo” di Adriano Galliani, sempre incidentalmente presidente di
Lega) e fortemente voluta dal suo amico Franco Carraro, presidente di
Federcalcio nonché di Mcc, ovvero la Banca d’affari del gruppo Capitalia, la
quale ha “prestato” molti soldi ad alcune squadre di serie A. (22)
Vendita del marchio: annullati gli effetti
della legge spalmadebiti, si passa subito ad un nuovo artificio contabile, la vendita
del marchio a se stessi, che ha consentito un risparmio di 181,3 milioni di
euro al Milan, 159 all’Inter e 95,36 alla Lazio. Identico percorso è stato
seguito anche da Roma, Sampdoria e da altre squadre minori dei nostri campionati.
Nel mondo del pallone, le società che acquistano il marchio sono entità
giuridiche appositamente create e possedute dai club cessionari. Il denaro che
la società controllata versa a quella che cede il marchio proviene, in realtà, da
un prestito bancario. In questo modo la società cessionaria si trova a pagare
ogni anno la quota capitale del prestito, più la conseguente quota interessi.
Tutto questo giro di denaro non è altro che un prestito bancario mascherato, il
quale consente alle società in difficoltà di spalmare per l’ennesima volta i
debiti in più esercizi. Nelle righe che seguono (dati tratti da Il Sole 24 Ore,
4/11/2006) sono indicati il valore della vendita, il nome della società
controllata e la data della cessione: Milan: 183,7 – Milan Entertainment srl
(30sett05), Inter: 158 – Inter Brand srl (29dic05), Roma: 125 – Soccer sas
(21nov06), Lazio: 95,4 – Lazio Marketing & Communication spa (29set06).
Ancora
una volta, come nel caso della spalma-ammortamenti, non appare la Juventus la
quale ha provveduto con la sua gestione a far quadrare i conti. Ma ciò cha fa
più pensare, è il <completo disinteresse dei giornali sportivi, troppo impegnati
ad affossare la Juventus. È dello stesso mese infatti la notizia che la Guardia
di Finanza ha disposto l’ispezione delle cassette di sicurezza dei giocatori
bianconeri (e addirittura anche delle loro mogli) per scoprire eventuali
versamenti illeciti. Non hanno scoperto niente>. “Simpatico” il caso
dell’Inter che è riuscita a vendere il marchio a se stessa, darlo
contemporaneamente in pegno ad una banca e filtrare il tutto attraverso una
holding all’uopo costituita. Infine i nerazzurri, grazie all’abile lavoro di
Guido Rossi, si fanno beffe della severità Covisoc, iscrivendosi senza problemi
al campionato 2006/07, quello che segue alle sentenze di Calciopoli…sapevate
che le iscrizioni a quel campionato di Milan e Inter erano state inizialmente
rifiutate? (23) Intervenne anche la
Giustizia Sportiva e chiuse con sanzioni pecuniarie il processo sportivo per il
presunto falso in bilancio di Milan, Inter e altre squadre. Le società in
questione si sono avvalse dell’art. 23 del Codice di Giustizia Sportiva (CGS),
secondo il quale i soggetti possono accordarsi con la Procura Federale prima
che termini la fase dibattimentale di primo grado, per chiedere all’Organo
Giudicante l’applicazione di una sanzione ridotta. In pratica, un
ammissione con annesso patteggiamento. (24)
Passaporti falsi – Milan. Caso Dida. 1 miliardo
di multa, squalifica di 4 mesi al giocatore, che viene ceduto in prestito.
Passaporti falsi – Inter. Caso Recoba (1999).
<Estate 1997: per 7 miliardi di lire l’Inter acquista dal Nacional di Montevideo
il calciatore uruguaiano Alvaro Recoba, (…) ma c’è un problema: Recoba è
extracomunitario e la rosa dell’Inter ne conta già cinque, tanti quanti ne
permette il regolamento: Simic, Jugovic, Ronaldo, Cordoba e Mutu. La soluzione
arriva il 12 settembre 1999, a poco più di due mesi dal suo ritorno a Milano
(da Venezia, ndr), Recoba ottiene l’agognato passaporto comunitario. (…) Al
termine della stagione 99/00, Recoba ottiene da Moratti un faraonico rinnovo,
ben oltre il miliardo e duecento milioni fino ad allora percepiti. Un
contratto, a dire il vero, mai
visto
prima: 15 miliardi l’anno>. Nel 2000, vengono trovati molti calciatori del
nostro campionato in possesso di documenti fasulli e il fenomeno sembra essere
assai diffuso.< È il cosiddetto scandalo di “Passaportopoli”, nella cui rete
finiscono sette società (Inter, Lazio, Roma, Milan, Udinese, Vicenza,
Sampdoria), 14 giocatori (tra cui Recoba, Veron, Fabio Junior, Bartelt, Dida) e
quindici dirigenti (Oriali, Ghelfi, Baldini, Cragnotti, Governato, Pulici,
Pozzo, Marcatti, Marino, ecc). L’Inter ne
viene
ufficialmente coinvolta il 30 gennaio 2001, quando il pm di Udine, Paolo
Alessio Vernì, ordina un’ispezione nella sede della società e nell’abitazione
milanese di Recoba: anche il suo passaporto risulta contraffatto. (…) Il pm di Roma,
Silverio Piro, che conduce le indagini sulla vicenda (…) afferma che il
dirigente interista Oriali, su suggerimento del consulente della Roma, Franco
Baldini, si è messo in contatto con un misterioso faccendiere il quale lo ha
aiutato nell’ottenimento del documento. (…) La risposta è una sola: il
passaporto è falso. Ma non solo, la dirigenza dell’Inter era pienamente
consapevole del percorso fraudolento che stavano per intraprendere, dal momento
che
non è mai stata presentata alcuna richiesta di rilascio alle autorità italiane.
(…) L’Inter, secondo i regolamenti, dovrebbe essere sconfitta a tavolino ed
essere sanzionata di un punto per ogni partita in cui ha schierato Recoba come comunitario.
Il totale ammonterebbe all’enorme cifra di 56 punti, con la conseguente
retrocessione del club nerazzurro, sia che il provvedimento venga applicato nel
campionato precedente (il 1999/2000, dove ha ottenuto 58 punti) che in quello
ancora in corso (il 2000/2001, a fine anno ne totalizzerà 51). Ma c’è una
scappatoia, alla quale più di tutti sta lavorando Galliani, l’amministratore
delegato del Milan: la riforma dell’articolo delle norme federali che limita
l’impiego dei calciatori extracomunitari. Una modifica della regola
comporterebbe un’attenuazione molto sostanziosa delle pene. (…) Moratti si
schiera con Galliani (altri tempi…) e rilascia una dichiarazione che, col senno
di poi, si rivela incredibilmente comica: «Se squalificano Recoba e
poi la giustizia ordinaria lo assolve, chi ci restituisce squalifiche
e penalizzazioni?»
Allo
scoppio di Calciopoli, invece, nessuno ha atteso il concludersi dell’iter
giudiziario: le sentenze sono state emesse in due settimane. E se la giustizia
ordinaria assolve Moggi e Giraudo, chi restituisce alla Juventus la serie A e
gli scudetti?). (…) A sei giornate dalla fine del campionato e nonostante la
strenua opposizione
dell’Associazione
Calciatori presieduta da Campana, arriva la modifica della norma sul
tesseramento e sull’impiego degli extracomunitari. E pazienza se le regole
vengono cambiate in corsa, con Roma e Juventus a contendersi lo scudetto punto
su punto. Ormai è chiaro che tutto sta per passare in cavalleria: (…) il 27 giugno
arrivano le sentenze, che confermano le previsioni della vigilia. Squalifiche
solo ai calciatori, alle società un buffetto sulla guancia (leggi ammende
pecuniarie). L’Inter se la cava con una multa di due miliardi, Recoba e Oriali
sono squalificati per un anno, Franco Baldini per nove mesi. Ovviamente assolto
l’amministratore delegato nerazzurro Rinaldo Ghelfi, al quale era stata
addebitata la responsabilità diretta. In questo modo sono scongiurate le tanto
temute penalizzazioni in classifica. (…) I lamenti interisti funzionano e, ad
ottobre, la Camera di Conciliazione del Coni dà l’ultima pennellata al quadretto,
riducendo la squalifica di Recoba a 4 mesi (il quale la sconta per metà in
estate), quella di Oriali a 6 e abbassando l’ammenda alla società a un miliardo
e quattrocento milioni. Ma manca ancora il responso della giustizia ordinaria
per mettere la parola fine alla vicenda. Il 25 maggio 2006, sette anni dopo il
fatto contestato, il Tribunale di Udine condanna Oriali e Recoba, i quali
ammettono la falsificazione dei documenti (spunta anche una patente “taroccata”
del calciatore) e patteggiano la pena: ANSA – Il Gip del Tribunale di
Udine, Giuseppe Lombardi ha accolto la
richiesta
di patteggiamento dell'attaccante uruguayano Alvaro Recoba dell'Inter e del
dirigente nerazzurro Gabriele Oriali,
infliggendo
la pena di sei mesi di reclusione ciascuno (sostituita con una multa di 21.420
euro) per i reati di concorso in falso e ricettazione nell'ambito
dell'inchiesta sulle procedure seguite per far diventare comunitari giocatori
che non avevano antenati in
Europa.
(…)
Dopo la condanna del Tribunale di Udine, alcuni tifosi della Juventus si
accorgono di un dettaglio della storia colpevolmente trascurato. Ciò
costituirebbe un nuovo elemento di indagine tale da poter condurre alla
riapertura del procedimento disciplinare, secondo l’articolo 18 comma 3 del
Codice di Giustizia Sportiva. Ma nessuno ha voglia di sporcarsi le mani e di
andare contro ai nuovi padroni del calcio italiano dopo la farsa di Calciopoli,
Massimo Moratti e Marco Tronchetti Provera. Il 26 luglio, durante un
telegiornale Rai viene annunciato che, in seguito alle sentenze d Calciopoli,
lo scudetto
2005/06
è stato assegnato all’Inter. Per raccogliere le reazioni dell’ambiente
nerazzurro si apre un collegamento con Brunico, dove la squadra sta per
disputare un’amichevole. A rispondere alle domande dell’inviato c’è Gabriele
Oriali, il quale parla di “scudetto dell’onestà”. Proprio quell’Oriali che due
mesi prima ha patteggiato la pena per truffa e ricettazione… Senza
vergogna.> (25)
Campionati irregolari – Inter. Caso Genoa-Inter 2-3
(1983). Partita biscotto rovinata da un inaspettato gol di Bagni a 3 minuti
dalla fine; compagni di squadra e avversari perplessi e ammutoliti. Caso Milito
Motta (2010). Il 21 maggio 2009, Inter e Genoa trovarono l’accordo per il
passaggio di Thiago Motta e Milito dalla compagine ligure alla squadra
meneghina. Il fatto è che Preziosi, al momento della trattativa, era inibito. Si
contesta ai due presidenti, infatti, un incontro, subito sbandierato da
entrambi (solo in un secondo tempo maldestramente ritrattato da Moratti, reo,
per questo, di “testimonianza non attendibile” di fronte al Procuratore Federale
Palazzi), in cui, di fatto, si definì l’accordo tra le parti. Più di un anno
dopo, <in Commissione Disciplinare è stato dibattuto il deferimento di
Moratti e Preziosi che, secondo l'accusa della Procura Federale, hanno violato
l'art.10 del Codice di Giustizia Sportiva, quello che vieta di avere rapporti
con tesserati inibiti, pena la non validità degli atti conseguenti. (…)
L'art.10 non lascia dubbi al riguardo, quei trasferimenti vanno revocati; nei
casi di contatti con inibiti, recita l'art.10, "gli atti, anche se
conclusi, sono privi di effetto". (…) Non solo trasferimenti da
invalidare, c'è una norma del Codice di Giustizia Sportiva (quella riportata
all'art. 17.8) che sanziona con dei punti di penalità irregolarità come quella
accertata a carico dell'Inter di Moratti: per questo, regolamenti alla mano,
nell'ultimo campionato ha fatto più punti la Roma di Ranieri e Rosella Sensi
che l'Inter di Mourinho e Massimo Moratti.> (26) . Ecco
come è andata: 3 mesi di inibizione a Massimo Moratti, 6 a Enrico Preziosi,
45.000 € di multa alla società Internazionale Milano…nessun’altra
penalizzazione.
Partite sospette – Roma. Tentata corruzione
dell’arbitro Vautrot prima di Roma-Dundee di Coppa dei Campioni (1984).
Squalifica di un anno dalle coppe convertita in multa di 168 milioni.
Regole
cambiate in corsa (2001). A 3 giorni dalla partita decisiva per lo scudetto
vengono cambiate le regole sull’utilizzo degli extracomunitari. La Juve dei
potentissimi Moggi e Giraudo si oppone, ma non ottiene nulla. La Roma schiera
così l’extracomunitario Nakata, che risulta decisivo (sigla il gol del 2-2
finale).
Doping - Inter. Kallon trovato positivo
al nandrolone (2003). Tutti gli altri casi si erano concentrati nel 2001,
facendo sospettare integratori “fallati”. Il caso di Kallon è isolato (due anni
dopo), quegli integratori non erano più in commercio. Georgatos rivela di
essere stato testimone di strane pratiche farmacologiche all’interno dello
spogliatoio interista (2006). Nessun indagine.
Doping – Milan. Gattuso, Seedorf e
altri 3 milanisti (5 su 15 rifiuti totali….) si rifiutano di sottoporsi ai
controlli incrociati (5 e 20 marzo 2005), voluti, tra gli altri, da Galliani
stesso e introdotti un anno prima. Le loro giustificazioni (non sussistevano
condizioni igieniche adeguate) vengono completamente sconfessate dai
responsabili dei laboratori antidoping: in un comunicato ufficiale il
presidente della Federmedici sportivi, Maurizio Casasco, sconfessa le giustificazioni
addotte dai rossoneri: Gattuso non è mai entrato nel locale del prelievo
ematico ma solo nel locale predisposto per la raccolta del campione di
urina. (…) I medici sportivi non trattano gli atleti come “animali”, ma
esercitano il loro ruolo con sensibilità e
serietà professionale. Pertanto non è giustificabile che per giustificare una decisione,
peraltro legittima, si facciano affermazioni prive di verità e se ne
attribuisca la colpa al comportamento dei medici.
Nonostante
i proclami di Galliani e le promesse di Carraro, Gattuso e Pancaro non vengono
esclusi dalle convocazioni per la Nazionale. Inoltre, il centrocampista del
Milan, che è consigliere dell’Aic (Associazione Italiana Calciatore) sembra
aver dimenticato di essersi battuto per l’introduzione della nuova metodologia
di controllo, come conferma l’impegno preso di fronte a Campana. (27) Nessuno indaga sulla
vicenda.
Borriello
positivo all’antidoping per due corticosteroidi (2006). La giustificazione
della pomata vaginale della fidanzata non regge (un così piccolo quantitativo
non può causare positività ai controlli). Dove ha assunto quelle sostanze il
calciatore? Per lui tre mesi di squalifica.
Spionaggio – Inter. Pedinamenti di De
Santis, Vieri, Jugovic. Telefoni della Juventus spiati. <Nel maggio 2006 Il Giornale
pubblica un articolo a firma Gian Marco Chiocci dal titolo "Spiato
l’arbitro De Santis: dossier sulla sua vita privata", dove si legge: "Si
chiama «Operazione Ladroni» il voluminoso rapporto riservato sulla giacchetta
nera Massimo De
Santis...",
"...sospettano che a richiedere accertamenti sui legami fra Moggi, De
Santis e Fabiani fosse stata proprio l’Inter ". (…)
Il
22 giugno 2006, il tenente dei carabinieri Piero Vincenti, interroga Caterina
Plateo dipendente Telecom e segretaria di A. Bove (security TIM, suicidatosi in
circostanze misteriose il 21 luglio 2006). Afferma: "La
documentazione che mi
mostrate
è relativa agli sviluppi del traffico in entrata e in uscita su utenze
telefoniche intestate a FIGC, Ceniccola, Football Management,
Juventus F.C., Gea World. Mi sono stati richiesti come al solito da Adamo Bove
in data 11-2-2003 e dopo la mia
elaborazione
sono allo stesso stati consegnati. Non so che uso ne abbia fatto e la dicitura
"pratica Como" era un promemoria solo a lui noto".
Il
31 agosto 2006 il patron dell'Inter Massimo Moratti, in un'intervista concessa
a Claudio Sabelli Fioretti, ammette di aver commissionato un'indagine sul conto
di De Santis. Sempre Moratti in un'intervista con Beccantini de La Stampa (settembre
2006) ripete: " Le rispondo come risposi a Claudio Sabelli Fioretti: un
tizio si offrì di farlo. Era in contatto con persone del ministero presso il
quale aveva lavorato De Santis. Potevano offrirci delle informazioni.
Risultato: zero su tutta la linea". (…) La Gazzetta afferma che
il 19 marzo 2007 la Procura di Milano ha inviato alla FIGC la documentazione
relativa all'affare Tavaroli-Inter-Telecom. Il 22 giugno 2007 la FIGC emette un
comunicato stampa in cui si dice che la Procura federale (Palazzi) in seguito a
numerosi articoli di stampa che riferivano di comportamenti di dirigenti
dall'Inter verso soggetti tesserati della FIGC
non
aveva riscontrato rilievi disciplinari. Lo scarno comunicato stampa recita:
"Il Procuratore federale, esaminata la relazione dell’ufficio Indagini
sugli accertamenti richiesti dalla Procura federale (…)ha disposto
l’archiviazione del procedimento, non essendo emerse fattispecie di rilievo
disciplinare procedibili ovvero non prescritte(…).Nonostante le
carte inviate dal tribunale di Milano, Palazzi archivia il caso. Per lui i
dirigenti dell'Inter non hanno commesso alcun illecito. La vicenda
sportiva sembra chiusa, quella penale segue invece un'altra strada, con tempi e
modalità sensibilmente difformi da quelli sportivi. Il 28 maggio 2010,
il GUP Panasiti, che si occupa dell'udienza preliminare del caso
Telecom, emette una sentenza difforme rispetto alle richieste dei PM: gli
inquisiti non sono colpevoli di appropriazione indebita, non agirono
come schegge impazzite, ma secondo direttive conosciute dal management. Nelle
motivazioni pubblicate il 14 giugno si legge: "Che Ghioni
avesse agito di sua iniziativa è palesemente inverosimile, che
Tavaroli gestisse pratiche di quel genere nel suo interesse è parimenti
altamente improbabile. La ricostruzione degli avvenimenti
fornita dai pm e da Telecom e Pirelli è risultata nettamente smentita
dall'incartamento processuale. Le due aziende sono
pervenute a una sostanziale accettazione delle contestazioni accedendo
all'applicazione delle sanzioni pecuniarie." "Telecom e Pirelli erano
perfettamente consapevoli delle fatture emesse da società estere per
un'attività che era formalmente
devoluta
all'esecuzione di ben individuati, immutevoli e ben conosciuti personaggi come
Cipriani e Bernardini". "I bilanci sono stati
approvati regolarmente secondo i meccanismi gerarchici fino ad arrivare ai
consigli di amministrazione. In questi sedevano il
presidente Marco Tronchetti Provera e l'amministratore delegato Carlo Buora.
Bilanci approvati senza alcun rilievo di sorta" .
Appare
evidente che la fretta di Palazzi nel procedere all'archiviazione non si
concilia affatto con la decisione recente del GUP Panasiti. Analizzando gli
stessi documenti, la dottoressa Panasiti ha ritenuto non estranei all'attività
di spionaggio i vertici Telecom, Tronchetti Provera e Carlo Buora in primis.
Uno dei due (Panasiti o Palazzi) è evidentemente in errore. E, a scanso di
equivoci, noi ci fidiamo dei giudici dei tribunale dello Stato, quelli
istituiti dalla Carta Costituzionale.> (28) Avete ancora dei dubbi?
IL PROCESSO DI NAPOLI
La cupola simile a mafia e P2. In data 10 luglio 2007,
dei 48 indagati, i Pm partenopei Filippo Beatrice e Giuseppe Narducci hanno
chiesto 37 rinvii a giudizio (per gli altri, la procura ha chiesto
l'archiviazione per insufficienza di prove). Dopo il primo pronunciamento
(02/10/2008), i rinviati a giudizio sono rimasti 24 (esclusi persino Ghirelli e
Carraro, rispettivamente segretario e presidente FIGC). L'accusa è di frode
sportiva, ma per alcuni imputati c'è l'aggiunta del reato di associazione a
delinquere. L'ipotesi è che avrebbero messo in piedi un’organizzazione
(Narducci dice addirittura ‘con finalità segrete’, tanto da essere
apostrofata, da alcuni giornalisti, come ‘simile a mafia e P2’),
con
l'ex direttore generale della Juventus Luciano Moggi nel ruolo di principale
promotore, che governava di fatto il mondo del pallone e alterava l'esito delle
partite (i Pm ne hanno individuate 29 in serie A). (29),
(30)
Giraudo e gli illeciti che già non
esistono più. Il
14 dicembre 2009, le prime sentenze, per gli indagati che hanno scelto il rito
abbreviato. Non significa patteggiamento, non significa confessione. La giustizia
italiana prevede, infatti, che l’imputato scelga di non andare incontro alla
fase dibattimentale del primo grado di giustizia, difendendosi, grazie ai
propri legali, dalle accuse dei Pm senza poter avvalersi di testimoni o
ulteriori elementi. La condanna è stata di 3 anni di reclusione per l’ex
Amministratore Delegato della Juventus Antonio Giraudo. Il rito abbreviato può
essere stato un errore difensivo? Una strategia? Sappiamo solo che non è finita
qui. In appello, infatti, si potrà ribaltare la sentenza, alla luce delle
novità emerse successivamente nel corso del processo. E non appare nemmeno
tanto improbabile, anche in virtù delle motivazioni (scusate il commento, a dir
poco assurde) che ha addotto il Giudice De Gregorio. Tre le partite contestate:
-
Udinese-Brescia 26 settembre 2004 arbitrata da Dattilo. Già archiviata
addirittura ai tempi della sentenza sportiva! In questo incontro, precedente a
Udinese-Juventus, l'arbitro aveva espulso Jankulovski e ammonito Pinzi, Muntari
e Di Michele. Il tutto, secondo gli inquirenti, in maniera fraudolenta. Peccato
che i tre giocatori ammoniti non fossero diffidati e giocarono contro la Juve!
Jankulovski, espulso giustamente per un pugno sferrato a un avversario, fu
protagonista della mega-rissa scatenatasi negli ultimi minuti della partita, e
la segnalazione dell’infrazione avvenne
su
segnalazione del guardalinee, a cui non viene imputato assolutamente nulla! Per
quella rissa, Dattilo avrebbe potuto espellere metà squadra, ma non lo fece. Al
termine della partita, in una delle pochissime telefonate in cui compare Giraudo
(delle circa 180.000 totali) l’AD esclama all’amico Moggi: "Se è
sveglio gli fa fuori mezza squadra..." frase, ripetiamo, detta a
posteriori. Molti giornali scrissero che risaliva al giorno prima del match!
-
Juventus-Udinese 13 febbraio 2005 arbitrata da Rodomonti. Il Milan si era
avvicinato parecchio in classifica, anche grazie ad alcuni favori arbitrali. La
dirigenza juventina credeva forse di essere in una posizione di debolezza nei confronti
del suo avversario. Moggi e Giraudo, quindi, decidono di organizzare un
incontro con Pairetto per potergli presentare i problemi. Moggi dice
chiaramente al collega (telefonate fatte prima della partita): " Qui
siamo arrivati al punto che nel dubbio ci dan, nel dubbio puoi dare a
favore o contro, qui nel dubbio dai sempre contro (…)" a ribadire la
richiesta di equità, e non la posizione di vantaggio e la richiesta di favori.
Ci sarà, poco dopo, la famosa telefonata delle griglie tra Bergamo e Moggi. E come
va a finire la telefonata delle griglie? Che alla fine viene designato un arbitro
che Moggi nella "sua" griglia non aveva messo: Rodomonti. Ma dove
starebbe la frode di Giraudo?
-
Juventus-Lazio 5 dicembre 2004 arbitrata da Dondarini. Termina 2-1 per la Juve.
Non ci sono grossi episodi arbitrali, anche se gli inquirenti, per analizzare
la partita obiettivamente, scelgono di far riferimento al sito Internet della
Lazio. Telefonate di Giraudo? Nessuna. Prima della partita c'è una cena, tra
dirigenti juventini e designatori, con regali di Natale per loro. Una cena che
non costituisce violazione di alcun regolamento (come ha ribadito Bergamo
molte
volte “Facchetti era quello che è venuto più spesso a casa mia”. Ripetiamo,
nessun illecito!). Per la partita viene designato Dondarini, e Moggi, come
spesso faceva, dimostra di conoscere già i nomi degli arbitri designati. Come
già scritto, il sorteggio era pubblico e tali nomi gli potevano essere stati
riferiti da giornalisti presenti al sorteggio, se non addirittura in alcuni
casi pervenuti a mezzo stampa, come per tutti. Ma Giraudo?(31)
Il capolavoro dell’assurdità: Nucini. Il 26 maggio 2009, a
testimoniare va l’ex arbitro Danilo Nucini. Racconta di essere stato sempre
ostacolato dai designatori (certo il suo carattere irriverente non lo ha
aiutato) e di essere stato escluso dalla serie A dopo un Juventus-Bologna del
2001 per un rigore inesistente dato ai felsinei (poi sbagliato). La circostanza
è smentita dai fatti: Nucini, da molti considerato un arbitro mediocre,
continuò ad arbitrare in A e B fino all’ultimo anno di carriera. Nello stesso
anno, la svolta: redarguito dai designatori Bergamo e Pairetto per l’ennesima partita
storta, si rifugia dall’amico di lunga data Giacinto Facchetti (entrambi
bergamaschi, si sono spesso trovati al bar
e si sono spesso sentiti telefonicamente, sin dal 1997), cui racconta presunti
torti e pressioni subite. Già questo comportamento sarebbe sanzionabile, per
arbitro e dirigenti, secondo l’art. 6 del CGS, con retrocessione della squadra in
questione, l’Inter (per intenderci, Moggi non aveva frequentazioni né chiamate
con arbitri in attività!). Dopo lo scudetto del 5 maggio 2002, l’Inter vuole
vederci chiaro e, di fatto, accetta di buon grado la collaborazione di Nucini: il
fischietto bergamasco, partendo da un dossier sulle carriere degli arbitri
(errori pro-Juve avrebbero permesso di accreditarsi i designatori, salvo poi
affermare in aula: ‘io scrivevo quello che interessava a me’), prosegue
raccontando di un incontro segreto con Moggi e Fabiani (ex DG Messina Calcio),
quando i due dirigenti diedero una SIM italiana all’arbitro, da tenere
rigorosamente per i contatti con i due. Anche in questa circostanza, l’ex
arbitro cade più volte in contraddizione: non la usò mai..anzi no, fece 2-3
chiamate…insomma, di certo si sa che venne buttata praticamente subito. Una
prova così schiacciante gettata nell’immondizia? Fanno pensare le dritte che
l’arbitro riceveva dai dirigenti nerazzurri, quando chiedevano a Nucini di
capire bene cosa facesse Fabiani, di indagare sulle presunte schede
telefoniche…insomma, si potrebbe pensare (come gli indagati hanno affermato più
volte): non è che lo spionaggio di Inter-Telecom ai danni di Moggi &co
avesse portato lo stesso Moggi ad adottare il sistema delle schede svizzere per
risultare più difficilmente intercettabile e per evitare che la concorrenza
ascoltasse le sue trattative di mercato o le chiamate private? Ma per Nucini la
scheda era italiana? In questa storia, chi si difendeva? L’Inter o la Juve? Chi
doveva andare in serie B? Addirittura, a riprova del fatto che il testimone non
sia così credibile, c’è la sua rinuncia
a presentarsi presso la Procura di Milano, invitato da ambienti vicini alla
dirigenza interista, a raccontare tutto al Pm Boccassini.(34) Sta di fatto che le
indiscrezioni di Nucini, non potendo essere confermate direttamente dall’ex presidente
interista, deceduto nel 2006, vennero in seguito avvalorate da un memoriale
redatto dallo stesso Facchetti e presentato in aula a Napoli dal figlio Gianfelice.
Il pentito inascoltato: il guardalinee
Coppola.
Il 4 dicembre 2009 depone Rosario Coppola, ex assistente fino al 2002. Racconta
che nel maggio 2006 si recò volontariamente presso i Carabinieri di Roma per
raccontare la sua versione dei fatti, dopo gli appelli di Borrelli che
lamentava il clima di omertà nel mondo del pallone. Giunto in aula, Coppola
riferisce le stesse considerazioni che fece presso la caserma, 3 anni prima,
quando dai Carabinieri si sentì dire: “l’Inter non ci interessa”. Coppola,
infatti, riferisce che, in seguito alla partita Inter-Venezia di qualche anno prima,
in cui, a referto, riportò l’episodio del pugno di Cordoba a Bettarini, subì
pressioni da Mazzei, referente arbitrale, che gli chiedeva di modificare il
referto per diminuire la penalizzazione al giocatore. Coppola non lo fece: da quel
momento non arbitrò più in serie A. Lo stesso Pubblico Ministero Giuseppe
Narducci snobba la dichiarazione, ma gli avvocati della difesa incalzano il
testimone, perché l’episodio non è poi così insignificante.(35)
Le schede telefoniche svizzere. Quante
incongruenze! Come
molti sapranno, dalle indagini napoletane sono emersi indizi sulla diffusione e
l’uso di schede telefoniche estere (principalmente svizzere), in possesso di
alcuni dei presunti ‘affiliati’. In totale 21 tessere, appartenenti a Moggi (5
utenze), agli arbitri De Santis, Racalbuto, Bertini, Paparesta, Pieri, Dattilo,
Gabriele e Cassarà, il guardalinee Ambrosino, i designatori Bergamo e Pairetto
e il dirigente Fabiani.
Tuttavia,
altrettante sono le imprecisioni e le inesattezze (come dimostra l’abuso delle
parole “verosimilmente”, “probabilmente”, con cui i Carabinieri in aula hanno
tentato di spiegare il metodo utilizzato in corso di indagine). La scoperta
risale al 9 febbraio 2005, quando Bergamo chiamò Moggi dal telefono di casa
(intercettato) ad un numero “svizzero” del dirigente bianconero. Ma perché
allora i Carabinieri non intercettarono le chiamate di questa “rete” così articolata,
ma che, trovandosi in roaming su territorio italiano, potevano e dovevano
essere intercettate? Perché non
sequestrare
le schede in un blitz durante i ritiri arbitrali a Coverciano? Il fatto è che
molte delle partite poste tra gli illeciti (79), sono proprio individuate
grazie al traffico telefonico di queste schede estere, senza però conoscere i contenuti,
ma solo il numero delle presunte chiamate. Una prova a dir poco inconsistente,
ci pare. Molti fatti portano a conclusioni differenti: gli arbitri Gabriele,
Cassarà e Paparesta sono già stati prosciolti dalle accuse in fase istruttoria;
peraltro tutti gli arbitri hanno fortemente negato di possedere quelle schede,
anche quando sono stati incalzati da inquirenti e PM. Le statistiche delle partite della stagione
2004/2005 della Juventus arbitrate dagli arbitri “svizzeri” sono a sfavore
(media punti 1,88 contro i 2,26 dell’intera stagione!), ma favorevoli al Milan
(1 sola sconfitta e 5 vittorie esterne!). Stessi numeri considerando
complessivamente i campionati dal 2004 al 2006 (la Juventus è l’unica squadra
ad avere, nei match arbitrati dagli arbitri indagati, una media punti inferiore
alla media punti totale!); peraltro la Juventus non è stata arbitrata da
quei fischietti nella Coppa Italia di quella stagione. Inoltre, non crediamo
sia un caso che Mariano Fabiani (ex dg del Messina Calcio) si sia costituito
parte lesa (fonte ANSA 2/05/2007) nella vicenda dello spionaggio Telecom; forse
la circostanza è da correlare alle soffiate dell’ex arbitro Nucini ai dirigenti
interisti. Le indagini su queste schede estere sono partite “a posteriori”,
basandosi sul sistema delle “celle”, ovvero sul rilevamento dei segnali dei
ripetitori telefonici: tuttavia, come segnalato da alcuni esperti, il margine
di errore è alto, perché per motivi topografici o di traffico, non sempre viene
agganciata la stessa cella dalla stessa località, e molte coprono un raggio di
più di 100Km. Impossibile stabilire il numero esatto e la durata delle
telefonate! In più, spesso sono stati attribuiti contatti a partenza da un
numero localizzato in un certo luogo…ma il soggetto era da tutt’altra parte: ad
esempio, a Paparesta, il 21 marzo 2005, vengono abbinate due telefonate.
Un’anomalia, poiché,
come
dimostrato, in quel periodo era in vacanza con la famiglia in Spagna. Oppure De
Santis, mentre si trovava ad un corso di aggiornamento presso la stessa caserma
di Auricchio (ironia della sorte), veniva individuato in un’altra località.
Stessa sorte per l’arbitro Bertini, che non si trovava ad Arezzo, ma la sua
presunta scheda sì…e faceva chiamate! Si aggiunga che De Santis chiamerebbe dal
momento in cui era uscito dalla cupola (a detta dei ‘Magnifici 12’ di
Auricchio). Già, perché De Santis, in base agli errori pro o contro Juve faceva
o meno parte della cupola! Altre imprecisioni emergono dagli specchietti
riassuntivi delle telefonate verso schede estere: queste tabelle, una per
ogni
arbitro sospettato, suddividono le chiamate in periodi settimanali. Difficile
pensare ad un errore di battitura o di trascrizione, dal momento che le
difformità sono presenti in 12 specchietti e 4 settimane diverse. Ci si
potrebbe anche domandare come potesse il sig. Moggi possedere 3-4 telefonini, 5
schede svizzere più quelle italiane e cambiare continuamente le SIM da un
telefono all’altro tra una località e un’altra…senza mai commettere errori! E
poi, visto che Moggi, come sostenuto dai giudici sportivi, condizionava gli
arbitri attraverso i designatori, perché non sono state trovate chiamate (per
la verità nemmeno su numeri italiani!) tra designatori e arbitri? E i contenuti
delle medesime non sarebbero stati ancora più importanti? Forse si sarebbe
trovata la prova della
colpevolezza
di Moggi, forse avremmo potuto capire perché ci hanno mandati in B! Invece, mai
nulla. (36)
Le intercettazioni altrui. I Carabinieri hanno
raccolto e ascoltato circa 180.000 intercettazioni telefoniche. Da queste sono
emerse le telefonate che hanno condannato Moggi e Giraudo. Tra tutte, e lo
riportiamo come mezzo di paragone, quella
che da tutti è indicata come “la madre” di tutte le intercettazioni è la
“griglia” arbitrale decisa da Moggi e
Bergamo.
Telefonare ai designatori non era illecito e parlare di griglie arbitrali non
era difficile, lo facevano anche molti
giornalisti. Per ogni giornata di campionato, venivano individuate 5-6 fasce di
partite, dalla prima (con le sfide più
‘calde’) all’ultima, con i match valutati più semplici. Per ogni fascia di
partite venivano scelti altrettanti arbitri, tra tutti
i disponibili, ma con alcune limitazioni: un arbitro non può arbitrare una squadra
della stessa provincia, non può arbitrare
consecutivamente la stessa squadra, può arbitrare solo per un numero massimo di
volte la stessa squadra nell’arco
dell’anno, si guardano eventuali precedenti, ecc… Infine, durante il sorteggio
(che, ripetiamo, era pubblico e regolare!),
ad ogni partita viene abbinato un arbitro tra i designati per quella fascia.
Insomma, non era impossibile, grazie
a queste preclusioni, stendere una griglia. Moggi aveva confrontato la sua
griglia con quella di Bergamo!
Inoltre,
nella partita successiva, un arbitro che Moggi non aveva nemmeno inserito nella
fascia della Juve, è andato ad arbitrare
proprio i bianconeri! Ma il tempo passa, la verità inizia a venire a galla.
<“PIACCIA O NON PIACCIA AGLI IMPUTATI
NON CI SONO MAI TELEFONATE TRA BERGAMO O PAIRETTO CON IL SIGNOR MORATTI”. Queste le parole del
pm Giuseppe Narducci, interrogato il 27 ottobre
scorso
sulla possibilità di esistenza di telefonate non inserite tra i faldoni
dell’indagine. Possibilità che lo stesso Pubblico
Ministero audacemente definì “balle smentite dai fatti”.> (37). Permetteteci di fare
un commento: è assurdo che
un Pubblico Ministero, che per legge ha il dovere di verificare, grazie alle
indagini, TUTTI i possibili responsabili di
una frode, in realtà non ha mai messo sotto controllo i telefoni di tutte le
società, ma solo di quelle entrate nello
scandalo
(pensate a cosa sarebbe emerso…tra poco vedrete ciò che è uscito con le sole
chiamate “di rimbalzo”); inoltre,
pur essendo a conoscenza delle telefonate gravissime di squadre oneste, che
facevano già parte dei fascicoli di indagine,
è scandaloso che faccia simili affermazioni in un’aula di Tribunale! Proponiamo
alcuni esempi. A voi ogni commento.
16
novembre 2004, Facchetti chiama Pairetto: "Avete
già stabilito per le Coppe? Perché quella lì in Germania è importante"
[…]” ci teniamo ad arrivare
primi nel girone".
25
novembre 2004, prima di Juve-Inter. Chi sceglieva gli arbitri? Chi voleva
alterare (e non indovinare) le griglie?
Mazzei: Sono
in macchina che vado a Coverciano.
Facchetti: Stai
andando a Coverciano?
Mazzei: Sì,
perché mi trovo tra mezz'oretta con Bergamo.
Facchetti:
Sceglili bene per domenica sera eh ...
Mazzei:
Numero 1 e numero 2, penso eh, a 'sto punto penso da quello che ... Ivaldi e
Pisacreta. (come poi avverrà,ndr)
Facchetti:
Ivaldi e Pisacreta.
Mazzei: Eh
sono il numero 1 e il numero 2.
Facchetti: Sì
certo, e il numero 1 degli arbitri (Collina, ndr)
Mazzei: Eh
sì, speriamo che ci caschi con questo sorteggio del cavolo, che ci caschi il
numero 1.
Facchetti: Ma
vaaa ... lì non devono fare sorteggi, lì devono ... ehhh
Mazzei: Eh,
come si fa Giacinto ....
Facchetti: Ehhh
....
Mazzei:
Purtroppo ci vuole fortuna lì, perché ti dico la verità, qui il sorteggio lo fa
un giornalista, devono studiare una griglia dove le possibilità sono più
alte ... l'unica cosa ...
Facchetti: Ma
sì, mettono De Santis che ha già fatto la Juve domenica e non può, mettono
Rosetti che è di Torino ...
Mazzei: Ma
devono lasciare un campo aperto almeno del 50% per quello che è scritto nel
regolamento, mi sembra.
Il
giorno dopo…
Facchetti:
Senti, per domenica allora ...
Bergamo: Per
domenica noi facciamo un gruppo di internazionali perché non vogliamo rischiare
niente. Quindi sono quattro e tutti e quattro possono fare
la partita, c'è ...
Facchetti: Va
beh ma metti dentro qualche ... (non si comprende bene chi dica Collina)
Bergamo: C'è
dentro Collina, c'è dentro Paparesta, c'è dentro Bertini e Rodomonti
Facchetti: Con
Bertini abbiamo avuto qualche problemino, eh ... anche l'anno scorso là a
Torino e anche un
paio di altre partite abbiamo
avuto qualche problema con Bertini
Bergamo: Se
mai sfortunatamente fosse così ci parlo. Anzi, se mai è meglio, ti devo dire,
capito ... uh, uh
Facchetti: Non
lo so, volevo dirtelo ...
Bergamo: Hai
fatto bene, hai fatto bene
Facchetti: Qualche
problema lo abbiamo avuto proprio luve-Inter ... .
25
febbraio 2005
Bergamo: Noi
facciamo una griglia ampia, perché qualche arbitro ce l'abbiamo in forma,
quindi, a parte Paparesta che a voi vi ha arbitrato domenica e quindi
per voi è precluso, poi c'è Collina, il solito, Trefoloni, Messina e De Santis.
Sono quattro buoni, non ci son problemi, eh"
Facchetti: Ho
capito, ma più che altro che vengano con lo spirito giusto
Bergamo: Sì,
stai tranquillo, e poi gli assistenti mettiamo Griselli e Mitro che sono due, a
parte che sono due dei selezionati per i Mondiali, che poi son quelli
tra i migliori, insomma ...
Facchetti: Io
più che il nome ho fiducia nello spirito, ho fiducia in te.
11
maggio 2005 (il giorno prima di Cagliari-Inter, match di Coppa Italia molto
discusso)
Facchetti:
Guarda, ho guardato lo score di Bertini che con noi ha 4 vittorie, 4 pareggi e
4 sconfitte ...
Bergamo:
Porca miseria, allora facciamo 5, 4, 4. Ma
vittorie però.
Facchetti: Eh,
diglielo che è determinante, domani.
Bergamo: Eh
no, lo devo sentire, mi ha chiamato stamani ma non potevo rispondere e lo devo
...
Facchetti: E'
determinante! Ha fatto 12 partite, 4-4-4.
Bergamo: Beh,
dici te, una la smuove, ma deve smuovere quella che comincia per V, eh ...
Facchetti:
Quella giusta, quella giusta, quella giusta.
Bergamo:
Sì,no, no, ma viene ben disposto perché è un ragazzo intelligente, ha capito
ora come si cammina. C'è voluto un po' a capire, ma, insomma, meglio
tardi che mai, dai ...
Al
termine della partita, Bertini chiamerà Bergamo, lamentandosi del fatto che
Facchetti entrò negli spogliatoi della terna
arbitrale per sensibilizzar e anch’essi su questo 4-4-4…
24
marzo 2005. Ricordiamo: mai telefonate di Moggi con arbitri in attività.
De Santis:
Pronto. Facchetti: Massimoo. De
Santis: Come stai, Giacintooo? Facchetti: Eh, bene e tu?
De Santis: Ti
devo fare i complimenti, insomma, ti interessi di arbitri.
Facchetti: (ridendo)
Eh, vedremo, ma sai mi sa che ci interesseremo in tanti di...
De Santis: Eh
vabbè, si interessano tutti, ormai è l'argomento del giorno.
Facchetti: Eh
sì. Oh, sei già a Parigi?
De Santis: No, parto domani mattina.
Facchetti:
Perché m'ha chiamato Blatt. Gagg, viene là
anche lui.
De Santis: Ah,
viene a Parigi Walter?
Facchetti:
Viene anche lui e m'ha detto che ti portava i miei saluti
De Santis: Eh,
se no glieli do io.
Facchetti:
Comunque verrà a salutarti. […] (Walter Gagg è noto per essere un intimo amico
di Blatter, già capo della commissione stadi della Fifa,
che ora si occupa, all’Inter, dei rapporti internazionali. Ndr)
3gennaio
2004. Si preannuncia un incontro a casa di Bergamo, per cena. (Confermato in
una chiamata del 5 gennaio)
Bergamo:Se hai
piacere, mercoledì sera, se non hai impegni con la squadra, perché non vieni a
cena a casa mia?
Facchetti:
Sì,sì, come no…io arrivo lì con l'aereo della squadra e poi magari ti chiamo, e
non so come ...
Già
in precedenza, si preannunciava un altro incontro…(a Milano o a Forte dei
Marmi)
Moratti:
Senta, io ci tenevo però ad incontrarLa, quando Lei aveva un minuto, quando le
pare a Lei, che passa da Milano, mi
dice Lei dov'è, magari io, ci
vedevamo un secondo, proprio mi faceva piacere.
Bergamo:
Anch'io, perché ci tenevo, per farLe una confidenza.
9
gennaio 2005. Prima
di Inter-Sampdoria 3-2 (in rimonta dallo 0-2), Facchetti informa
Bergamo…
Facchetti: Niente,
volevo dirti che ho cercato con i miei di dire di avere con Bertini un certo
tatto, di avere una certa fiducia ..
Bergamo:
Vedrai che fa una bella partita, è una brava persona e viene, diciamo, viene predisposto per fare una bella
partita, credimi ... sono ragazzi su
cui io ci conto. E' una sfida che, vedrai,
la vinciamo insieme, dai.
Il giorno
dopo, 10 gennaio 2005, Facchetti chiama Bergamo. Ecco chi conosceva gli arbitri prima delle
partite…
Facchetti:
Paolo, allora vedi che abbiamo recuperato?
Bergamo:
Storico eh, ieri…cosa ho sofferto non te lo puoi immaginare guarda, perché
armai lo partita sembrava compromessa ...
c'è stata una reazione
incredibile. […]
Bergamo:
Senti, domenica, ehm mercoledì (per Bologna-Inter, partita di Coppa Italia di 3
giorni dopo, terminata 3-1 per i
nerazzurri, ndr) avevo
intenzione di mandarti come assistenti, siccome a Bologna non è una partita
scontata secondo me, avevo
intenzione di metterti Gemignani
e Niccolai che sono due toscani bravi eh ...
Facchetti:
Bene, Gemignani non l'abbiamo più ...
Bergamo: No,
no, e appunto te lo volevo mandare domenica. Si, scusa, mercoledì, c'è questa
Coppa Italia che ci interessa ancora
e quindi facciamo ... e poi ti
mando un giovane, siccome volevamo rimettere in pista Gabriele e Palanca, avevo
intenzione di
mandarti Gabriele ...
Facchetti: Va
bene.
Bergamo: Non
è un problema per voi, perché sta facendo bene ...
Facchetti: No,
no, va bene poi io mi fido di te ... sei tu ..
11
febbraio 2005, una strana telefonata dopo un’altra, breve, in cui Facchetti chiede
a Pairetto: Senti, avete già fatto là per
le coppe?
Facchetti: Pronto?
Pairetto: Giacinto? Facchetti: Eccomiiii
Pairetto: Eccolooo.
Ho provato di là…(ma
a quale altra utenza si riferisce? Ndr) non si poteva ed allora ho
provato di qua. Allora all'andata Graham Poll
a Porto.
Facchetti: Ah
Poll…
Pairetto: Poll è
buono l’avete già avuto. Ti ricordi? […] Invece a Milano Hauge, il norvegese.
sono stati tutti e due europei, etc. quindi di alto livello.[…]
Pairetto: Tu
tutto OK? Sì?!
Facchetti: Hai
messo in forma Trefoloni? (ma cosa significa chiedere ciò ad un designatore?
Ndr)
Pairetto: Sì,
l’ultima volta era andata bene.
Facchetti: Confermo,
sì, sì, è bravo. […]
Pairetto: Bene
Giacinto, in bocca al lupo. Ci sentiamo presto, mi raccomando, sai che son
sempre cose private, eh?!
Facchetti: Sì,
sì, no… no…
Pairetto: Non si
sanno ecco queste cose qui, è proprio una cosa fra di noi.
Facchetti: D’accordo.
Cercate
sui giornali le chiamate di Moggi e paragonate gli ‘illeciti’. Chi erano gli
onesti? Chi si difendeva (38)
Il Milan. Sebbene fosse una delle
squadre coinvolte nell’inchiesta, il Milan pare essere stato graziato. Solo 8 punti
di penalità per il campionato 2005/2006 e partecipazione alla Champions League
(poi addirittura vinta!).
Sfidiamo chiunque: chi ha mai letto o ascoltato le intercettazioni dei
dirigenti milanisti? A tal fine, riportiamo,
come degna conclusione, un brano tratto dall’articolo ‘Calciopoli: basta favole,
è tempo di fatti!’ del
bravissimo Emilio Cambiaghi, incisivo, deciso, polemico… una vera e propria
richiesta di giustizia. <Cominciamo
da Collina, per il quale venivano organizzati incontri per conto di Galliani,
nel ristorante di proprietà di
Meani.
Per di più nel giorno di chiusura, “così non ci vede nessuno”.
Meani che
gli augura di essere presto designatore, così
“non
ti chiamo più”, che
gli rammenta quando lo aiutava nelle scelte “mi ricordo di quando
avevamo posto il veto a Pisacreta” e che chiamava “il
capo, il grande capo” per
relazionare di questa sua bellissima amicizia con l’arbitro viareggino.
E
che dire del guardalinee Puglisi, definito da Babini, altro guardalinee
“Puglia, l’ultrà del Milan”. Prima del derby di Champions,
Puglisi chiama l’amicone: “L’importante è che noi riusciamo a
fargli il culo a ‘sti interisti”. Qualche giorno dopo Meani lo rincuora sul suo
futuro: “Secondo te, perché so? Perché io sto spingendo da matti per te, no!”.
Lo stesso Puglisi che chiede a Meani se farà
Milan-Chievo e questi che gli risponde che era stato già scelto per
Parma-Sampdoria, ma che farà cambiare designazione. Come in effetti
accade. E si cautela pure, ridacchiando: “Tu comunque vedi di star zitto su
questo cose che ti dico, eh?”. Per finire gli racconta
come ha istruito Babini per Milan-Chievo: “Mercoledì da intelligente
come vogliono quelli lì, nel dubbio da una parte
vai su e dall’altra stai giù. Poi se le cose eclatanti che vedono tutti,
nessuno dice niente eh! ”.
E
per lui spingeva anche con Galliani : “Puglisi però bisogna far
tutto per metterlo in A e in B, eh?”. D’altra parte il Presidente aveva già capito
tutto: “Ho saputo che lei ha già parlato con Puglisi”. Si era persino
stupito l’arbitro Messina, che al telefono con il ristoratore
lodigiano, chiede: “Oh, ma li hai designati te i guardalinee (Milan-Chievo,
ndr) o loro?”
E
Copelli? Prima di Milan-Sampdoria viene tranquillizzato: “Hai
visto che sto rilanciando e son troppo… sto rilanciando anche Messina”. Copelli è colui che il
13 maggio 2006, davanti a Borrelli, dichiara: “Se un assistente avesse voluto arbitrare
un incontro del Milan non si doveva rivolgere ai designatori, ma a Meani”. Già,
infatti, tante volte Meani glielo
aveva detto direttamente: “Stai tranquillo, adesso ci penso io.
Parlo con Galliani, lui lo sa Galliani, gli dico: senta,
questo qui è un nostro
uomo gli dico io”.
E
poi le confidenze a Contini, altro guardalinee: “Io e te siamo
amici, qualcosina in più me la puoi dare oh… ma va bene… il giocatore tu lo
richiami invece di ammonirlo, cioè sono queste cose qui, eh…”.
Babini
addirittura si spaventa. Dopo aver saputo che Meani aveva scelto i guardalinee
di Milan-Chievo, lo chiama per dirgli:
“Bisognerebbe
rifiutarla quella partita lì, con questa designazione confermano che è tutta una
porcheria [...] Ti ho detto che facciamo ridere
tutta Italia con questa designazione”.
Indimenticabile
la promessa a Rodomonti: “T’ho
fatto anche prendere sette e mezzo da Cecere […] Comunque, guarda che mi ha telefonato il mio
presidente che ti dà l’indirizzo e ti manda a fare anche a te il trapianto dei
capelli in Svizzera ”.
E
come dimenticarsi di Meani che chiede a Mazzei di mandare Ambrosino, che dice a
Pasquale D’Addato
(osservatore
AIA di Bologna) di stare sereno per il suo avanzamento di carriera perché ne
parlerà a Lanese: “Noi avremmo piacere che
questo D’Addato possa fare il presidente regionale. Gli dico: il dottor
Galliani vorrebbe fargli fare il presidente”.
Si
potrebbe andare avanti per molte pagine, ma ci fermiamo qui, non senza
ricordare l’ormai famoso avvertimento a Bergamo
in vista della decisiva Milan-Juventus (partita prima della quale Meani regalò
orologi alla terna arbitrale… “però a Trefoloni gli fai
un bel discorsetto, perché sennò gli tagliamo la testa noi”) e gli amorosi sforzi di
Galliani che si muove
perché un dossier dell’arbitro Paparesta sulla sua attività lavorativa
all’AssoBioDiesel arrivi nelle mani del
sottosegretario
Gianni Letta.
Allora
smettiamola, una volta per tutte, di raccontarci favole. I poteri erano altri,
ed erano molto forti. >(39)
PARERI AUTOREVOLI
Corrado
de Biase (capo uff. indagini nel 1980): “Il procedimento di questa estate ha
partorito un aborto giuridico” Francesco
Cossiga: “Mi sono vergognato per quella parodia della giustizia che è la
Commissione d’Appello Federale: mi
ha molto meravigliato che un serio giurista sia sceso così in basso da andare a
presiederla…”
Enzo
Biagi: “Una sentenza pazzesca perché costruita sul nulla, su intercettazioni
difficilmente interpretabili e non proponibili
in un procedimento degno di tal nome (…). Vuoi vedere che per coprire uno
scandalo di dimensioni ciclopiche
(Laziogate, Telecom, ndr) hanno individuato in Moggi il cattivo da dare in
pasto al popolino?”
Piero
Ostellino (giornalista, in passato direttore del Corriere della Sera): “Tutti
hanno aderito a una formula moralistica,
per odio viscerale nei confronti della Juve o anche solo per imbecillità (…),
perché la stampa italiana troppo
spesso (non solo sotto questo profilo) è semplicemente oscena”.
OBIETTIVI
Per la dignità, per la storia della
Juventus, ma anche per il futuro di squadra e società
Per l’Italia: per la cancellazione di una
farsa senza precedenti, che ha colpito la 4^ industria del Paese (il calcio)
1)
Revoca dello scudetto di cartone 2005/2006, assegnato all’Internazionale, nel
2006;
2)
Revisione completa delle sentenze sportive
3)
Restituzione dei titoli per mancanza di illeciti (con eventuali penalizzazioni
per altre società colpevoli)
4)
Risarcimenti secondo l’ordinamento civile
COMPITI DEI TIFOSI
-
COMPRENDERE E DIFFONDERE LA VERITA’
-
CHIEDERE GIUSTIZIA, NEI MODI CONSENTITI E CIVILI
LINK UTILI
www.ju29ro.com
(indirizzo mail: redazione@ju29ro.com per comunicazioni, consigli, richieste)
www.j1897.network.com (forum
di tifosi juventini, compresi giornalisti e volti importanti più o meno noti)
www.vecchiasignora.com
( “ “ “)
www.juveforum.net
( “ “ “)
www.giulemanidallajuve.com
(sito dell’associazione omonima, che si batte per la restituzione dei titoli)
www.uccellinodidelpiero.com
(blog)
www.stefanodiscreti.blogspot.com
(blog)
www.tuttojuve.com
www.farsopoli.com
www.opinionijuventine.it
(Ci
scusiamo per i siti non menzionati. La selezione è stata dettata da criteri
arbitrari: numerose sono, infatti, le pagine web
nate dopo i fatti del 2006. Si consultino pure youtube.com e facebook per
ulteriore interessante materiale).
TESTI CONSIGLIATI
“Che
fine ha fatto la Juve”. Ju29ro.com. Febbraio 2010. Cardano Libreria editore.
“Manuale
di autodifesa del tifoso Juventino”. Emilio Cambiaghi. Mursia editore.
“Mandiamo
la Juve in B. Calciopoli o Farsopoli?”. Antonello Oggiano. Libri di Sport
editore.
“Juventus
il processo farsa. Inchiesta verità su calciopoli”. Mario Pasta e Mario Sironi.
Guerini e Associati editore.
“Il
processo illecito”. Luther Blisset (pseudonimo collettivo). Lulu editore.
“La
Juventus del Dottore”. Nicola Negro. SBC editore.
“I
lupi e gli Agnelli”. Gigi Moncalvo. Dicembre 2009. Vallecchi editore.
BIBLIOGRAFIA
(1),(2),(3),(4),(5) Dominiobianconero,
“Calciopoli
o Farsopoli? Una ricostruzione”. 09 Maggio 2007. www.ju29ro.com
http://www.ju29ro.com/farsopoli/336-calciopoli-o-farsopoli-una-ricostruzione.html
(6) Giuseppe
Rombolà. Caso Telecom: fatta la festa, gabbatu lu santu. 28/09/2010. www.ju29ro.com
http://www.ju29ro.com/contro-informazione/2417-caso-telecom-fatta-la-festa-gabbatu-lu-santu.html
(7) www.ju29ro.com http://www.ju29ro.com/dossier/cantanapoli-il-processo/1835-prioreschi-ad-auricchio-dove-sono-letelefonate- di-moratti-.html .
(8) Pucciogoal87.
L’accademia del sentimento popolare. 6 ottobre 2009. www.ju29ro.com
http://www.ju29ro.com/controinformazione/
1452-laccademia-del-sentimento-popolare.html
(9) AA.
VV. Il Campionato dei Piagnoni. www.ju29ro.com http://www.ju29ro.com/archivi/dossier/i-piagnoni.html
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Roma-Juve 2005: la verità. 30 Giugno 2010. www.ju29ro.com
http://www.ju29ro.com/farsopoli/2202-roma-juve- 2005-la-verita.html
(11) Andy54.
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607-inter-arbitri-e-gazzetta-non-cosi.html
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ju29ro. Calciopoli, dalla fuga di notizie al ruolo di Galdi e della Gazzetta.
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http://www.ju29ro.com/farsopoli/2040-calciopoli-dalla-fuga-di-notizie-al-ruolo-di-galdi-e-della-gazzetta.html
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Wikinotizie
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04/09/2010. Il Mattino.
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(16) Alberto
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Archiviato il caso sulle provvigioni degli agenti. Anche per la Triade.
14/09/2010. La Stampa
(17) Calciopoli,
archiviata la posizione di Paparesta: un altro innocente nell’inchiesta calcio
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www.giulemanidallajuve.com
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Bergamo e Pairetto diffamati da due
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http://www.ju29ro.com/archivi/articoli/altriscandali/ 34-altri-scandali/97-la-legge-spalmadebiti.html
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Bilanciopoli: patteggiamento e multarella per Inter e Milan. 12 Giugno 2008. www.ju29ro.com
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(25) Dr.Zoidberg.
Inter: la vera storia del passaporto di Recoba. 11 Maggio 2007. www.ju29ro.com http://www.ju29ro.com/altriscandali/
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http://www.ju29ro.com/altri scandali/2226-dicartone- anche-le-pene.html
(27) Dr.Zoidberg.
Milan: Doping, sospetti e reticenze. 10 Maggio 2007. www.ju29ro.com
http://www.ju29ro.com/altri-scandali/80- milan-doping-sospetti-e-reticenze.html
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Per la gup di Milano i vertici Telecom sapevano. E per la Figc? 15 Giugno 2010.
www.ju29ro.com
http://www.ju29ro.com/altri-scandali/2151-per-la-gup-di-milano-i-vertici-telecom-sapevano-e-per-la-figc.html
(29) Redazione.
La Procura di Napoli chiede 37 rinvii a giudizio. 10 Luglio 2007. www.ju29ro.com
http://www.ju29ro.com/dossier/cantanapoli-il-processo/488-la-procura-di-napoli-chiede-37-rinvii-a-giudizio.html
(30) Mario
Incandenza. Calciopoli, rinvii a giudizio: Carraro e Ghirelli fuori
dalla 'cupola'. 03 Ottobre 2008. www.ju29ro.com
http://www.ju29ro.com/dossier/cantanapoli-il-processo/646-calciopoli-rinvii-a-giudizio-carraro-e-ghirelli-fuori-dalla-cupola.html
(31)Inunmondoche.
Ecco per cosa è stato condannato Giraudo. 15 Dicembre 2009. www.ju29ro.com
http://www.ju29ro.com/dossier/cantanapoli-il-processo/1604-ecco-per-cosa-e-stato-condannato-giraudo.html
(32) http://www.ju29ro.com/download.html
(33) Mario
Incandenza. Farsopoli, i testi d’accusa/1-5. Settembre 2010. www.ju29ro.com
http://www.ju29ro.com/dossier/cantanapoli-il-processo
(34) Mario
Incandenza. Il mio nome è Bond, Danilo Bond. 28 Maggio 2009. www.ju29ro.com
http://www.ju29ro.com/dossier/cantanapoli-il-processo/1231-il-mio-nome-e-bond-danilo-bond.html
(35) Andy54.
Coppola, gli inquirenti e il teorema Juve. 07 Dicembre 2009. www.ju29ro.com
http://www.ju29ro.com/dossier/cantanapoli-il-processo/1586-coppola-gli-inquirenti-e-il-teorema-juve.html
(36) Dr.Zoidberg.
Farsopoli 2 - Le schede svizzere: tutte le incongruenze. 08 Giugno 2007. www.ju29ro.com
http://www.ju29ro.com/farsopoli/73-farsopoli-2-le-schede-svizzere-tutte-le-incongruenze.html
(37) Emilio
Cambiaghi (Dr.Zoidberg). Piaccia o non piaccia, le telefonate ci sono.03 Aprile
2010. www.ju29ro.com
http://www.ju29ro.com/farsopoli/1873-piaccia-o-non-piaccia-le-telefonate-ci-sono.html
(38) http://www.ju29ro.com/archivi/articoli/farsopoli.html?start=50
(39) Emilio
Cambiaghi. Calciopoli: basta favole, è tempo di fatti.12 Aprile 2010. www.ju29ro.com http://www.ju29ro.com/controinformazione/ 1910-calciopoli-basta-favole-e-tempo-di-fatti.html
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