1935-36
Il campionato 1935-1936 fu
assai combattuto, iniziò il 22 settembre del 1935 e
sancì la fine del dominio juventino
portando al tanto ambito scudetto il Bologna del presidente Renato Dall'Ara. Alla
fine i distacchi tra una squadra e
l'altra risultarono essere però minimi: non cedette del tutto la Juventus,
arrivata al quinto scudetto di
fila senza più il suo allenatore Carcano,
senza più due giocatori come Ferrari e Cesarini (il
primo ceduto all'Ambrosiana-Inter e il secondo tornato
in Argentina) e
sconvolta all'inizio del torneo dall'improvvisa morte del presidente Edoardo Agnelli, ucciso il 15 luglio 1935
dall'elica di un idrovolante a Genova. Il
Bologna partì alla grande. Dalla prima alla tredicesima giornata i petroniani
sembrarono non avere rivali e vennero raggiunti solo il 5 gennaio 1936, in
occasione della prima sconfitta (in casa contro il Bari), in vetta dalle due squadre di Torino. Il 2 febbraio la Juventus fu campione d'inverno nonostante le innumerevoli defezioni e il rinnovamento dell'organico,
mentre all'inizio di marzo fu il sorprendente Torino, che
l'anno prima si era salvato all'ultima giornata, a dividere la vetta con gli
emiliani. Mancavano ormai poche giornate al termine quando, il 22 marzo, i
granata ottennero il primato solitario, battendo l'Alessandria quando la Juve perse a Trieste e il
Bologna rimase bloccato sullo 0-0 dalla Sampierdarenese.
Intanto salivano le quotazioni della Roma di Fulvio Bernardini che,
nonostante la rocambolesca fuga di tre giocatori sudamericani (tra cui il
bomber Guaita) che all'inizio del campionato l'aveva
privata di tre pedine fondamentali, si staccò dal gruppo delle inseguitrici
grazie alla miglior difesa del campionato: il 10 maggio,
ultima giornata, il Bologna batté la Triestina e poté festeggiare lo
scudetto, rendendo inutili le vittorie della Roma a Palermo e del
Torino sul Bari. L'equilibrio fu però incredibile: le prime cinque classificate ebbero tutte dai 40
ai 35 punti. Salvo il Genova, ritornato presto in Serie A,
retrocessero il Brescia e il Palermo, che all'ultima giornata non
riuscì ad approfittare della sconfitta del neopromosso Bari. Ritornò capocannoniere, dopo
6 anni, Giuseppe Meazza con
25 reti.
La
tragica scomparsa del Presidente Edoardo Agnelli sembra presagire la fine dei
sogni sportivi bianconeri. Dopo Orsi, tornato in Argentina, anche Renato
Cesarini lascia la Juventus; la panchina viene affidata al fedelissimo Virginio
Rosetta che diventa allenatore, capitano e giocatore della squadra. Il
Campionato comincia bene con sette risultati utili che fanno sperare in un
proseguimento della cavalcata in cima alla classifica, ma al contrario degli
anni passati il Bologna questa volta sembra avere una marcia in più, come
dimostra lo scontro diretto vinto dai felsinei per 2-1 alla ventesima giornata.
Alla fine la Juve chiuderà con un onorevole quinto posto.
JUVENTUS – MILANO 3-1 (0-0)
Torino, Stadio Benito Mussolini, 22.12.1935 - 12ª
Giornata
RETI: 54’ Cason rig. (J); 60’ Menti I (J); 71’ Borel I
(J); 81’ Moretti (M)
JUVENTUS: Valinasso, Rosetta, Foni; Depetrini, Monti,
Varglien I; Cason, Varglien II, Gabetto; Borel I, Menti – All. Rosetta.
MILANO: Zorzan, Perversi, Bonizzoni; Rigotti,
Bortoletti, Bertolotti; Arcari, Zidarich, Moretti; Spinola, Arnoni – All.
Baloncieri
ARBITRO: Sassi di Roma
[…] La squadra campione d’Italia è
sempre lei. Oggi come oggi, in attesa che ritornino Borel e Bertolini
(questione di due settimane per il primo e di tre per il secondo), l’attacco
difetta di legamenti e di continuità d’azione, né Serantoni è ancora
all’orizzonte. Ma questo attacco si serve ottimamente di due ali giovani e
intraprendenti che ricevono con gioia palese gli stimoli efficaci che vengono
dalle zone retrostanti…dove vivono in lieta potenza gli eterni leoni. E
dispone anche, questo attacco, di un Gabetto che “borelleggia” in maniera
incomparabile. – da La Gazzetta dello Sport del 23.12.1935
CLASSIFICA: Bologna p. 20; Torino p. 17; Juventus p.
16; Roma p. 15; Triestina p. 13; Ambrosiana Inter, Genova 1893, Milano p. 12;
Fiorentina, Napoli p. 11; Bari, Lazio, Palermo p. 10; Alessandria p. 9;
Brescia, Sampierdarenese p. 7
JUVENTUS – ALESSANDRIA 4-0 (1-0)
Torino, Stadio Benito Mussolini, 12.01.1936 - 15ª
Giornata
RETI: 34’ Foni rig. (J); 60’ Gabetto (J); 62’ Monti
rig. (J); 71’ Cason rig. (J)
JUVENTUS: Valinasso, Rosetta, Foni; Depetrini, Monti,
Varglien I; Cason, Varglien II, Gabetto; Borel I, Menti – All. Rosetta.
ALESSANDRIA: Ceresa, Lombardo, Borelli; Barale,
Parodi, Milano; Busani, Riccardi, Notti; Celoria, Gastaldi – All. Soutschek
ARBITRO: Mazzarini di Roma
CLASSIFICA:
Juventus p. 22; Bologna p. 21; Torino p. 20; Bari, Roma, Triestina p. 16;
Ambrosiana Inter, Fiorentina, Napoli p. 15; Lazio, Milano, Palermo p. 14;
Genova 1893 p. 13; Alessandria, Sampierdarenese p. 11; Brescia p. 7
1936-1937
Nella stagione 1936-1937, in
un campionato meno equilibrato rispetto al precedente, il Bologna vinse il suo secondo scudetto
consecutivo. Il torneo iniziò il 13 settembre 1936 e
nelle prime settimane vide i petroniani in testa, inseguiti dal Torino e, a
partire dalla decima giornata, da quella che si rivelerà come la sorpresa del
torneo, la Lazio del capocannoniere Silvio Piola (21
reti): i biancocelesti si portarono in testa alla quindicesima giornata,
approfittando della sconfitta del Bologna contro il Milan e vinsero, con due punti di vantaggio, il
girone d'andata. Era il 10 gennaio 1937. Per
i laziali la gioia durò solamente pochi giorni; nei primi tre turni del girone
di ritorno, due sconfitte biancocelesti in trasferta contro Milan e Triestina rilanciarono il Bologna, che
non venne più raggiunto e, battendo proprio la Triestina, il 2 maggio vinse
il titolo. La retrocessione colpì due piemontesi: la deludente Alessandria e l'esordiente Novara, che
perse in casa della Roma l'ultima giornata e venne superata in
extremis dalla Sampierdarenese. Buon
campionato quello dell'altra matricola, la Lucchese, ottava in classifica al
termine.
Giovanni Barberis (Stroppiana, 25 aprile 1915) è un
ex calciatore italiano, di
ruolocentrocampista.
1933-1936 Pro Vercelli 46 (6);1936-1937 Juventus 5 (0);
1937-1938 Fiorentina 17
(2); 1938-1939 Felizzanese
? (?).
Ha disputato 4 campionati di Serie A dal 1933 al 1938 con le
maglie di Pro Vercelli,Juventus e Fiorentina, per
complessive 43 presenze e 5 reti in massima serie. Con lebianche casacche della Pro ha disputato anche il
campionato di Serie B 1935-1936 (25
presenze e 3 reti all'attivo). È uno dei tre giocatori di movimento (con Giancarlo Cella e Fabio Bilica) ad
aver parato un calcio di rigore in Serie A, il 12 maggio 1935, 27ª giornata di
campionato, nella sconfitta in trasferta contro il Bologna per 5-0, quando
sostituì Egidio Scansetti al 75'
perché espulso e parò il rigore calciato da Corsi all'84'. È inoltre l'autore
di quella che è tuttora l'ultima rete realizzata dalla Pro Vercelli in Serie A,
essendo andato a segno all'85-esimo dell'ultima partita della stagione Serie A 1934-1935, la
sconfitta interna (1-4) dei piemontesi con la Roma disputata
il 2 giugno 1935.
1937-1938
Nel 1937-1938 senza più Schiavio, che
lasciò il calcio a poche giornate dall'inizio, il Bologna faticò e non riuscì a vincere
il terzo titolo di fila nel torneo che precedeva i Mondiali di Francia. Vinse in volata,
invece, l'Ambrosiana-Inter, mentre è da segnalare
il fugace ritorno sul podio della Juventus,
vincitrice della Coppa Italia, che
trovò la sua forza nella difesa dei terzini Foni e Rava. Il
torneo prese il via il 12 settembre 1937 e
vide partire bene proprio i torinesi; ma
l'Ambrosiana-Inter volò in testa alla decima giornata e chiuse il girone
d'andata saldamente in vetta, battendo il Bari e vantando ben 4 punti di vantaggio sul
gruppo delle seconde (Bologna, Juventus e Genoa). Era il 9 gennaio.
L'inizio del girone di ritorno coincise però con una flessione del rendimento
nerazzurro: il 20 febbraio la
sconfitta nel derby permise alla Juventus di avvicinarsi pericolosamente. Allo
scontro diretto di Torino, il 13 marzo,
Juventus e Ambrosiana-Inter arrivarono alla pari: vinse per 2-1 la Juve, che la
settimana dopo espugnò il fortino del Genoa e sembrò lanciata verso lo
scudetto. Ma i bianconeri crollarono inaspettatamente a pochi passi dal
traguardo, perdendo a Trieste e
cedendo in casa contro il Liguria,
ex-Sampierdarenese, a 90 minuti dalla fine. L'Ambrosiana-Inter non poté non
approfittare dell'occasione: balzò in testa e attese l'ultima giornata con una
classifica da brividi, che vedeva in testa i nerazzurri con 39 punti, poi la
Juventus con 38 e Bologna, Genoa e Milan terze a quota 37. Questo è stato, fino ad
oggi, il campionato di serie A più equilibrato in assoluto: nel periodo in cui
la vittoria valeva due punti (dal 1929 al 1994), si concluse con sette squadre
in cinque punti, tutte in lotta per la vittoria del campionato a due turni dal
termine. Espugnando Bari,
l'Inter, dopo otto anni di attesa, vinse il suo quarto Campionato : era il 24 aprile 1938. Meazza si
laureò per la terza volta capocannoniere (lo
era già stato nel 1929-30 e nel
1935-36).
Meno avvincente la lotta per la salvezza: già alla ventesima giornata
l'esordiente Atalanta e la deludente Fiorentina si
ritrovarono nettamente staccate rispetto al resto del gruppo. Fu quindi una
salvezza non troppo agitata quella del Livorno, ritornato in Serie A dopo
due anni di assenza.
Coppa
Italia 1938
Si inizia contro Aquila, di
terza serie: non è ostacolo tale da impensierire e infatti arriva un comodo 4 a
1. Negli ottavi, scende a Torino l’Alessandria, che non è più la bella squadra
dei Ferrari e Banchero, ma sa farsi rispettare. Lo striminzito 1 a 0 è specchio
di una gara difficile, risolta con fatica solo nel finale. Poi, nei quarti, il
6 gennaio del ‘38, nel gelo e davanti a pochi intimi, la Juve gioca concentrata
per non correre rischi e rifila un eloquente 6-0 all’Atalanta, condito da una
tripletta di Felice Borel e da una doppietta di Defilippis. La Juve è in semifinale.
L’avversaria, ancora a Torino e sempre in partita unica, è l’Ambrosiana Inter.
Un gol di Tomasi e un rigore di Foni sanciscono con il 2-0 per i bianconeri
anche la conquista della prima finale. Stavolta la sfida è in due tappe, ma la
città è la stessa: avversario è infatti il Torino. Andata al Filadelfia il 1
maggio: la Juve che ha trovato in Bodoira-Foni-Rava un trio difensivo
all’altezza dei leggendari Combi-Rosetta-Caligaris, sfrutta al meglio la
miglior condizione atletica dei suoi giovani attaccanti Bellini e Gabetto e
prevale nel secondo tempo su un Torino comunque arrembante. Il 3 a 1 deve
essere confermato una settimana dopo allo stadio comunale e non c’è nulla di
scontato. I granata schierano alla mezz’ala destra il giovane e promettente Raf
Vallone, ben più famoso come attore di cinema qualche anno dopo, ma la Juve è
più squadra e ci mette anche più rabbia, avendo appena perso per un’inezia lo
scudetto a beneficio dell’Ambrosiana. Doppietta di Gabetto, segna Baldi III per
il Toro. La Juve vince la sua prima Coppa
Italia. Foni e Rava, di lì a poche settimane, vinceranno a
Parigi la Coppa Rimet con la Nazionale di Pozzo.
|
||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
|
Pos.
|
Squadra
|
Pt
|
G
|
V
|
N
|
P
|
GF
|
GS
|
DR
|
1.
|
Ambrosiana-Inter
|
41
|
30
|
16
|
9
|
5
|
57
|
28
|
+29
|
2.
|
Juventus
|
39
|
30
|
14
|
11
|
5
|
43
|
22
|
+21
|
3.
|
Milan
|
38
|
30
|
13
|
12
|
5
|
43
|
27
|
+16
|
3.
|
Genova 1893
|
38
|
30
|
15
|
8
|
7
|
50
|
35
|
+15
|
5.
|
Bologna
|
37
|
30
|
14
|
9
|
7
|
46
|
34
|
+12
|
6.
|
Roma
|
36
|
30
|
14
|
8
|
8
|
44
|
31
|
+13
|
6.
|
Triestina
|
36
|
30
|
12
|
12
|
6
|
35
|
22
|
+13
|
8.
|
Lazio
|
32
|
30
|
11
|
10
|
9
|
48
|
30
|
+18
|
8.
|
Torino
|
32
|
30
|
12
|
8
|
10
|
39
|
37
|
+2
|
10.
|
Napoli
|
28
|
30
|
8
|
12
|
10
|
37
|
39
|
-2
|
11.
|
Liguria
|
24
|
30
|
8
|
8
|
14
|
33
|
42
|
-9
|
11.
|
Livorno
|
24
|
30
|
8
|
8
|
14
|
29
|
45
|
-16
|
13.
|
Bari
|
23
|
30
|
8
|
7
|
15
|
35
|
60
|
-25
|
14.
|
Lucchese Libertas
|
21
|
30
|
5
|
11
|
14
|
28
|
55
|
-27
|
15.
|
Atalanta
|
16
|
30
|
4
|
8
|
18
|
22
|
50
|
-28
|
16.
|
Fiorentina
|
15
|
30
|
3
|
9
|
18
|
28
|
60
|
-32
|
|
|||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
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La Coppa Italia
1937-1938 è stata la quarta edizione del secondo torneo calcistico italiano. È
l'anno della prima doppia finale, con andata e ritorno, e della prima vittoria
della Juventus nella
competizione. Il trofeo giunge nella bacheca bianconera dopo un torneo che
aveva trovato le sue sorprese negli exploit del Pontedera e, soprattutto, della S.I.A.I. di Sesto Calende,
entrambe provenienti dalla Serie C: i toscani, nei
sedicesimi, si erano arresi solamente dopo i tempi supplementari alla Roma, mentre i lombardi si
erano spinti addirittura fino agli ottavi, dove erano stati estromessi dal Torino.
Proprio i granata, che fino alle semifinali non incontrarono compagini di Serie A (nei
quarti eliminarono l'ultima squadra di B ad
arrendersi, il Brescia),
approdarono in finale contro la Juventus, che aveva superato nell'ordine L'Aquila, Alessandria, Atalanta e, nelle semifinali
(caratterizzate da un doppio scontro Milano-Torino), l'Ambrosiana-Inter che, tre giorni dopo, avrebbe
vinto lo scudetto. Il Torino faticò contro il Milan e, costretto dal 2-2 alla ripetizione
della gara, non resse l'ulteriore fatica del doppio derby, consegnando ai
bianconeri la loro prima coppa.
Il
Campionato 1937-1938 di Serie A per la Juve si potrebbe quasi definire la
stagione del miracolo, i «monumenti» bianconeri se ne sono andati quasi tutti,
resta sempre incredibimente sulla breccia Luisito Monti, restano a far da
puntello i due fratelli Varglien, mentre appaiono e scompaiono nelle retrovie i
due fratelli Borel. Eppure questa squadra per forza di cose ringiovanita e
rinnovata senza spendere grossi capitali riesce a produrre l'acuto di un
campionato di vertice davvero inatteso. I tifosi salutano quasi increduli tre
successi consecutivi iniziali; il pareggio nel derby con un Torino che sta
riprendendo decisamente quota non frena la Juve, che procede imbattuta e
in testa alla classifica fino all'ottava giornata. Il miracolo bianconero di
questa stagione di transizione non si completa per colpa di tre giornate
balorde, per colpa di tre sconfitte consecutive subite con l'identico punteggio
dalla nona all'undicesima, tre 2-1; saranno i punti che mancheranno alla fine,
quando la Juve dovrà cedere per due sole lunghezze lo scudetto all'Ambrosiana.
Eppure la giovane squadra bianconera sa riprendersi da quella breve ma violenta
crisi, passo su passo pur segnando con parsimonia avvicina di nuovo il vertice;
un sonante successo sulla Fiorentina a febbraio, 5 gol in una volta sola per
quell'attacco avaro permette di riagguantare i nerazzurri, due domeniche dopo
lo scontro diretto in una città esultante permette di staccarli di due punti. È
la ventiquattresima giornata, la Juve sullo slancio resiste in testa con una
lunghezza sino a due giornate dalla fìne, fino a quando fa il dono di Pasqua
facendosi battere dalla Liguria, squadra di bassa classifica a Torino. Una di
quelle partite segnate, bianconeri sempre avanti che assediano l’area
avversaria ma traditi in contropiede: l'Ambrosiana passa in testa, il sogno
sfuma in extremis.
Alcune gare della stagione :
JUVENTUS - ATALANTA 6-0 (2-0)
Torino, Stadio Benito Mussolini, 06.01.1938 - Coppa
Italia – Quarti di Finale
RETI: 9’ Borel II (J); 26’
Borel II (J); 66’ Borel II (J); 68’ Defilippis (J); 71’ Defilippis (J); 87’
Borel I (J)
JUVENTUS: Bodoira, Foni, Rava; Depetrini, Monti,
Varglien I; Defilippis, Varglien II, Borel II; Tomasi, Borel I – All. Rosetta.
ATALANTA: Dari, Ciancamerla, Simonetti; Bonilauri,
Barcella, Procura; Saccone, Cominelli, Fornasaris; Salvi, Croce – All. Barbieri
ARBITRO: Mazza di Napoli
JUVENTUS - ATALANTA 5-0 (2-0)
Torino, Stadio Benito Mussolini, 23.01.1938 - 17ª
Giornata
RETI: 7’ Defilippis (J); 44’ Borel II rig. (J); 62’ Varglien II (J); 68’
Varglien II (J); 79’ Varglien II (J)
JUVENTUS: Bodoira, Foni, Rava; Depetrini, Monti,
Varglien I; Defilippis, Varglien II, Borel II; Tomasi, Bellini – All. Rosetta.
ATALANTA: Dari, Morsenti, Simonetti; Bonilauri,
Barcella, Procura; Savio, Cominelli, Fornasaris; Schiavi, Croce – All. Barbieri
ARBITRO: Gnocchini di Como
CLASSIFICA: Ambrosiana Inter p. 26; Genova 1893,
Juventus p. 23; Roma p. 22; Bologna
JUVENTUS - FIORENTINA 5-2 (5-0)
Torino, Stadio Benito Mussolini, 27.02.1938 - 22ª
Giornata
RETI: 5’ Varglien II (J); 7’ Defilippis (J); 16’
Tomasi (J); 18’ Bellini (J); 33’ Gabetto (J); 62’ Viani II (F); 82’ Viani II
(F)
JUVENTUS: Bodoira, Foni, Rava; Depetrini, Monti,
Varglien I; Defilippis, Varglien II, Gabetto; Tomasi, Bellini – All. Rosetta.
FIORENTINA: Innocenti, Gazzari, Pizziolo II; Tori,
Piccini, Traversa; Comini, Negro, Viani II; Bortolini, Barberis – All. Baccani
ARBITRO: Scarpi di Dolo
CRONACA: La Juventus ha disposto come ha voluto d’una
Fiorentina tarda e senza idee in tutto il primo tempo. Per dimostrare come in
campo esistesse una sola squadra capace di fornire del gioco basterà precisare
come il primo pallone bianco-nero sia entrato in rete dopo soli cinque minuti.
In ventuno minuti i bianco-neri avevano aggiustato il conto con una cinquina.
Con tale esordio è naturale che l’impegno dei torinesi sia andato gradatamente
scemando. Non che essi abbiano del tutto smesso di giocare, chè, anzi, hanno
ancora cercato di dare seri fastidi alla difesa avversaria, ma lo slancio non
era più quello iniziale. […]La Juventus, riprendendo a giocare al completo, ha
fatto capire di non essere lontana dal momento nel quale potrà raggiungere la
sua più alta efficacia. Particolarmente
hanno mostrato di poter ancora migliorare i due interni: Varglien II e Tomasi.
Superiore ad ogni elogio la mediana e la coppia dei terzini. Veloci ed
intraprendenti, il centro Gabetto e le due ali. […] – da La Gazzetta dello
Sport del 28.02.1938
CLASSIFICA: Ambrosiana Inter,
Juventus p. 31; Genova 1893, Milano p. 29; Triestina p. 28; Bologna,
Roma p. 27
JUVENTUS - INTER 2-1 (1-1)
Torino, Stadio Benito Mussolini, 13.03.1938 - 24ª
Giornata
RETI: 14’ Bellini (J); 24’ Ferrari (I); 65’ Gabetto
(J)
JUVENTUS: Bodoira, Foni, Rava; Depetrini, Monti,
Varglien I; Defilippis, Varglien II, Gabetto; Tomasi, Bellini – All. Rosetta.
AMBROSIANA INTER: Perucchetti, Buonocore, Ballerio;
Locatelli, Olmi, Antona; Frossi, Meazza, Campatelli; Ferrari, Ferraris II –
All. Castellazzi
ARBITRO: Dattilo di Roma
CLASSIFICA: Juventus p. 34;
Ambrosiana Inter, Genova 1893 p. 32; Milano p. 31; Bologna, Triestina p.
30
JUVENTUS - ROMA 0-0
Torino, Stadio Benito Mussolini, 27.03.1938 - 26ª
Giornata
JUVENTUS: Bodoira, Foni, Rava; Depetrini, Monti,
Varglien I; Bellini, Defilippis, Gabetto; Tomasi, Santià – All. Rosetta.
ROMA: Masetti, Azin, Gadaldi; Frisoni, Donati, Fusco;
Mascheroni, Serantoni, Michelini; Scaramelli, Borsetti – All. Ara
ARBITRO: Galeati di Bologna
CLASSIFICA: Juventus p. 37;
Ambrosiana Inter, Genova 1893 p. 34; Bologna, Milano, Triestina p. 33
JUVENTUS - LIGURIA 0-1 (0-1)
Torino, Stadio Benito Mussolini, 17.04.1938 - 29ª
Giornata
RETI: 18’ Spivach (L)
JUVENTUS: Bodoira, Foni, Rava; Depetrini, Monti,
Varglien I; Bellini, Defilippis, Gabetto; Tomasi, Santià – All. Rosetta.
LIGURIA: Venturini, Persia, Borelli; Callegari,
Battistoni, Malatesta; Violi, Spivach, Bollano; Scarpato, Peretti – All.
Baloncieri
ARBITRO: Scarpi di Dolo
CLASSIFICA: Ambrosiana Inter
p. 39; Juventus p. 38; Bologna, Genova 1893, Milano p. 37
JUVENTUS – AMBROSIANA INTER 2-0 (1-0)
Torino, Stadio Benito Mussolini, 21.04.1938 - Coppa
Italia - Semifinale
RETI: 36’ Tomasi (J); 86’ Foni rig. (J)
JUVENTUS: Bodoira, Foni, Rava; Depetrini, Monti,
Varglien I; Bellini, Tomasi, Gabetto; Borel I, Defilippis – All. Rosetta.
AMBROSIANA INTER: Perucchetti, Ballerio,
Gattoronchieri; Sala II, Puppo, Antona; Frossi, Colli, Candiani; Meazza,
Ferrara II – All. Castellazzi
ARBITRO: Ciamberlini di Genova
TORINO - JUVENTUS 1-3 (1-1)
Torino, Stadio Filadelfia, 01.05.1938 - Coppa Italia –
Finale - Andata
RETI: 24’ Bellini (J); 35’ D’Odorico (T); 72’ Bellini
(J); 86’ Defilippis (J)
TORINO: Maina, Brunella, Ferrini; Cadario, Ellena,
Neri; Bo, Gallea, Baldi; Buscaglia, D’Odorico - All. Janni
JUVENTUS: Bodoira, Foni, Rava; Depetrini, Monti,
Varglien I; Bellini, Defilippis, Gabetto; Tomasi, Borel I – All. Rosetta.
ARBITRO: Mastellari di Bologna
JUVENTUS – TORINO 2-1 (2-1)
Torino, Stadio Benito Mussolini, 08.05.1938 - Coppa
Italia – Finale - Ritorno
RETI: 20’ Baldi III (T); 28’ Gabetto (J); 38’ Gabetto
(J)
JUVENTUS: Bodoira, Foni, Rava; Depetrini, Monti, Varglien
I; Bellini, Defilippis, Gabetto; Tomasi, Borel I – All. Rosetta.
TORINO: Maina, Brunella, Ferrini; Cadario, Ellena,
Neri; Bo, Vallone, Baldi; Buscaglia, D’Odorico – All. Janni
ARBITRO: Mastellari di Bologna
JUVENTUS – HUNGARIA 6-1 (4-0)
Torino, Stadio Benito Mussolini, 03.07.1938 - Coppa
Europa Centrale – Ottavi di Finale - Ritorno
RETI: 2’ Buscaglia rig. (J), 26’ Buscaglia (J); 38’
Busidoni (J); 41’ Defilippis (J); 64’ Kardos (H); 73’ Bellini (J); 86’ Gabetto
(J)
JUVENTUS: Amoretti, Foni, Rava; Depetrini, Monti,
Varglien I; Bellini, Defilippis, Gabetto; Buscaglia, Busidoni – All. Rosetta.
HUNGARIA: Szabo, Kis, Biro; Sebes, Turay, Dudas; Sas,
Csech, Kardos; Muller, Szabo II
ARBITRO: Bizik (Cecoslovacchia )
JUVENTUS – KLADNO 4-2 (2-2)
Torino, Stadio Benito Mussolini, 10.07.1938 - Coppa
Europa Centrale – Quarti di Finale - Andata
RETI: 5’ Busidoni (J); 24’ Kloz (K); 30’ Seidl (K);
40’ Tomasi (J); 85’ Monti (J); 86’ Defilippis (J)
JUVENTUS: Amoretti, Foni, Rava; Depetrini, Monti,
Varglien I; Bellini, Defilippis, Gabetto; Tomasi, Busidoni – All. Rosetta.
KLADNO: Tichy, Smejkal, Kusala; Benes, Svaton, Novy;
Klos, Rasplicka, Seild; Junek, Skala
ARBITRO: Klein (Ungheria )
JUVENTUS – FERENCVAROS 3-2
(2-1)
Torino, Stadio Benito Mussolini, 24.07.1938 - Coppa Europa
Centrale – Semifinale - Andata
RETI: 30’ Defilippis (J); 35’ Buscaglia (J); 44’
Sarosi I (F); 60’ Tomasi (J); 63’ Sarosi I (F)
JUVENTUS: Amoretti, Foni, Rava; Depetrini, Monti,
Varglien II; Buscaglia, Defilippis, Gabetto; Tomasi, Busidoni – All. Rosetta.
FERENCVAROS: Hada, Tatrai, Koranyi; Magda, Polgar,
Lazar; Tankos, Kiss, Sarosi; Toldi, Kemeny
ARBITRO: Bizik (Cecoslovacchia )
FERENCVAROS - JUVENTUS 2-0 (0-0)
Budapest (Ungheria), 31.07.1938 - Coppa Europa
Centrale – Semifinale - Ritorno
RETI: 76’ Sarosi I (F); 85’ Sarosi III (F)
FERENCVAROS: Hada, Tatrai, Polgar; Magda, Sarosi III,
Lazar; Tankos, Kiss, Sarosi I; Toldi, Kemeny
JUVENTUS: Amoretti, Foni, Rava; Varglien I, Monti,
Varglien II; Defilippis, Depetrini, Busidoni; Tomasi, Buscaglia – All. Rosetta.
ARBITRO: Vogel
(Cecoslovacchia )
1938-1939
Nel giugno del 1938 l'Italia vinse in Francia il
suo secondo Mondiale di calcio, confermandosi miglior
Nazionale al mondo. Il campionato 1938-1939, che si preannunciava combattuto,
presentava un'importante novità, ovvero l'introduzione della regola del
"quoziente reti", il rapporto tra gol fatti e subiti, da utilizzare
come discriminante in caso di arrivo a pari punti in classifica tra due o più
squadre, introdotto per evitare gli spareggi. Tra le molte candidate per la
vittoria finale, cadde immediatamente la Juventus che,
sconfitta a Lucca
all'esordio, finì per ritrovarsi, dopo tre giornate, penultima con un solo
punto all'attivo. Chi partì con il piede giusto fu invece l'inedita coppia Liguria - Bologna: i primi in particolare,
guidati da Adolfo Baloncieri,
destarono clamore, mantenendo la vetta della classifica fino al 22 gennaio e
laureandosi campioni d'inverno in coabitazione con i petroniani.
Questi ultimi, perso ad ottobre l'allenatore ebreo Arpad Veisz a
causa delle leggi razziali (morì
in un lager nazista),
richiamarono sulla panchina l'allenatore degli anni Venti, Felsner, che
portò così avanti il lavoro dello sfortunato predecessore prima vincendo il
girone d'andata alla pari con i liguri, e
poi dando il via a una cavalcata che li portò a festeggiare lo scudetto il 21 maggio, dopo
la vittoria per 4-0 sul Napoli. Era la penultima giornata e
anche l'ultima rivale, il Torino, fu
costretto alla resa, mentre il Liguria, che aveva mollato la presa nel corso
della seconda metà del torneo, terminò sesto. La grande delusa del campionato
fu il Milan che, nonostante una buona
campagna-acquisti e la vena realizzativa del capocannoniere Boffi (19
gol, come quelli del bolognese Puricelli),
rimase inchiodato all'ultimo posto per gran parte del girone d'andata
rischiando seriamente la retrocessione. Tirarono un sospiro di sollievo anche Modena e Novara,
neopromosse, e soprattutto la Triestina, giunta all'ultimo posto in
coabitazione con Lucchese e Livorno e salva grazie al
quoziente-reti, che condannò le toscane al
ritorno in B.
Gli anni ’30 si chiudono per la Juventus con l’addio
di uno degli ultimi rappresentanti del magico quinquennio: Luisito Monti, a
quasi 38 anni, lascia la maglia bianconera insieme all’allenatore Virginio
Rosetta che lascia il posto a Berto Caligaris. Ormai della vecchia Juve
rimangono soltanto i fratelli Varglien, Farfallino Borel e Depetrini, mentre
nel più assoluto silenzio e gratis dal dopolavoro Fiat arriva Carlo Parola, un
giovanotto ancora sconosciuto che giocherà solo 4 partite ma che in pochi anni
diventerà un pilastro del centrocampo juventino. Il debutto arriva il 3
dicembre del 1939 nella vittoriosa partita casalinga contro il Novara.
Dopo
un inizio faticoso, con un solo punto in tre partite, la squadra di Caligaris
comincia finalmente a macinare terreno, chiudendo un ottimo girone d’andata con
17 punti, sole tre lunghezze in meno del Bologna capolista. Il campionato si
chiuderà con un bel terzo posto, ma con una difesa traballante che incassa la
bellezza di 40 gol, non prima però di essere protagonisti decidendo il
campionato con la vittoria contro il Bologna che consegna il titolo
all'Ambrosiana Inter.
1939-1940
Dopo un solo anno di
digiuno,nella stagione 1939-1940 tornò allo scudetto l'Ambrosiana-Inter, che superò
l'improvviso stop di Meazza,
bloccato da problemi ad un piede, e lottò contro il solito Bologna, intenzionato ad ottenere
quello che sarebbe stato il quarto titolo in sei anni. Il campionato partì il 17 settembre 1939 e la
sorpresa arrivò dall'esordiente Venezia, in testa fino alla settima
giornata, quando subì un pesante 6-2 casalingo dal Genova 1893, ritornato a ottimi livelli
dopo il ritorno del grande William Garbutt. Ad
approfittare della caduta dei veneti fu il
Bologna, che si portò al primo posto e arrivò al quindicesimo turno, il 14 gennaio 1940, in
testa: pareggiando in casa contro l'Ambrosiana-Inter vinse il girone d'andata
con un punto di vantaggio sui milanesi e sul Genova. Terza la Juventus che,
partita zoppicando (era ultima dopo tre giornate), si riprese e disputò un buon
girone di ritorno. Il Genova affiancò il Bologna in testa, ma un errore tecnico
dell'arbitro (che aveva fatto battere due volte il calcio d'inizio ai genoani)
nella partita vinta per 1-0 a Novara,
costrinse i rossoblu a rigiocare il match: in quell'occasione vinsero gli azzurri per
3-1 e il Genova diede l'addio alle sue chance-scudetto. Nel finale rimasero in
gioco solamente gli emiliani, in fuga, e l'Ambrosiana-Inter, all'inseguimento.
Il 31 marzo il
Bologna venne fermato sullo 0-0 dal Bari e la settimana dopo perse contro la Juventus;
l'Ambrosiana-Inter effettuò il sorpasso e arrivò alla fine con un punto di
vantaggio sui felsinei. Il 2 giugno,
ultimo turno, all'Arena Civica si
disputò lo scontro diretto: finì 1-0 per i milanesi, che festeggiarono così il
loro quinto scudetto. La lotta per la salvezza fu altrettanto appassionante:
evitarono per un pelo la retrocessione la Fiorentina,
ritornata presto in Serie A, e il deludente Napoli, mentre scivolarono in B il Modena e il Liguria,
sesto solo l'anno precedente. Capocannoniere, per
il secondo anno consecutivo e stavolta in solitaria, risultò il milanista Aldo Boffi, con
ben 24 reti.
1940-1941
Gli anni ’40 si aprono per la
Juventus con due tragedie: la prima, che a breve coinvolgerà tutto il mondo, è
lo scoppio della seconda guerra mondiale, mentre la seconda avviene
direttamente dentro il mondo bianconero: il 19 ottobre, durante una partita tra
vecchie glorie, il cuore generoso dell’ex giocatore e allenatore Umberto Caligaris
si ferma per non battere mai più. “Berto” morirà al vicino ospedale con ancora
la maglia della sua Juventus addosso… La tragica scomparsa di uno dei simboli
della Juve del grande quinquennio, scuote non poco l’ambiente che però riceve
una sterzata da un altro grande ex, Federico Munerati, che prende per mano la
squadra ancora sconvolta e la guida ad un quinto posto finale che lascia
comunque qualche rammarico: a due giornata dalla fine del campionato, infatti,
la Juve si trova a un solo punto dall’Ambrosiana Inter seconda, ma le due
sconfitte nella partite seguenti cancellano ogni speranza di arrivare dietro il
Bologna.
Iniziò in un clima non troppo
rilassato la Serie A 1940-41. Appena una settimana
dopo la vittoria dello scudetto 1940 da
parte dell'Ambrosiana-Inter, Mussolini
dichiarò guerra a Francia e Gran Bretagna: l'Italia fece
il suo ingresso in un conflitto che sarà disastroso sotto ogni punto di vista.
Convinto comunque dall'eventualità di una "guerra-lampo", Mussolini
non fermò il calcio ma, anzi, sostenne la continuazione dei campionati per
rasserenare il popolo e la propaganda. Così, il 6 ottobre,
giorno dell'undicesimo compleanno del girone unico, partì regolarmente il
campionato. Tornò il consueto duello Bologna - Ambrosiana-Inter. Questa
volta prevalsero gli emiliani, anche grazie all'innesto del trentatreenne Giovanni Ferrari,
scartato proprio dai rivali milanesi per i quali era ormai una riserva. In
maglia rossoblu vinse il suo ottavo scudetto, stabilendo da giocatore un
primato assoluto che solo Furino, Ferrara e
l’eterno Del Piero eguaglieranno molti anni dopo. La partenza si colorò però di
viola: la Fiorentina
dominò le prime sette giornate, prima di crollare, il 24 novembre, a Torino, dove
fu battuta dai granata per
6-2: la squadra toscana venne superata dal Bologna, che fuggì e diventò
campione d'inverno il 19 gennaio
davanti all'Ambrosiana-Inter, mentre sul fondo lottavano le deludenti Roma e Lazio. La
battaglia del girone di ritorno si chiuse virtualmente con lo scontro diretto.
A Bologna, il 30 marzo, i
petroniani s'imposero nettamente: 5-0 e, anche se la settimana dopo crollarono
inaspettamente contro il Milano, mantennero la vetta fino al giorno dello
scudetto, il 27 aprile. Il capocannoniere fu
proprio il rossoblu Puricelli (22
reti). Le retrocessioni colpirono un Bari mai veramente in gara (alla ventesima giornata
i pugliesi
avevano ben dieci punti di distanza dalla Lazio, penultima) e il Novara che,
nonostante una buona partenza, rimase vittima del quoziente-reti, favorendo la
Lazio di Piola;
proprio i destini della squadra piemontese e del cannoniere s'intrecceranno
dopo la guerra. Buono, infine, il campionato della neopromossa Atalanta, mentre fu sofferta la
salvezza per il Livorno.
JUVENTUS
– GENOVA 1893 2-0 (0-0)
Torino,
Stadio Benito Mussolini, 20.10.1940 - 3ª Giornata
RETI: 49’ Lushta (J); 87’ Bo (J)
JUVENTUS:
Bodoira, Foni, Rava; Depetrini,
Varglien II, Capocasale; Bo, Borel II, Gabetto; Lushta, Bellini – All.
Munerati.
GENOVA
1893: Tavoletti, Marchi, Genta; Perazzolo, Sardelli, Villa; Neri, Bertoni,
Miniati; Gabardo, Conti – All. Barbieri
ARBITRO:
Dattilo di Roma
NOTE: Il 19 ottobre 1940, durante
una partita tra vecchie glorie, muore l’allenatore Umberto Caligaris.
CRONACA: Lo stadio è riempito dal gran
ricordo di Caligaris: nel trionfo di una giornata di sole non ci si sa rendere
ragione che egli non sia lì, accanto alla squadra che era stata sua, che era
tornata sua. Pare di dover vedere “Caliga”, che abbiamo lasciato lassù,
composto nella bara, vegliato dalla moglie piangente, che parla, parla e
rievoca, dal padre impietrito, dalla figlioletta che ha gli occhi gonfi e
coraggio per tutti, pare di dover vedere “Caliga”, si diceva, sbucare ancora
dal corridoio, insieme ai giocatori bianco-neri. No. La squadra si presenta col
lutto al braccio. Dal pennone la grande bandiera pende a mezz’asta. La folla
enorme, che riempie intere gradinate di fronte alle tribune (e la gran curva alla
nostra destra è fitta di grigio-verdi) è raccolta e composta come non mai, in
attesa di una gara. Poi lo sport prende i suoi diritti, la partita agita i
corpi e i cuori. Ma che grande silenzio, quando – fra il 19’ e 20’ del primo
tempo – il fischio di Dattilo comanda il raccoglimento in memoria del
primatista delle maglie azzurre d’Italia!
Addio,
Caligaris. La tua Juventus vuole che si parli di lei, della sua gara, della sua
vittoria. […]
[…]
La Juventus si è infatti distesa sul terreno con la sicura tenuta tecnica della
squadra forte in ogni linea. Non ha subito l’influenza dell’inconsueto
schieramento avversario, ed è stata la sua prima base di successo. Varglien II,
in un sacrificatissimo ruolo di segugio inseguitore (ha giocato poche palle, ma
le ha sviate tutte dai piedi avversari) ha minato l’apparato offensivo dei
genovesi. Capocasale ha rivelato un senso della posizione sconcertante per il
gioco avversario, che gli urtava contro quasi senza avvedendosene. Depetrini ha
accentrato quella sua vertiginosa velocità di interventi a passi radenti che
spazza il terreno e lo rastrella dalle palle pericolose. E, dietro, la mobilità
di Rava (quanta sicurezza pur nella necessità di colpire dalle meno comode
posizioni, per quei due grossi buchi iniziali!) e la compostezza stilistica di
Foni hanno obbligato i rossoblu a rigirarsi nei vicoli ciechi di trappole
sempre rinnovantesi sui loro passi. Bodoira ha fatto il resto, da atleta e
da…azzoppato. Mai battuta questa difesa, ha però subito strette disperate, quattro
volte ridotta in calcio d’angolo, un paio di volte salvata dalla fortuna. Ma il
premio della invulnerabilità e l’è anche guadagnato. Quanto agli attaccanti,
assegnato a Gabetto il posto che gli spetta, si deve tener conto dell’enorme
lavoro svolta da Lushta e da Borel II, il più delle volte a contatto con quei
duri e coriacei combattenti che sono Perazzolo (un partitone) e Villa
(alternative di bei momenti e di battute incerte) per rifornire e svincolare i
compagni avanzati. Le necessità tattiche che obbligavano Bo e Gabetto a
continui spostamenti per tentare di smarcarsi rendevano anche più snervante il
lavoro dei rifornitori, che dovevano ad ogni pallone dare un significato e una
intenzione. Bellini, alle prese con Marchi che è sempre un colosso di rendimento,
ha fatto il possibile. […]
– da La Gazzetta dello Sport del 21.10.1940
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