La Juventus ha sempre aperte le braccia a tutti anche agli stranieri che vollero essere ammessi; una sola cosa è stata necessaria avere per essere Juventini: Averne l’anima. Chi non sentiva come noi e non si uniformava ai nostri intendimenti se ne allontanava spontaneamente non potendosi amalgamare alla nostra compagine schietta e leale. L’anima Juventina è un complesso modo di sentire, un impasto di sentimenti : di entusiasmo, di educazione, di boheme, di cuore, di allegria, di affetto, di fede alla nostra volontà di esistere e continuamente migliorare, ma soprattutto di allegria e di cuore; la prima rende le nostre riunioni simpatiche ed originali e la seconda ci unisce tutti con un saldo vincolo di amicizia e di fratellanza, vincolo che dura e durerà sempre fra i nostri Soci che Juventinamente sentirono. E qui mi è grato ricordare qualche nome di Boys di ieri e che oggi sono le colonne della nostra squadra : Dalmazzo, Bona, Arioni, Giriodi, ecc. e l’addito a voi perché li imitiate. Io ho fede in voi che, sotto le buone guide che vi dirigono plasmandovi il cuore ed educandovi il corpo, potrete essere i primi cooperatori del buon nome della Juventus. Eccovi, o nuovi amici miei, in poche righe, che cosa fa la Juventus; a voi tocca pensare per provvedere “Che cosa sarà” ed agire in modo che segua le sue tradizioni e non ne deroghi di una linea. A voi come più vecchio Socio tendo la mano e dico : Siate Juventini !
Dott. Enrico F. Canfari
Una cosa molto importante da notare è che dopo la conquista del Campionato 1951-52 da parte della Juventus, tutte le avversarie ad iniziare dall’ Internazionale ebbero come obiettivo quello di fermare la squadra bianconera ad ogni costo, anche rinunciando a giocare, come si può facilmente intuire dal catenaccio interista e, cosa più grave, furono promessi lauti premi alle squadre che si fossero impegnate alla morte contro la Juve. La cosa che fa innervosire è che dalla fine del decennio successivo, più precisamente dal 1967, fino ai giorni nostri e forse in eterno, tutte le colpe dell’Inter, i “peccati”, i complotti del palazzo o stanza dei bottoni o poteri occulti o in qualunque modo si voglia dire, furono invece attribuiti alla Juventus, come ad esempio la sudditanza psicologica e la non concessione di rigori contro, in pratica i favori arbitrali. Chi ci odia è talmente convinto di avere ragione di odiarci che ormai per me la vittoria più bella non è la conquista di qualche trofeo, ma la presa di coscienza da parte di sostenitori non Juventini del fatto che la Juve non è mai stata colpevole, casomai è stata vittima, e capire questo sarebbe magnifico, proprio perché quasi impossibile da parte dei beceri che sperano in una nostra immane tragedia. I veri sportivi potrebbero conoscere la verità se solo i faziosi mentitori non oscurassero il loro cielo con un universo di calunnie ripetute all’infinito ovunque e in qualunque modo, in ogni contesto 365 giorni all’anno 24 ore su 24. Le moviole e ogni singola partita dovrebbero essere un bel passatempo indipendentemente dal risultato, perché è il desiderio, a prescindere da quale tipo di desiderio si tratti (dimostrare di essere i migliori o che l’avversario non merita i successi ottenuti o vendetta o paura di perdere contro chi si detesta o voglia di umiliare, ecc) a trasformare il calcio in guerra civile. Si gioca per vincere e magari fare meglio di chiunque altro, è ovvio, altrimenti le statistiche non avrebbero senso, ma i tifosi dovrebbero solo applaudire i propri giocatori e quelli avversari per lo sforzo profuso, niente di più niente di meno, eppure questa cosa semplicissima non entra nella zucca della gente. Non è solo l’Italia, è l’umanità tutta ad avere problemi con la lealtà sportiva, l’accettazione del risultato e la tolleranza.
Così come nel 1957 ci salvammo alla fine battendo la Triestina 4-3 alla penultima giornata, anche nel 1962 rischiammo di retrocedere, con la differenza che questa volta era stata accumulata nella prima parte della stagione la quasi totalità dei punti a differenza della fase finale che si rivela disastrosa.
1961-1962
Il Milan, grazie a una rimonta, riconquistò lo scudetto dopo tre anni. Non fu un cammino facile per i rossoneri, costretti a superare il ritiro dal calcio di Nils Liedholm e la defezione dell'attaccante inglese Jimmy Greaves, che litigò più volte con il neo-allenatore rossonero Nereo Rocco e, a fine ottobre, lasciò Milano. La partenza fu il 27 agosto 1961 e riservò una sorpresa: i campioni uscenti della Juventus, che in estate dovettero affrontare il ritiro di Boniperti, vennero bloccati sull'1-1 dall'esordiente Mantova. Iniziò male anche l'Atalanta, che subì un pesante 6-0 dall'Inter: ma proprio i bergamaschi si rivelarono come la sorpresa del campionato. Alla quinta giornata si ritrovarono in testa proprio assieme all'Inter, poi li inseguirono assieme al Torino. L'inedita coppia di inseguitrici cedette al termine del girone di andata e l'Inter ne approfittò: il 10 dicembre i milanesi si laurearono campioni d'inverno con quattro punti di vantaggio su Bologna e Fiorentina. Ancora una volta per i nerazzurri fu fatale il girone di ritorno: il 31 dicembre 1961 persero in casa contro la Roma e si lasciarono raggiungere da Milan e Fiorentina; ma il 4 febbraio il derby vinto dai nerazzurri sembrò essere la tappa decisiva: invece la capolista perse a Ferrara, mentre la settimana dopo il Milan si fermò a Lecco: andò così in testa la Fiorentina. Il 4 marzo, ventinovesima giornata, però, la squadra viola perse nello scontro diretto contro i rossoneri in una gara decisiva. Il Milan prese il largo nelle ultime giornate e vinse il suo ottavo scudetto l'8 aprile, battendo il Torino. La Juventus, intanto, finì nella seconda metà della classifica, perdendo gli ultimi 7 incontri del campionato, unica nota positiva la clamorosa vittoria in casa del Real Madrid il cui campo era inviolabile, nel ritorno dei quarti di finale, impresa che rese necessaria la gara di spareggio, e il pallone d’oro conquistato da Sivori, primo “italiano” e Bianconero a riuscirci.
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La stagione appena conclusa in cui era successo un po’ di tutto, tra cambi di allenatore, partite ripetute e clamorose proteste, sembrò chiudere l’ennesimo ciclo vittorioso della Juventus che con l’addio dei veterani Boniperti, Cervato e Colombo, si ritrovò a dover riorganizzare una squadra per mantenere la leadership in Campionato, andando però incontro a una delle peggiori stagioni della sua storia. All’addio di importanti giocatori, si aggiunse il grave infortunio di John Charles che a fine campionato farà registrare soltanto otto gol, e i capricci di Sivori indeciso se diventare il regista della squadra o rimanere il grande finalizzatore che si era dimostrato fino ad allora. La rosa fu “rinforzata” con gli arrivi dell’argentino Humberto Rosa che nei piani della società avrebbe dovuto prendere il posto di Boniperti e di Bruno Mazzia in cabina di regia, ma fin dalle prima battute la squadra si trovò a navigare in cattive acque, raggranellando soltanto 17 punti in tutto il girone di andata, staccata di dodici punti dall’Inter. Unica soddisfazione, il cammino in Coppa dei Campioni dove i bianconeri eliminarono prima il Panathinaikos e poi il Partizan Belgrado, arrivando ai quarti di finale dove furono fermati soltanto dal grande Real Madrid di Di Stefano che dopo aver vinto per 1-0 a Torino, fu sconfitto con lo stesso risultato a Madrid (gol di Sivori) e costretto allo spareggio poi vinto per 3-1. L’eliminazione dalla Coppa fu il colpo di grazia per la Juventus che concluse la stagione al dodicesimo posto, in piena zona retrocessione, facendo registrare il record negativo di un pareggio e nove sconfitte nelle ultime dieci partite. La stagione fallimentare, spinse perfino Umberto Agnelli a dimettersi dalla carica di Presidente e a lasciare la mano a Vittore Catella.
JUVENTUS – REAL MADRID 0-1 (0-0)
Torino, Stadio Comunale, 14.02.1962 - Coppa dei Campioni – Quarti di Finale - Andata
RETI: 79’ Di Stefano (R)
JUVENTUS: Anzolin, Castano, Sarti; Mazzia, Charles, Leoncini; Mora, Rosa, Nicolè; Sivori, Stacchini – All. Parola
REAL MADRID: Araquinstain, Casado, Miera; Felo, Santamaria, Pachin; Canario, Del Sol, Di Stefano; Puskas, Gento – All. Munoz
ARBITRO: Dusch (Germania Ovest)
JUVENTUS – PALERMO 2-4 (1-1)
Torino, Stadio Comunale, 18.02.1962 - 26ª Giornata
RETI: 11’ Prato (P); 21’ Ferrazzi aut. (J); 48’ Charles (J); 68’ Fernanrdo (P); 77’ Fernardo (P); 82’ Burgnich (P)
JUVENTUS: Anzolin, Castano, Garzena; Mazzia, Bercellino, Leoncini; Mora, Charles, Nicolè; Sivori, Rossano – All. Parola
PALERMO: Mattrel, Burgnich, Calvani; Prato, Benedetti, Sereni; De Robertis, Malavasi, Borjesson; Fernando, Ferrazzi – All. Remondini
ARBITRO: Samani di Trieste
REAL MADRID - JUVENTUS 0-1 (0-1)
Madrid (Spagna), Stadio Santiago Bernabeu, 21.02.1962 - Coppa dei Campioni – Quarti di Finale - Ritorno
RETI: 38’ Sivori (J)
REAL MADRID: Araquistain, Casado, Miera; Del Sol, Santamaria, Ruiz A.; Tejada, Ruiz F., Puskas; Di Stefano, Gento – All. Munoz
JUVENTUS: Anzolin, Sarti, Garzena; Charles, Bercellino, Leoncini; Mora, Mazzia, Nicolè; Sivori, Stacchini – All. Parola
ARBITRO: Guigne (Francia)
Prima squadra a violare il Bernabeu in Coppa Campioni.
INTERNAZIONALE - JUVENTUS 2-2 (0-1)
Milano, Stadio San Siro, 25.02.1962 - 27ª Giornata
RETI: 13’ Bicicli (I); 74’ Hitchens (I); 79’ Sivori (J); 87’ Stacchini (J)
INTERNAZIONALE: Buffon, Picchi, Facchetti; Dellagiovanna, Guarneri, Balleri; Bicicli, Bettini, Hitchens; Zaglio, Corso – All. Herrera
JUVENTUS: Anzolin, Sarti, Garzena; Charles, Bercellino, Leoncini; Mora, Mazzia, Nicolè; Sivori, Stacchini – All. Parola
ARBITRO: Jonni di Macerata
CLASSIFICA: Fiorentina p. 40; Internazionale, Milan p. 39; Bologna, Roma p. 35; Atalanta p. 32; Palermo p. 30; Juventus, Torino p. 29;
Doping : positività di Zaglio e altri interisti. “Le pillole non le prendevamo di spontanea volontà; casomai, ce le mettevano altri nel caffè”. Queste, le confessioni di Zaglio di molti anni dopo.
JUVENTUS – REAL MADRID 1-3 (1-1)
Parigi (Francia), Campo Neutro, Stadio Parco dei Principi, 28.02.1962 - Coppa dei Campioni – Quarti di Finale - Spareggio
RETI: 33’ Sivori (J); 40’ Felo (R); 65’ Del Sol (R); 82’ Tejada (R)
JUVENTUS: Anzolin, Sarti, Garzena; Charles, Bercellino, Leoncini; Mora, Mazzia, Nicolè; Sivori, Stacchini – All. Parola
REAL MADRID: Araquistain, Casado, Miera; Felo, Santamaria, Pachin; Tejada, Del Sol, Di Stefano; Puskas, Gento – All. Munoz
ARBITRO: Schwinte (Francia)
NOTE : Real sfacciatamente aiutato dall’arbitro, eppure in Italia siamo sempre noi ad essere accusati di “comprare” gli arbitri.
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1962-1963
Come spesso accadeva nei campionati successivi ai Mondiali, le squadre vennero rifondate o integrate con elementi emersi durante la competizione; così, mentre Juventus (tra le novità, Del Sol, Amaro e l'allenatore brasiliano Amaral, che rimodulò la squadra sulla base del 4-2-4) e Milan (che acquistò il promettente Germano) ingaggiarono una lunga e vana battaglia per Amarildo, la Sampdoria si aggiudicò uno dei protagonisti della battaglia di Santiago, il cileno Jorge Toro, e il giovane verdeoro China; il Bologna puntò invece sul completo centrocampista dell'Augusta Haller. Più defilata l'Inter, che pescò soprattutto dal campionato italiano (Burgnich, Maschio, Di Giacomo), lanciando stabilmente tra i titolari anche l'emergente Facchetti, terzino con ottime doti offensive, e il primogenito di Valentino Mazzola, Sandro; importante riconferma fu poi quella di Helenio Herrera. L'allenatore franco-argentino, che si era dimesso dopo un caso di doping che aveva coinvolto alcuni calciatori nerazzurri, fu per lungo tempo candidato al ruolo di commissario unico della Nazionale italiana. Herrera fu riaccolto invece a Milano quando Edmondo Fabbri già era pronto ad insediarsi sulla panchina dell'Inter. Per le squadre che puntavano al titolo, l'inizio del campionato non fu positivo. Dei tentennamenti di Inter (due vittorie nelle prime sette giornate), Juventus (un punto in tre gare) e Fiorentina (battuta dal neopromosso Modena al debutto), approfittò il Bologna che andò in testa alla sesta giornata e respinse gli assalti delle agguerrite Torino e Catania. A metà novembre, la Juventus agganciò i felsinei in testa ; intanto tornò a farsi sotto l'Inter di Herrera. Il 23 dicembre, battendo 1-0 i bianconeri, la squadra nerazzurra ottenne il primato ma un doppio pareggio intralciò la corsa interista e il 13 gennaio la Juventus si laureò campione d'inverno con un punto sui milanesi, quattro sul Bologna e cinque sul Lanerossi Vicenza. L'aggancio dell'Inter sulla Juve arrivò infine il 3 febbraio ; dopo un mese di coabitazione al primo posto, i bianconeri persero il derby e l'Inter fece lo scatto decisivo. Il 28 aprile sconfisse 1-0 i rivali torinesi e la settimana seguente si laureò campione d'Italia, nonostante la sconfitta subita contro la Roma (3-0). Fu il primo scudetto dell'era Moratti ed Herrera, a nove anni di distanza dall'ultimo tricolore. In questa stagione, Herrera puntò su un modulo affine al catenaccio, dopo che nei due campionati precedenti era stata l'Inter ad essere rimontata. Sul fondo, Sormani portò il Mantova ad una salvezza tranquilla mentre si ebbe una lotta serrata tra tre città di mare per evitare la retrocessione. Alla fine, caddero in Serie B il Palermo (con largo anticipo), il Venezia e il Napoli : a condannare i partenopei fu la sconfitta contro l'Atalanta all'ultima giornata. Gli orobici coronarono questa stagione con la vittoria della loro prima, e finora unica, Coppa Italia. In finale sconfissero per 3-1 il Torino. In questa stagione, venne applicata per la prima volta la sconfitta a tavolino per incidenti provocati dai tifosi. Avvenne il 27 gennaio 1963, prima giornata di ritorno, durante la gara tra Venezia e Milan allo stadio Penzo : una piccola bottiglietta di plastica colpì in testa il rossonero David, e il direttore sportivo Gipo Viani lo fece rientrare negli spogliatoi, causando la sconfitta dei veneti.
Squadra
|
Pt
|
G
|
V
|
N
|
P
|
GF
|
GS
|
DR
|
Inter
|
49
|
34
|
19
|
11
|
4
|
56
|
20
|
+36
|
Juventus
|
45
|
34
|
18
|
9
|
7
|
50
|
25
|
+25
|
Milan
|
43
|
34
|
15
|
13
|
6
|
53
|
27
|
+26
|
Bologna
|
42
|
34
|
17
|
8
|
9
|
58
|
39
|
+19
|
Roma
|
40
|
34
|
13
|
14
|
7
|
57
|
34
|
+23
|
Fiorentina
|
38
|
34
|
15
|
8
|
11
|
52
|
32
|
+20
|
L.R. Vicenza
|
36
|
34
|
13
|
10
|
11
|
35
|
35
|
0
|
Atalanta
|
34
|
34
|
12
|
10
|
12
|
43
|
44
|
-1
|
SPAL
|
34
|
34
|
12
|
10
|
12
|
38
|
38
|
0
|
Torino
|
34
|
34
|
12
|
10
|
12
|
34
|
38
|
-4
|
Sampdoria
|
30
|
34
|
11
|
8
|
15
|
41
|
50
|
-9
|
Modena
|
30
|
34
|
10
|
10
|
14
|
36
|
47
|
-11
|
Mantova
|
30
|
34
|
8
|
14
|
12
|
34
|
46
|
-12
|
Catania
|
30
|
34
|
10
|
10
|
14
|
35
|
56
|
-21
|
Genoa
|
28
|
34
|
9
|
10
|
15
|
32
|
48
|
-16
|
Napoli
|
27
|
34
|
9
|
9
|
16
|
35
|
59
|
-24
|
Venezia
|
22
|
34
|
6
|
10
|
18
|
36
|
51
|
-15
|
Palermo
|
20
|
34
|
5
|
10
|
19
|
18
|
54
|
-36
|
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La Coppa delle Alpi 1963 è stata la quarta edizione del torneo a cui hanno partecipato le squadre dei campionati italiano e svizzero. La coppa è stata vinta dalla Juventus, che ha sconfitto in finale l'Atalanta.
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3° posto Roma-Inter 5-1
1° posto Juventus-Atalanta 3-2 (29giugno1963)
La stagione 1962-63 segna l’inizio del dominio nerazzurro targato Helenio Herrera. La Juventus perde il proprio presidente. Umberto Agnelli, come qualche anno prima aveva fatto il fratello Gianni, lascia la massima poltrona bianconera a causa degli enormi impegni personali di lavoro. Nuovo presidente juventino è l’onorevole Vittore Catella: uomo di fiducia della famiglia Agnelli, Catella è un pluridecorato di guerra, ex pilota dell’aeronautica ed anche molto appassionato d’arte. La prima mossa del neo presidente è quella di chiamare sulla panchina bianconera il brasiliano Paulo Amaral Lima, tecnico dalle idee innovative, probabilmente anche troppo per l’epoca e l’ambiente. La Juventus cambia molto rispetto alla stagione precedente. Mora si trasferisce al Milan in cambio di Sandro Salvadore; viene acquistato Armando Miranda dal Brasile, giocatore poco tecnico ma capace di fare goal con tiri terrificanti da quaranta metri; Dal Real Madrid arriva Luis Del Sol, lo scudiero di Alfredo Di Stéfano; ma è l’addio di John Charles quello che fa più scalpore e che lascerà un vuoto incolmabile nei cuori dei supporters juventini. In porta rientra Mattrel che dopo la parentesi palermitana torna ad alternarsi in porta con Anzolin. Dopo un inizio stentato, soltanto un punto in tre partite, la Juventus sembrò digerire i nuovi metodi di allenamento di Amaral cominciando un’entusiasmante rincorsa sull’Internazionale, arrivando anche al comando solitario alla tredicesima giornata e conservandolo fino alla fine del girone d’andata, primi con 25 punti, uno in più dell’Internazionale e due del Bologna. Un testa a testa con i nerazzurri che proseguirà ancora, fino a quando si concluderà a favore dell’Internazionale. In primavera la Juventus sembrò infatti bloccarsi improvvisamente, soprattutto nell’attacco che segnerà soltanto 4 gol in nove partite, da marzo a maggio, permettendo ai rivali di laurearsi campioni già alla trentunesima giornata. La stagione 1962/63, comunque sia, si conclude in modo dignitoso: La Juventus è seconda alle spalle dell’Inter futura Campione d’Europa e del Mondo.
15.08.1962
|
Amichevole
|
Juventus-Juve riserve
|
7-1
|
19.08.1962
|
Amichevole
|
Cuneo-Juventus
|
0-5
|
23.08.1962
|
Amichevole
|
Juventus-Juve Juniores
|
6-1
|
26.08.1962
|
Amichevole
|
Varese-Juventus
|
0-4
|
29.08.1962
|
Amichevole
|
Losanna-Juventus
|
0-2
|
05.09.1962
|
Trofeo Lanza di Trabia
|
Milan-Juventus
|
3-1
|
15.11.1962
|
Amichevole
|
Juventus-Ivrea
|
7-4
|
26.12.1962
|
Amichevole
|
Juventus-Wiener Sportklub
|
2-0
|
26.03.1963
|
Amichevole
|
Juventus-AIK Solna
|
2-1
|
08.05.1963
|
Trofeo Amistad
|
Juventus-Real Madrid
|
1-3
|
29.05.1963
|
Amichevole
|
Juventus-Manchester United
|
0-1
|
02.06.1963
|
Amichevole
|
Juventus-Portuguesa
|
0-0
|
12.06.1963
|
Amichevole
|
Juventus-Bordeaux
|
2-0
|
16.06.1963
|
Coppa delle Alpi
|
Basilea-Juventus
|
1-5
|
19.06.1963
|
Coppa delle Alpi
|
Juventus-Roma
|
2-0
|
23.06.1963
|
Coppa delle Alpi
|
Grasshoppers-Juventus
|
3-5
|
26.06.1963
|
Amichevole
|
Juventus-Santos
|
5-3
|
29.06.1963
|
Coppa delle Alpi
|
Juventus-Atalanta
|
3-2
|
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