martedì 24 giugno 2014

Stagione 1996-1997

Stagione 1996-1997 : I trionfi del centenario 

La Juventus festeggiò nel 1997 i cento anni della sua fondazione istituzionale: allo scopo di celebrare questa ricorrenza la società e le autorità della città di Torino organizzarono una serie di manifestazioni denominate Juvecentus (1897-1997; Cento anni di Juve). Dal 22 al 27 maggio 1997 venne presentata al Lingotto l'attività editoriale, multimediale e filatelica della società bianconera. In occasione del centenario della Juventus fu programmata la c.d. Coppa del Centenario-Trofeo Repubblica di San Marino contro gli inglesi del Newcastle (la Juventus indossò una divisa che ricordava il colore della divisa storica della società), disputata allo Stadio Comunale La Fiorita di Cesena il 3 agosto.[98] A fianco di questa iniziativa venne realizzata la Mostra del Centenario, ad illustrare l'origine e l'evoluzione del club, e creato un fanclub con più di 10 000 membri.Dopo una campagna acquisti faraonica che vide arrivare campioni del calibro di Zinédine Zidane, Christian Vieri ed il croato Alen Bokšić, arrivato dalla Lazio, e le partenze di Gianluca Vialli (al Chelsea) e Fabrizio Ravanelli (al Middlesbrough), la stagione 1996-1997 fu inaugurata con una nuova vittoria, nella doppia finale di Supercoppa UEFA contro il club vincitore della Coppa delle Coppe, il Paris Saint-Germain. Si trattò di una sfida storica, vista la vittoria all'andata per 6-1 al Parco dei Principi di Parigi, gol di Porrini, Padovano (2), Ferrara, Lombardo e Amoruso ed il 3-1 inflitto dai bianconeri a Palermo al ritorno (doppietta di Del Piero e gol di Vieri); il 9-2 complessivo è lo scarto più grande mai raggiunto nelle finali UEFA. In seguito, il 26 novembre 1996 a Tokyo, la squadra conquistò anche la seconda Coppa Intercontinentale grazie ad un gol di Alessandro Del Piero all'81' contro i campioni sudamericani del River Plate.In quella stagione erano presenti giocatori come Christian Vieri (acquistato dall'Atalanta e ceduto l'anno successivo all'Atlético de Madrid), il francese Zinédine Zidane, l'anno precedente al Bordeaux, e l'uruguaiano Paolo Montero, anch'egli proveniente dall'Atalanta. Il 24º scudetto della storia bianconera venne conquistato con 65 punti, dopo un finale palpitante a causa della rincorsa del Parma. Il campionato fu ricordato tra l'altro per il memorabile 6-1 rifilato a San Siro al Milan di Arrigo Sacchi in una partita in cui alla Juve mancavano per infortunio i due attaccanti titolari Del Piero e Padovano: segnarono Jugović (2), Zidane (r), Vieri (2) ed Amoruso. Altra vittoria prestigiosa fu quella a Torino contro l'Inter il 20 ottobre, gara terminata sul 2-0 (gol di Jugović e Zidane). In Champions League la squadra eliminò in semifinale l'Ajax vincendo 2-1 all'Amsterdam Arena e 4-1 nel ritorno a Torino; perse poi per 1-3 la finale giocata a Monaco di Baviera, il 28 maggio 1997, contro il Borussia Dortmund (gol di tacco di Del Piero), squadra in cui militavano anche ex calciatori juventini, tra cui Andreas Möller e Paulo Sousa. La partita fu caratterizzata dagli errori dell'arbitro ungherese Sándor Puhl, che negò due rigori alle Zebre (falli su Jugović e Del Piero) e annullò un gol di Christian Vieri per un fallo di mani rivelatosi poi inesistente.La Juve aveva superato Manchester United (1-0 sia in casa che in trasferta, quando un rigore di Del Piero il 20 novembre condannò gli inglesi alla prima sconfitta casalinga in Europa contro squadre italiane, in assoluto la seconda in Coppa dei Campioni), Fenerbahçe (1-0 in Turchia e 2-0 a Torino), Rapid Vienna (1-1 in Austria e 5-0 in casa) nel girone eliminatorio, totalizzando il record nella fase a gruppi della Champions League (poi eguagliato nel 2004-05), con 16 punti. Ai quarti di finale eliminò i norvegesi del Rosenborg (1-1 in Scandinavia il 5 marzo, marcatura di Vieri, e 2-0 in Piemonte il 19 dello stesso mese, segnature di Zidane e Amoruso su rigore), e nel sopra citato confronto in semifinale gli olandesi dell'Ajax contro i quali aveva vinto l'edizione precedente (2-1, gol di Amoruso e Vieri, in Olanda il 9 aprile, e 4-1 in Italia, reti di Lombardo, Amoruso, Vieri e Zidane, quest'ultima realizzazione di pregevole fattura con una serpentina in area, il 23 aprile).

La Sentenza Bosman stravolse radicalmente il mercato del pallone e le società europee approfittarono della possibilità di schierare un numero illimitato di giocatori comunitari. Tra gli emigranti di lusso ci furono Ravanelli e Vialli che volarono in Inghilterra. L'Inter, confermato Roy Hodgson, prese il talentuoso trequartista francese Youri Djorkaeff dal PSG, l'attaccante cileno Iván Zamorano dal Real Madrid e il centrocampista olandese Aron Winter dalla Lazio. La Juventus acquistò Zinedine Zidane dal Bordeaux e Paolo Montero dall'Atalanta e puntò sui giovani Christian Vieri e Nicola Amoruso. Il Milan cominciò il campionato con l'uruguaiano Oscar Tabarez ma poi fu sostituito a dicembre da Arrigo Sacchi, si puntò sugli olandesi Edgar Davids e Michael Reiziger. La Sampdoria prese il centrocampista Verón dal Boca Juniors e il giovanissimo bomber Vincenzo Montella dal Genoa. Destò curiosità l'Udinese di Zaccheroni che schierava un tridente formato da Poggi-Amoroso-Bierhoff. Il Parma affidò la panchina al giovane Carlo Ancelotti e prese Lilian Thuram, Enrico Chiesa ed Hernan Crespo. La Lazio di Zeman si rinforzò col ceco Pavel Nedvěd e il bomber del Bari Igor Protti. Il Piacenza rispose alla moltitudine di stranieri in arrivo con una squadra ancora una volta tutta italiana mentre la Roma acquistò il promettente centrocampista Damiano Tommasi dal Verona.La novità regolamentare della stagione fu la possibilità di far sedere in panchina fino a un massimo di sette giocatori, due in più rispetto al passato. E con l'ingresso della pay-tv anche il campionato italiano si avviò verso un calcio sempre più televisivo.
Costantemente in testa alla classifica nell'arco del torneo, fece ritorno allo scudetto, in un torneo molto equilibrato, la Juventus di Marcello Lippi, già Campione d'Europa e destinata anche a trionfare, nel corso della stagione, in Coppa Intercontinentale. Con un Milan che cedette di schianto dopo un decennio di trionfi, i principali avversari dei bianconeri furono l'Inter, in crescita, e il Parma del giovane allenatore Carlo Ancelotti, che l'anno prima aveva ottenuto la promozione in Serie A con la Reggiana. Il torneo partì l'8 settembre 1996, inaugurato da un gol da antologia del milanista George Weah, che scartò in progressione sette giocatori del Verona prima di depositare la palla in rete. La Juventus dei nuovi acquisti Vieri e Zidane, pur partita con qualche prestazione opaca, si ritrovò in testa alla quarta giornata. Il 13 ottobre i bianconeri, cadendo a Vicenza, permisero all'Inter di andare in vetta, ma la vittoria nello scontro diretto della settimana successiva permise alla Signora di sorpassare i rivali. Nelle giornate seguenti Inter e Juventus continuano ad alternarsi in vetta alla classifica, mentre a fine novembre fu il sorprendente Vicenza dell'emergente allenatore Francesco Guidolin a dare qualche grattacapo ai bianconeri. Decisiva per la fuga della squadra di Lippi fu la vittoria ottenuta in rimonta sul Verona il 15 dicembre; al diciassettesimo turno i bianconeri erano saldamente in testa, con quattro punti sulla Sampdoria del bomber Vincenzo Montella, strappato in estate ai rivali del Genoa, cinque sull'Inter e sei sul Vicenza e sul Parma. Il Milan, campione d'Italia uscente, andò invece incontro a una crisi di risultati a cui non seppe porre fine neppure il ritorno di Arrigo Sacchi, chiamato a sostituire Oscar Washington Tabárez, esonerato a dicembre dopo la sconfitta esterna nell'undicesimo turno contro il Piacenza (3-2). Alla fine i rossoneri si piazzeranno all'undicesimo posto. Il girone di ritorno sembrò iniziare bene per la Sampdoria che, espugnando su rimonta lo Stadio Giuseppe Meazza il 2 febbraio, si portò a -2 da una Juve bloccata sullo 0-0 a Cagliari. A partire da quel momento, però, i genovesi calarono improvvisamente il ritmo, favorendo la fuga della Juventus; si fece dunque avanti il Parma, ma sembrò troppo tardi. Il 6 aprile i bianconeri ottennero una storica vittoria per 6-1 in casa del Milan e il Parma poté solamente avvicinarsi quando, la settimana successiva, la capolista stanca per la sontuosa prestazione  in Champions League in casa dell’Ajax crollò in casa contro l'Udinese. Furono proprio i friulani, che il 21 aprile espugnarono anche il Tardini, a danneggiare i sogni di rimonta dei gialloblù. Si arrivò così allo scontro diretto del 18 maggio allo Stadio delle Alpi: il vantaggio dei ducali(senza aver mai calciato in porta ma grazie a una sfortunatissima autorete di Zidane), che avrebbe ristretto a tre le distanze fra le due formazioni, fu vanificato da un rigore concesso da Pierluigi Collina per un fallo dubbio su Christian Vieri. Fu così che venerdì 23 maggio bastò un pareggio contro l'Atalanta del capocannoniere Filippo Inzaghi (24 reti), per festeggiare il ventiquattresimo titolo con una giornata d'anticipo. Per i gialloblù rimase solo la consolazione della prima qualificazione alla Coppa dei Campioni: da quest'anno infatti la UEFA iniziò un radicale restyling delle proprie manifestazioni, ed aggiunse un secondo posto in UEFA Champions League per gli otto migliori campionati europei, tra i quali in primissima fila vi era quello italiano.In zona UEFA, un finale col freno a mano tirato costò al Bologna la qualificazione europea a tutto vantaggio di Sampdoria e Udinese: per i friulani fu l'esordio sul palcoscenico continentale e, sotto la guida del presidente Giampaolo Pozzo, la consacrazione come autorevole e stabile realtà del calcio italiano per gli anni a venire. In coda, salvezza anticipata e senza patemi d'animo per la Roma, disastrata da alcuni acquisti sbagliati ma non altrettanto per il Napoli, crollato alla distanza dopo uno sfolgorante avvio. Immediato, invece, il ritorno in B per la Reggiana, il Verona e il Perugia; gli umbri, al ritorno in massima serie dopo 15 anni, furono condannati dalla classifica avulsa, che mandò allo spareggio il Cagliari e il Piacenza. Vinsero, per 3-1, gli emiliani; i rossoblu ritornarono tra i cadetti dopo sette stagioni.

Pos.
Squadra
Pt
G
V
N
P
GF
GS
1.
Juventus
65
34
17
14
3
51
24
2.
Parma
63
34
18
9
7
41
26
3.
Inter
59
34
15
14
5
51
35
4.
Lazio
55
34
15
10
9
54
37
5.
Udinese
54
34
15
9
10
53
41
6.
Sampdoria
53
34
14
11
9
60
46
7.
Bologna
49
34
13
10
11
50
44
8.
Vicenza
47
34
12
11
11
43
38
9.
Fiorentina
45
34
10
15
9
46
41
10.
Atalanta
44
34
11
11
12
44
46
11.
Milan
43
34
11
10
13
43
45
12.
Roma
41
34
10
11
13
46
47
13.
Napoli
41
34
9
14
11
38
45
14.
Piacenza
37
34
7
16
11
29
45
15.
Cagliari
37
34
9
10
15
45
55
16.
Perugia
37
34
10
7
17
48
62
17.
Verona
27
34
6
9
19
38
64
18.
Reggiana
19
34
2
13
19
28
67


Data
Incontro
Ris
08/09/1996
Reggiana - Juventus
1 - 1
15/09/1996
Juventus - Cagliari
2 - 1
22/09/1996
Perugia - Juventus
1 - 2
29/09/1996
Juventus - Fiorentina
1 - 0
13/10/1996
Vicenza - Juventus
2 - 1
20/10/1996
Juventus - Inter
2 - 0
26/10/1996
Roma - Juventus
1 - 1
03/11/1996
Juventus - Napoli
1 - 1
17/11/1996
Juventus - Milan
0 - 0
01/12/1996
Juventus - Bologna
1 - 0
08/12/1996
Sampdoria - Juventus
0 - 1
11/12/1996
Udinese - Juventus
1 - 4
15/12/1996
Juventus - Verona
3 - 2
22/12/1996
Piacenza - Juventus
1 - 1
05/01/1997
Parma - Juventus
1 - 0
12/01/1997
Juventus - Atalanta
0 - 0
19/01/1997
Lazio - Juventus
0 - 2
26/01/1997
Juventus - Reggiana
3 - 1
02/02/1997
Cagliari - Juventus
0 - 0
16/02/1997
Juventus - Perugia
2 - 1
23/02/1997
Fiorentina - Juventus
1 - 1
01/03/1997
Juventus - Vicenza
2 - 0
09/03/1997
Inter - Juventus
0 - 0
15/03/1997
Juventus - Roma
3 - 0
23/03/1997
Napoli - Juventus
0 - 0
06/04/1997
Milan - Juventus
1 - 6
13/04/1997
Juventus - Udinese
0 - 3
19/04/1997
Bologna - Juventus
0 - 1
04/05/1997
Juventus - Sampdoria
0 - 0
11/05/1997
Verona - Juventus
0 - 2
15/05/1997
Juventus - Piacenza
4 - 1
18/05/1997
Juventus - Parma
1 - 1
23/05/1997
Atalanta - Juventus
1 - 1
01/06/1997
Juventus - Lazio
2 - 2

Coppa Italia 1996/97

II Turno Eliminatorio

28/08/1996
Fidelis Andria - Juventus
0 - 2

III Turno Eliminatorio

23/10/1996
Nocerina - Juventus
0 - 0
06/11/1996
Juventus - Nocerina
2 - 1


Quarti di Finale

13/11/1996
Juventus - Inter
0 - 3

18/12/1996
Inter - Juventus
1 - 1



Coppa Intercontinentale 1996

26/11/1996 Juventus - River Plate (ARG) 1 - 0

Supercoppa Europea 1996
  
15/01/1997
Paris Saint-Germain (FRA) - Juventus
1 - 6

05/02/1997
Juventus - Paris Saint-Germain (FRA)
3 - 1
*

* Ritorno giocata a Palermo

Champions League 1996/97
 
Girone Eliminatorio C

11/09/1996
Juventus - Manchester United (ING)
1 - 0

25/09/1996
Fenerbahçe (TUR) - Juventus
0 - 1

16/10/1996
Rapid Vienna (AUT) - Juventus
1 - 1

30/10/1996
Juventus - Rapid Vienna (AUT)
5 - 0

20/11/1996
Manchester United (ING) - Juventus
0 - 1
*
04/12/1996
Juventus - Fenerbahçe (TUR)
2 - 0


Quarti di Finale

05/03/1997
Rosenborg (NOR) - Juventus
1 - 1

19/03/1997
Juventus - Rosenborg (NOR)
2 - 0


Semifinali

09/04/1997
Ajax Amsterdam (OLA) - Juventus
1 - 2

23/04/1997
Juventus - Ajax Amsterdam (OLA)
4 - 1


Finale

28/05/1997
Juventus - Borussia Dortmund (GER)
1 - 3


* Siamo stati la prima squadra  a violare l’Old Trafford in campo europeo.


Juve, una notte di lacrime e rabbia

Il Borussia strappa la Coppa dei campioni ai bianconeri: inutile una magia di Del Piero, contestato l' arbitro Puhl . Uno due di Riedle, gol illusione di Alex e botta finale di Ricken Due rigori negati, un palo colpito da Zidane, una deviazione del portiere sulla traversa: e' andato tutto storto all' Olympiastadion.
Una notte senza dio. Una notte da squadra piccola e dunque anche sfortunata (due legni), non protetta dall'arbitro ungherese (e se Puhl e' il migliore del mondo, allora ieri sera era fuori forma o era in malafede), infilata in contropiede, stritolata nel punteggio. Se per la Juve che fallisce il grande slam poteva essere inaccettabile la sconfitta, figurarsi il 3 - 1. Al Borussia Dortmund, che nella sua storia aveva vinto solo una Coppa delle coppe nel '66 con il Liverpool, e' riuscita la rivincita sui bianconeri che lo avevano sempre dominato. E' la prima squadra tedesca a vincere la Coppa dei campioni in casa, ma la sua imprevedibile impresa la conduce di diritto nel libro d'oro delle outsider, cioe' le finaliste che hanno saputo ribaltare il pronostico: in semifinale, il Borussia sarebbe dovuto uscire col Manchester, ieri sera sembrava non avere scampo con la Juve bionica di Lippi. Invece, l'accolita degli scarti bianconeri (Reuter, Kohler, Moeller e Paulo Sousa), dell'ex interista Sammer e del reietto Karl Heinz Riedle, giudicato dalla Lazio (e non a torto) ai limiti dell'usura gia' anni fa, non solo si e' issata sul tetto di Europa, ma ha fornito un altro argomento al mistero del calcio: la terza in classifica del campionato tedesco che supera la squadra piu' forte del mondo. Nel calcio anche i piu' bravi perdono, anche i migliori sbagliano. E se ha sbagliato l'arbitro Puhl, ha sbagliato anche Lippi a puntare sul fido Porrini, un giocatore dai limiti evidenti. In una serata in cui il reparto difensivo ha mostrato la corda, era inevitabile che i piu' scarsi denunciassero i maggiori imbarazzi. Con il senno di poi, sarebbe stato meglio puntare su Pessotto o invertire la posizione di Porrini con quella di Ferrara. Anche Boksic, in attacco, si e' dimostrato una scelta perdente. Poche volte ha superato il diretto avversario, quasi nullo il suo movimento, ruvidi i piedi che, peraltro, non gli hanno negato un assist a Del Piero in occasione dell'1 - 2. Pero', nella circostanza, il merito e' stato interamente del fantasista, utilizzato da Lippi solo nella ripresa. Eppure quasi per mezz'ora a calcio gioca solo la Juve, poi all'improvviso il buio. Perche' a segnare due volte, tra il 29' e il 34', come se il Borussia premesse l'interruttore della luce, e' Riedle. Lo fa di sinistro e di testa, ma e' significativo che in entrambi i casi il prodromo sia un calcio d'angolo, cioe' la classica palla inattiva. Il primo gol e' l'esito di un pallone che, smanacciato corto da Peruzzi, viene rigiocato dentro da Lambert: Porrini, disastroso, manca la respinta e cosi' Riedle ha il tempo per stoppare di petto e piazzare la sua zampata mancina. Il raddoppio sarebbe ancor piu' evitabile, dato che a farsi battere da Riedle, sul tempo e sulla forza, e' nientemeno che Ferrara con Di Livio, sul palo di destra, forse troppo fermo. La Juve e' quella di sempre, aggressiva e capace di rovesciarsi negli spazi, eppure sente che non le bastera': subisce due gol nel momento in cui dovrebbe concretizzare la propria supremazia, percepisce i sintomi dell'ostilita' arbitrale (il rigore non concesso ai danni di Jugovic al 3', un gol annullato a Vieri al 43'), una sfortuna mai cosi' nettamente avversa: il palo colpito da Zidane, al 41', che potrebbe riaprire il resto della partita, e piu' tardi una palla di Vieri deviata sulla parte alta della traversa. Ci prova Lippi, nella ripresa, azzardando Del Piero terza punta al posto di Porrini. Cosi', in difesa, la Juve schiera Ferrara a destra, Di Livio arretra a sinistra, Iuliano affianca Montero nel ruolo di centrale. E' un 4 - 3 - 3 inedito e decisamente squilibrato, tant'e' che i bianconeri si allungano subito perdendo la compattezza che, nel primo tempo, comunque conservavano. Ormai e' una partita per singoli, singoli episodi in una trama spezzata. Percio' non e' illogico, anche se e' abbastanza casuale, che la Juve dimezzi lo svantaggio al 63'. Il colpo di tacco, il massimo del virtuosismo, di Del Piero su cross basso di Boksic ha pero' un potere puramente illusorio. La Juve, infatti, ce la potrebbe fare solo in forza della sua schiumante reazione, non certo perche' pensi e si comporti da squadra padrona come l'avevamo conosciuta. Infatti il collettivo, inteso come una serie di opportuni collegamenti tra i reparti, non c'e' piu' da un pezzo (dalla mezz'ora del primo tempo, appunto). Ci fosse, riuscirebbe a tenersi in partita ben piu' dei sette minuti che servono al Borussia per triplicare in contropiede, coincidenti con i 35 secondi che bastano al nuovo entrato Ricken per finalizzare dai venticinque metri un contropiede tipicamente tedesco. Peruzzi e' un po' fuori dai pali, ma forse e' li' che si deve stare quando si pensa di partire per l'uscita bassa. Finisce tutto con 20 minuti di anticipo. Di brutto c'e' il pessimo fallo di Iuliano su Sousa che lascia il cattivo odore della ritorsione. Di bello, gli juventini battuti che vanno ad applaudire i propri tifosi sotto la curva della delusione. Perdere insegna sempre tanto. Per esempio che nessuno e' imbattibile. Altrimenti l'imponderabile non sarebbe - come invece sembra - racchiuso in un risultato: Borussia - Juve 3 - 1. – da www.corriere.it
Arbitro PUHL 4 - "Tira" contro la Juve con decisioni inspiegabili. Solo a risultato acquisito arbitra con equita'.

La sfortuna che ci aveva perseguitato in Campionato con i 20 legni colpiti si è infine concentrata nella finalissima, il Campionato non è stato chiuso prima solo per questione di centimetri. Quante sfilate dopo la nostra sconfitta…..

STAGIONE 1996-97. IL GRANDE SLAM FALLITO PER UN SOFFIO
Conquistata finalmente una Coppa dei Campioni che onori in qualche modo i morti dell’Heysel, la Juventus si ributta in un’altra stagione sempre più forte e consapevole dei propri mezzi. Gli obiettivi questa volta sembrano tutti alla portata della corazzata di Lippi, che per l’ennesima volta prova a cambiare volto: Vialli dopo due anni in bianconero pieni di soddisfazioni e trionfi, decide di andare a chiudere la carriera in Inghilterra, mentre Ravanelli vola per nuovi lidi. Con lui vanno via anche Marocchi, Vierchowod, Carrera e Paulo Sousa, facendo spazio a nuovi e giovani scalpitanti volti: in attacco ecco Nicola Amoruso e Christian Vieri, ma soprattutto Alain Boksic, veloce e potente punta ex Lazio. In difesa, arrivano Paolo Montero dall’Atalanta e Mark Iuliano dalla Salernitana, mentre Pessotto diventa titolare sulla fascia sinistra, alternandosi col portoghese Dimas. Ma il colpo di mercato la Juventus lo centra in mezzo al campo, strappando al Bordeaux Zinedine Zidane, un giovane talento franco-algerino che si rivelerà vero e unico erede di Michel Platini. Nonostante i profondi cambiamenti e un inizio un po’ stentato in campionato (alla quinta giornata arriva la prima sconfitta a Venezia), la Juventus si scrolla di dosso le perplessità ed assimilati i cambiamenti di gioco e di ruoli, riprende la sua consueta marcia sicura. Davanti alla corazzata bianconera, il Milan campione d’Italia e il ritrovato Parma si devono inchinare: a San Siro succede l’impensabile con la Juventus che vince 6-1 viaggiando spedita verso la conquista del 24° scudetto, vinto a Bergamo contro l’Atalanta con una giornata d’anticipo. Lo scudetto sarebbe potuto essere la ciliegina sulla torta di una stagione indimenticabile, da grande slam, ma dopo la Coppa Intecontinentale conquistata a Tokyo battendo per 1-0 il River Plate e la Supercoppa Europea vinta contro il Paris St. Germain con un sonante 6-1 a Parigi e un 3-1 a Palermo, la Juventus si arena inspiegabilmente nella finale di Coppa dei Campioni: il Borussia Dortmund degli ex Kohler, Julio Cesar, Moeller e Paulo Sousa vince per 3-1, riportando alla memoria di tutti i tifosi un’altra amara finale con un’altra formazione tedesca...

JUVENTUS – MANCHESTER UNITED 1-0 (1-0)
Torino, Stadio delle Alpi, 11.09.1996 - Champions League – Girone Eliminatorio - 1ª Giornata
RETI: 34’ Boksic (J)
JUVENTUS: Peruzzi, Porrini, Ferrara; Montero (90’ Iuliano), Pessotto, Conte; Zidane (77’ Di Livio), Deschamps, Del Piero; Vieri (73’ Amoruso), Boksic – All. Lippi
MANCHESTER UNITED: Schmeichel, Neville, Johnsen; Pallister, Irwin, Beckham; Butt, Giggs (46’ McClair), Poborsky (76’ Solskjaer); Cantona, Cruijff (76’ Cole) - All. Ferguson
ARBITRO: Merk (Germania)

 JUVENTUS – INTER 2-0 (1-0)
Torino, Stadio delle Alpi, 20.10.1996 - 6ª Giornata di Campionato
RETI: 40’ Jugovic (J); 62’ Zidane (J)
JUVENTUS: Peruzzi, Torricelli, Ferrara; Montero, Pessotto (84’ Iuliano), Di Livio (90’ Ametrano); Deschamps, Zidane, Jugovic; Boksic, Padovano (84’ Vieri) – All. Lippi
INTER: Pagliuca, Angloma, Paganin; Fresi (80’ Festa), Pistone, Zanetti; Sforza, Winter (80’ Berti), Djorkaeff; Zamorano (80’ Ganz), Branca - All. Ardemagni-Hodgson
ARBITRO: Braschi di Prato
CLASSIFICA: Juventus p. 13; Milan p. 12; Inter p. 11; Bologna, Parma, Roma, Vicenza p. 10; Perugia, Sampdoria, Udinese p. 9; Fiorentina, Lazio, Napoli, Piacenza p. 8; Verona p. 5;  Cagliari p. 4; Reggiana p. 3; Atalanta p. 2
Inter distrutta, Juve sempre in attacco dall’inizio alla fine, colpiti anche due legni dalla Signora.

JUVENTUS – RAPID VIENNA 5-0 (3-0)
Torino, Stadio delle Alpi, 30.10.1996 - Champions League – Girone Eliminatorio - 4ª Giornata
RETI: 4’ Boksic (J); 27’ Montero (J); 29’ Del Piero (J); 60’ Boksic (J); 75’ Del Piero (J)
JUVENTUS: Peruzzi, Torricelli, Ferrara; Montero, Pessotto (73’ Porrini), Di Livio (64’ Lombardo); Deschamps, Jugovic, Zidane; Del Piero, Boksic (65’ Padovano) – All. Lippi
RAPID VIENNA: Konsel, Schottel, Ivanov; Zingler, Prosenik, Kuhbauer; Heraf, Stoger (65’ Pivarnik), Penksa; Mandreko, Stumpf - All. Dokupil
ARBITRO: Dallas (Scozia)

MANCHESTER UNITED - JUVENTUS 0-1 (0-1)
Manchester (Inghilterra), Stadio Old Trafford, 20.11.1996 - Champions League – Girone Eliminatorio - 5ª Giornata
RETI: 35’ Del Piero rig. (J)
MANCHESTER UNITED: Schmeichel, Neville G., Johnsen; May, Neville P. (12’ McClair), Beckham; Keane, Butt, Giggs; Cantona, Solskjaer (82’ Cruijff) - All. Ferguson
JUVENTUS: Peruzzi, Porrini, Ferrara; Montero, Torricelli (83’ Iuliano), Di Livio (80’ Tacchinardi); Zidane, Deschamps, Jugovic; Boksic, Del Piero – All. Lippi
ARBITRO: Garçia Aranda (Spagna)
Prima squadra che riesce a violare l’Old Trafford in campo europeo.

RIVER PLATE - JUVENTUS 0-1 (0-0)
Tokyo (Giappone), Empire Stadium, 26.11.1996 - Coppa Intercontinentale – Finale
RETI: 82’ Del Piero (J)
RIVER PLATE: Bonano, Diaz, Ayala; Berizzo, Sorin, Astrada; Monserrat, Francescoli, Berti (74’ Gancedo); Ortega, Cruz (83’ Salas) - All. Diaz
JUVENTUS: Peruzzi, Torricelli, Ferrara; Montero, Porrini, Di Livio; Deschamps, Zidane (89’ Tacchinardi), Jugovic; Boksic, Del Piero – All. Lippi
ARBITRO: Rezende (Brasile)
CRONACA: C' e' un giapponese piccolo e pio, che ha gia' arrotolato la propria bandiera bianconera e pero' sta sempre pregando Buddha di aiutare la Juve, quando Alessandro Del Piero incrocia con il piede destro l' angolo sinistro del proprio destino. E' il 37' del secondo tempo e il gol, dopo una snervante e appassionata attesa, serve a tirare rapide conclusioni. Prima conclusione: la vita e' una questione di angoli e non di scale. Seconda conclusione: Buddha c' e' e deve essere anche piuttosto tollerante, visto come ha accolto le istanze di Noriyasu Kato, l' uomo che e' stato per l' intera partita con le mani giunte e la testa china in raccoglimento, pazientando 82 minuti per vedere vincere una squadra che, meritandolo ampiamente, ha fatto di tutto per procrastinare l' evento fino a rischiare di vanificarlo. La Juventus diventa campione del mondo per la seconda volta nella storia con una delle sue migliori partite e, paradossalmente, con la piu' difettosa all' atto delle conclusioni a rete. Problema vecchio e gia' evidenziato, pero' problema serio perche' una squadra che non capitalizza neppure un quarto delle occasioni che produce puo' essere una grande squadra solo a tempo e a responsabilita' limitate. La Juve di Lippi va giustamente celebrata per l' ampiezza e la profondita' del proprio gioco, per il prestigio del successo e la prova di dominio offerta contro il River Plate. Ma nel prossimo futuro il nodo dei gol sprecati andrebbe sciolto. Ne va dello strozzamento di ambizioni e potenzialita' . Come il nodo si possa sciogliere non e' facile da dire, pero' forse non sarebbe neppure un male cominciare a ripassare il bagaglio tecnico di alcuni giocatori. Se il calcio moderno e' forza, velocita' , precisione (e quello della Juve e' un calcio modernissimo), allora e' venuto il tempo che la manovra conservi il proprio timbro in ogni sua fase: chi e' deputato a segnare deve saper adeguare la propria esplosivita' all' attenzione sotto rete. Il caso e il nome sono quelli di Alen Boksic, il quale, se e' passato come un uragano anche attraverso la difesa del River Plate, ha trascinato con se' troppi detriti. Lippi, con un' accorata difesa, ha dedicato parole di encomio al proprio attaccante ("E' un grande giocatore che fa tutto a una velocita' notevole, ha avuto sfortuna"), ma resta da capire se avrebbe adoperato un' argomentazione cosi' articolata in caso di sconfitta. Vero che la Juventus e' tanto impetuosamente seduttiva quanto e' trascinata dalla travolgente presenza del croato, ma vero altrettanto che da Boksic ci si aspetta almeno la quota - gol di Vialli o di Ravanelli. Altrimenti si rischia una pesante penalizzazione. Lippi lo disse il primo giorno di raduno ricordando le capacita' realizzative che il croato aveva a Marsiglia. Lippi ancora lo pensa, anche se dice che i gol segnati sono sufficienti. Eppure, questa partita caratterizzata da otto opportunita' , di cui sette buttate, la Juve poteva perderla prima (traversa di Ortega sullo 0 - 0: unico tiro in porta degli argentini al 32' della ripresa) e pareggiarla alla fine, quando Angelo Peruzzi, il miglior portiere italiano negli ultimi due anni, ha opposto se stesso ad Ayala e soprattutto a Salas. Tutto questo dopo che Boksic (due volte) e Di Livio (una) avevano mancato il bis. Per chi scrive, e a differenza di chi ha premiato Del Piero quale miglior giocatore della finale, proprio Di Livio ha offerto il rendimento piu' alto: la sua inestinguibile azione sulle fasce ha trasmesso alla squadra la continuita' e la consapevolezza che il gol sarebbe stato reperito comunque. Fra l' altro Del Piero non ha segnato un gol qualsiasi. Quando il mondo ha gia' deciso prima che sarai il piu' bravo, hai due strade: accettare il rischio di non diventarlo davvero mai o segnare al River, giusto all' incrocio fra attesa e stupore. – da www.corriere.it

JUVENTUS – BOLOGNA 1-0 (0-0)
Torino, Stadio delle Alpi, 01.12.1996 - 11ª Giornata di Campionato
RETI: 51’ Zidane (J)
JUVENTUS: Peruzzi, Porrini, Ferrara; Montero, Dimas, Di Livio (82’ Iuliano); Tacchinardi, Zidane, Jugovic (46’ Lombardo); Del Piero, Boksic – All. Lippi
BOLOGNA: Antonioli, Tarozzi (61’ Scapolo), Torrisi (16’ Mangone); De Marchi, Paramatti, Bresciani (57’ Nervo); Magoni, Cardone, Marocchi; Andersson, Kolyvanov - All. Ulivieri
ARBITRO: Ceccarini di Livorno

JUVENTUS – FENERBAHCE 2-0 (1-0)
Torino, Stadio delle Alpi, 04.12.1996 - Champions League – Girone Eliminatorio - 6ª Giornata
RETI: 42’ Padovano (J); 83’ Amoruso (J)
JUVENTUS: Peruzzi, Torricelli, Porrini; Montero, Iuliano, Di Livio; Tacchinardi, Zidane (77’ Ferrara), Lombardo; Padovano (85’ Trotta), Del Piero (46’ Amoruso) – All. Lippi
FENERBAHCE: Rustu, Ilker (83’ Mustafa), Okechunku; Saffet, Erol, Kemalettin; Hogh (87’ Aygun), Okocha, Tuncay (72’ Tarik); Bolic, Kostadinov -All. Lazaroni
ARBITRO: Heynemann (Germania)

SAMPDORIA - JUVENTUS 0-1 (0-1)
Genova, Stadio Luigi Ferraris, 08.12.1996 - 12ª Giornata di Campionato
RETI: 33’ Ferrara (J)
SAMPDORIA: Ferron, Balleri, Mannini; Mihajlovic, Pesaresi, Karembeu (46’ Montella); Veron, Franceschetti, Invernizzi; Mancini, Carparelli (56’ Iacopino) - All. Eriksson
JUVENTUS: Peruzzi, Torricelli, Ferrara; Montero, Dimas, Di Livio (83’ Lombardo); Deschamps, Zidane, Jugovic (89’ Tacchinardi); Del Piero (71’ Padovano), Boksic – All. Lippi
ARBITRO: Braschi di Prato

UDINESE - JUVENTUS 1-4 (0-3)
Udine, Stadio Friuli, 11.12.1996 - 10ª Giornata di Campionato
RETI: 23’ Boksic (J); 34’ Del Piero rig. (J); 44’ Del Piero rig. (J); 54’ Cappioli (U); 70’ Deschamps (J)
UDINESE: Turci, Helveg, Calori (45’ Bertotto); Bia, Orlando, Cappioli; Rossitto, Desideri (75’ Gargo), Stroppa; Clementi (66’ Amoroso), Poggi - All. Zaccheroni
JUVENTUS: Peruzzi (61’ Rampulla), Torricelli, Ferrara; Porrini, Iuliano, Di Livio; Deschamps, Zidane, Tacchinardi (68’ Lombardo); Del Piero, Boksic – All. Lippi
ARBITRO: Treossi di Forlì
NOTE: Recupero della partita in programma il 24.11.1996 e rinviata per l’impegno della Juventus nella finale di Coppa Intercontinentale
CLASSIFICA: Juventus p. 25; Vicenza p. 22; Inter p. 21; Bologna, Napoli p. 20; Fiorentina, Milan p. 18; Roma p. 17; Lazio, Perugia, Piacenza, Sampdoria p. 16; Udinese p. 15; Parma p. 14;  Atalanta p. 11; Cagliari p. 10; Verona p. 7; Reggiana p. 5

PARIS ST. GERMAIN - JUVENTUS 1-6 (0-4)
Parigi (Francia), Stadio Parco dei Principi, 15.01.1997 - Supercoppa Europea – Finale – Andata
RETI: 4’ Porrini (J); 22’ Padovano (J); 35’ Ferrara (J); 40’ Padovano (J); 52’ Raì rig. (P); 82’ Lombardo (J); 88’ Amoruso (J)
PARIS ST. GERMAIN: Lama, Algerino (34’ Kenedy), N’Gotty; Le Guen, Domi (55’ Leonardo), Leroy; Fournier, Guerin, Rai; Loko, Dely Valdes (61’ Poget) - All. Ricardo Gomes
JUVENTUS: Peruzzi, Torricelli, Ferrara (73’ Iuliano); Porrini, Pessotto, Di Livio; Zidane, Tacchinardi (67’ Lombardo), Deschamps; Padovano (73’ Amoruso), Del Piero – All. Lippi
ARBITRO: Levnikov (Russia)
CRONACA: Ci vorrebbe sempre una difesa come quella del Paris St. Germain per risolvere definitivamente i problemi offensivi della Juventus, senza o con Boksic. Piu' propriamente sarebbe auspicabile trovare ovunque un avversario cosi' male in arnese, come quello francese per giocare, vincere e vivere felici. Mai visti, almeno in campo internazionale e tra due finaliste, tanto squilibrio di forze, tanta sproporzione di mezzi, tante differenze di qualita' tecniche, tattiche, individuali e collettive. Non una partita, ma un gioioso pattinare sul ghiaccio del Parco dei Principi, mentre i trentamila parigini mulinano i fischi come fossero fruste e, fin dallo 0 - 3 juventino, si esibiscono in ole' di scherno verso i propri giocatori, ripiegano con rabbia gli striscioni, ululano e insultano come un container dentro il quale infuria un oceano iroso. Forse e' vero che ai giocatori del P.S.G. interessa di piu' recuperare in campionato sul Monaco, altrimenti non si spiegherebbe il turistico "avvicinamento" alla partita di ieri sera, consumato tra gli ozii dell'isola di Reunion e la Mauritius; pero', sinceramente, non si capisce come riusciranno a colmare il distacco dai rivali, giocando in modo tanto approssimativo e, per sovrammercato, cosi' azzardato. Certo, se e' questa la squadra che e' stata lungamente in testa - e che ancora e' seconda - c'e' davvero da dubitare sulla qualita' complessiva del campionato francese. E' vero, il P.S.G. e' reduce dalla pausa per la sospensione del torneo, proprio per questo pero' era auspicabile che l'allenatore brasiliano Ricardo non stravolgesse il modulo (4 - 4 - 2), per affidarsi ad un ardito e scervellato 3 - 4 - 3, con implicito recupero dell'ex cagliaritano Dely Valdes. Ammesso, e non concesso, che con tale assetto una squadra risulti piu' efficace, e' matematicamente sicuro che la difesa sara' esposta ad ogni spiffero, soprattutto se - come nel caso dei francesi - la squadra si allunga e si allarga, senza nemmeno l'idea di che cosa possa rappresentare nel calcio l'equidistanza tra i reparti. Che alla fine la Juve vinca per 6 - 1, mandando a rete un po' tutti, da Porrini ad Amoruso, passando per Padovano (due volte), Ferrara (di testa) e Lombardo (di piatto), non solo non e' una sorpresa, ma e' perfino riduttivo. Infatti con un po' di attenzione in piu' sarebbe venuto qualche altro gol. Padovano, per esempio, di gran lunga il piu' motivato e voglioso sotto porta, potrebbe chiudere la sua serata parigina con una quaterna se non trovasse Lama, un paio di volte, a sbarrargli lo specchio della porta e delle ambizioni di grandezza. Smodata grandezza, in questo caso. Perche' non c'e' di peggio che enfatizzare nel risultato, il proprio dominio, per rimpicciolire anche le ottime prove individuali. Come sta alla fine la Juve, che chiedeva a Parigi un'indicazione per uscire dal principio di crisi italiana? Attonita, forse dalla sua stessa forza, e contemporaneamente sgomenta per l'inesistenza altrui. Perche' il 6 - 1 non e' il risultato di una finale di Supercoppa europea, ma l'espressione numerica dell'inesistenza avversaria. Ad un certo punto, e senza peccare di superbia, i bianconeri hanno pure abbassato il ritmo e razionato le forze. Lippi, con Lombardo ed Amoruso in campo, ha avviato le prime, possibili varianti al gioco offensivo, anche se attaccare nel vuoto e senza opposizione, e' piu' facile che contro la "Primavera". E' giusto, allora, scherzare come ha fatto Platini, che in televisione ha annunciato a Lippi "una durissima gara di ritorno". Meno giusto - se davvero questo e' il pensiero del tecnico - ritenere che la Juve possa trarre qualche conforto pratico per risolvere i problemi del dopo - Boksic. Come Lippi ha riconosciuto, la partita di ieri sera, prima di scadere a farsa, e' stata subito bene indirizzata da tre gol in 35 minuti. Uno solo di un attaccante (Padovano) e due firmati da Porrini e Ferrara, non a caso difensori con licenza di colpire. Il 5 febbraio ritorno. Ma per il P.S.G. l'1 - 6 di ieri sera e' di incancellabile vergogna. – da www.corriere.it

LAZIO - JUVENTUS 0-2 (0-1)
Roma, Stadio Olimpico, 19.01.1997 - 17ª Giornata di Campionato
RETI: 31’ Padovano (J); 62’ Padovano (J)
LAZIO: Orsi, Nesta (60’ Negro), Fish; Chamot, Favalli (46’ Grandoni), Fuser; Baronio, Nedved, Rambaudi (60’ Protti); Casiraghi, Signori  - All. Zeman
JUVENTUS: Peruzzi, Porrini, Ferrara; Montero, Pessotto, Lombardo; Jugovic, Deschamps, Tacchinardi (75’ Di Livio); Del Piero (89’ Iuliano), Padovano (75’ Amoruso) – All. Lippi
ARBITRO: Messina di Bergamo
CLASSIFICA: Juventus p. 33; Sampdoria p. 29; Inter p. 28; Parma, Vicenza p. 27; Fiorentina p. 26;  Bologna, Milan p. 25; Atalanta, Napoli p. 24; Lazio, Roma p. 23; Udinese p. 22; Piacenza p. 19; Perugia p. 18; Cagliari p. 15; Verona p. 11; Reggiana p. 10

JUVENTUS – PARIS ST. GERMAIN 3-1 (1-0)
Palermo, Stadio La Favorita, 05.02.1997 - Supercoppa Europea – Finale – Ritorno
RETI: 36’ Del Piero (J); 64’ Raì rig. (P); 70’ Del Piero (J); 93’ Vieri (J)
JUVENTUS: Peruzzi, Torricelli (71’ Porrini), Ferrara; Montero, Pessotto, Di Livio; Zidane, Tacchinardi (68’ Lombardo), Jugovic; Padovano (68’ Vieri), Del Piero – All. Lippi
PARIS ST. GERMAIN: Lama, Algerino, Le Guen; Domi, Kenedy, Guerin (81’ Leroy); Rai, Cauet, Leonardo (81’ Allou); Loko (90’ Calenda), Dely Valdes - All. Ricardo Gomes
ARBITRO: Muhmenthaler (Svizzera)
CRONACA: Sollecitata dall'amore palermitano ad architettare una prestazione vera, la Juve non puo' che agguantare il decimo trofeo internazionale (sesto alloro con Lippi e quarantatreesimo dentro la bacheca bianconera) mimando se stessa, salvo aggiungere sulla devastazione francese un definitivo 3 - 1, tramite gli automatismi di gioco, forse rintracciabili pure sul copione dei suoi allenamenti quotidiani. Impossibile aggiungere altre virtu' dentro questa Supercoppa europea gia' acquisita all'andata; impossibile soprattutto spremere furore agonistico contro l'opposizione francese del Paris Saint Germain, proteso verso un platonico recupero dell'onore, secondo quanto meriterebbero l'incasso record e lo stadio stracolmo come per le poste in palio piu' combattute. E semmai, l'opera di rimozione psicologica, riesce meglio ai palleggiatori farfalloni di Ricardo Gomes, quanto meno tonificati da due correzioni centrocampistiche, rispetto al disastroso 6 - 1 imbarcato il 16 gennaio. Cosi', impigliati nell'obbligo morale di gratificare comunque la succursale siciliana senza tensioni pulsanti, i bianconeri srotolano dapprima sull'asse Jugovic - Zidane - Del Piero un piacevole calcio di possesso, aspettando assalti parigini per piazzare i ribaltamenti devastanti dell'altra volta. Ma, piazzato Guerin dinnanzi al quartetto difensivo, e assortito un centrocampo di guastatori, il P.S.G. teoricamente a tre punte (Leonardo opera quale improbabile centravanti nella tagliola Ferrara - Montero) si mantiene abbastanza raccolto, supportato dai rientri esterni dei due attaccanti, Dely Valdes e Loko, quasi volesse solo scongiurare un'altra traumatica lezione. Percio', dopo il delirio introduttivo degli oltre trentacinquemila spettatori, impegnati a stringere idealmente nostra Signora Pellegrina nel Carnevale coreografico trasferito a "La Favorita" (1.395 milioni d'incasso), sono consentite la' dietro ai bianconeri pure disattenzioni desuete, tipo quella che lascia libero Dely Valdes d'azzardare l'incornata sotto misura di testa smorzata da Peruzzi; o il susseguente pastrocchio, dopo semplice rimessa laterale, fra il portiere e Ferrara, mentre Montero, slittato sulla scia dell'errore, ci mette una toppa rischiando l'autorete. Sbadataggini scusabili, per carita', che anzi le lentezze d'intreccio di Cauet e degli altri propositori francesi vengono assorbite, non appena la Juve inalbera un pressing spontaneo, nemmeno forsennato, quasi per caratteristiche irrinunciabili. La gente di bocca buona applaude qualsiasi gesto tecnico servito quando di contraggenio (i saltuari numeri di Del Piero, i preziosismi di Zidane o Jugovic), quando grazie alla vitalita' naturale dei cursori esterni Torricelli, Di Livio, Pessotto. Non c'e' ovviamente match, se non nell'ottica dei velenosi Kenedy e Domi, che picchiano e placcano tanto Del Piero quanto Padovano per azzerarne saltuarie ispirazioni, dietro i rifornimenti che li attivano. Serve un'accelerazione trapassante di Torricelli ad eludere le sistematiche scorrettezze dei segugi: Del Piero, ricevuto il lancio sul filo dell'offside, stoppa e pianta la mezza girata nell'angolo dove Lama non arriva. E' la settima mortificazione sopportata dal P.S.G., comunque deciso ad alleggerire il calvario juventino con un avvio di ripresa portato avanti a ritmi piu' serrati. La Juve quasi se ne meraviglia, mentre Pessotto e Montero annaspano dietro uno slalom di Leonardo, fruitore Dely Valdes, che Peruzzi stende dopo l'uscita precipitosa. Giusto rigore di percorso, provvisoriamente riequilibrante, ma in realta' utile a risvegliare l'orgoglio juventino come lo stadio palermitano invoca. Ora i bianconeri procedono sparati per valorizzare la loro superiorita' tecnica, sublimata ancora da Del Piero, magnifico il raddoppio con pallonetto irridente, fra botti, luminarie e cori festosi. Puo' bastare? No, da bravi juventini, i panchinari Lombardo, Porrini e Vieri trasmettono ulteriori energie per completare la festa. E Vieri azzecca la capocciata del 3 - 1 per il conto totale. – da www.corriere.it
I due rigori concessi al PSG non erano neanche per falli evidenti.

FIORENTINA - JUVENTUS 1-1 (0-1)
Firenze, Stadio Artemio Franchi, 23.02.1997 - 21ª Giornata di Campionato
RETI: 16’ Del Piero (J); 49’ Robbiati (F)
FIORENTINA: Toldo, Carnasciali, Padalino; Falcone, Serena, Kanchelskis (60’ Amoruso L.); Piacentini (46’ Cois) Bigica (46’ Robbiati), Rui Costa; Schwarz, Batistuta - All. Ranieri
JUVENTUS: Rampulla, Pessotto (77’ Vieri), Ferrara; Montero, Iuliano, Di Livio (60’ Lombardo); Deschamps, Zidane, Jugovic; Del Piero, Padovano – All. Lippi
ARBITRO: Bazzoli di Merano
CLASSIFICA: Juventus p. 41; Sampdoria p. 36; Inter, Parma p. 34; Bologna p. 32; Atalanta, Roma, Vicenza p. 31; Napoli p. 29; Fiorentina, Milan p. 28; Lazio, Udinese p. 27; Piacenza p. 24;  Perugia p. 22; Cagliari p. 19; Verona p. 17; Reggiana p. 13

Colpiti in stagione fino ad ora dalla Juve 17 legni, campionato ancora vivo solo per questione di centimetri

JUVENTUS – ROMA 3-0 (2-0)
Torino, Stadio delle Alpi, 15.03.1997 - 24ª Giornata di Campionato
RETI: 28’ Vieri (J); 44’ Vieri (J); 85’ Amoruso (J)
JUVENTUS: Peruzzi, Porrini, Ferrara; Montero, Dimas, Di Livio (77’ Jugovic); Zidane (65’ Lombardo), Deschamps, Tacchinardi; Vieri (65’ Padovano), Amoruso – All. Lippi
ROMA: Cervone, Pivotto, Petruzzi; Aldair, Candela, Tommasi (46’ Fonseca); Di Biagio (57’ Statuto), Thern, Carboni; Balbo, Totti - All. Santarini-Bianchi
ARBITRO: Cesari di Genova

MILAN - JUVENTUS 1-6 (0-2)
Milano, Stadio San Siro, 06.04.1997 - 26ª Giornata di Campionato
RETI: 19’ Jugovic (J); 31’ Zidane rig. (J); 50’ Jugovic (J); 70’ Vieri (J); 74’ Amoruso (J); 77’ Simone (M); 82’ Vieri (J)
MILAN: Rossi, Reiziger, Vierchowod; Baresi, Maldini, Savicevic; Desailly (81’ Tassotti), Boban, Blomqvist (60’ Baggio R.); Dugarry, Simone - All. Sacchi
JUVENTUS: Peruzzi, Porrini (74’ Pessotto), Ferrara; Iuliano, Dimas, Di Livio; Tacchinardi, Zidane (75’ Lombardo), Jugovic; Vieri, Boksic (39’ Amoruso) – All. Lippi
ARBITRO: Braschi di Prato
CLASSIFICA: Juventus p. 52; Parma p. 46; Bologna, Inter p. 42; Lazio, Sampdoria p. 40; Milan, Roma p. 36; Atalanta, Fiorentina, Udinese, Vicenza p. 35; Napoli p. 33; Perugia, Piacenza p. 27;  Cagliari p. 26; Verona p. 19; Reggiana p. 18
CRONACA: Mai cosi'. Mai, se non forse risalendo a un tenebroso passato, il Milan aveva subito un azzeramento tanto pieno e cosi' totale, fosse a San Siro o lontano da qui. Mai si era dovuto prostrare sei volte davanti a una squadra di calcio, rinunciando a esserlo completamente. Mai aveva "offeso" cosi' pesantemente i propri tifosi (che hanno generosamente ricambiato). Mai un tracollo tanto vergognoso in vita sportiva ad Arrigo Sacchi, ex c.t. della nazionale, e ormai allenatore a tempo sulla panchina rossonera. Quasi certamente Silvio Berlusconi, apparso ieri sera conciliatorio per dovere di protocollo, lo sollevera' al termine del campionato. Perche' tante cose possono passare da una squadra e da una societa' (perdere lo scudetto, abbandonare le speranze di secondo posto, lasciare con largo anticipo la Champions League), ma non essere ricordati come carne da macello, un comodo materasso che la Juve ha calpestato, pigiando anche quando non serviva, come a ribadire che, insieme con l'ormai scontatissimo scudetto, i campioni d'Italia hanno il diritto di titolarita' su tutto: gol (sei in un colpo solo), impianto di gioco, gestione della manovra, aggressivita', brillantezza e tutto quello che fa di una squadra vincente una squadra memorabile. Lippi non ha battuto Sacchi, l'ha proprio cancellato, in maniera pressoche' definitiva, con la sua idea di calcio ribaltato in velocita', ieri sera esaltato da una discesa che ha sentito all'improvviso tutto il peso degli anni e si e' scoperta abbandonata dal peggior centrocampo dell'ultimo decennio rossonero. Dopo mezz'ora la partita e' virtualmente conclusa. Come previsto, la pragmatica Juve e' in vantaggio al primo tiro in porta (anzi al secondo, di Jugovic, perche' quello di Vieri viene ribattuto bravamente da Rossi) e raddoppia sul rigore concesso dall'arbitro Braschi per fallo di Maldini su Boksic (fortunosa la trasformazione di Zidane). Prima di assegnare il rigore Braschi si consulta, a vista, con il guardalinee Mazzei, per un presunto fuorigioco di Boksic. Non e' cosi', come conferma l'elettronica (il croato e' in gioco per sette centimetri). Due gol dopo mezz'ora, in partite come questa, sono un abisso. E la Juve questo abisso lo scava anche con l'opposizione di Peruzzi che, tra il 22' e il 25', allontana due volte l'ipotesi di pareggio (volo su Dugarry e parata su girata di Simone). Mentre nel finale di tempo (41') il portiere mette tutto se stesso per bloccare uno sfondamento Simone - Savicevic. Una rimonta, gia' difficile, diventa addirittura impensabile quando ci si trova a dover superare un numero uno di cosi' spiccate capacita'. Pero' sarebbe davvero puerile fermarsi a questo rilievo; la Juve, infatti, pur rischiando in almeno quattro occasioni, offre sempre l'immagine di una formazione compatta, risoluta, sicura. E sul 2 - 0, con un Milan fracassato centralmente (la squadra si allunga e si allarga, offrendosi ai contropiedi avversari), non si vede una Juve appagata, anche se si permette di avvicendare Boksic (leggero risentimento all'adduttore sinistro: preferisce non rischiare) con Amoruso, dopo neanche 40 minuti di gioco. Proseguire in scioltezza non e' difficile, mentre il Milan sembra vento rabbioso che sbatte sulla roccia. La ripresa registra la prima, ufficiale contestazione ad Arrigo Sacchi ("Sacchi tu sei un figlio di..."), scandito prima dalla curva milanista e poi da quella bianconera che si sostengono con vicendevoli applausi. La protesta si acuisce dopo il terzo gol juventino (ancora Jugovic, in contropiede), quando sempre la curva rossonera invoca Roberto Baggio rovesciando su Sacchi le peggiori contumelie. In un clima di isteria generalizzata, Roberto Baggio sostituisce Blomqvist. Entra nel momento piu' difficile ma e' subito l'unico milanista che vince, perche' gran parte dello stadio sta dalla sua parte: applausi, incitamenti, invocazioni, mentre per il resto della squadra solo minacce ("a mezzanotte, uscite a mezzanotte"). Nessuno sembra accorgersi che la partita e' finita nel primo tempo; eccitarsi per il colpo di testa di Baggio (Peruzzi in angolo) e' un diritto di chi paga, ma non sposta i termini di un confronto che ormai non esiste piu'. Anzi, al 25', su ennesima fallimentare interpretazione del fuorigioco milanista, Vieri segna il quarto gol. Il calvario continua, perche' la Juve si diverte a correre dentro una squadra ridotta a guscio vuoto. Il risultato assume cosi' proporzioni colossali; va a bersaglio anche Amoruso (e sono cinque), risegna Vieri (e sono sei). Nel frattempo, Simone aveva trovato il modo di ridurre le distanze (1 - 5). Ma, lungi dall'essere una consolazione, quella prodezza acuiva il senso di disastro e forniva l'esatta dimensione del fallimento. – da www.corriere.it
Anche il settimo era regolare ma è stato ingiustamente annullato.

AJAX - JUVENTUS 1-2 (0-2)
Amsterdam (Olanda), Amsterdam Arena, 09.04.1997 - Champions League – Semifinale – Andata
RETI: 14’ Amoruso (J); 41’ Vieri (J); 65’ Litmanen (A)
AJAX: Van der Sar, Melchiot, Blind; De Boer F., Scholten (77’ Wooter), Witschge (70’ Dani); Litmanen, Musampa (27’ Bogarde), Babangida; De Boer R., Overmars - All. Van Gaal
JUVENTUS: Peruzzi, Porrini, Ferrara; Montero, Pessotto, Di Livio (69’ Tacchinardi); Deschamps, Zidane, Jugovic (85’ Lombardo); Vieri, Amoruso – All. Lippi
ARBITRO: Lopez Nieto (Spagna)
Prestazione sublime della Juve, una cosa da spellarsi le mani dagli applausi, Juve mostruosa.

JUVENTUS – UDINESE 0-3 (0-1)
Torino, Stadio delle Alpi, 13.04.1997 - 27ª Giornata di Campionato
RETI: 42’ Amoroso rig. (U); 47’ Bierhoff (U); 79’ Amoroso (U)
JUVENTUS: Peruzzi, Pessotto (29’ Di Livio); Ferrara; Montero, Dimas, Lombardo; Tacchinardi, Zidane, Jugovic (69’ Conte); Boksic (57’ Amoruso), Vieri – All. Lippi
UDINESE: Turci, Geneaux, Pierini; Calori, Sergio, Helveg (89’ Bertotto); Giannichedda, Rossitto, Locatelli (4’ Gargo); Bierhoff, Amoroso (75’ Cappioli) - All. Zaccheroni
ARBITRO: Bettin di Padova
CLASSIFICA: Juventus p. 52; Parma p. 49; Inter p. 45; Bologna, Sampdoria p. 43; Lazio p. 40; Udinese p. 38; Atalanta, Fiorentina, Milan, Roma, Vicenza p. 36; Napoli p. 34; Piacenza p. 28; Cagliari, Perugia p. 27; Verona p. 22; Reggiana p. 19
La Juve fallisce 2 rigori solari.

BOLOGNA - JUVENTUS 0-1 (0-1)
Bologna, Stadio Renato Dall’Ara, 19.04.1997 - 28ª Giornata di Campionato
RETI: 40’ Boksic (J)
BOLOGNA: Antonioli, Cardone (54’ Brambilla), Torrisi; De Marchi (71’ Tarozzi), Mangone, Paramatti; Marocchi, Scapolo, Schenardi; Andersson, Fontolan (59’ Bresciani) - All. Ulivieri
JUVENTUS: Peruzzi, Iuliano, Ferrara; Montero, Dimas, Di Livio (79’ Lombardo); Zidane (85’ Porrini), Deschamps, Jugovic; Boksic, Vieri (63’ Amoruso) – All. Lippi
ARBITRO: Ceccarini di Livorno
CLASSIFICA: Juventus p. 55; Parma p. 49; Inter p. 48; Sampdoria p. 44; Bologna, Lazio p. 43;
Grande gol di Boksic che dribbla mezzo Bologna e maestoso Peruzzi che salva di testa il risultato.

JUVENTUS – AJAX 4-1 (2-0)
Torino, Stadio delle Alpi, 23.04.1997 - Champions League – Semifinale – Ritorno
RETI: 34’ Lombardo (J); 36’ Vieri (J); 73’ Melchiot (A); 78’ Amoruso (J); 85’ Zidane (J)
JUVENTUS: Peruzzi, Di Livio, Ferrara; Montero, Iuliano, Lombardo; Tacchinardi, Deschamps, Zidane (83’ Conte); Boksic, Vieri (68’ Amoruso) – All. Lippi
AJAX: Van der Sar, Melchiot, Blind; De Boer F., Scholten (56’ Musampa), Witschge (83’ Juan); Litmanen, Bogarde, Babangida; De Boer R., Overmars - All. Van Gaal
ARBITRO: Nielsen (Danimarca)
Zidane immenso, quasi da solo cancella il grande Ajax, prestazione memorabile.


JUVENTUS – PARMA 1-1 (1-1)
Torino, Stadio delle Alpi, 18.05.1997 - 32ª Giornata di Campionato
RETI: 29’ Di Livio aut. (P); 43’ Amoruso rig. (J)
JUVENTUS: Peruzzi, Porrini, Ferrara; Montero, Dimas, Di Livio; Deschamps, Zidane (75’ Del Piero), Jugovic (7’ Conte); Vieri (67’ Boksic), Amoruso – All. Lippi
PARMA: Buffon, Ze Maria, Thuram; Cannavaro, Mussi, Pedros (74’ Barone); Sensini, Baggio D., Crippa; Chiesa, Crespo (48’ Brolin) - All. Ancelotti
ARBITRO: Collina di Viareggio
CLASSIFICA: Juventus p. 63; Parma p. 57; Inter p. 55; Lazio p. 51; Sampdoria p. 49; Bologna, Udinese p. 48; Vicenza p. 44; Milan p. 43; Fiorentina, Roma p. 41; Atalanta p. 40; Napoli p. 38; Cagliari, Perugia, Piacenza p. 34; Verona p. 27; Reggiana p. 19
Parma in vantaggio con un autorete da calcio d’angolo dopo essere stata assediata per mezz’ora.

ATALANTA - JUVENTUS 1-1 (1-0)
Bergamo, Stadio Atleti Azzurri d’Italia, 23.05.1997 - 33ª Giornata di Campionato
RETI: 19’ Inzaghi (A); 54’ Iuliano (J)
ATALANTA: Pinato, Foglio, Mirkovic (49’ Rustico); Carrera, Sottil (63’ Carbone), Rossini; Sgrò, Morfeo (74’ Fortunato), Gallo; Inzaghi, Lentini - All. Mondonico
JUVENTUS: Peruzzi, Pessotto, Ferrara; Iuliano, Dimas, Lombardo; Tacchinardi, Zidane (65’ Di Livio), Jugovic; Vieri, Del Piero (68’ Amoruso) – All. Lippi
ARBITRO: Bettin di Padova
CLASSIFICA: Juventus p. 64; Parma p. 60; Inter p. 58; Lazio p. 54; Sampdoria p. 52; Udinese p. 51; Bologna p. 48; Vicenza p. 47; Fiorentina p. 44; Milan p. 43; Atalanta, Roma p. 41; Napoli p. 38; Perugia p. 37; Cagliari, Piacenza p. 34; Verona p. 27; Reggiana p. 19
CRONACA: La Juventus della zona spuria ha conquistato il ventiquattresimo scudetto della sua celebratissima storia. L'ha fatto pareggiando 1 - 1 a Bergamo, in una gara dal finale grottesco, con la partita anche sospesa per un'anticipata invasione dei tifosi, beotamente festanti. La Juve ha giocato con essenziale disinvoltura, la stessa cui ha soggiogato il campionato per l'intera sua durata, tranne due vistose fiammate che ne sottolineano le eccedenti virtu' dispotiche: con l'Inter, in casa, e con il Milan in trasferta: 6 - 1, la pagina piu' avvilente della vicenda sportiva dei rossoneri. Vincendo alla sesta d'andata con l'Inter, si era capito di quale grana fosse fatta la squadra di Marcello Lippi, che per la seconda volta in tre anni si stava avviando a conquistare il titolo: di contenuto trapattoniano a dispetto del contenitore (il modulo 4 - 4 - 2); fortemente atletica, costantemente motivata, tesa al risultato come bene supremo; perfetta congiunzione tra calcio della tradizione e dell'innovazione. La mitridatizzazione della squadra consiste nell'assuefazione ad ogni tipo di situazioni, soprattutto quelle intossicate, alla maniera in cui Mitridate, re del Ponto, era immunizzato ai veleni. La Juve di quest'anno, infatti, non ha potuto contare certo sugli uomini che piu' di altri sembravano garantirle un tranquillissimo approdo: Del Piero, al pari di Boksic, ha dovuto scontare dolorosi infortuni, seguiti da quello piu' recente di Padovano (fuori dall'inizio di aprile); il capitano Conte si fece male in nazionale il 9 ottobre e praticamente non e' ancora rientrato; Pessotto solo ieri e' sembrato pienamente recuperato; Torricelli e' uscito di scena con il Milan. Attacco, centrocampo e difesa hanno patito in misura differente, ma sempre cospicua, assenze e riduzioni. Eppure Lippi ha comunque saputo suturare ogni tipo di deficit, rovesciando spesso l'esito di cali e scadimenti previsti o imprevedibili. Ieri sera l'ultima conferma, con quel gol di testa di Mark Iuliano, un rincalzo che da tempo sta giocando meglio dei titolari e che ha assegnato il titolo dopo 53 minuti. A parte il risultato, nulla e' andato come previsto. Nessun patto di non belligeranza, nessuna economia, specialmente da parte di Pinato, Lentini, Sgro' e Inzaghi, quest'ultimo piu' che mai proteso ad imporsi quale goleador principe della serie A (ventidue, con ieri sera, i gol realizzati). L'Atalanta e' partita meglio, e per meglio s'intende piu' forte, pressando soprattutto a centrocampo con Foglio, Sgro' e Gallo, oltre a proporre un movimento apprezzabile sulla sinistra dove su Lentini ha raddoppiato Rossini con costanza leggermente inferiore all'efficacia. Peraltro il gol, al 20', e' il prodotto piu' di una concessione bianconera (Ferrara e' mal piazzato o, comunque, non calcola esattamente il momento in cui saltare di testa) che Inzaghi sfrutta da spigolatore d'area qual e'. Il confronto e' vero e, con il passare dei minuti, autenticamente serrato. Dal 30', l'attimo del gol non convalidato a Del Piero, al 47', momento in cui si chiude il primo tempo, la Juve ha tre occasioni e l'Atalanta una (Gallo, da meta' campo, pallonetto di puro intuito). A negare il pareggio agli uomini di Lippi e' sempre Pinato: due volte si oppone al sinistro di Vieri; una a quello di Zidane, prezioso soprattutto nel raffinare l'azione almeno quanto lo e' Jugovic nel proporla. Il pareggio resta scritto, ma nessuno pensa che a scriverlo sia Iuliano all'8' della ripresa. Anzi, sull'angolo di Del Piero provocato da una nuova combinazione Zidane - Vieri, e' Ferrara a colpire di testa, Pinato ancora una volta si frappone, arriva Iuliano e tocca placido nel sacco. Prima delle staffette d'addio (Morfeo, forse in partenza, viene sostituito da Fortunato, prossimo al ritiro), Lentini schiaccia di testa e Peruzzi para. Al contrario la Polizia si fa sorprendere dalla prevista invasione dei tifosi, soprattutto atalantini, che entrano nel campo per destinazione gia' al 36' della ripresa e al 41' si riversano nel rettangolo di gioco a partita ancora in corso. Bettin non fischia la fine, i giocatori corrono verso lo spogliatoi, la partita e' sospesa. C'e' addirittura chi apre un cancello, adesso sono almeno mille in campo. Solo l'intervento di Carabinieri e Polizia riesce a spingere fuori la folla, pericolosamente accalcata verso i cancelli, mentre lo stadio intona cori inspiegabilmente irridenti. Provvidenziale l'ausilio di Emiliano Mondonico che, nonostante la squalifica, scende sul prato e convince gli irriducibili a desistere. La partita riprende dopo un'interruzione di 15 minuti: l'Atalanta e' addirittura in dieci. Adesso si' che si gioca per finta. Fortuna che passa in fretta. Tra ritardi e sospiri, arriva tutto: un'altra invasione, la giusta fine, lo scudetto alla Juve, la salvezza dell'Atalanta. – da www.corriere.it

BORUSSIA DORTMUND - JUVENTUS 3-1 (2-0)
Monaco di Baviera (Germania), Olimpia Stadium, 28.05.1997 - Champions League – Finale
RETI: 29’ Riedle (B); 34’ Riedle (B); 64’ Del Piero (J); 71’ Ricken (B)
BORUSSIA DORTMUND: Klos, Kree, Kohler; Sammer, Reuter, Lambert; Paulo Sousa, Moeller (88‘ Zorc), Heinrich; Riedle (67‘ Herrlich), Chapuisat (70‘ Ricken) - All. Hitzfeld
JUVENTUS: Peruzzi, Porrini (46’ Del Piero), Ferrara; Montero, Iuliano, Di Livio; Zidane, Deschamps, Jugovic; Vieri (72’ Amoruso), Boksic (87’ Tacchinardi) – All. Lippi
ARBITRO: Puhl (Ungheria)
Fu sempre Puhl ad arbitrare un'altra finale contro il Borussia D., questa volta dall'esito positivo per noi, in quella che all'epoca (1993) si chiamava Coppa UEFA, il primo trionfo Juventino di Antonio Conte.............. 

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