Stagione
1996-1997 : I
trionfi del centenario
La Juventus festeggiò nel 1997 i
cento anni della sua fondazione istituzionale: allo scopo di celebrare questa
ricorrenza la società e le autorità della città di Torino
organizzarono una serie di manifestazioni denominate Juvecentus (1897-1997;
Cento anni di Juve). Dal 22 al 27 maggio 1997
venne presentata al Lingotto
l'attività editoriale, multimediale e filatelica della società bianconera. In
occasione del centenario della
Juventus fu programmata la c.d. Coppa del Centenario-Trofeo Repubblica di San
Marino contro gli inglesi del Newcastle (la Juventus indossò una
divisa che ricordava il colore della divisa storica della società), disputata
allo Stadio Comunale La
Fiorita
di Cesena il 3 agosto.[98] A
fianco di questa iniziativa venne realizzata la Mostra del Centenario, ad
illustrare l'origine e l'evoluzione del club, e creato un fanclub con più di
10 000 membri.Dopo una campagna acquisti faraonica che vide arrivare
campioni del calibro di Zinédine Zidane, Christian Vieri ed il
croato Alen Bokšić,
arrivato dalla Lazio, e le
partenze di Gianluca Vialli (al
Chelsea) e Fabrizio Ravanelli (al
Middlesbrough), la stagione 1996-1997 fu
inaugurata con una nuova vittoria, nella doppia finale di Supercoppa UEFA
contro il club vincitore della Coppa delle Coppe, il Paris Saint-Germain. Si trattò di una
sfida storica, vista la vittoria all'andata per 6-1 al Parco dei Principi di Parigi, gol
di Porrini, Padovano (2), Ferrara, Lombardo e Amoruso ed il 3-1 inflitto dai
bianconeri a Palermo al
ritorno (doppietta di
Del Piero e gol di Vieri); il 9-2 complessivo è lo scarto più grande mai
raggiunto nelle finali UEFA. In seguito, il 26 novembre 1996 a Tokyo, la
squadra conquistò anche la seconda Coppa Intercontinentale grazie ad un gol di Alessandro Del Piero
all'81' contro i campioni sudamericani del River Plate.In quella stagione erano
presenti giocatori come Christian Vieri
(acquistato dall'Atalanta e ceduto l'anno successivo
all'Atlético de Madrid), il
francese Zinédine Zidane,
l'anno precedente al Bordeaux, e l'uruguaiano Paolo Montero,
anch'egli proveniente dall'Atalanta. Il 24º scudetto della storia bianconera
venne conquistato con 65 punti, dopo un finale palpitante a causa della
rincorsa del Parma. Il campionato fu ricordato tra l'altro per il memorabile
6-1 rifilato a San Siro al Milan di Arrigo Sacchi in
una partita in cui alla Juve mancavano per infortunio i due attaccanti titolari
Del Piero e Padovano:
segnarono Jugović (2), Zidane (r),
Vieri (2) ed Amoruso. Altra vittoria prestigiosa fu quella a Torino contro
l'Inter il 20 ottobre, gara
terminata sul 2-0 (gol di Jugović e Zidane). In Champions League la squadra eliminò in
semifinale l'Ajax vincendo 2-1 all'Amsterdam Arena
e 4-1 nel ritorno a Torino; perse poi per 1-3 la finale giocata a Monaco di Baviera, il 28 maggio 1997,
contro il Borussia Dortmund (gol di tacco di Del Piero), squadra in cui
militavano anche ex calciatori juventini, tra cui Andreas Möller e Paulo Sousa.
La partita fu caratterizzata dagli errori dell'arbitro ungherese Sándor Puhl, che
negò due rigori alle Zebre (falli su Jugović e Del Piero) e annullò un gol di Christian Vieri per
un fallo di mani rivelatosi poi inesistente.La Juve aveva superato Manchester
United (1-0 sia in casa che in trasferta, quando un rigore di Del Piero il 20 novembre
condannò gli inglesi alla prima sconfitta casalinga in Europa contro squadre
italiane, in assoluto la seconda in Coppa dei Campioni), Fenerbahçe (1-0 in
Turchia e 2-0 a Torino), Rapid Vienna (1-1 in Austria e 5-0 in casa) nel girone
eliminatorio, totalizzando il record nella fase a gruppi della Champions League
(poi eguagliato nel 2004-05), con 16 punti. Ai quarti di finale eliminò i
norvegesi del Rosenborg (1-1
in Scandinavia il 5 marzo,
marcatura di Vieri, e 2-0 in Piemonte il 19 dello
stesso mese,
segnature di Zidane e Amoruso su rigore), e nel sopra citato confronto in
semifinale gli olandesi dell'Ajax contro i quali aveva vinto l'edizione
precedente (2-1, gol di Amoruso e Vieri, in Olanda il 9 aprile, e
4-1 in Italia, reti di Lombardo, Amoruso, Vieri e Zidane, quest'ultima
realizzazione di pregevole fattura con una serpentina in area, il 23 aprile).
La Sentenza Bosman
stravolse radicalmente il mercato del pallone e le società europee
approfittarono della possibilità di schierare un numero illimitato di giocatori
comunitari. Tra gli emigranti di lusso ci furono Ravanelli e Vialli che
volarono in Inghilterra.
L'Inter, confermato Roy Hodgson,
prese il talentuoso trequartista francese Youri Djorkaeff dal
PSG, l'attaccante cileno Iván Zamorano dal
Real Madrid e il centrocampista olandese Aron Winter dalla
Lazio. La Juventus acquistò Zinedine Zidane dal
Bordeaux e Paolo Montero
dall'Atalanta e puntò sui giovani Christian Vieri e Nicola Amoruso. Il
Milan cominciò il campionato con l'uruguaiano Oscar Tabarez ma
poi fu sostituito a dicembre da Arrigo Sacchi, si
puntò sugli olandesi Edgar Davids e Michael Reiziger. La
Sampdoria prese il centrocampista Verón dal
Boca Juniors e il giovanissimo bomber Vincenzo Montella dal
Genoa. Destò curiosità l'Udinese di Zaccheroni che schierava un tridente
formato da Poggi-Amoroso-Bierhoff. Il
Parma affidò la panchina al giovane Carlo Ancelotti e
prese Lilian Thuram, Enrico Chiesa ed Hernan Crespo. La
Lazio di Zeman si rinforzò col ceco Pavel Nedvěd e il
bomber del Bari Igor Protti. Il Piacenza
rispose alla moltitudine di stranieri in arrivo con una squadra ancora una
volta tutta italiana mentre la Roma acquistò il promettente centrocampista Damiano Tommasi dal
Verona.La novità regolamentare della stagione fu la possibilità di far sedere
in panchina fino a un massimo di sette giocatori, due in più rispetto al
passato. E con l'ingresso della pay-tv anche il campionato italiano si avviò
verso un calcio sempre più televisivo.
Costantemente in testa alla
classifica nell'arco del torneo, fece ritorno allo scudetto, in
un torneo molto equilibrato, la Juventus di Marcello Lippi, già
Campione d'Europa e
destinata anche a trionfare, nel corso della stagione, in Coppa
Intercontinentale.
Con un Milan che cedette di schianto dopo un decennio
di trionfi, i principali avversari dei bianconeri furono l'Inter, in crescita, e il Parma del
giovane allenatore Carlo Ancelotti, che
l'anno prima aveva ottenuto la promozione in Serie A con la Reggiana. Il torneo partì l'8 settembre 1996,
inaugurato da un gol da antologia del milanista George Weah, che
scartò in progressione sette giocatori del Verona prima
di depositare la palla in rete. La Juventus dei nuovi acquisti Vieri e Zidane, pur
partita con qualche prestazione opaca, si ritrovò in testa alla quarta
giornata. Il 13 ottobre i
bianconeri, cadendo a Vicenza,
permisero all'Inter di andare in vetta, ma la vittoria nello scontro diretto
della settimana successiva permise alla Signora di sorpassare i rivali. Nelle
giornate seguenti Inter e Juventus continuano ad alternarsi in vetta alla
classifica, mentre a fine novembre fu il sorprendente Vicenza
dell'emergente allenatore Francesco Guidolin a
dare qualche grattacapo ai bianconeri. Decisiva per la fuga della squadra di
Lippi fu la vittoria ottenuta in rimonta sul Verona il 15 dicembre; al
diciassettesimo turno i bianconeri erano saldamente in testa, con quattro punti
sulla Sampdoria del bomber
Vincenzo Montella,
strappato in estate ai rivali del Genoa, cinque sull'Inter e sei sul
Vicenza e sul Parma. Il Milan, campione d'Italia uscente, andò invece incontro
a una crisi di risultati a cui non seppe porre fine neppure il ritorno di Arrigo Sacchi,
chiamato a sostituire Oscar Washington
Tabárez,
esonerato a dicembre dopo
la sconfitta esterna nell'undicesimo turno contro il Piacenza
(3-2). Alla fine i rossoneri si piazzeranno all'undicesimo posto. Il girone di
ritorno sembrò iniziare bene per la Sampdoria che, espugnando su rimonta lo Stadio Giuseppe
Meazza
il 2 febbraio, si
portò a -2 da una Juve bloccata sullo 0-0 a Cagliari. A
partire da quel momento, però, i genovesi
calarono improvvisamente il ritmo, favorendo la fuga della Juventus; si fece
dunque avanti il Parma, ma sembrò troppo tardi. Il 6 aprile i
bianconeri ottennero una storica vittoria per 6-1 in casa del Milan e il Parma
poté solamente avvicinarsi quando, la settimana successiva, la capolista stanca
per la sontuosa prestazione in Champions
League in casa dell’Ajax crollò in casa contro l'Udinese.
Furono proprio i friulani, che il 21 aprile
espugnarono anche il Tardini, a
danneggiare i sogni di rimonta dei gialloblù. Si arrivò così allo scontro
diretto del 18 maggio allo Stadio delle Alpi: il
vantaggio dei ducali(senza
aver mai calciato in porta ma grazie a una sfortunatissima autorete di Zidane),
che avrebbe ristretto a tre le distanze fra le due formazioni, fu vanificato da
un rigore concesso da Pierluigi Collina per
un fallo dubbio su Christian Vieri. Fu
così che venerdì 23 maggio bastò
un pareggio contro l'Atalanta del capocannoniere Filippo Inzaghi (24
reti), per festeggiare il ventiquattresimo titolo con una giornata d'anticipo.
Per i gialloblù rimase solo la consolazione della prima qualificazione alla Coppa dei Campioni: da
quest'anno infatti la UEFA
iniziò un radicale restyling delle proprie manifestazioni, ed aggiunse un
secondo posto in UEFA Champions
League
per gli otto migliori campionati europei, tra i quali in primissima fila vi era
quello italiano.In zona UEFA, un finale col freno a mano tirato costò al Bologna la
qualificazione europea a
tutto vantaggio di Sampdoria e Udinese: per
i friulani fu
l'esordio sul palcoscenico continentale e, sotto la guida del presidente Giampaolo Pozzo, la
consacrazione come autorevole e stabile realtà del calcio italiano per gli anni
a venire. In coda, salvezza anticipata e senza patemi d'animo per la Roma,
disastrata da alcuni acquisti sbagliati ma non altrettanto per il Napoli,
crollato alla distanza dopo uno sfolgorante avvio. Immediato, invece, il
ritorno in B per
la Reggiana, il Verona e il Perugia; gli umbri, al
ritorno in massima serie dopo 15 anni, furono condannati dalla classifica
avulsa, che mandò allo spareggio il Cagliari e il Piacenza.
Vinsero, per 3-1, gli emiliani; i
rossoblu ritornarono tra i cadetti dopo sette stagioni.
Pos.
|
Squadra
|
Pt
|
G
|
V
|
N
|
P
|
GF
|
GS
|
1.
|
Juventus
|
65
|
34
|
17
|
14
|
3
|
51
|
24
|
2.
|
Parma
|
63
|
34
|
18
|
9
|
7
|
41
|
26
|
3.
|
Inter
|
59
|
34
|
15
|
14
|
5
|
51
|
35
|
4.
|
Lazio
|
55
|
34
|
15
|
10
|
9
|
54
|
37
|
5.
|
Udinese
|
54
|
34
|
15
|
9
|
10
|
53
|
41
|
6.
|
Sampdoria
|
53
|
34
|
14
|
11
|
9
|
60
|
46
|
7.
|
Bologna
|
49
|
34
|
13
|
10
|
11
|
50
|
44
|
8.
|
Vicenza
|
47
|
34
|
12
|
11
|
11
|
43
|
38
|
9.
|
Fiorentina
|
45
|
34
|
10
|
15
|
9
|
46
|
41
|
10.
|
Atalanta
|
44
|
34
|
11
|
11
|
12
|
44
|
46
|
11.
|
Milan
|
43
|
34
|
11
|
10
|
13
|
43
|
45
|
12.
|
Roma
|
41
|
34
|
10
|
11
|
13
|
46
|
47
|
13.
|
Napoli
|
41
|
34
|
9
|
14
|
11
|
38
|
45
|
14.
|
Piacenza
|
37
|
34
|
7
|
16
|
11
|
29
|
45
|
15.
|
Cagliari
|
37
|
34
|
9
|
10
|
15
|
45
|
55
|
16.
|
Perugia
|
37
|
34
|
10
|
7
|
17
|
48
|
62
|
17.
|
Verona
|
27
|
34
|
6
|
9
|
19
|
38
|
64
|
18.
|
Reggiana
|
19
|
34
|
2
|
13
|
19
|
28
|
67
|
|
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|
Coppa
Intercontinentale 1996
26/11/1996 Juventus - River
Plate (ARG)
1 - 0
Supercoppa
Europea 1996
|
* Ritorno giocata a Palermo
Champions
League 1996/97
|
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*
Siamo stati la prima squadra a violare
l’Old Trafford in campo europeo.
Juve,
una notte di lacrime e rabbia
Il Borussia strappa la Coppa dei campioni ai bianconeri: inutile una
magia di Del Piero, contestato l' arbitro Puhl . Uno due di Riedle, gol
illusione di Alex e botta finale di Ricken Due rigori negati, un palo colpito
da Zidane, una deviazione del portiere sulla traversa: e' andato tutto storto
all' Olympiastadion.
Una notte senza dio. Una notte da squadra piccola e dunque
anche sfortunata (due legni), non protetta dall'arbitro ungherese (e se Puhl e'
il migliore del mondo, allora ieri sera era fuori forma o era in malafede),
infilata in contropiede, stritolata nel punteggio. Se per la Juve che fallisce
il grande slam poteva essere inaccettabile la sconfitta, figurarsi il 3 - 1. Al
Borussia Dortmund, che nella sua storia aveva vinto solo una Coppa delle coppe
nel '66 con il Liverpool, e' riuscita la rivincita sui bianconeri che lo
avevano sempre dominato. E' la prima squadra tedesca a vincere la Coppa dei
campioni in casa, ma la sua imprevedibile impresa la conduce di diritto nel libro
d'oro delle outsider, cioe' le finaliste che hanno saputo ribaltare il
pronostico: in semifinale, il Borussia sarebbe dovuto uscire col Manchester,
ieri sera sembrava non avere scampo con la Juve bionica di Lippi. Invece,
l'accolita degli scarti bianconeri (Reuter, Kohler, Moeller e Paulo Sousa),
dell'ex interista Sammer e del reietto Karl Heinz Riedle, giudicato dalla Lazio
(e non a torto) ai limiti dell'usura gia' anni fa, non solo si e' issata sul
tetto di Europa, ma ha fornito un altro argomento al mistero del calcio: la
terza in classifica del campionato tedesco che supera la squadra piu' forte del
mondo. Nel calcio anche i piu' bravi perdono, anche i migliori sbagliano. E se
ha sbagliato l'arbitro Puhl, ha sbagliato anche Lippi a puntare sul fido Porrini,
un giocatore dai limiti evidenti. In una serata in cui il reparto difensivo ha
mostrato la corda, era inevitabile che i piu' scarsi denunciassero i maggiori
imbarazzi. Con il senno di poi, sarebbe stato meglio puntare su Pessotto o
invertire la posizione di Porrini con quella di Ferrara. Anche Boksic, in
attacco, si e' dimostrato una scelta perdente. Poche volte ha superato il
diretto avversario, quasi nullo il suo movimento, ruvidi i piedi che, peraltro,
non gli hanno negato un assist a Del Piero in occasione dell'1 - 2. Pero',
nella circostanza, il merito e' stato interamente del fantasista, utilizzato da
Lippi solo nella ripresa. Eppure quasi per mezz'ora a calcio gioca solo la
Juve, poi all'improvviso il buio. Perche' a segnare due volte, tra il 29' e il
34', come se il Borussia premesse l'interruttore della luce, e' Riedle. Lo fa
di sinistro e di testa, ma e' significativo che in entrambi i casi il prodromo
sia un calcio d'angolo, cioe' la classica palla inattiva. Il primo gol e'
l'esito di un pallone che, smanacciato corto da Peruzzi, viene rigiocato dentro
da Lambert: Porrini, disastroso, manca la respinta e cosi' Riedle ha il tempo
per stoppare di petto e piazzare la sua zampata mancina. Il raddoppio sarebbe
ancor piu' evitabile, dato che a farsi battere da Riedle, sul tempo e sulla
forza, e' nientemeno che Ferrara con Di Livio, sul palo di destra, forse troppo
fermo. La Juve e' quella di sempre, aggressiva e capace di rovesciarsi negli
spazi, eppure sente che non le bastera': subisce
due gol nel momento in cui dovrebbe concretizzare la propria supremazia,
percepisce i sintomi dell'ostilita' arbitrale (il rigore non concesso ai danni
di Jugovic al 3', un gol annullato a Vieri al 43'), una sfortuna mai cosi'
nettamente avversa: il palo colpito da Zidane, al 41', che potrebbe riaprire il
resto della partita, e piu' tardi una palla di Vieri deviata sulla parte alta
della traversa. Ci prova Lippi, nella ripresa, azzardando Del Piero terza
punta al posto di Porrini. Cosi', in difesa, la Juve schiera Ferrara a destra,
Di Livio arretra a sinistra, Iuliano affianca Montero nel ruolo di centrale. E'
un 4 - 3 - 3 inedito e decisamente squilibrato, tant'e' che i bianconeri si
allungano subito perdendo la compattezza che, nel primo tempo, comunque
conservavano. Ormai e' una partita per singoli, singoli episodi in una trama
spezzata. Percio' non e' illogico, anche se e' abbastanza casuale, che la Juve
dimezzi lo svantaggio al 63'. Il colpo di tacco, il massimo del virtuosismo, di
Del Piero su cross basso di Boksic ha pero' un potere puramente illusorio. La
Juve, infatti, ce la potrebbe fare solo in forza della sua schiumante reazione,
non certo perche' pensi e si comporti da squadra padrona come l'avevamo
conosciuta. Infatti il collettivo, inteso come una serie di opportuni
collegamenti tra i reparti, non c'e' piu' da un pezzo (dalla mezz'ora del primo
tempo, appunto). Ci fosse, riuscirebbe a tenersi in partita ben piu' dei sette
minuti che servono al Borussia per triplicare in contropiede, coincidenti con i
35 secondi che bastano al nuovo entrato Ricken per finalizzare dai venticinque
metri un contropiede tipicamente tedesco. Peruzzi e' un po' fuori dai pali, ma
forse e' li' che si deve stare quando si pensa di partire per l'uscita bassa.
Finisce tutto con 20 minuti di anticipo. Di brutto c'e' il pessimo fallo di
Iuliano su Sousa che lascia il cattivo odore della ritorsione. Di bello, gli
juventini battuti che vanno ad applaudire i propri tifosi sotto la curva della
delusione. Perdere insegna sempre tanto. Per esempio che nessuno e'
imbattibile. Altrimenti l'imponderabile non sarebbe - come invece sembra -
racchiuso in un risultato: Borussia - Juve 3 - 1. – da www.corriere.it
Arbitro PUHL 4 - "Tira" contro la Juve con
decisioni inspiegabili. Solo a risultato acquisito arbitra con equita'.
La
sfortuna che ci aveva perseguitato in Campionato con i 20 legni colpiti si è
infine concentrata nella finalissima, il Campionato non è stato chiuso prima
solo per questione di centimetri. Quante sfilate dopo la nostra sconfitta…..
STAGIONE 1996-97. IL GRANDE
SLAM FALLITO PER UN SOFFIO
Conquistata finalmente una
Coppa dei Campioni che onori in qualche modo i morti dell’Heysel, la Juventus
si ributta in un’altra stagione sempre più forte e consapevole dei propri
mezzi. Gli obiettivi questa volta sembrano tutti alla portata della corazzata
di Lippi, che per l’ennesima volta prova a cambiare volto: Vialli dopo due anni
in bianconero pieni di soddisfazioni e trionfi, decide di andare a chiudere la
carriera in Inghilterra, mentre Ravanelli vola per nuovi lidi. Con lui vanno
via anche Marocchi, Vierchowod, Carrera e Paulo Sousa, facendo spazio a nuovi e
giovani scalpitanti volti: in attacco ecco Nicola Amoruso e Christian Vieri, ma
soprattutto Alain Boksic, veloce e potente punta ex Lazio. In difesa, arrivano
Paolo Montero dall’Atalanta e Mark Iuliano dalla Salernitana, mentre Pessotto
diventa titolare sulla fascia sinistra, alternandosi col portoghese Dimas. Ma
il colpo di mercato la Juventus lo centra in mezzo al campo, strappando al Bordeaux
Zinedine Zidane, un giovane talento franco-algerino che si rivelerà vero e
unico erede di Michel Platini. Nonostante i profondi cambiamenti e un inizio un
po’ stentato in campionato (alla quinta giornata arriva la prima sconfitta a
Venezia), la Juventus si scrolla di dosso le perplessità ed assimilati i
cambiamenti di gioco e di ruoli, riprende la sua consueta marcia sicura.
Davanti alla corazzata bianconera, il Milan campione d’Italia e il ritrovato
Parma si devono inchinare: a San Siro succede l’impensabile con la Juventus che
vince 6-1 viaggiando spedita verso la conquista del 24° scudetto, vinto a
Bergamo contro l’Atalanta con una giornata d’anticipo. Lo scudetto sarebbe
potuto essere la ciliegina sulla torta di una stagione indimenticabile, da grande
slam, ma dopo la Coppa Intecontinentale conquistata a Tokyo battendo per 1-0 il
River Plate e la Supercoppa Europea vinta contro il Paris St. Germain con un
sonante 6-1 a Parigi e un 3-1 a Palermo, la Juventus si arena inspiegabilmente
nella finale di Coppa dei Campioni: il Borussia Dortmund degli ex Kohler, Julio
Cesar, Moeller e Paulo Sousa vince per 3-1, riportando alla memoria di tutti i
tifosi un’altra amara finale con un’altra formazione tedesca...
JUVENTUS
– MANCHESTER UNITED 1-0 (1-0)
Torino, Stadio delle Alpi,
11.09.1996 - Champions League – Girone Eliminatorio - 1ª Giornata
RETI: 34’ Boksic (J)
JUVENTUS: Peruzzi, Porrini,
Ferrara; Montero (90’ Iuliano), Pessotto, Conte; Zidane (77’ Di Livio),
Deschamps, Del Piero; Vieri (73’ Amoruso), Boksic – All. Lippi
MANCHESTER UNITED: Schmeichel, Neville, Johnsen;
Pallister, Irwin, Beckham; Butt, Giggs (46’ McClair), Poborsky (76’ Solskjaer);
Cantona, Cruijff (76’ Cole) - All. Ferguson
ARBITRO: Merk (Germania)
JUVENTUS – INTER 2-0 (1-0)
Torino,
Stadio delle Alpi, 20.10.1996 - 6ª Giornata di Campionato
RETI:
40’ Jugovic (J); 62’ Zidane (J)
JUVENTUS:
Peruzzi, Torricelli, Ferrara; Montero, Pessotto (84’ Iuliano), Di Livio (90’
Ametrano); Deschamps, Zidane, Jugovic; Boksic, Padovano (84’ Vieri) – All. Lippi
INTER:
Pagliuca, Angloma, Paganin; Fresi (80’ Festa), Pistone, Zanetti; Sforza, Winter
(80’ Berti), Djorkaeff; Zamorano (80’ Ganz), Branca - All. Ardemagni-Hodgson
ARBITRO:
Braschi di Prato
CLASSIFICA:
Juventus p. 13; Milan p. 12; Inter p. 11; Bologna, Parma, Roma, Vicenza p. 10;
Perugia, Sampdoria, Udinese p. 9; Fiorentina, Lazio, Napoli, Piacenza p. 8;
Verona p. 5; Cagliari p. 4; Reggiana p. 3; Atalanta p. 2
Inter distrutta, Juve sempre in attacco
dall’inizio alla fine, colpiti anche due legni dalla Signora.
JUVENTUS
– RAPID VIENNA 5-0 (3-0)
Torino, Stadio delle Alpi,
30.10.1996 - Champions League – Girone Eliminatorio - 4ª Giornata
RETI: 4’ Boksic (J); 27’
Montero (J); 29’ Del Piero (J); 60’ Boksic (J); 75’ Del Piero (J)
JUVENTUS: Peruzzi, Torricelli,
Ferrara; Montero, Pessotto (73’ Porrini), Di Livio (64’ Lombardo); Deschamps,
Jugovic, Zidane; Del Piero, Boksic (65’ Padovano) – All. Lippi
RAPID VIENNA: Konsel, Schottel, Ivanov; Zingler,
Prosenik, Kuhbauer; Heraf, Stoger (65’ Pivarnik), Penksa; Mandreko, Stumpf -
All. Dokupil
ARBITRO: Dallas (Scozia)
MANCHESTER
UNITED - JUVENTUS 0-1 (0-1)
Manchester (Inghilterra),
Stadio Old Trafford, 20.11.1996 - Champions League – Girone Eliminatorio - 5ª
Giornata
RETI: 35’ Del Piero rig. (J)
MANCHESTER UNITED: Schmeichel, Neville G., Johnsen;
May, Neville P. (12’ McClair), Beckham; Keane, Butt, Giggs; Cantona, Solskjaer
(82’ Cruijff) - All. Ferguson
JUVENTUS: Peruzzi, Porrini,
Ferrara; Montero, Torricelli (83’ Iuliano), Di Livio (80’ Tacchinardi); Zidane,
Deschamps, Jugovic; Boksic, Del Piero – All. Lippi
ARBITRO: Garçia Aranda
(Spagna)
Prima squadra che riesce a
violare l’Old Trafford in campo europeo.
RIVER PLATE - JUVENTUS 0-1 (0-0)
Tokyo
(Giappone), Empire Stadium, 26.11.1996 - Coppa Intercontinentale – Finale
RETI: 82’
Del Piero (J)
RIVER
PLATE: Bonano,
Diaz, Ayala; Berizzo, Sorin, Astrada; Monserrat, Francescoli, Berti (74’
Gancedo); Ortega, Cruz (83’ Salas) - All. Diaz
JUVENTUS:
Peruzzi, Torricelli, Ferrara; Montero, Porrini, Di Livio; Deschamps, Zidane
(89’ Tacchinardi), Jugovic; Boksic, Del Piero – All. Lippi
ARBITRO:
Rezende (Brasile)
CRONACA:
C'
e' un giapponese piccolo e pio, che ha gia' arrotolato la propria bandiera
bianconera e pero' sta sempre pregando Buddha di aiutare la Juve, quando
Alessandro Del Piero incrocia con il piede destro l' angolo sinistro del
proprio destino. E' il 37' del secondo tempo e il gol, dopo una snervante e
appassionata attesa, serve a tirare rapide conclusioni. Prima conclusione: la
vita e' una questione di angoli e non di scale. Seconda conclusione: Buddha c'
e' e deve essere anche piuttosto tollerante, visto come ha accolto le istanze
di Noriyasu Kato, l' uomo che e' stato per l' intera partita con le mani giunte
e la testa china in raccoglimento, pazientando 82 minuti per vedere vincere una
squadra che, meritandolo ampiamente, ha fatto di tutto per procrastinare l'
evento fino a rischiare di vanificarlo. La Juventus diventa campione del mondo
per la seconda volta nella storia con una delle sue migliori partite e,
paradossalmente, con la piu' difettosa all' atto delle conclusioni a rete.
Problema vecchio e gia' evidenziato, pero' problema serio perche' una squadra
che non capitalizza neppure un quarto delle occasioni che produce puo' essere
una grande squadra solo a tempo e a responsabilita' limitate. La Juve di Lippi
va giustamente celebrata per l' ampiezza e la profondita' del proprio gioco,
per il prestigio del successo e la prova di dominio offerta contro il River
Plate. Ma nel prossimo futuro il nodo dei gol sprecati andrebbe sciolto. Ne va
dello strozzamento di ambizioni e potenzialita' . Come il nodo si possa
sciogliere non e' facile da dire, pero' forse non sarebbe neppure un male
cominciare a ripassare il bagaglio tecnico di alcuni giocatori. Se il calcio
moderno e' forza, velocita' , precisione (e quello della Juve e' un calcio
modernissimo), allora e' venuto il tempo che la manovra conservi il proprio
timbro in ogni sua fase: chi e' deputato a segnare deve saper adeguare la
propria esplosivita' all' attenzione sotto rete. Il caso e il nome sono quelli
di Alen Boksic, il quale, se e' passato come un uragano anche attraverso la
difesa del River Plate, ha trascinato con se' troppi detriti. Lippi, con un'
accorata difesa, ha dedicato parole di encomio al proprio attaccante ("E'
un grande giocatore che fa tutto a una velocita' notevole, ha avuto
sfortuna"), ma resta da capire se avrebbe adoperato un' argomentazione
cosi' articolata in caso di sconfitta. Vero che la Juventus e' tanto
impetuosamente seduttiva quanto e' trascinata dalla travolgente presenza del
croato, ma vero altrettanto che da Boksic ci si aspetta almeno la quota - gol
di Vialli o di Ravanelli. Altrimenti si rischia una pesante penalizzazione.
Lippi lo disse il primo giorno di raduno ricordando le capacita' realizzative
che il croato aveva a Marsiglia. Lippi ancora lo pensa, anche se dice che i gol
segnati sono sufficienti. Eppure, questa partita caratterizzata da otto
opportunita' , di cui sette buttate, la Juve poteva perderla prima (traversa di
Ortega sullo 0 - 0: unico tiro in porta degli argentini al 32' della ripresa) e
pareggiarla alla fine, quando Angelo Peruzzi, il miglior portiere italiano
negli ultimi due anni, ha opposto se stesso ad Ayala e soprattutto a Salas.
Tutto questo dopo che Boksic (due volte) e Di Livio (una) avevano mancato il
bis. Per chi scrive, e a differenza di chi ha premiato Del Piero quale miglior
giocatore della finale, proprio Di Livio ha offerto il rendimento piu' alto: la
sua inestinguibile azione sulle fasce ha trasmesso alla squadra la continuita'
e la consapevolezza che il gol sarebbe stato reperito comunque. Fra l' altro
Del Piero non ha segnato un gol qualsiasi. Quando il mondo ha gia' deciso prima
che sarai il piu' bravo, hai due strade: accettare il rischio di non diventarlo
davvero mai o segnare al River, giusto all' incrocio fra attesa e stupore. – da
www.corriere.it
JUVENTUS – BOLOGNA 1-0
(0-0)
Torino, Stadio delle Alpi,
01.12.1996 - 11ª Giornata di Campionato
RETI: 51’
Zidane (J)
JUVENTUS:
Peruzzi, Porrini, Ferrara; Montero, Dimas, Di Livio (82’ Iuliano); Tacchinardi,
Zidane, Jugovic (46’ Lombardo); Del Piero, Boksic – All. Lippi
BOLOGNA: Antonioli,
Tarozzi (61’ Scapolo), Torrisi (16’ Mangone); De Marchi, Paramatti, Bresciani
(57’ Nervo); Magoni, Cardone, Marocchi; Andersson, Kolyvanov - All. Ulivieri
ARBITRO:
Ceccarini di Livorno
JUVENTUS – FENERBAHCE
2-0 (1-0)
Torino, Stadio delle Alpi,
04.12.1996 - Champions League – Girone Eliminatorio - 6ª Giornata
RETI: 42’
Padovano (J); 83’ Amoruso (J)
JUVENTUS:
Peruzzi, Torricelli, Porrini; Montero, Iuliano, Di Livio; Tacchinardi, Zidane
(77’ Ferrara), Lombardo; Padovano (85’ Trotta), Del Piero (46’ Amoruso) – All.
Lippi
FENERBAHCE: Rustu,
Ilker (83’ Mustafa), Okechunku; Saffet, Erol, Kemalettin; Hogh (87’ Aygun),
Okocha, Tuncay (72’ Tarik); Bolic, Kostadinov -All. Lazaroni
ARBITRO:
Heynemann (Germania)
SAMPDORIA - JUVENTUS
0-1 (0-1)
Genova, Stadio Luigi Ferraris,
08.12.1996 - 12ª Giornata di Campionato
RETI: 33’
Ferrara (J)
SAMPDORIA: Ferron,
Balleri, Mannini; Mihajlovic, Pesaresi, Karembeu (46’ Montella); Veron,
Franceschetti, Invernizzi; Mancini, Carparelli (56’ Iacopino) - All. Eriksson
JUVENTUS:
Peruzzi, Torricelli, Ferrara; Montero, Dimas, Di Livio (83’ Lombardo);
Deschamps, Zidane, Jugovic (89’ Tacchinardi); Del Piero (71’ Padovano), Boksic
– All. Lippi
ARBITRO:
Braschi di Prato
UDINESE - JUVENTUS 1-4
(0-3)
Udine, Stadio Friuli,
11.12.1996 - 10ª Giornata di Campionato
RETI: 23’
Boksic (J); 34’ Del Piero rig. (J); 44’ Del Piero rig. (J); 54’ Cappioli (U); 70’ Deschamps (J)
UDINESE: Turci,
Helveg, Calori (45’ Bertotto); Bia, Orlando, Cappioli; Rossitto, Desideri (75’
Gargo), Stroppa; Clementi (66’ Amoroso), Poggi - All. Zaccheroni
JUVENTUS:
Peruzzi (61’ Rampulla), Torricelli, Ferrara; Porrini, Iuliano, Di Livio;
Deschamps, Zidane, Tacchinardi (68’ Lombardo); Del Piero, Boksic – All. Lippi
ARBITRO:
Treossi di Forlì
NOTE:
Recupero
della partita in programma il 24.11.1996 e rinviata per l’impegno della
Juventus nella finale di Coppa Intercontinentale
CLASSIFICA:
Juventus
p. 25; Vicenza p. 22; Inter p. 21; Bologna, Napoli p. 20; Fiorentina, Milan p.
18; Roma p. 17; Lazio, Perugia, Piacenza, Sampdoria p. 16; Udinese p. 15; Parma
p. 14; Atalanta p. 11; Cagliari p. 10; Verona p. 7; Reggiana p. 5
PARIS
ST. GERMAIN - JUVENTUS 1-6 (0-4)
Parigi
(Francia), Stadio Parco dei Principi, 15.01.1997 - Supercoppa Europea – Finale
– Andata
RETI: 4’
Porrini (J); 22’ Padovano (J); 35’ Ferrara (J); 40’ Padovano (J); 52’ Raì rig.
(P); 82’ Lombardo (J); 88’ Amoruso (J)
PARIS
ST. GERMAIN: Lama,
Algerino (34’ Kenedy), N’Gotty; Le Guen, Domi (55’ Leonardo), Leroy; Fournier,
Guerin, Rai; Loko, Dely Valdes (61’ Poget) - All. Ricardo Gomes
JUVENTUS:
Peruzzi, Torricelli, Ferrara (73’ Iuliano); Porrini, Pessotto, Di Livio;
Zidane, Tacchinardi (67’ Lombardo), Deschamps; Padovano (73’ Amoruso), Del
Piero – All. Lippi
ARBITRO:
Levnikov (Russia)
CRONACA: Ci
vorrebbe sempre una difesa come quella del Paris St. Germain per risolvere
definitivamente i problemi offensivi della Juventus, senza o con Boksic. Piu'
propriamente sarebbe auspicabile trovare ovunque un avversario cosi' male in
arnese, come quello francese per giocare, vincere e vivere felici. Mai visti,
almeno in campo internazionale e tra due finaliste, tanto squilibrio di forze,
tanta sproporzione di mezzi, tante differenze di qualita' tecniche, tattiche,
individuali e collettive. Non una partita, ma un gioioso pattinare sul ghiaccio
del Parco dei Principi, mentre i trentamila parigini mulinano i fischi come
fossero fruste e, fin dallo 0 - 3 juventino, si esibiscono in ole' di scherno
verso i propri giocatori, ripiegano con rabbia gli striscioni, ululano e
insultano come un container dentro il quale infuria un oceano iroso. Forse e'
vero che ai giocatori del P.S.G. interessa di piu' recuperare in campionato sul
Monaco, altrimenti non si spiegherebbe il turistico "avvicinamento"
alla partita di ieri sera, consumato tra gli ozii dell'isola di Reunion e la
Mauritius; pero', sinceramente, non si capisce come riusciranno a colmare il
distacco dai rivali, giocando in modo tanto approssimativo e, per
sovrammercato, cosi' azzardato. Certo, se e' questa la squadra che e' stata
lungamente in testa - e che ancora e' seconda - c'e' davvero da dubitare sulla
qualita' complessiva del campionato francese. E' vero, il P.S.G. e' reduce
dalla pausa per la sospensione del torneo, proprio per questo pero' era
auspicabile che l'allenatore brasiliano Ricardo non stravolgesse il modulo (4 -
4 - 2), per affidarsi ad un ardito e scervellato 3 - 4 - 3, con implicito
recupero dell'ex cagliaritano Dely Valdes. Ammesso, e non concesso, che con
tale assetto una squadra risulti piu' efficace, e' matematicamente sicuro che
la difesa sara' esposta ad ogni spiffero, soprattutto se - come nel caso dei
francesi - la squadra si allunga e si allarga, senza nemmeno l'idea di che cosa
possa rappresentare nel calcio l'equidistanza tra i reparti. Che alla fine la
Juve vinca per 6 - 1, mandando a rete un po' tutti, da Porrini ad Amoruso,
passando per Padovano (due volte), Ferrara (di testa) e Lombardo (di piatto),
non solo non e' una sorpresa, ma e' perfino riduttivo. Infatti con un po' di
attenzione in piu' sarebbe venuto qualche altro gol. Padovano, per esempio, di
gran lunga il piu' motivato e voglioso sotto porta, potrebbe chiudere la sua
serata parigina con una quaterna se non trovasse Lama, un paio di volte, a
sbarrargli lo specchio della porta e delle ambizioni di grandezza. Smodata
grandezza, in questo caso. Perche' non c'e' di peggio che enfatizzare nel
risultato, il proprio dominio, per rimpicciolire anche le ottime prove
individuali. Come sta alla fine la Juve, che chiedeva a Parigi un'indicazione
per uscire dal principio di crisi italiana? Attonita, forse dalla sua stessa
forza, e contemporaneamente sgomenta per l'inesistenza altrui. Perche' il 6 - 1
non e' il risultato di una finale di Supercoppa europea, ma l'espressione
numerica dell'inesistenza avversaria. Ad un certo punto, e senza peccare di
superbia, i bianconeri hanno pure abbassato il ritmo e razionato le forze.
Lippi, con Lombardo ed Amoruso in campo, ha avviato le prime, possibili
varianti al gioco offensivo, anche se attaccare nel vuoto e senza opposizione,
e' piu' facile che contro la "Primavera". E' giusto, allora,
scherzare come ha fatto Platini, che in televisione ha annunciato a Lippi
"una durissima gara di ritorno". Meno giusto - se davvero questo e'
il pensiero del tecnico - ritenere che la Juve possa trarre qualche conforto
pratico per risolvere i problemi del dopo - Boksic. Come Lippi ha riconosciuto,
la partita di ieri sera, prima di scadere a farsa, e' stata subito bene
indirizzata da tre gol in 35 minuti. Uno solo di un attaccante (Padovano) e due
firmati da Porrini e Ferrara, non a caso difensori con licenza di colpire. Il 5
febbraio ritorno. Ma per il P.S.G. l'1 - 6 di ieri sera e' di incancellabile
vergogna. – da www.corriere.it
LAZIO - JUVENTUS 0-2
(0-1)
Roma, Stadio Olimpico,
19.01.1997 - 17ª Giornata di Campionato
RETI: 31’
Padovano (J); 62’ Padovano (J)
LAZIO: Orsi,
Nesta (60’ Negro), Fish; Chamot, Favalli (46’ Grandoni), Fuser; Baronio,
Nedved, Rambaudi (60’ Protti); Casiraghi, Signori - All. Zeman
JUVENTUS:
Peruzzi, Porrini, Ferrara; Montero, Pessotto, Lombardo; Jugovic, Deschamps,
Tacchinardi (75’ Di Livio); Del Piero (89’ Iuliano), Padovano (75’ Amoruso) –
All. Lippi
ARBITRO:
Messina di Bergamo
CLASSIFICA:
Juventus p. 33; Sampdoria p. 29; Inter p. 28; Parma, Vicenza p. 27; Fiorentina
p. 26; Bologna, Milan p. 25; Atalanta, Napoli p. 24; Lazio, Roma p. 23;
Udinese p. 22; Piacenza p. 19; Perugia p. 18; Cagliari p. 15; Verona p. 11;
Reggiana p. 10
JUVENTUS
– PARIS ST. GERMAIN 3-1 (1-0)
Palermo,
Stadio La Favorita, 05.02.1997 - Supercoppa Europea – Finale – Ritorno
RETI: 36’
Del Piero (J); 64’ Raì rig. (P); 70’ Del Piero (J); 93’ Vieri (J)
JUVENTUS:
Peruzzi, Torricelli (71’ Porrini), Ferrara; Montero, Pessotto, Di Livio;
Zidane, Tacchinardi (68’ Lombardo), Jugovic; Padovano (68’ Vieri), Del Piero –
All. Lippi
PARIS
ST. GERMAIN: Lama,
Algerino, Le Guen; Domi, Kenedy, Guerin (81’ Leroy); Rai, Cauet, Leonardo (81’
Allou); Loko (90’ Calenda), Dely Valdes - All. Ricardo Gomes
ARBITRO:
Muhmenthaler (Svizzera)
CRONACA:
Sollecitata dall'amore palermitano ad architettare una prestazione vera, la
Juve non puo' che agguantare il decimo trofeo internazionale (sesto alloro con
Lippi e quarantatreesimo dentro la bacheca bianconera) mimando se stessa, salvo
aggiungere sulla devastazione francese un definitivo 3 - 1, tramite gli
automatismi di gioco, forse rintracciabili pure sul copione dei suoi
allenamenti quotidiani. Impossibile aggiungere altre virtu' dentro questa
Supercoppa europea gia' acquisita all'andata; impossibile soprattutto spremere
furore agonistico contro l'opposizione francese del Paris Saint Germain,
proteso verso un platonico recupero dell'onore, secondo quanto meriterebbero
l'incasso record e lo stadio stracolmo come per le poste in palio piu'
combattute. E semmai, l'opera di rimozione psicologica, riesce meglio ai
palleggiatori farfalloni di Ricardo Gomes, quanto meno tonificati da due
correzioni centrocampistiche, rispetto al disastroso 6 - 1 imbarcato il 16 gennaio.
Cosi', impigliati nell'obbligo morale di gratificare comunque la succursale
siciliana senza tensioni pulsanti, i bianconeri srotolano dapprima sull'asse
Jugovic - Zidane - Del Piero un piacevole calcio di possesso, aspettando
assalti parigini per piazzare i ribaltamenti devastanti dell'altra volta. Ma,
piazzato Guerin dinnanzi al quartetto difensivo, e assortito un centrocampo di
guastatori, il P.S.G. teoricamente a tre punte (Leonardo opera quale
improbabile centravanti nella tagliola Ferrara - Montero) si mantiene
abbastanza raccolto, supportato dai rientri esterni dei due attaccanti, Dely
Valdes e Loko, quasi volesse solo scongiurare un'altra traumatica lezione.
Percio', dopo il delirio introduttivo degli oltre trentacinquemila spettatori,
impegnati a stringere idealmente nostra Signora Pellegrina nel Carnevale
coreografico trasferito a "La Favorita" (1.395 milioni d'incasso),
sono consentite la' dietro ai bianconeri pure disattenzioni desuete, tipo
quella che lascia libero Dely Valdes d'azzardare l'incornata sotto misura di
testa smorzata da Peruzzi; o il susseguente pastrocchio, dopo semplice rimessa
laterale, fra il portiere e Ferrara, mentre Montero, slittato sulla scia
dell'errore, ci mette una toppa rischiando l'autorete. Sbadataggini scusabili,
per carita', che anzi le lentezze d'intreccio di Cauet e degli altri
propositori francesi vengono assorbite, non appena la Juve inalbera un pressing
spontaneo, nemmeno forsennato, quasi per caratteristiche irrinunciabili. La
gente di bocca buona applaude qualsiasi gesto tecnico servito quando di
contraggenio (i saltuari numeri di Del Piero, i preziosismi di Zidane o
Jugovic), quando grazie alla vitalita' naturale dei cursori esterni Torricelli,
Di Livio, Pessotto. Non c'e' ovviamente match, se non nell'ottica dei velenosi
Kenedy e Domi, che picchiano e placcano tanto Del Piero quanto Padovano per
azzerarne saltuarie ispirazioni, dietro i rifornimenti che li attivano. Serve
un'accelerazione trapassante di Torricelli ad eludere le sistematiche
scorrettezze dei segugi: Del Piero, ricevuto il lancio sul filo dell'offside,
stoppa e pianta la mezza girata nell'angolo dove Lama non arriva. E' la settima
mortificazione sopportata dal P.S.G., comunque deciso ad alleggerire il
calvario juventino con un avvio di ripresa portato avanti a ritmi piu' serrati.
La Juve quasi se ne meraviglia, mentre Pessotto e Montero annaspano dietro uno
slalom di Leonardo, fruitore Dely Valdes, che Peruzzi stende dopo l'uscita
precipitosa. Giusto rigore di percorso, provvisoriamente riequilibrante, ma in
realta' utile a risvegliare l'orgoglio juventino come lo stadio palermitano
invoca. Ora i bianconeri procedono sparati per valorizzare la loro superiorita'
tecnica, sublimata ancora da Del Piero, magnifico il raddoppio con pallonetto
irridente, fra botti, luminarie e cori festosi. Puo' bastare? No, da bravi
juventini, i panchinari Lombardo, Porrini e Vieri trasmettono ulteriori energie
per completare la festa. E Vieri azzecca la capocciata del 3 - 1 per il conto
totale. – da www.corriere.it
I due rigori concessi al PSG non erano
neanche per falli evidenti.
FIORENTINA - JUVENTUS
1-1 (0-1)
Firenze, Stadio Artemio
Franchi, 23.02.1997 - 21ª Giornata di Campionato
RETI: 16’
Del Piero (J); 49’ Robbiati (F)
FIORENTINA: Toldo,
Carnasciali, Padalino; Falcone, Serena, Kanchelskis (60’ Amoruso L.);
Piacentini (46’ Cois) Bigica (46’ Robbiati), Rui Costa; Schwarz, Batistuta -
All. Ranieri
JUVENTUS:
Rampulla, Pessotto (77’ Vieri), Ferrara; Montero, Iuliano, Di Livio (60’
Lombardo); Deschamps, Zidane, Jugovic; Del Piero, Padovano – All. Lippi
ARBITRO:
Bazzoli di Merano
CLASSIFICA:
Juventus
p. 41; Sampdoria p. 36; Inter, Parma p. 34; Bologna p. 32; Atalanta, Roma,
Vicenza p. 31; Napoli p. 29; Fiorentina, Milan p. 28; Lazio, Udinese p. 27;
Piacenza p. 24; Perugia p. 22; Cagliari p. 19; Verona p. 17; Reggiana p.
13
Colpiti in stagione fino ad ora dalla Juve
17 legni, campionato ancora vivo solo per questione di centimetri
JUVENTUS – ROMA 3-0
(2-0)
Torino, Stadio delle Alpi,
15.03.1997 - 24ª Giornata di Campionato
RETI: 28’
Vieri (J); 44’ Vieri (J); 85’ Amoruso (J)
JUVENTUS:
Peruzzi, Porrini, Ferrara; Montero, Dimas, Di Livio (77’ Jugovic); Zidane (65’
Lombardo), Deschamps, Tacchinardi; Vieri (65’ Padovano), Amoruso – All. Lippi
ROMA: Cervone,
Pivotto, Petruzzi; Aldair, Candela, Tommasi (46’ Fonseca); Di Biagio (57’
Statuto), Thern, Carboni; Balbo, Totti - All. Santarini-Bianchi
ARBITRO:
Cesari di Genova
MILAN
- JUVENTUS 1-6 (0-2)
Milano,
Stadio San Siro, 06.04.1997 - 26ª Giornata di Campionato
RETI: 19’
Jugovic (J); 31’ Zidane rig. (J); 50’ Jugovic (J); 70’ Vieri (J); 74’ Amoruso
(J); 77’ Simone (M); 82’ Vieri (J)
MILAN:
Rossi,
Reiziger, Vierchowod; Baresi, Maldini, Savicevic; Desailly (81’ Tassotti),
Boban, Blomqvist (60’ Baggio R.); Dugarry, Simone - All. Sacchi
JUVENTUS:
Peruzzi, Porrini (74’ Pessotto), Ferrara; Iuliano, Dimas, Di Livio;
Tacchinardi, Zidane (75’ Lombardo), Jugovic; Vieri, Boksic (39’ Amoruso) – All.
Lippi
ARBITRO:
Braschi di Prato
CLASSIFICA: Juventus
p. 52; Parma p. 46; Bologna, Inter p. 42; Lazio, Sampdoria p. 40; Milan, Roma
p. 36; Atalanta, Fiorentina, Udinese, Vicenza p. 35; Napoli p. 33; Perugia,
Piacenza p. 27; Cagliari p. 26; Verona p. 19; Reggiana p. 18
CRONACA:
Mai
cosi'. Mai, se non forse risalendo a un tenebroso passato, il Milan aveva
subito un azzeramento tanto pieno e cosi' totale, fosse a San Siro o lontano da
qui. Mai si era dovuto prostrare sei volte davanti a una squadra di calcio,
rinunciando a esserlo completamente. Mai aveva "offeso" cosi'
pesantemente i propri tifosi (che hanno generosamente ricambiato). Mai un
tracollo tanto vergognoso in vita sportiva ad Arrigo Sacchi, ex c.t. della
nazionale, e ormai allenatore a tempo sulla panchina rossonera. Quasi
certamente Silvio Berlusconi, apparso ieri sera conciliatorio per dovere di
protocollo, lo sollevera' al termine del campionato. Perche' tante cose possono
passare da una squadra e da una societa' (perdere lo scudetto, abbandonare le
speranze di secondo posto, lasciare con largo anticipo la Champions League), ma
non essere ricordati come carne da macello, un comodo materasso che la Juve ha
calpestato, pigiando anche quando non serviva, come a ribadire che, insieme con
l'ormai scontatissimo scudetto, i campioni d'Italia hanno il diritto di
titolarita' su tutto: gol (sei in un colpo solo), impianto di gioco, gestione
della manovra, aggressivita', brillantezza e tutto quello che fa di una squadra
vincente una squadra memorabile. Lippi non ha battuto Sacchi, l'ha proprio
cancellato, in maniera pressoche' definitiva, con la sua idea di calcio
ribaltato in velocita', ieri sera esaltato da una discesa che ha sentito
all'improvviso tutto il peso degli anni e si e' scoperta abbandonata dal
peggior centrocampo dell'ultimo decennio rossonero. Dopo mezz'ora la partita e'
virtualmente conclusa. Come previsto, la pragmatica Juve e' in vantaggio al
primo tiro in porta (anzi al secondo, di Jugovic, perche' quello di Vieri viene
ribattuto bravamente da Rossi) e raddoppia sul rigore concesso dall'arbitro
Braschi per fallo di Maldini su Boksic (fortunosa la trasformazione di Zidane).
Prima di assegnare il rigore Braschi si consulta, a vista, con il guardalinee
Mazzei, per un presunto fuorigioco di Boksic. Non e' cosi', come conferma
l'elettronica (il croato e' in gioco per sette centimetri). Due gol dopo
mezz'ora, in partite come questa, sono un abisso. E la Juve questo abisso lo
scava anche con l'opposizione di Peruzzi che, tra il 22' e il 25', allontana
due volte l'ipotesi di pareggio (volo su Dugarry e parata su girata di Simone).
Mentre nel finale di tempo (41') il portiere mette tutto se stesso per bloccare
uno sfondamento Simone - Savicevic. Una rimonta, gia' difficile, diventa
addirittura impensabile quando ci si trova a dover superare un numero uno di
cosi' spiccate capacita'. Pero' sarebbe davvero puerile fermarsi a questo
rilievo; la Juve, infatti, pur rischiando in almeno quattro occasioni, offre
sempre l'immagine di una formazione compatta, risoluta, sicura. E sul 2 - 0,
con un Milan fracassato centralmente (la squadra si allunga e si allarga,
offrendosi ai contropiedi avversari), non si vede una Juve appagata, anche se
si permette di avvicendare Boksic (leggero risentimento all'adduttore sinistro:
preferisce non rischiare) con Amoruso, dopo neanche 40 minuti di gioco.
Proseguire in scioltezza non e' difficile, mentre il Milan sembra vento
rabbioso che sbatte sulla roccia. La ripresa registra la prima, ufficiale
contestazione ad Arrigo Sacchi ("Sacchi tu sei un figlio di..."),
scandito prima dalla curva milanista e poi da quella bianconera che si
sostengono con vicendevoli applausi. La protesta si acuisce dopo il terzo gol
juventino (ancora Jugovic, in contropiede), quando sempre la curva rossonera
invoca Roberto Baggio rovesciando su Sacchi le peggiori contumelie. In un clima
di isteria generalizzata, Roberto Baggio sostituisce Blomqvist. Entra nel
momento piu' difficile ma e' subito l'unico milanista che vince, perche' gran
parte dello stadio sta dalla sua parte: applausi, incitamenti, invocazioni,
mentre per il resto della squadra solo minacce ("a mezzanotte, uscite a
mezzanotte"). Nessuno sembra accorgersi che la partita e' finita nel primo
tempo; eccitarsi per il colpo di testa di Baggio (Peruzzi in angolo) e' un
diritto di chi paga, ma non sposta i termini di un confronto che ormai non
esiste piu'. Anzi, al 25', su ennesima fallimentare interpretazione del
fuorigioco milanista, Vieri segna il quarto gol. Il calvario continua, perche'
la Juve si diverte a correre dentro una squadra ridotta a guscio vuoto. Il
risultato assume cosi' proporzioni colossali; va a bersaglio anche Amoruso (e
sono cinque), risegna Vieri (e sono sei). Nel frattempo, Simone aveva trovato
il modo di ridurre le distanze (1 - 5). Ma, lungi dall'essere una consolazione,
quella prodezza acuiva il senso di disastro e forniva l'esatta dimensione del
fallimento. – da www.corriere.it
Anche il settimo era regolare ma è stato
ingiustamente annullato.
AJAX - JUVENTUS 1-2 (0-2)
Amsterdam (Olanda), Amsterdam Arena, 09.04.1997 - Champions
League – Semifinale – Andata
RETI: 14’
Amoruso (J); 41’ Vieri (J); 65’ Litmanen (A)
AJAX: Van
der Sar, Melchiot, Blind; De Boer F., Scholten (77’ Wooter), Witschge (70’
Dani); Litmanen, Musampa (27’ Bogarde), Babangida; De Boer R., Overmars - All. Van
Gaal
JUVENTUS:
Peruzzi, Porrini, Ferrara; Montero, Pessotto, Di Livio (69’ Tacchinardi);
Deschamps, Zidane, Jugovic (85’ Lombardo); Vieri, Amoruso – All. Lippi
ARBITRO: Lopez
Nieto (Spagna)
Prestazione sublime della Juve, una cosa
da spellarsi le mani dagli applausi, Juve mostruosa.
JUVENTUS – UDINESE 0-3
(0-1)
Torino, Stadio delle Alpi,
13.04.1997 - 27ª Giornata di Campionato
RETI: 42’
Amoroso rig. (U); 47’ Bierhoff (U); 79’ Amoroso (U)
JUVENTUS:
Peruzzi, Pessotto (29’ Di Livio); Ferrara; Montero, Dimas, Lombardo;
Tacchinardi, Zidane, Jugovic (69’ Conte); Boksic (57’ Amoruso), Vieri – All.
Lippi
UDINESE: Turci,
Geneaux, Pierini; Calori, Sergio, Helveg (89’ Bertotto); Giannichedda,
Rossitto, Locatelli (4’ Gargo); Bierhoff, Amoroso (75’ Cappioli) - All.
Zaccheroni
ARBITRO:
Bettin di Padova
CLASSIFICA:
Juventus
p. 52; Parma p. 49; Inter p. 45; Bologna, Sampdoria p. 43; Lazio p. 40; Udinese
p. 38; Atalanta, Fiorentina, Milan, Roma, Vicenza p. 36; Napoli p. 34; Piacenza
p. 28; Cagliari, Perugia p. 27; Verona p. 22; Reggiana p. 19
La Juve fallisce 2 rigori solari.
BOLOGNA
- JUVENTUS 0-1 (0-1)
Bologna,
Stadio Renato Dall’Ara, 19.04.1997 - 28ª Giornata di Campionato
RETI: 40’
Boksic (J)
BOLOGNA:
Antonioli,
Cardone (54’ Brambilla), Torrisi; De Marchi (71’ Tarozzi), Mangone, Paramatti;
Marocchi, Scapolo, Schenardi; Andersson, Fontolan (59’ Bresciani) - All.
Ulivieri
JUVENTUS:
Peruzzi, Iuliano, Ferrara; Montero, Dimas, Di Livio (79’ Lombardo); Zidane (85’
Porrini), Deschamps, Jugovic; Boksic, Vieri (63’ Amoruso) – All. Lippi
ARBITRO:
Ceccarini di Livorno
CLASSIFICA:
Juventus p. 55; Parma p. 49; Inter p. 48; Sampdoria p. 44; Bologna, Lazio p.
43;
Grande gol di Boksic che dribbla mezzo
Bologna e maestoso Peruzzi che salva di testa il risultato.
JUVENTUS
– AJAX 4-1 (2-0)
Torino,
Stadio delle Alpi, 23.04.1997 - Champions League – Semifinale – Ritorno
RETI: 34’
Lombardo (J); 36’ Vieri (J); 73’ Melchiot (A); 78’ Amoruso (J); 85’ Zidane (J)
JUVENTUS:
Peruzzi, Di Livio, Ferrara; Montero, Iuliano, Lombardo; Tacchinardi, Deschamps,
Zidane (83’ Conte); Boksic, Vieri (68’ Amoruso) – All. Lippi
AJAX: Van
der Sar, Melchiot, Blind; De Boer F., Scholten (56’ Musampa), Witschge (83’
Juan); Litmanen, Bogarde, Babangida; De Boer R., Overmars - All. Van
Gaal
ARBITRO:
Nielsen (Danimarca)
Zidane immenso, quasi da solo cancella il
grande Ajax, prestazione memorabile.
JUVENTUS – PARMA 1-1
(1-1)
Torino, Stadio delle Alpi,
18.05.1997 - 32ª Giornata di Campionato
RETI: 29’ Di
Livio aut. (P); 43’ Amoruso rig. (J)
JUVENTUS: Peruzzi,
Porrini, Ferrara; Montero, Dimas, Di Livio; Deschamps, Zidane (75’ Del Piero),
Jugovic (7’ Conte); Vieri (67’ Boksic), Amoruso – All. Lippi
PARMA: Buffon,
Ze Maria, Thuram; Cannavaro, Mussi, Pedros (74’ Barone); Sensini, Baggio D.,
Crippa; Chiesa, Crespo (48’ Brolin) - All. Ancelotti
ARBITRO:
Collina di Viareggio
CLASSIFICA:
Juventus
p. 63; Parma p. 57; Inter p. 55; Lazio p. 51; Sampdoria p. 49; Bologna, Udinese
p. 48; Vicenza p. 44; Milan p. 43; Fiorentina, Roma p. 41; Atalanta p. 40;
Napoli p. 38; Cagliari, Perugia, Piacenza p. 34; Verona p. 27; Reggiana p. 19
Parma in vantaggio con un
autorete da calcio d’angolo dopo essere stata assediata per mezz’ora.
ATALANTA - JUVENTUS 1-1
(1-0)
Bergamo, Stadio Atleti Azzurri
d’Italia, 23.05.1997 - 33ª Giornata di Campionato
RETI: 19’
Inzaghi (A); 54’ Iuliano (J)
ATALANTA: Pinato,
Foglio, Mirkovic (49’ Rustico); Carrera, Sottil (63’ Carbone), Rossini; Sgrò,
Morfeo (74’ Fortunato), Gallo; Inzaghi, Lentini - All. Mondonico
JUVENTUS:
Peruzzi, Pessotto, Ferrara; Iuliano, Dimas, Lombardo; Tacchinardi, Zidane (65’
Di Livio), Jugovic; Vieri, Del Piero (68’ Amoruso) – All. Lippi
ARBITRO:
Bettin di Padova
CLASSIFICA:
Juventus
p. 64; Parma p. 60; Inter p. 58; Lazio p. 54; Sampdoria p. 52; Udinese p. 51;
Bologna p. 48; Vicenza p. 47; Fiorentina p. 44; Milan p. 43; Atalanta, Roma p.
41; Napoli p. 38; Perugia p. 37; Cagliari, Piacenza p. 34; Verona p. 27;
Reggiana p. 19
CRONACA:
La
Juventus della zona spuria ha conquistato il ventiquattresimo scudetto della
sua celebratissima storia. L'ha fatto pareggiando 1 - 1 a Bergamo, in una gara
dal finale grottesco, con la partita anche sospesa per un'anticipata invasione
dei tifosi, beotamente festanti. La Juve ha giocato con essenziale
disinvoltura, la stessa cui ha soggiogato il campionato per l'intera sua
durata, tranne due vistose fiammate che ne sottolineano le eccedenti virtu'
dispotiche: con l'Inter, in casa, e con il Milan in trasferta: 6 - 1, la pagina
piu' avvilente della vicenda sportiva dei rossoneri. Vincendo alla sesta
d'andata con l'Inter, si era capito di quale grana fosse fatta la squadra di
Marcello Lippi, che per la seconda volta in tre anni si stava avviando a
conquistare il titolo: di contenuto trapattoniano a dispetto del contenitore
(il modulo 4 - 4 - 2); fortemente atletica, costantemente motivata, tesa al
risultato come bene supremo; perfetta congiunzione tra calcio della tradizione
e dell'innovazione. La mitridatizzazione della squadra consiste
nell'assuefazione ad ogni tipo di situazioni, soprattutto quelle intossicate,
alla maniera in cui Mitridate, re del Ponto, era immunizzato ai veleni. La Juve
di quest'anno, infatti, non ha potuto contare certo sugli uomini che piu' di
altri sembravano garantirle un tranquillissimo approdo: Del Piero, al pari di
Boksic, ha dovuto scontare dolorosi infortuni, seguiti da quello piu' recente
di Padovano (fuori dall'inizio di aprile); il capitano Conte si fece male in
nazionale il 9 ottobre e praticamente non e' ancora rientrato; Pessotto solo
ieri e' sembrato pienamente recuperato; Torricelli e' uscito di scena con il
Milan. Attacco, centrocampo e difesa hanno patito in misura differente, ma
sempre cospicua, assenze e riduzioni. Eppure Lippi ha comunque saputo suturare
ogni tipo di deficit, rovesciando spesso l'esito di cali e scadimenti previsti
o imprevedibili. Ieri sera l'ultima conferma, con quel gol di testa di Mark
Iuliano, un rincalzo che da tempo sta giocando meglio dei titolari e che ha
assegnato il titolo dopo 53 minuti. A parte il risultato, nulla e' andato come
previsto. Nessun patto di non belligeranza, nessuna economia, specialmente da
parte di Pinato, Lentini, Sgro' e Inzaghi, quest'ultimo piu' che mai proteso ad
imporsi quale goleador principe della serie A (ventidue, con ieri sera, i gol
realizzati). L'Atalanta e' partita meglio, e per meglio s'intende piu' forte,
pressando soprattutto a centrocampo con Foglio, Sgro' e Gallo, oltre a proporre
un movimento apprezzabile sulla sinistra dove su Lentini ha raddoppiato Rossini
con costanza leggermente inferiore all'efficacia. Peraltro il gol, al 20', e'
il prodotto piu' di una concessione bianconera (Ferrara e' mal piazzato o,
comunque, non calcola esattamente il momento in cui saltare di testa) che
Inzaghi sfrutta da spigolatore d'area qual e'. Il confronto e' vero e, con il
passare dei minuti, autenticamente serrato. Dal 30', l'attimo del gol non
convalidato a Del Piero, al 47', momento in cui si chiude il primo tempo, la
Juve ha tre occasioni e l'Atalanta una (Gallo, da meta' campo, pallonetto di
puro intuito). A negare il pareggio agli uomini di Lippi e' sempre Pinato: due
volte si oppone al sinistro di Vieri; una a quello di Zidane, prezioso
soprattutto nel raffinare l'azione almeno quanto lo e' Jugovic nel proporla. Il
pareggio resta scritto, ma nessuno pensa che a scriverlo sia Iuliano all'8'
della ripresa. Anzi, sull'angolo di Del Piero provocato da una nuova
combinazione Zidane - Vieri, e' Ferrara a colpire di testa, Pinato ancora una
volta si frappone, arriva Iuliano e tocca placido nel sacco. Prima delle staffette
d'addio (Morfeo, forse in partenza, viene sostituito da Fortunato, prossimo al
ritiro), Lentini schiaccia di testa e Peruzzi para. Al contrario la Polizia si
fa sorprendere dalla prevista invasione dei tifosi, soprattutto atalantini, che
entrano nel campo per destinazione gia' al 36' della ripresa e al 41' si
riversano nel rettangolo di gioco a partita ancora in corso. Bettin non fischia
la fine, i giocatori corrono verso lo spogliatoi, la partita e' sospesa. C'e'
addirittura chi apre un cancello, adesso sono almeno mille in campo. Solo
l'intervento di Carabinieri e Polizia riesce a spingere fuori la folla,
pericolosamente accalcata verso i cancelli, mentre lo stadio intona cori
inspiegabilmente irridenti. Provvidenziale l'ausilio di Emiliano Mondonico che,
nonostante la squalifica, scende sul prato e convince gli irriducibili a
desistere. La partita riprende dopo un'interruzione di 15 minuti: l'Atalanta e'
addirittura in dieci. Adesso si' che si gioca per finta. Fortuna che passa in
fretta. Tra ritardi e sospiri, arriva tutto: un'altra invasione, la giusta
fine, lo scudetto alla Juve, la salvezza dell'Atalanta. – da www.corriere.it
BORUSSIA DORTMUND - JUVENTUS 3-1 (2-0)
Monaco
di Baviera (Germania), Olimpia Stadium, 28.05.1997 - Champions League – Finale
RETI: 29’
Riedle (B); 34’ Riedle (B); 64’ Del Piero (J); 71’ Ricken (B)
BORUSSIA DORTMUND: Klos, Kree, Kohler; Sammer, Reuter, Lambert; Paulo Sousa,
Moeller (88‘ Zorc), Heinrich; Riedle (67‘ Herrlich), Chapuisat (70‘ Ricken) -
All. Hitzfeld
JUVENTUS:
Peruzzi, Porrini (46’ Del Piero), Ferrara; Montero, Iuliano, Di Livio; Zidane,
Deschamps, Jugovic; Vieri (72’ Amoruso), Boksic (87’ Tacchinardi) – All. Lippi
ARBITRO: Puhl
(Ungheria)
Fu sempre Puhl ad arbitrare un'altra finale contro il Borussia D., questa volta dall'esito positivo per noi, in quella che all'epoca (1993) si chiamava Coppa UEFA, il primo trionfo Juventino di Antonio Conte..............
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